«Catullo, i conti di Brescia respinti da Verona» - «D'Annunzio, ultimatum di Verona: "O Brescia paga i debiti dello scalo o chiudiamo l'aeroporto"» - Scusatemi!!! Ma se la Matematica non è un'opinione... il 25% di ZERO è sempre pari a ZERO!!!. Perchè - a mio avviso - il valore della Catullo SpA... è pari a ZERO.

Come ogni giorno - via e_mail - da Google Allert, mi arrivano notizie sull'Aeroporto Catullo e le "news" di oggi sono queste, come sotto riprodotte, che evidenziano un dato di fatto inconfutabile: l'ennesima violazione della Direttiva V.I.A. visto l'ENAC aveva stabilito questo:

...per concludere, questo Ente rappresenta che il piano di sviluppo dell’Aeroporto di Verona, unitamente allo Studio di Impatto Ambientale associato (il cui preliminare è stato trasmesso al Ministero dell’Ambiente con nota n°0038414/DIRGEN/API) verrà sottoposto a procedura di VIA, fermo restando che nelle more di tale adempimento la società Aeroporto Valerio Catullo NON DARA' LUOGO AD INTERVENTI CHE ABBIANO DA COMPORTARE INCREMENTI CAPACITIVI DEL TRAFFICO, ottemperando cosi alla vigente normativa comunitaria e nazionale".Continuare ad annunciare NUOVI VOLI, evidenziare che vengono aperte NUOVE ROTTE e evidenziare INCREMENTI DEL TRAFFICO (a doppia cifra), a mio avviso, è incremento capacitivo di traffico e quindi la Catullo SpA NON STA OTTEMPERANDO alla vigente normativa comunitaria e nazionale relativa alla V.I.A. 
.
.
Mio malgrado quindi anche oggi scrivo dell'Aeroporto Catullo e mi sia permesso iniziare ricordando un articolo del 16.6.2010 a titolo: "Al Catullo sbarca Ryanair e stravolge l'aeroporto"... e che l'Aeroporto sia oggi "stravolto" credo ormai lo sappiano tutti.
 .
.
Il primo articolo che vorrei segnalare - dal contenuto ben diverso di quello di 19 mesi è questo sotto riportato: "D'Annunzio, ultimatum di Verona: "O Brescia paga i debiti dello scalo o chiudiamo l'aeroporto", articolo che si conclude cosi: "O i soci bresciani pagano i debiti del loro scalo (il D'Annunzio perde 20mila euro al giorno, 600mila al mese, 8 milioni l'anno) o in riva all'Adige sono pronti a chiudere lo scalo di Montichiari" ed in merito ad una frase del genere, io starei attento a scriverla, perchè ricordiamolo: l'Aeroporto di Montichiari - dal 2000 - è in possesso del Decreto di Compatibilità Ambientale, mentre l'Aeroporto di Verona ne è ancora senza.

E se ci fosse da chiudere un aeroporto - per mancanza di V.I.A. - è evidente che tocca all'Aeroporto di Verona e non a quello di Montichiari e pertanto io aspetterei a chiudere Montichiari.
. 
.
Sulla questione Aeroporto di Montichiari, ricordiamo anche questo articolo, pubblicato domenica sull'Arena: "Salvare Montichiari, Brescia rilancia l'intesa con Verona", che non trascrivo e vi lascio leggere.
.
.
Ma da Domenica ad oggi, pare che la situazione tra Brescia e Verona si sia ingarbugliata, visto quello che viene scritto oggi in questo articolo: "Catullo, i conti di Brescia respinti da Verona", questo sopra titolo: "AEROPORTI. L´ultimatum a fine marzo. Poi si chiude il D´Annunzio" e questo sotto titolo: "Per i lombardi al valore di 107 milioni ne vanno tolti 80 di debiti. Risposta: «Pagatevi Montichiari» ".
.
.
Arriverà anche, forse, la nuova valutazione della società Kpmg per determinare il valore del sistema aeroportuale Montichiari-Catullo, secondo i desideri bresciani, ma il conto della serva è già stato fatto dai lombardi e comunicato informalmente ai soci veronesi che sono saltati sulla poltrona: se il valore di partenza era stimato in 107 milioni, vanno tolti i 70-80 milioni di debiti ed esposizioni che sono emersi dalla pulizia del bilancio. Quindi, il valore reale è tra i 20 e i 30 milioni di euro, dicono a Brescia. Un calcolo ritenuto inaccettabile da parte veronese e per questo l´altro giorno è partito l´ultimatum ai soci bresciani: se volete che il D´Annunzio resti aperto, ve lo pagate, debiti compresi. E come tutti gli ultimatum che si rispettino, c´è anche la scadenza: entro il 30 marzo la situazione va risolta, altrimenti la società Catullo chiuderà lo scalo di Montichiari perché non può permettersi di sostenere anche quest´anno un´emorragia finanziaria di queste proporzioni (600 mila euro al mese). E se non lo chiude Verona, c´è il timore che possa farlo il ministro Passera, per il quale gli scali in Italia «sono troppi».
E il conto fatto dai bresciani è talmente pesante che è stato ritenuto inaccettabile dai veronesi, convinti che in realtà si nasconda qualcos´altro: la mancanza di risorse finanziarie adeguate per far fronte agli impegni. Del resto tutti i segnali vanno in questo senso.
Secondo il preliminare di accordo che però non si riesce a tradurre in pratica, i bresciani per salire al 25% della nuova ipotetica società Aeroporti del Garda dovrebbero sborsare 20 milioni di euro e non riescono a metterli assieme. È chiaro che il 25% di 20-30 milioni sarebbe molto più abbordabile, secondo loro. Ma i soci veronesi non possono permettere che il valore del Catullo sia equiparabile a quello di un palazzo del centro storico.
Il fatto è che al sistema Brescia è venuto a mancare l´apporto delle banche (che finora non investono in questo progetto), l´apporto degli operatori aeroportuali e l´apporto degli enti locali che sono, come tutti, in difficoltà finanziaria. Basti ricordare cosa ha dichiarato il presidente della Provincia Daniele Molgora, Lega, a fine anno: «Il presidente Arena», erano state le sue parole, «sta facendo una meritevole opera di pulizia del bilancio della D´Annunzio. E questi interventi determineranno il valore delle quote che eventualmente il sistema Brescia dovrà acquisire. Resta da capire quale possa essere il nostro ruolo. Sia perché non è ancora chiaro di che cifra parliamo. Sia perché con il fatto che le Province sono destinate a morire mi chiedo quale possa essere l´utilità di questa operazione per l´ente». Se la Provincia è in difficoltà, il Comune di Brescia segue a ruota. Non è un caso che nè la Provincia di Brescia nè la Camera di commercio di Brescia abbiano partecipato alle tre tranche dell´aumento di capitale del Catullo. Di sicuro la motivazione è stata anche strategica e politica, perché questi enti non condividevano il piano di sviluppo dell´allora presidente Bortolazzi, però il dato economico-finanziario è evidente.
Un piano di sviluppo che si sta dimostrando sovradimensionato e poco sostenibile sul fronte degli investimenti, come si sta rendendo conto il presidente Paolo Arena alle prese con una situazione molto pesante. Un piano che ipotizzava un aumento consistente di passeggeri al punto da motivare l´acquisto dell´area Calzoni a costi esorbitanti (22 milioni di euro) per realizzare nuovi parcheggi, investimenti nel commerciale per aumentare gli introiti non avio, contratti onerosi con le compagnie aeree come Ryanair e via di questo passo. Ora però i soldi in cassa sono finiti. Quelli dei soci pure. Adesso si può solo tappare le falle e cercare di non finire sugli scogli finché si è in tempo.

Questo è il testo dell'Articolo dell'Arena di oggi, del quale ho evidenziato alcune frasi, ma le mie opinioni sono diverse sul valore da assegnare alla Catullo SpA, perchè ricordo che se verrà accertato che le opere edilizie realizzate - perchè mancanti di V.I.A. - sono illegittime, i beni immobiliari della Catullo SpA passeranno gratuitamente al Patrimonio Comunale, diminuendo ancora di più, forse "FINO A ZERO" il valore della Catullo SpA.

Comunque se io fossi il Presidente della Catullo SpA... prima di chiudere un Aeroporto CON V.I.A. (quello di Montichiari), mi preoccuperei di sapere cosa potrebbe succedere ad un Aeroporto SENZA V.I.A. (quello di Verona).

.

E adesso prova a collegarti sulla NUOVA versione grafica di ViViCaselle

( clicca con il tasto destro del mouse e apri una nuova finestra o nuova scheda )

cliccando qui o... cliccando sulla foto qui sotto

Commenti