Oggi parliamo della “Sindrome di Procuste”, che come è noto è quella patologia che affligge certe persone che, quando vedono che hai idee diverse o che sei più brillante di loro, non ci pensano due volte a disprezzarti

Se era martedi scorso 12 febbraio quando sulla mia pagina facebook ebbi da pubblicare questo articolo: "Disprezzare il successo altrui: la “Sindrome di Procuste”"... oggi torniamo a parlare della “Sindrome di Procuste”, che come è noto è quella patologia che affligge certe persone che, quando vedono che hai idee diverse da loro e/o (sopratutto) che sei più brillante di loro... non ci pensano due volte a disprezzarti... per cercare di apparire più competenti e più capaci.
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Ovviamente finchè ne parlo io della Sindrome di Procuste, nessuno ci fa caso (anche se qualcuno di mia conoscenza dovrebbe farsi vedere da qualche psicologo)... ma se invece la Sindrome di Procuste... è Beppe Grillo che la tira fuori... allora io l'avevo già detto 5 giorni fa - prima di Beppe - che si occupa di Procuste come riportato in questi articoli pubblicati ieri su tutti i quotidiani.
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Da Repubblica un articolo a titolo: "Consultazione M5s sul processo a Salvini: Comma 22 e sindrome di Procuste, cosa sono", con questo sotto titolo: "Il fondatore del Movimento fa satira sul quesito sottoposto agli utenti di Rousseau. E colpisce la sua stessa creatura. Ecco di cosa parla e i riferimenti"
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Da l'ANSA un articolo a titolo: "Diciotti, M5s al voto online. Ironia di Grillo: "Tra comma 22 e sindrome di Procuste"... con questo sotto titolo: "'Non è il solito caso sull'immunità'. Il quesito sul blog delle stelle: 'Il ritardo nello sbarco è avvenuto per tutelare l'interesse dello Stato?'. Santangelo: 'Bisogna votare no'".
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Da AGI un articolo a titolo: "Cosa ha voluto dire Beppe Grillo parlando di Comma 22 e sindrome di Procuste" con sotto titolo: "A proposito del quesito sul caso Diciotti rivolto agli utenti di Rousseau, il comico genovese tira in ballo il romanzo di Joseph Heller e il mito greco. Una forte critica all'attuale stato di salute del M5s che sceglie riferimenti colti per non essere troppo esplicita. Azzardiamo un'interpretazione delle sue parole".
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Da Quotidiano Net un articolo a titolo: "Comma 22 e sindrome di Procuste, ecco cosa vuole dire Grillo", con questo sotto titolo: "Il comico sarcastico sul voto online che deciderà la posizione del Movimento 5 Stelle su Salvini e il caso Diciotti. Ecco il significato delle espressioni che ha usato a proposito del quesito".
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Da Today un articolo a titolo: "La sindrome di Procuste del Movimento 5 stelle", con questo sotto titolo: "Beppe Grillo entra a gamba tesa nella querelle tutta interna al movimento 5 stelle per il quesito a cui si sottoporranno nelle prossime ore gli attivisti pentastellati chiamati a dire la loro sul caso Diciotti. Cosa ha voluto dire con comma 22 e Procuste".
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Tutti i giornali ieri si sono preoccupati nel commentare quello che Beppe Grillo aveva pubblicato sul blog in questo post che conteneva questa frase: "Se voti SI vuol dire NO. Se voti NON vuol dire SI. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste".
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Ciò premesso... è ovvio che non entro nel merito di quanto pubblicato dai giornali, ma visto che l'articolo che avevo pubblicato 6 giorni fa con questi titolo: "Disprezzare il successo altrui: la “Sindrome di Procuste”" e questo sotto titolo: "“Fa’ attenzione, ci sono persone che, quando vedono che hai idee diverse o che sei più brillante di loro, non ci pensano due volte a metterti sul letto di Procuste”" è stato scritto da Ana Maria Sepe, esperta in Disturbi del Comportamento credo che - con il suo aiuto - dobbiamo spiegare cos'è la "SINDROME di PROCUSTE".
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In base ai contesti o al proprio vissuto possiamo estrinsecare determinate emozioni: in alcuni ambiti possiamo essere felici, grati. In altri contesti possiamo mostrare, tristezza, paura, rabbia. Vi sono contesti in cui si articolano emozioni più complesse come l’imbarazzo, la vergogna, il senso di colpa, l’invidia, la gelosia e il disprezzo. Soffermiamoci ora sul disprezzo. Di certo, si può provare disprezzo per una persona che ti ha fatto del male, che ha deluso le tue aspettative, che ti ha tradita….E se il disprezzo si manifestasse nei confronti delle persone che hanno solo avuto la colpa di emergere nella vita? In questi casi, direi che a monte del disprezzo, vi è una ferita più profonda che emerge ogni qual volta qualcuno brilla più di sè. Questo atteggiamento intrinseco prende il nome di Sindrome di Procuste, una patologia mentale abbastanza grave e dannosa sia per il soggetto che ne soffre sia per chi lo circonda e può essere visto in tutti i contesti, dal quello personale a quello professionale. Chi è affetto da questa sindrome non solo invidia costantemente gli altri ma tenta anche di ostacolarli per evitare che raggiungano i loro obiettivi personali.
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Per Sindrome di Procuste si intende una particolare patologia mentale che porta chi ne soffre a provare un forte dispiacere e dolore nei confronti del successo delle altre persone, che siano colleghi, amici o parenti
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Il disprezzo ingiustificato è legato a doppio filo con l’autostima; ci costringe ad un continuo confronto tra noi e gli altri, o meglio, tra ciò che non va nella nostra vita e l’immagine distorta e superficiale che abbiamo della vita altrui. Da questo confronto ossessivo ed distorto ne usciamo inevitabilmente sminuiti, frustrati, sconfitti.
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Il mito di Procuste
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C’era un letto particolare nella mitologia greca: “il letto di Procuste”. Procuste è il soprannome di un leggendario brigante greco che attendeva i viandanti sulla strada da Atene a Megara. Costui possedeva due letti di diverse misure. Non appena catturava una persona, la posizionava su uno di quei letti. Se la vittima era grande e corpulenta, era costretta a sdraiarsi sul letto più piccolo, e Procuste tagliava il suo corpo in modo farlo combaciare con la misura del letto. Se, al contrario, il malcapitato era minuto, era obbligato a distendersi sul letto grande; per far coincidere la misura del suo corpo con quella del giaciglio, Procuste lo piallava e lo stirava, proprio come si fa con la pasta di una torta o di una pizza, slogandone prima gli arti. Attualmente, questo personaggio mitologico viene associato alle persone che ricorrono al boicottaggio, all’umiliazione o all’inganno per fare in modo che gli altri non diventino una minaccia. In pratica, invece di sforzarsi di migliorare e sviluppare ulteriormente le loro capacità, decidono di limitare le capacità degli altri.
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Sindrome di Procuste, proiettarsi a un mondo parallelo mediocre
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Chi soffre della Sindrome di Procuste vive nel mondo che ha elaborato nella sua mente, un mondo parallelo che lo porta a sconnettersi dalla realtà. Infatti, spesso è portato a sentenziare giudizi irrazionali che si basano sulla sua visione distorta della realtà. Anche se vive chiuso nel suo mondo irrazionale, non disdegna a confrontarsi con gli altri; confronto ovviamente che lo porta a convincersi che le persone siano tutte mediocri. Non ammetterà mai che qualcuno possa brillare più di lui o di lei, così invece di sforzarsi di crescere come persona e allargare i propri orizzonti, cerca di limitare quelli degli altri. Alla lunga, chi soffre della Sindrome di Procuste finisce per sviluppare profondi malesseri emotivi dato che inevitabilmente, manifesta un comportamento profondamente disadattivo.
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Trasformarsi nel personaggio mitologico significa semplicemente condannarsi a ciò che si intende evitare: la mediocrità. La persona che destina le proprie risorse a far inciampare gli altri per abbassarne il livello, non cresce realmente, ma si rassegna alla sua mediocrità
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Come si riconosce la persona che soffre della Sindrome di Procuste
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In genere, il disprezzo, sebbene sia un sentimento logorante per chi lo prova, è distruttivo ma non patologico. Lo diventa nel caso in cui vi è una regressione ingiustificata del sentimento caratterizzata da ostilità, avversione, antipatia, odio intenso, aggressività. Chi soffre della sindrome di Procuste identifica ciò che l’altro possiede, non tanto come qualcosa di intensamente desiderato, ma addirittura come qualcosa che gli è stato tolto. In conseguenza di questa percezione distorta della realtà, si sente deluso e attaccato e, per difendersi, reagisce in maniera ostile. L’aggressività può essere anche solo emotiva, non necessariamente materiale o peggio sottile, subdola. Vediamo le caratteristiche principali di questi individui.
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Hanno un atteggiamento prepotente per nascondere la loro insicurezza e il sentimento d’inferiorità
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Sebbene non lo riconoscano, queste persone provano una enorme sensazione d’inferiorità, motivo per cui si sentono minacciate da qualcuno che li può superare. La paura di perdere la propria posizione è ciò che li spinge a far inciampare gli altri. Ma la paura e l’insicurezza di solito si manifestano come arroganza perché queste persone desiderano mascherare le loro mancanze.
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Reagiscono mettendosi sulla difensiva
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Per coloro che soffrono della sindrome di Procuste, chiunque può diventare il nemico. Per questo motivo di solito reagiscono a qualsiasi commento mettendosi sulla difensiva e attaccando per cercare di superare il loro rivale e contenere la minaccia percepita.
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Deformano la realtà a loro vantaggio
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Il termine “letto di Procuste” è anche usato per riferirsi a un errore in cui queste persone tendono a cadere: distorcono la realtà in modo tale che si adatti alle loro idee. In pratica, invece di accettare i dati oggettivi, li manipolano a piacimento per farli corrispondere alla loro immagine della realtà.
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Sono intolleranti.
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Alla base della Sindrome di Procuste c’è una scarsa tolleranza per le differenze. Queste persone non accettano che siamo tutti unici e abbiamo competenze diverse in aree diverse.
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Accumulano molte responsabilità
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Alcune di queste persone vogliono eccellere a tal punto che finiscono per accollarsi tutte le responsabilità, con l’obiettivo che gli altri notino la loro “incredibile” capacità lavorativa. Sono anche infastiditi quando vengono affidati dei compiti agli altri perché lo interpretano come un attacco personale.
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Sviluppano una forte resistenza al cambiamento
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Abbiamo tutti una certa resistenza al cambiamento, ma le persone con la Sindrome di Procruste sono ancora più resistenti perché temono di non essere in grado di adattarsi e avere successo nelle trasformazioni. Tutto ciò che li fa uscire fuori dalla loro zona di comfort genera rifiuto e paura.
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Esprimono giudizi sotto forma di verità assolute
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Per queste persone, le uniche idee valide sono le loro, tutte le altre non trovano posto, quindi di solito è molto difficile relazionarsi con loro. Il problema è che normalmente le loro idee rispondono a standard arbitrari e loro cercano di costringere gli altri a seguirli alla lettera. In questo modo ottengono l’uniformità che desiderano.

L’essere umano è in grado di provare anche una forma di invidia buona ed è su questa che dobbiamo lavorare. Osservare pregi e difetti dell’altro infatti permette di confrontarsi con se stessi e comprendere cosa va migliorato, ovvero quali sono i limiti e le potenzialità inespresse di sé da migliorare

Come affrontare queste situazioni
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Non è facile vivere con qualcuno che si comporta come Procuste. Essere calpestati continuamente può indurci a reagire in due modi: ci si rassegna all’umiliazione e poco a poco diventiamo più piccoli, oscurando tutta la luce che è in noi oppure accumuliamo risentimento e odio. Nessuna delle due situazioni è positiva. Può capitare che anche il nostro miglior amico o amica, trovandosi magari in un particolare momento di insoddisfazione personale, sia irritata dal nostro essere felici per il lavoro che facciamo, per la relazione che stiamo vivendo o magari perché siamo riusciti a raggiungere un traguardo molto importante. Ecco che ci si può trovare dunque in situazioni spiacevoli nelle quali ad esempio dietro ad un complimento, qualcuno a noi vicino possa esternare considerazioni eccessivamente dirette e critiche. La sua può essere una cattiveria inconsapevole che nasce dal senso di inadeguatezza che ha nei nostri confronti. Quindi, ci sono casi in cui bisogna comprendere che ciò che questa persona sta esprimendo è frutto di una sua forte difficoltà. Possiamo ignorare questo commento, sebbene ci faccia rimanere molto male. Ma se certi atteggiamenti diventano la norma o se questa persona inizia a mettere in atto altri spiacevoli comportamenti, allora è il caso di allontanarla.

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PROCUSTE su Wikipedia. Nella mitologia greca classica, Procuste (recteProcruste[1], dal termine greco Προκρούστης, Prokroustês, che significa "lo stiratore"; Procrustes in latino) è il soprannome di un brigante greco di nome Damaste (o anche Polipèmone) che, appostato sul monte Coridallo, nell'Attica, lungo la via sacra tra Eleusi e Atene, aggrediva i viandanti e li straziava battendoli con un martello su di un'incudine a forma di letto scavata nella roccia o metallica. I malcapitati venivano infatti stirati a forza se troppo corti, o amputati qualora sporgessero dal letto. Ulteriori interpretazioni del mito (che divennero predominanti) affermavano invece che Damaste possedesse due letti, uno molto corto e uno molto lungo: egli tormentava e uccideva i viandanti stirando quelli di bassa statura sul letto lungo e amputando le membra di quelli di alta statura avanzanti dal letto corto. Damaste fu sconfitto e ucciso da Teseo che lo incontrò mentre si recava ad Atene da Trezene; egli lo costrinse allo stesso supplizio che imponeva alle sue vittime. Con la locuzione letto di Procuste o "letto di Damaste", derivata da questo mito, si indica il tentativo di ridurre le persone a un solo modello, un solo modo di pensare e di agire, o più genericamente una situazione difficile e intollerabile o una condizione di spirito tormentosa.

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