Se in Consiglio Regionale hanno approvato l'adeguamento del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera... e leggo questo: "Si introduce poi per la prima volta il concetto di «zonizzazione»...", cosa dovranno fare per Caselle?

Questa mattina leggendo il Corriere di Verona, nell'articolo a titolo: "Limiti alle auto e al riscaldamento. Approvato il nuovo Piano dell'Aria" con sotto titolo: "Lotta all'inquinamento, il Consiglio Regionale vota il provvedimento" ho letto questa frase: "Si introduce poi per la prima volta il concetto di «zonizzazione»: le misure saranno differenziate in base alle fonti di emissione e alla conformazione del territorio, cosi da essere più efficaci"... 
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E se pertanto, per la prima volta viene introdotto il concetto di «zonizzazione»... nel Piano di Risanamento dell'Aria... questa «attenzione alle zone»... per Caselle potrebbe essere una... interessante novità e sopra tutto... una importante possibilità al fine di dare concretezza ed efficacia ad una serie di azioni locali e ben localizzate... atte a salvaguardare la salute pubblica... impattata da diverse fonti d'inquinamento.
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Letto questo articolo (che poi riporto alla fine del post di oggi) ho iniziato la ricerca per provare i documenti relativi al NUOVO PIANO dell'ARIA e per prima cosa mi sono collegato sul sito web della Diretta della Seduta del Consiglio Regionale dove ho trovato l'argomento che era stato approvato ieri.
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In merito all'argomento ieri approvato in Consiglio Regionale e relativo all'Aggiornamento del Piano regionale di Tutela e Risanamento dell'Atmosfera, su questa pagina web c'era il "link" della "Proposta di deliberazione amministrativa n. 4" e c'era anche il "link" della "Scheda del provvedimento, ieri, approvato".
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Scheda iter progetto di legge PDA n. 4 : Riassunzione della deliberazione 34/CR del 15/04/2014 avente ad oggetto "Aggiornamento del Piano regionale di tutela e risanamento dell'atmosfera". D.Lgs n. 152/2006 s.m.i. ? D.Lgs 155/2010. Proposta per il Consiglio regionale (ai sensi dell'articolo 19, comma 4 e dell'articolo 28 della legge regionale 33/1985) (74/CR)
Data di presentazione al consiglio: 08/09/2015 Assegnato in sede referente: II commissione Stato dell'iter in commissione: Testo licenziato da Commissione La commissione ha espresso parere in data: 25/02/2016 Parere della commissione espresso a: maggioranza Relatore in aula: Francesco CALZAVARA Approvato dal Consiglio in data: 19/04/2016 Testi disponibili: Testo presentato - (55309 Kb) Testo licenziato da commissione - (16943 Kb) Allegato A - (10505 Kb) Allegato B - (800 Kb) Allegato C - (317 Kb) Allegato D - (431 Kb) .
Solo dopo aver recuperato i documenti "ufficiali" del Piano dell'Aria, poi sono andato a cercare i Comunicati Stampa, per primo quello del Consiglio Regionale del Veneto a titolo: "Ambiente - Approvato in Consiglio regionale l'adeguamento del Piano regionale di Tutela e risanamento dell'Atmosfera".
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Poi ho trovato anche il Comunicato Stampa della Giunta della Regione Veneto a titolo: "APPROVATO IL NUOVO PIANO ARIA. BOTTACIN: "COME CON IL REFERENDUM SULLE TRIVELLE, I VENETI SI DIMOSTRANO UNITI NELLA DIFESA DELL'AMBIENTE". 
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Tra i vari documenti pubblicati evidenzio la: "Trasmissione deliberazione della Giunta regionale n. 74/CR del 1.9.2015: "Riassunzione della deliberazione/CR n. 34 del 15.04.2014 avente ad oggetto "Aggiornamento del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera. D.Lgs n. 152/2006 s.m.i - D.Lgs 155/2010. Proposta per il Consiglio regionale sensi dell’articolo 19 comma 4 e dell’articolo 28 della L.R. 33/85".
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Ed evidenzio anche questo documento avente ad oggetto: "Proposta di deliberazione amministrativa n. 4 relativa a: "Aggiornamento del Piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera". D.Lgs n. 152/2006 s.m.i. — D.Lgs 155/2010. (DGR 34/CR del 15/04/2014 di riassunzione della DGR 74/CR del 01/09/2015 e della DGR 98/CR del 19/11/2015 di integrazione)".
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Tutto ciò premesso ora riporto l'articolo del Corriere di Verona, a titolo: "Limiti alle auto e al riscaldamento. Approvato il nuovo Piano dell'Aria" con sotto titolo: "Lotta all'inquinamento, il Consiglio Regionale vota il provvedimento" ho letto questa frase: "Si introduce poi per la prima volta il concetto di «zonizzazione»: le misure saranno differenziate in base alle fonti di emissione e alla conformazione del territorio, cosi da essere più efficaci"... 
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Il cielo era limpido ieri sopra Palazzo Ferro Fini,«uno spettacolo» se lo godevano i consiglieri regionali col naso all’insù. Il giorno giusto per approvare il nuovo Piano dell’aria del Veneto, affidando agli archivi quello vecchio, risalente al lontano 2004, e chiudendo così un lungo e faticoso iter iniziato nel 2012. Il testo, licenziato dalla giunta nell’aprile del 2014 e approdato ieri in aula accompagnato da 97 emendamenti (24 dei quali firmati dallo stesso esecutivo, costretto di già ad aggiustare le norme per via di alcune novità europee e statali), è stato approvato dopo una sospensione della seduta ed una convocazione lampo della commissione Ambiente guidata da Francesco Calzavara, abile a raggiungere l’intesa con l’opposizione e soprattutto col dem Andrea Zanoni, agguerrito autore della maggior parte delle richieste di modifica della minoranza (viceversa il piano non sarebbe mai passato, si sarebbe finiti alla prossima settimane e poi chissà).
Il tomo, che conta 840 pagine, partendo dalla valutazione ambientale strategica e dalle osservazioni pervenute dal territorio, fissa una serie di prescrizioni incentrate sul riscaldamento domestico e il traffico veicolare, con l’ovvio obiettivo di ridurre l’inquinamento e specificatamente l’emissioni di polveri sottili, ossidi di azoto e microinquinanti organici, che sono poi il motivo delle disperate danze della pioggia che si ripetono ogni autunno-inverno. Il piano varato dal consiglio tratteggia un quadro generale, valido di qui al 2020, all'interno del quale si muoveranno la giunta, i Comuni e le Province con atti esecutivi puntuali. Sono previsti contributi per incentivare la rottamazione delle stufe tradizionali, sostituite da impianti ad alta efficienza energetica; il divieto d’uso nelle aree a rischio inquinamento di apparecchi peggiori e insostenibili dal punto di vista ambientale per riscaldare gli edifici; la programmazione e la realizzazione di sistemi di trasporto ferroviario regionale e locale; il rinnovo del parco pubblico circolante; contributi per la diffusione di gas metano e gpl per il trasporto privato e di auto elettriche e a basso impatto ambientale; la limitazione della circolazione ai veicoli maggiormente inquinanti e creazione di zone a bassa emissione nei centri abitati. Si introduce poi per la prima volta il concetto di «zonizzazione»: le misure saranno differenziate in base alle fonti di emissione e alla conformazione del territorio, così da essere più efficaci. O almeno questa è la speranza dell’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, che ricorda: «Nel 2013 furono 30 le osservazioni al Piano presentate agli uffici regionali da cittadini, comitati e associazioni, incentrate sulle azioni per il risanamento della qualità dell’aria, con particolare riguardo all’utilizzo civile e industriale delle biomasse, al settore agricolo, a quello produttivo, nonché al trasporto di persone e merci. Come per il referendum sulle trivelle – aggiunge Bottacin – anche su questo tema i veneti hanno dimostrato di essere uniti e consapevoli nella difesa dell’ambiente». Dagli scranni del Pd Zanoni ha invece chiesto, e in parte ottenuto, una riduzione dei termini di esecutività del Piano, anche alla luce dei rischi che accompagnano ogni giorno chi respira l’aria del «catino padano». Nonostante i dati dell’Arpav mostrino un trend positivo, con livelli medi di inquinamento vicini ai limiti indicati dall’Unione Europea per quanto riguarda le polveri e il biossido di azoto, c’è infatti «ancora molto da lavorare - conclude Bottacin - per fronteggiare i nuovi inquinanti come il benzoapirene e attuare risposte sovraregionali coordinate. Con i colleghi abbiamo presentato al Governo un piano di azioni concrete, ci attendiamo risposte altrettanto concrete». Il che significa a nove zeri: servirebbero 2 miliardi.

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