Lettere al Direttore dell'Arena. SMOG/1 Scelte drastiche per la salute. SMOG/2 Gli studi sull’aria sono dimenticati.

Sono appena rientrato dall'ultimo sopralluogo sul Cammino del Bardolino e la settimana prossima questo progetto verrà inviato ai sei Comuni: Affi, Bardolino, Cavaion Veronese, Costermano sul Garda, Garda e Rivoli Veronese e dato che oltre ad essere "stanchino" non ho tempo di scrivere su www.vivicaselle.eu torniamo sul tema del messaggio di ieri: "Abiti a Milano? Cuore e Polmoni... non ringraziano. Abiti a Caselle? Cuore, Polmoni, Fegato, Stomaco, Orecchie, Naso e gli "Zebedei"... non ringraziano... perchè a Caselle si vive peggio di Milano".
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Torniamo sul tema di ieri - lo SMOG - segnalandovi due Lettere al Direttore dell'Arena, la prima con questo titolo: "SMOG/1 Scelte drastiche per la salute" e la seconda con questo altro titolo: "SMOG/2 Gli studi sull’aria sono dimenticati".
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"SMOG/1 Scelte drastiche per la salute
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Scrivo a L’Arena per sottoporre al sindaco i problemi del traffico e dell’inquinamento che riguarda tutta la città: le abbiamo scritto per anni, fin dalla sua prima elezione, per suggerire che si facesse promotore di un indirizzo ecologico per la salute soprattutto dei bambini, dei ragazzi e degli anziani che sono i più esposti a tali pericoli ma, finora, è stato fatto decisamente pochissimo. Tutti i progetti dimostrano un limite di fondo perché privi di lungimiranza: che senso hanno, infatti, le utili e diffuse postazioni di biciclette se non vengono poi disegnati e resi sicuri i luoghi in cui le biciclette possono autonomamente circolare? Troppi incidenti di ciclisti e di pedoni testimoniano che l’amministrazione si è chiusa su un argomento che avrebbe dovuto convincere immediatamente, a partire dalla prima vittima caduta per le strade di Verona. Moltissime persone hanno perso la vita a causa del traffico urbano e le statistiche ci vedono al primo posto per numeri di morti rispetto alle altre città del Veneto, per non parlare delle morti precoci dovute all’inquinamento atmosferico, per cui l’Italia è al primo posto a livello europeo e Verona al secondo posto per la presenza delle polveri super sottili Pm 2,5. Dunque che cosa può condizionare e convincere i veronesi della necessità di una svolta ecologica se non si sono convinti nemmeno con il numero dei morti e dei malati? Una soluzione potrebbe essere quella dell’imposizione del carpooling che produrrebbe effetti benefici risaputi, tra cui il fatto che i cittadini prenderebbero finalmente coscienza del mortale problema dell’inquinamento e contribuirebbero a risolverlo facendo comunità; il percorso in macchina insieme favorisce il dialogo tra passeggeri, abbatte l’isolamento “autistico”, migliora il nostro vivere quotidiano; il carpooling, o car-sharing, dimezza il numero dei veicoli in entrata nella nostra bella e trafficata Verona. A tal fine si potrebbe pensare di recuperare il sistema difensivo della città: così, ad esempio, Porta San Giorgio, o Porta Vittoria potrebbero tornare ad essere Porte, attraversate dai pedoni e dalle biciclette e riassumere, contemporaneamente, il vero significato di proteggere la città dal nemico odierno della nostra salute, il traffico col suo corteo, lo smog. Potrebbero passare attraverso le brecce esistenti nelle mura solo veicoli elettrici o veicoli con minimo due (ad esser cattivi tre, quattro passeggeri) a bordo, o veicoli con singolo conducente che pagassero però un pedaggio di 20 (?) cent, esclusi i residenti, oppure il pagamento di un abbonamento da effettuarsi on-line, mensile o annuale, comprendente la quota del passaggio tra le brecce delle mura e il parcheggio nei numerosi parking della città. Di conseguenza verrebbe incoraggiato l’uso dei bus, riconvertiti preventivamente dal Comune in elettrici e moltiplicati per linee e orari, e delle biciclette salutari. Giulia Cortella VERONA 
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"SMOG/2 Gli studi sull’aria sono dimenticati"
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Ho letto le notizie apparse su L’Arena in merito al preoccupante numero di persone che ogni anno si ammalano e soffrono di problemi respiratori, in Italia e a Verona: in un interessante articolo sull’incremento di patologie respiratorie, il professor Dal Negro spiegava che se non vi sarà un’adeguata presa d’atto ed una decisa volontà di intervenire sulle cause e non solo sulle cure, questo diverrà presto un problema con gravi impatti anche economici (lo evidenzio dato che pare quello economico l’unico argomento sensibile). Secondo i dati riportati sul giornale, gli ammalati di asma a Verona sarebbero circa 18.000, le persone affette da Bpco (bronco-pneumopatia cronica ostruttiva) circa 14.000. Se ne deduce che sono circa 32.000 le persone a Verona che soffrono di gravi affezioni dell’apparato respiratorio, ovvero circa il 12% della popolazione! Come cittadino vorrei quindi chiedere all’Ufficio ambiente del Comune di Verona e all’Arpav come mai i dati medici oggettivi delle ricadute sulla salute dei cittadini sono in preoccupante peggioramento rispetto il passato, ed invece i dati ufficiali dei livelli di inquinamento misurati a Verona, almeno quelli resi noti, sembrerebbero invece asserire un netto miglioramento, in termini di numero e valore dei superamenti, rispetto le soglie di attenzione ed allarme indicate dalle normative europee (CE 50/2008) e nazionali sulla tutela della qualità dell’aria. Forse non c’entrerà nulla, ma ci si potrebbe chiedere come mai negli ultimi anni le due centraline presenti a Verona si siano pian piano spostate in cerca di “aria migliore”. Non tutti sanno che l’art.1 del Decreto Legislativo 55 del 2010 istituisce un quadro normativo chiaro per «individuare obbiettivi di qualità dell’aria volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso; valutare la qualità dell’aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale; ottenere informazioni sulla qualità dell’aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l’inquinamento e gli effetti nocivi dell’inquinamento sulla salute umana e sull’ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonché i miglioramenti dovuti alle misure adottate; mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi». Orbene, forse dovremmo anche chiedere ad Arpav come mai, dopo aver convenuto circa l’opportunità di una campagna di rilevazione dei dati dell’inquinamento dell’aria in Borgo Roma -tramite il posizionamento di una stazione mobile di rilevamento- ebbe a toglierla all’inizio di Fieracavalli, per poi riposizionarla al termine dell’affollata manifestazione, e poi, toglierla nuovamente nei mesi scorsi proprio all’acuirsi dei livelli di inquinamento dell’aria, stante il freddo e la mancanza di vento o pioggia. Da ultimo, i cittadini che hanno amici e familiari che soffrono di asma potrebbero anche chiedersi che fine abbia fatto quell’approfondito studio dell’Università di Trento, commissionato dai comuni di Verona e Provincia per redigere il Piano della Qualità dell’Aria (costato circa 200.000 euro), cui ha partecipato propositivamente anche il Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 20, che metteva in guardia dal creare ulteriori attrattori di traffico in zone già congestionate come Verona Sud, stante la presenza della fiera, senza adeguate infrastrutture per la viabilità ed il necessario verde risanatore (mancano 700.000 mq a Verona Sud e complessivamente oltre 2 milioni di mq a Verona rispetto a corretti standard urbanistici). Forse davvero non ci resta che confidare in bravi procuratori ed attenti giudici. Enrico Marcolini VERONA

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