Se Renzi, invece di spendere, tra... "minimo di 400 mila euro ad un massimo di un milione di euro a settimana" per il leasing di un Airbus A340, questi soldi li spendesse per le mitigazioni ambientali degli aeroporti italiani... non sarebbe meglio e farebbe "star meglio" tanti milioni di Italiani che vivono negli intorni degli aeroporti?

Anche oggi non ho molto tempo di scrivere e dopo aver letto una news di Aero Habitat a titolo: "Airbus 340 governativo, una interpellanza M5S presentata da on. Paolo Romano" con sotto titolo: "Un quadrigetto da 275 tonnellate di peso che necessita piste di almeno 3000 metri!", mi sorge spontanea questa domanda: "Se Renzi, invece di spendere, tra... "minimo di 400 mila euro ad un massimo di un milione di euro a settimana" per il leasing di un Airbus A340, questi soldi li spendesse per le mitigazioni ambientali degli aeroporti italiani... non sarebbe meglio e farebbe "star meglio" tanti milioni di Italiani che vivono negli intorni degli aeroporti?".
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Lo scorso 6 novembre 2015, seduta n. 516 della Camera, anche con la firma dei colleghi parlamentari on De Lorenzis, Liuzzi, Spessotto sono state inquadrate le motivazioni e le contingenze che hanno determinato l'acquisizione dell'Airbus 340 da parte della Presidenza del Consiglio. In aggiunta alle tante considerazioni occorre, comunque, rilevare come le operazioni di decollo e di atterraggio non sarebbero compatibili - senza deroghe- su scali aerei con piste di volo inferiori a 2400 metri di lunghezza.
Interpellanza 2-01155presentato da Romano Paolo Nicolò.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
il 12 settembre 2015 il Corriere della Sera, con l'articolo a firma di Marco Galluzzo «Un Air Force One (in leasing) per Renzi», e il Fatto Quotidiano, con l'articolo a firma di Marco Palombi «Decolla l'Air Force Renzi», davano la notizia dell'ordine di acquisto di un Airbus A340 da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri per assolvere ai compiti di trasporto aereo dei vertici dello Stato nelle loro missioni istituzionali. Dalle indiscrezioni di stampa si evince che tale decisione è stata presa direttamente dal Premier per garantirsi spostamenti più lunghi senza dover effettuare soste per i rifornimenti e per consentire una più ampia accoglienza di ospiti a bordo e migliori dotazioni tecnologiche e comfort (sala riunioni, wifi, zone relax e altro). Lo stesso Premier Renzi è stato il primo a far trapelare la notizia in occasione di una conferenza stampa durante un suo viaggio in Africa del luglio 2015;
risulta dalla stampa che il nuovo aeromobile è stato preso in leasing da Etihad per un valore che, secondo gli specialisti, dovrebbe aggirarsi da un minimo di 400 mila euro ad un massimo di un milione di euro a settimana per un costo tra i 20 e i 50 milioni di euro annui. A seguito delle inevitabili polemiche sulla necessità, opportunità e onerosità di tale nuovo «acquisto» la Presidenza del Consiglio dei ministri ha inizialmente fatto ricadere la responsabilità di tale ordine sull’ex Presidente del Consiglio, Enrico Letta, poi, dopo la sua immediata replica, ha mantenuto il più totale riserbo al punto da rinviare il suo debutto previsto per il tour del Premier Renzi in America Latina (viaggio in Cile, Perù, Colombia e Cuba) della scorsa settimana;
in merito alla replica, tramite un tweet, dell’ex Presidente Enrico Letta, oltre a ritenersi estraneo a tale decisione l'ha anche giudicata fondamentalmente sbagliata. Si ricorda, ad onor del vero, che l’ex Premier Enrico Letta non solo utilizzava regolarmente voli di linea per i suoi spostamenti privati, ma aveva avviato anche le procedure per mettere in vendita tre aerei (un Airbus A319 e due Falcon) considerati di troppo per un ricavato stimato di 50 milioni di euro che sarebbero dovuti servire per finanziare la flotta antincendio della Protezione civile. Vendita che Renzi, al suo insediamento, ha subito bloccato; come dimostra il caso illustrato, sta anche aumentando il numero dei velivoli per esigenze istituzionali;
sulla necessità, opportunità ed onerosità di tale operazione si sono espressi anche autorevoli esponenti dell'aviazione civile e militare del nostro Paese tra cui l’ex Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare, il generale Leonardo Tricarico, attuale Presidente della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis), che sulla testata quotidiana online www.formiche.net, nel suo articolo «Cosa penso del nuovo aereo blu di palazzo Chigi», ha posto tutta una serie di perplessità ed interrogativi ragion per cui con questa interrogazione si chiama il Governo a rispondere. In primis, il generale ha sottolineato che «la flotta della Presidenza è da sempre ampiamente ridondante rispetto alle effettive esigenze di trasporto e persino alle norme molto restrittive che la stessa Presidenza si è data da tempo. Grazie a questo, ogni anno migliaia di ore di volo potenziali non vengono sfruttate, diventando uno spreco. Proprio per questo negli ultimi anni si era deciso di ridurla, vendendo alcuni piccoli Falcon e un grande Airbus A319». Inoltre, «l'Aeronautica Militare gestisce la flotta della Presidenza. La forza armata anticipa tutte le spese di esercizio – dal carburante alla manutenzione fino alle tasse di atterraggio – attingendo ai capitoli di bilancio dell'attività operativa, girando il costo alla Presidenza per il rimborso a pie’ di lista. In realtà la Presidenza lo restituisce solo in parte, costringendo l'Aeronautica ad arrangiarsi. Di fatto più volano gli Airbus di Stato, meno volano Tornado, Eurofighter e persino elicotteri del soccorso»;
se fossero confermate queste dichiarazioni, ovverosia che non volano «Tornado, Eurofighter e persino elicotteri del soccorso» per risparmiare sui mancati rimborsi dei voli di Stato ci si troverebbe di fronte a responsabilità politiche del Governo veramente molto gravi;
l’ex Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare, nel sopra menzionato articolo, non si è limitato ad esprimere solo una critica tout court sulla decisione di questo nuovo acquisto, ma ha posto tutta una serie di interrogativi cui i firmatari del presente atto ritengono necessario ed urgente che il Governo venga a rispondere quanto prima. In sintesi:
«1. chi ha definito l'esigenza di un nuovo Airbus ha fatto un'analisi dei costi ?
2. E i capitolati tecnici, compresi i requisiti di sicurezza, sono stati preparati dal cliente (attraverso le apposite direzioni del ministero della Difesa) o da Airbus (in base a ciò che è interessata a vendere, magari facendo lavorare ditte francesi al posto di quelle italiane, con tutto ciò che implica in termini di riservatezza delle comunicazioni governative) ?
3. Sono state valutate le alternative, comprese le possibili sinergie con gli aerei già in linea ?
4. È stato pubblicato un requisito o si è secretato tutto, con buona pace della trasparenza e della competizione ?»;
in merito ai costi benefici dell'operazione il generale Leonardo Tricarico fa un'analisi impietosa considerando il noleggio in leasing «...un'operazione finanziaria poco vantaggiosa come dimostrano i precedenti», mentre sulla opportunità di acquistare il nuovo velivolo esprime apertamente forti dubbi anche perché «... quanto verrebbe usato il super-Airbus ? Posto che l'attuale A319 può già portare fino a 50 persone fino a 8.500 km senza scalo, quante volte sono necessarie prestazioni maggiori ? L'esperienza suggerisce pochissime. E allora perché non utilizzare i quattro Boeing 767 dell'Aeronautica Militare ? Sono aerei nuovi di zecca, hanno un'autonomia illimitata, portano sulla fusoliera impresse le insegne di Stato, hanno una completa dotazione di comunicazione e autoprotezione. Questi Boeing sono adibiti a velivoli cisterna, ma possono già oggi essere allestiti per portare passeggeri con uno standard da compagnia aerea; con poca spesa potrebbero essere dotati di un kit smontabile per adeguarli al rango delle personalità trasportate». Insomma il giudizio del più autorevole esponente dell'Aviazione militare è totalmente negativo e, infatti, i suoi commenti non passano inosservati, essendo oggetto di numerosi articoli di stampa;
oltre alla mancanza dei requisiti di necessità ed opportunità in questa operazione di «acquisto» mancano anche i requisiti minimi di sicurezza, poiché, oltre a quanto già detto in premessa sulla ditta appaltatrice dei lavori sulla dotazione tecnologia e di sicurezza, si apprende dalla stampa che il super-jet richiede piste (l'aeroporto di Ciampino è inidoneo) e piloti adatti, al punto che il personale di volo sarà fornito da Etihad, una compagnia privata araba, e non dall'Aeronautica militare e questo lascia fortemente perplessi;
oltre all'onerosità del leasing, come sopra detto stimato sui 50 milioni di euro annui, i costi di funzionamento di un Airbus 340 sono molto alti, poiché, con i suoi quattro motori, è unanimemente considerato l'aereo più inquinante del mondo per i suoi eccessivi consumi, ragion per cui è stato messo fuori produzione. Infatti, il Consorzio europeo che lo produceva ha annunciato nel 2011 la sua cessazione in quanto ritenuto poco competitivo rispetto al suo rivale, il Boeing, e questo spiega il perché molte compagnie aeree come Etihad stanno dismettendo questo tipo di velivoli;
il Premier Matteo Renzi si reca all'estero in media 3 volte al mese. In meno di 20 mesi ha già visitato 49 Paesi nel mondo (20 in Europa con Bruxelles raggiunta ben 16 volte, 8 nel continente americano, 8 Paesi africani, 11 in Asia e 2 in Oceania) senza contare i voli di Stato utilizzati per le tratte nazionali, dove non si fa scrupolo di utilizzarli anche per andare a sciare o per spostarsi tra Firenze e Roma tratta facilmente percorribile in macchina;
questa preferenza per i voli sorprende l'interrogante, considerando che il Premier Matteo Renzi ha fatto del taglio degli sprechi uno dei suoi cavalli di battaglia nella sua politica di «rottamazione» della vecchia classe dirigente del PD e numerose sono state le sue dichiarazioni su un uso parco e morigerato dei beni pubblici poiché mai avrebbe assunto comportamenti e abitudini tipici degli uomini di potere. È celebre infatti la sua frase pochi giorni prima del suo insediamento a Palazzo Chigi: «Io la scorta non la voglio, la mia scorta è la gente. Non voglio violare le regole, ma nemmeno dare l'impressione di un uomo che il giorno che va al Governo cambia status, immagine, stile. Non posso e non voglio passare dalla bicicletta all'auto blu.» (Messaggio scritto il 14 febbraio 2014, la settimana prima della sua successione al Presidente Letta alla guida del Governo). Infatti, Matteo Renzi è passato direttamente dalla bicicletta all’«elicottero blu». Nei suoi spostamenti tra una città e l'altra nei fatti non usa più l'auto ma direttamente l'elicottero, dalla stampa definito ormai «Renzicottero»;
questo acquisto rappresenta, a giudizio degli interpellanti, l'ennesima dimostrazione dell'arroganza di una classe politica completamente scollegata dalle reali preoccupazioni del Paese. Spendere 50 milioni di euro l'anno per un «aereo blu» solo per ragioni di status internazionale, quando la stessa Aeronautica militare non ha le risorse per far volare i propri velivoli per assicurare compiutamente la sicurezza aerea, significa non rendersi conto di quali sono le vere priorità del Paese;
la Presidenza del Consiglio ha già a disposizione una discreta flotta dell'aeronautica militare. Si tratta di 3 Airbus per i voli internazionali, sette Falcon per le tratte interne e due elicotteri –:
se il Governo non ritenga doveroso chiarire quanto in premessa e, in particolare, chi abbia effettivamente deciso l'acquisto in leasing del nuovo Airbus A340 e per quali evidenti e indifferibili necessità, e quali siano gli effettivi costi diretti ed indiretti di tutta l'operazione di leasing, specificando se siano state valutate delle alternative più economiche, comprese le possibili sinergie con gli aerei già in dotazione e che per tutti questi anni hanno assolto compiutamente il loro dovere;
se il Governo non ritenga doveroso rendere pubblico il contratto di leasing con Etihad con relativi capitolati tecnici, requisiti di sicurezza e personale impiegato, specificando, inoltre, le ragioni dell'impiego di tale strumento contrattuale e del mancato impiego fin dal principio di personale dell'Aeronautica militare italiana.
«Paolo Nicolò Romano, De Lorenzis, Liuzzi, Spessotto».
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