Che c'è ne frega a noi di Caselle se l'Aeroporto Catullo inquinasse la falda acquifera. Niente. Tanto la falda inquinata sarebbe quella di Villafranca

Come tutti noi sappiamo... l'acqua scorre dall'alto verso il basso... e se sei "a monte"... l'acqua tende ad andare "a valle". Pertanto se fai la "pipi"... a monte chi viene inquinato è quello che vive "a valle" della... "pipi". Ma la "pipi" è natura... e prima o dopo si degrada e/o si trasforma in fertilizzate che serve a far crescere il verde e rendere rigogliosi gli alberi. Ben diversa è la questione quando nella "falda acquifera" che scorre sotto Caselle e prosegue verso Dossobuono e poi riaffiora nelle "risorgive" dei comuni a sud... al posto della "pipi"... nella falda acquifera finisce dell'altro... sopratutto se sopra questa falda c'è della ghiaia... assolutamente non impermeabile e sopra questa ghiaia... c'è anche un'Aeroporto, qual'è il "Valerio Catullo".




Queste brevi considerazioni le ho espresse dopo aver letto questa news di Aero Habitat: "Aeroporti, ENAC, autorizzazioni VIA, suolo e sottosuolo e falde acquifere" in cui si scrive questo:
Impianti di depurazione, progetti, procedure, sistemi di manutenzione per la raccolta ed il trattamento dei liquidi utilizzati dispersi sui piazzali, lungo le vie di rullaggio ed in pista sono uno strumento primario. Indispensabile per gestire, rispettando le misure di tutela e salvaguardia delle falde (acquifere- idrica - freatica) sottostanti a qualsiasi aeroporto. Cosa succede sugli scali aerei italiani? Scali grandi e piccoli, fino alle aviosuperfici in erba.
Gli accordi di programma preliminari al rilascio del Certificato di Aeroporto per l'esercizio operativo di uno dei tanti scali, grandi e piccoli, ha, adeguatamente risolto questo "rischio"?
Difficile saperlo.
Certo che i pericoli di sversamento di sostanze "liquide" al suolo è quotidiano. Pulizia dei piazzali, delle piste, scongelamento dal ghiaccio, perdite e/o fuoriuscite di carburante non sono fenomeni solo occasionali.
ENAC, on line, per quando relativo alla "gestione del fenomeno del bird strike è decisamente complessa e vede il coinvolgimento di tutti i soggetti presenti sull'aeroporto" sulle acque, in genere, riporta:
Gestione delle acque
Le acque reflue dell'aeroporto dovrebbero essere tombate, o scorrere in tubature non accessibili ai volatili. Allo stesso tempo i ristagni d'acqua piovana devono essere eliminati dalla pista e dalle aree limitrofe. Paradossalmente infatti tali acque, che a differenza di quelle salmastre della laguna sono dolci, svolgono una incredibile forma di attrazione per moltissime specie, che le utilizzano per bere e per lavarsi".
Ma le acque reflue - idriche - freatiche del suolo e sottosuolo aeroportuale, di minori e maggiori dimensioni, potrebbe avere differenti caratteristiche.
Combinarsi non solo quelle piovane, di origine civile o equivalenti scaturite dai servizi igienici, provenienti dai bar, dai ristoranti, dalle acque meteoriche dilavanti sia contaminate (AMDC) che non contaminate (AMDNC) provenienti dalle piste e dai piazzali. Dal recupero ed il trattamento di eventuali acque inquinate formatisi all'interno del sedime aeroportuale.
Quanti aeroporti sono a norma?
Lo scongelamento dei velivoli, quando non viene espletato nelle aree specializzate ed attrezzate, cosa avviene? Le ipotesi di inquinamento incontrollato sono comunque, in qualche modo scongiurate?
Quanti scali sono localizzati in contiguità o soprastanti lagune, risorgive, falde acquifere e similari? Da Treviso a Verona, da Fiumicino a Cagliari.
Ma sorge un interrogativo aggiuntivo. Non solo quello di poter identificare quali aeroporti sono realmente a norma, qualora esistessero sversamenti e le falde acquifere, eventualmente sottostanti, risultassero contaminate, che deve essere ritenuto responsabile?
Il gestore aeroportuale? L'ente di controllo e vigilanza (Regionale come ARPA e ASL e/o ENAC) o, nonostante il ruolo marginale assunto dagli amministratori locali, sindaco del comune o il presidente della provincia sul quale insiste il sedime comunale?
Le procedure di VIA e le relative autorizzazioni, altrimenti gli eventuali pareri negativi temporanei e transitori risolvono questi interrogativi? Ne agevolano la risoluzione?


Tutte domande che gli abitanti di Dossobuono... che sono "a valle" dell'Aeroporto dovrebbero porsi, SI o NO?

Almeno di un problema non me ne devo occupare... qualora e se l'Aeroporto inquinasse le falde acquifere sotterranee... questi problemi sarebbero solo dei vicini che abitano "a valle" del Catullo...


Se non se ne preoccupano loro che sono "a valle"... devo preoccuparmi io... se loro sono inquinati?


Eppure quello che succede sul piazzale dell'Aeroporto è noto a tutti come avevo evidenziato giovedi 11 Marzo 2010 in questo messaggio: "Ieri nevicava e oggi c'è il sole. Dove è andato a finire il liquido utilizzato per il "DE-ICING" degli aerei dell'Aeroporto Catullo?"

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