Venerdì 24 giugno 2016, ore 20,30 - Convegno - IMPATTO DEL TRASPORTO AEREO E DELLE STRUTTURE AEROPORTUALI SU AMBIENTE E SALUTE. Quale futuro per il nostro territorio?

Ieri via mail mi hanno segnalato che Venerdì 24 giugno 2016, ore 20,30 c'è un Convegno dove discuteranno di questo argomento: "IMPATTO DEL TRASPORTO AEREO E DELLE STRUTTURE AEROPORTUALI SU AMBIENTE E SALUTE. Quale futuro per il nostro territorio?".
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Ovviamente il convegno non andrà a discutere degli impatti creati dall'Aeroporto Valerio Catullo, visto che questo evento è organizzato dall'Associazione: CAMBIAROTTA ed è relativo agli inquinamenti creati dall'Aeroporto di Montichiari, che come sappiamo è una cattedrale nel deserto, visto che è un aeroporto praticamente abbandonato e i disuso da decenni.
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E dalla home page dell'Associazione CAMBIAROTTA evidenzio queste frasi: "non ascoltate ciò che dicono, guardate ciò che fanno" - "...prevedere le conseguenze di quel che si fa e agire in modo di ottenere effetti positivi a lungo termine..."".
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Ai lavori del convegno, come Relatrice, interverrà la Dottoressa Antonella Litta, che è il Referente nazionale e coordinatrice per l' Associazione italiana medici per l'ambiente-Isde del gruppo di studio su: "Il trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute".
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Dalla Home page dell'ISDE evidenzio questo link: "Prevenzione dei rischi ambientali: un nuovo concetto di salute" che credo vada bene anche per i problemi ambientali di Caselle, in generale e non solo per gli impatti creati dall'Aeroporto: Valerio Catullo.
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E a proposito di Aeroporti segnalo un articolo di BGREPORT del 18 Maggio scorso a titolo: "Orio al Serio: così l’aeroporto nuoce gravemente alla salute" con questo testo:
Bergamo – L’aeroporto di Orio al Serio è il terzo in Italia per transito di passeggeri, che dal 2014 al 2015 sono cresciuti del 18,5%: da qui sono passati 10 milioni e 305 mila persone in soli 12 mesi. Ma chi abita nei pressi dello scalo ha visto, anno dopo anno, crescere insieme al traffico aereo anche (e soprattutto) i rischi per la propria salute.
Il Coordinamento dei comitati aeroportuali ha descritto così la situazione generata dalle attività dell’aeroporto di Orio: “L’enorme numero di movimenti aerei determina una forte compromissione della qualità della vita, sia perché ulteriore e rilevante fonte d’inquinamento dell’aria, sia come fonte di inquinamento acustico, determinando di fatto una situazione di grande stress psico-fisico che rappresenta una grave e documentata situazione di rischio per la salute”.
A dare ragione alle tesi del coordinamento c’è la dottoressa Antonella Litta, che fa parte del gruppo di studio su “Trasporto aereo come fattore d’inquinamento ambientale e danno alla salute” per l’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment): “Il trasporto aereo, incrementato dai voli low-cost, per lo più al servizio del cosiddetto ‘turismo mordi e fuggi’, provoca gravissimi danni al clima per i gas serra. Le polveri, generate dai combustibili utilizzati per la propulsione degli aerei, hanno ricadute drammatiche sulle popolazioni che vivono in prossimità di aeroporti. Sono loro a pagare il prezzo più alto di scelte che hanno messo al primo posto solo il profitto di pochi invece che la salute dei cittadini e dei bambini. Così è ridotta la qualità della vita, aumentano le malattie e le morti correlate anche a questa particolare forma d’inquinamento”.
Basta consultare Google Maps per rendersi conto le prime abitazioni sono a soli 800 metri dallo scalo e ad appena 2,9 chilomentri c’è un asilo per la prima infanzia: “Il diritto alla salute è diritto alla vita, soprattutto per le generazioni future – continua la dottoressa Antonella Litta – le polveri sottili, gli ossidi di azoto e tutte le sostanze che scaturiscono dalla combustione del cherosene non scompaiono nel nulla. Mi risulta che molte scuole in quest’area siano situate sotto le rotte degli aerei: ebbene, l’Oms dice di tenere lontano gli asili nido dagli aeroporti”. In studi scientifici più recenti sono stati riportati molti degli effetti sanitari già noti e generati dal trasporto aereo: malattie cardiovascolari, respiratorie, neoplasie, disturbi della sfera neuro-comportamentale, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione.
Il sindaco Giorgio Gori ha recentemente presentato in Commissione aeroportuale una nuova rotta di decollo, con l’obiettivo di dimezzare la popolazione esposta a rumore superiore a 60 decibel, passando da 7.050 individui esposti a 3.800. “Con queste nuove rotte – spiega Dario Balotta responsabile trasporti Legambiente della Lombardia – si sposterebbero gli effetti del rumore e quindi parte dei  problemi a ovest sul Treviolo, villaggio degli sposi, sul nuovo ospedale e ad est su Grassobbio”. Insomma gli aerei andrebbero così a passare sopra le teste dei pazienti ricoverati al Papa Giovanni XXIII.
Inoltre il decreto del presidente della Repubblica del 9 novembre 1999 stabilisce il divieto dei movimenti aerei negli aeroporti militari aperti al traffico civile dalle ore 23 alle ore 6 locali. Questo significa che tutti i voli che decollano in quella fascia oraria sono a tutti gli effetti contro la legge. Fatto che è stato citato anche dal direttore generale del ministero dell’Ambiente Mariano Grillo quando ha risposto alla lettera dei sindaci  di alcuni dei comuni vicini allo scalo (Azzano San Pao lo, Bagnatica, Bolgare, Brusa porto, Cavernago, Costa di Mezzate, Dalmine, Grassobbio, Gru mello del Monte, Lallio, Levate, Orio al Serio, Seriate, Stezzano, Treviolo, Zanica).
Nel documento, oltre a citare la norma, veniva anche ribadito che “non risulta un’autorizzazione per i voli notturni all’aeroporto di Orio al Serio”. La Sacbo, società che gestisce l’aeroporto di Orio, non  si è persa d’animo e ha replicato subito a quanto sottolineato dal ministero dell’Ambiente: “Nessuno degli aeroporti nazionali risulta in possesso di specifico decreto autorizzativo”. In effetti è così: di notte non si potrebbe volare ma è consuetudine che venga fatto anche senza una specifica autorizzazione.
Il problema è che, mentre i rischi per la salute aumentano, nei prossimi 15 anni è previsto un aumento esponenziale del traffico. Con il nuovo piano di sviluppo dell’aeroporto si punta a 100mila voli entro il 2030, che significherebbe 4 milioni di passeggeri in più: “L’illustrazione del nuovo Piano di Sviluppo dell’Aeroporto di Bergamo Orio al Serio ha permesso agli amministratori locali di acquisire elementi utili alla necessaria valutazione degli interventi previsti, in un’ottica di sostenibilità per il territorio e dei benefici derivanti dal punto di vista socioeconomico, logistico e occupazionale” spiega Sacbo.
“Il comune di Bergamo ha sicuramente degli interessi economici nello sviluppare l’attività aeroportuale. Non c’è l’interesse della salute dei suoi cittadini, tutelata soltanto a parole” spiegano dal Coordinamento dei comitati aeroportuali. ” Non si tratta si essere contro il trasporto aereo ma il problema riguarda la sostenibilità dell’aeroporto: se il traffico mette a rischio la salute dei cittadini allora bisogna pensare necessariamente di ridurlo. Non possono non esserci dei limiti” conclude Dario Balotta di Legambiente.

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