Forse mi è sfuggito... ma il Comune di Sommacampagna ha approvato il Piano di Rischio Aeroportuale e la relativa stima di carico antropico attuale e futuro? Nel dubbio... raccolgo altre informazioni.

Questa mattina su Aero Habitat hanno pubblicato una news a titolo: "Aeroporto Capodichino-Napoli, la Giunta approva il Piano di Rischio" con questo sotto titolo: "Ma sono indispensabili la stima del carico antropico attuale e quello al 2030".
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Forse mi è sfuggito... ma ho il dubbio che il Comune di Sommacampagna non abbia ancora approvato il Piano di Rischio Aeroportuale e di conseguenza non abbia ancora ben chiara la relativa stima di carico antropico attuale e futuro... e cosi nel dubbio... raccolgo altre informazioni a partire proprio dal Comune di Napoli nella sezione: PIANO DI RISCHIO AEROPORTUALE.
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La Giunta, secondo quanto stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato 1360/2016, con deliberazione 506/2016 ha integrato e modificato la precedente deliberazione 4/2016 con la quale accoglieva la proposta del Piano di rischio aeroportuale per l'aeroporto di Napoli Capodichino "Ugo Niutta". Si precisa che il piano NON E' ANCORA VIGENTE in quanto ancora in fase istruttoria
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Ciò premesso riportiamo quanto Aero Habitat ha pubblicato una news a titolo: "Aeroporto Capodichino-Napoli, la Giunta approva il Piano di Rischio" con questo sotto titolo: "Ma sono indispensabili la stima del carico antropico attuale e quello al 2030".
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Nelle scorse giornate i "media" di Napoli hanno segnalato come anche la Giunta di Napoli, al fine di mitigare il rischio di incidente aereo, ma sopratutto per acquisire la normativa ENAC rispondente, abbia - su proposta dell’Assessore al Diritto alla città Carmine Piscopo - adottato il Piano di Rischio Aeroportuale (Pra) relativo all’aeroporto di Capodichino. Come previsto dalle leggi vigenti. Coinvolti da tale adempimento dovrebbero risultare anche i Comuni contigui alla pista di Capodichino, quelli di Afragola, Casalnuovo, Casavatore e Casoria. Sono passati quasi cinque-sei anni dalla promulgazione finale della normativa ENAC e, finalmente è stato recepito l'art.707 del Codice come disposto dal capitolo 9 del Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti dell’Enac. Il Piano Regolatore dei Comuni interessati a questo punto dovrà prevedere le disposizioni urbanistiche prescritte, sia la valutazione del carico antropico esistente quanto di quello stimato in relazione al masterplan aeroportuale autorizzato da ENAC. Come per tutti glia aeroporti italiani con traffico civile-commerciale (le aerobasi militari non sarebbero interessate da tali misure precauzionali a tutela dei cittadini e dei residenti dell'intorno delle piste di volo) l'identificazione del cosiddetto "carico antropico" rappresenta una mappatura fondamentale. Ineliminabile. Ma quanti "comuni aeroportuali" la hanno realmente mappata? La definizione dei volumi esistenti e quelli realizzabili e i dati relativi al Carico Antropico nelle quattro zone di tutela, A, B, C e D con la localizzazione edifici, le analisi sugli edifici in zone di tutela”, la organizzazione territoriale sono strumenti primari. Il calcolo dei volumi agricoli (abitazioni e attrezzature), residenziali e produttivi realizzabili, i siti sensibili esistenti, le misure per eventuali trasferimenti e ri-localizzazioni e la valutazione di limiti operativi al traffico aereo pianificato in relazione al rischio terzi-risk assessment dovrebbero risultare obiettivi scontati per la sicurezza delle operazioni aeroportuali e la salvaguardia della comunità dei cittadini insediati nella prossimità delle piste di volo. La cosiddetta strumentazione urbanistica relativa alla realizzazione di nuovi volumi destinati ad attività compatibili/incompatibili, l'eventuale indice di affollamento, ipotetici cambio di destinazione di attività dovrebbero essere oggetto di ri-analisi al fine di determinare, anche, una riduzione dei fattori di rischio. Anche l'eventuale localizzazione, ad esempio, non solo di aziende di produzione di sostanze chimiche, di distributori di carburante e depositi di liquidi e gas infiammabili e/o esplosivi, in particolare se ubicati in zona A e B. Per le infrastrutture viarie, nelle aree di tutela “A” e “B” o in prossimità delle stesse va valutata la realizzazione di nuove opere che possano comportare congestioni di traffico e quindi il significativo aumento del carico antropico (quali ad esempio caselli autostradali), dovrebbe prevedere anche la loro eventuale eliminazione. Anche l'esistenza e/o pianificazione di centri commerciali, ospedali, centri universitari e/o attività ad elevato insediamento e/o affollamento di persone/cittadini dovrebbe costituire quindi oggetto di analisi verifica di compatibilità. Quanti abitanti, intanto, sono attualmente insediati rispettivamente nelle zone A, B, C e D del Piano di Rischio per incidente aereo relativo alla pista di Capodichino a Napoli?
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In merito al Piano di Rischio dell'Aeroporto di Verona - non avendo oggi tempo di approfondire l'argomento in questione - ricordo solo due post che avevo pubblicato sei anni fa, il primo di domenica 1° Maggio 2011 a titolo: "Piano Rischio Aeroporto Catullo Comune di Villafranca: "Respinte tutte le Osservazioni al PRA presentate da Sandrini". (Ma presto ci sarà da ridere)" ed il secondo di giovedi 11 Maggio 2011 a titolo: "Il Piano di Rischio dell'Aeroporto Catullo (per Sommacampagna) dovrebbe essere ormai pronto. L'avranno fatto DRITTO o l'avranno fatto STORTO?".

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