Se l'obiettivo era il recepimento in maniera pedissequa, delle prescrizioni di Enac, non c'era ragione di dibattere la questione in Consiglio Comunale

Ci sono dei momenti - e questa settimana è stato uno di quelli - che mi viene voglia di smettere di preoccuparmi dei problemi degli altri... e sopratutto dovermi preoccupare dell'inquinamento dell'Aeroporto Catullo... e - se potessi - me ne andrei a vivere a Ferrara di Monte Baldo, uno dei più piccoli Comuni della Provincia di Verona. Ma poi i comportamenti dei Sindaci mi costringono a rioccuparmi dei problemi ambientali... e di quelli aeroportuali in particolare... facendomi pure incaxxare.




Mercoledì 23 febbraio 2011 scrivendo questo messaggio: "Aeroporto Catullo - Pista 04 - Se durante i decolli gli aerei "VIRANO", perchè le zone del Piano di Rischio sono "PARALLELE", all'asse Pista?" avevo pubblicato quanto avevo scritto al Sindaco del Comune di Villafranca, inviando le mie Osservazioni al Piano di Rischio Aeroportuale, compreso delle allegate Schede di Dettaglio di dette 20 Osservazioni.


In quelle Osservazioni sostenevo - tra l'altro - che se gli aerei in decollo effettuano una virata, era evidente che anche il Piano di Rischio doveva tener conto di proteggere delle aree sorvolate proprio da questi decolli... ma questa mia Osservazione (come le altre 19) è stata bocciata.








In merito a questo problema, ieri sull'Arena è stato pubblicato questo articolo: "Tutela degli incidenti aerei, è definitivo il piano di rischio", un articolo poi che tra sopratitoli, titoli e sotto titoli cosi ricopio integralmente:

VILLAFRANCA.
Approvato con i soli voti del centrodestra il documento che fissa i limiti di costruzione vicino al Catullo
Tutela degli incidenti aerei è definitivo il piano di rischio
Le aree individuate sono tre e si estendono tra l'aeroporto, la città e il polo Postumia.
C'è già l'ok preventivo dell'Enac

Un aereo sulla pista del Catullo, Villafranca ha ultimato il proprio piano di rischio. Maggioranza e minoranza si sono divise sulle regole di tutela dai rischi legati agli incidenti aerei. Ha acceso il dibattito in Consiglio l'adozione definitiva del piano che servirà a limitare i danni provocati, sul territorio, da eventuali cadute di aerei vicino al Catullo.
Il documento, dopo una lunga discussione, è stato approvato con i soli voti del centrodestra. Si sono invece astenuti i cinque consiglieri dei gruppi di opposizione Cittadini per Zanolli, Partito democratico (Pd) e Dossobuono insieme. Eppure lo scorso gennaio, quando il provvedimento fu affrontato in assemblea per la prima volta, unanimi furono i consensi sui limiti alla costruzione di case e capannoni a sud della pista di decollo e atterraggio.
A non convincere gli esponenti della minoranza, stavolta, è stata la mancata possibilità di modifica ed estensione dei confini delle tre aree di tutela. Individuate tra lo scalo e la città, le fasce si estendono, in asse con la pista, per tre chilometri, terminando a ovest del Polo industriale-artigianale Postumia. I vincoli alle costruzioni, nelle tre sezioni, diminuiscono man mano che aumenta la distanza dalla testata a sud dello scalo. L'amministrazione del sindaco Mario Faccioli, supportata dai tecnici del municipio, ha rimarcato il fatto che, se il Comune lo riterrà necessario, potrà aggiungere altri vincoli attraverso strumenti di programmazione diversi dal piano di rischio.
Per il momento, quindi, il municipio ha deciso di seguire le norme del codice della navigazione dei velivoli e i pareri dell'Enac, l'Ente nazionale dell'aviazione civile. L'organismo, che ha sede a Roma, già il 29 ottobre ha rilasciato un primo parere positivo sul piano. «Credo che la sensibilità prevalente da parte nostra debba essere rivolta alla tutela ambientale», ha protestato Graziano Tovo, del Pd, «visto che lo scalo crea rischi prima di tutto alla popolazione circostante il Catullo. Se l'obiettivo era il recepimento, in maniera pedissequa, delle prescrizioni di Enac, non c'era ragione di dibattere la questione in Consiglio comunale».
«È possibile che in futuro vengano individuate nuove aree, oltre alle tre approvate con il piano di rischio», ha evidenziato l'ingegner Enrico Lorenzetti, uno dei tecnici del Comune, «ma dipenderà dalle ulteriori classificazioni che l'Enac darà al nostro aeroporto».
Renzo Piazzi, di Dossobuono insieme, è insorto: «Abbiamo visto nella sostanza che questi piani poi non funzionano». E Tovo ha aggiunto: «Si dovrebbe prevedere una fascia di rispetto anche per gli aerei che decollano virando verso Valeggio. Le zone di rischio devono avere un minimo di fondamento».
«Tutto il territorio potrebbe essere a rischio», ha ribattuto il sindaco Faccioli, «però questo è un livello di tutela urbanistica che ci chiede Enac in base alle regole nazionali. Le fasce sono state individuate e concordate secondo il codice della navigazione aerea. Altrettanto dovranno fare i Comuni di Sommacampagna e Verona, per la parte di loro competenza. Nulla ci vieta, però, di inserire nei prossimi programmi urbanistici, ulteriori limiti alle costruzioni vicino all'aeroporto. Ora ci allineiamo a criteri nazionali e internazionali. Possono piacere o no, tuttavia non si devono fare considerazioni che non stanno né in cielo né in terra».

Di spalla a questo "importante articolo"... dove è evidente che il Comune di Villafranca non ha capito una mazza di quello che stava approvando, in merito alle Osservazioni al Piano di Rischio Aeroportuale che avevo presentato, ieri leggendo questo articolo dell'Arena: "Esclusi i divieti per le discariche" ho scoperto questo:



Il Comune dice no a divieti per cave e discariche vicino all'aeroporto e a Caluri. Non è stata accolta la domanda di Anna Maria Bertolini, presidente del Comitato di Caluri, per l'inserimento nel piano di rischio del blocco a cave e impianti di smaltimento dei rifiuti. In una delle fasce di tutela, la B, ricade una parte della discarica della frazione. Il Comitato da anni si batte contro la riapertura del sito.
L'ufficio tecnico: «La realizzazione delle opere che costituiscono richiamo per la fauna selvatica, o pericolo per la navigazione aerea, sono subordinate all'autorizzazione Enac». Luciano Zanolli: «Perché non si inserisce l'obbligatorietà della richiesta ad Enac nelle norme del piano?». Rigettate le 20 osservazioni di Beniamino Sandrini, di Caselle. Sull'assenza della Via dello scalo, i tecnici hanno risposto che l'individuazione delle aree soggette a vincolo «è un procedimento che si svolge a prescindere dall'approvazione del piano di sviluppo aeroportuale e Via». «Enac può chiedere al Comune di adattare le aree di tutela in virtù di valutazioni operative, come la configurazione delle rotte di atterraggio e decollo».

Ora aspettiamo di leggere le motivazioni del "rigetto" delle mie Osservazioni come saranno riportate sulla Delibera approvata mercoledi dal Consiglio Comunale di Villafranca... poi se sarà il caso queste motivazioni del rigetto potrebbero diventare oggetto di Esposto alla Procura.



In ogni caso il Consigliere Tovo ha ragione: "Se l'obiettivo era il recepimento in maniera pedissequa, delle prescrizioni di Enac, non c'era ragione di dibattere la questione in Consiglio Comunale"... sopratutto quando l'ENAC scrive questo: "...nella redazione dei piani di rischio i Comuni possono adattare il perimetro e l’estensione delle zone di tutela sulla base della configurazione del territorio”.

Il Comune di Villafranca non ha adattato nulla e pedisequamente ha solo fatto un: "Copia e Incolla" dello schema delle aree del Piano di Rischio come ipotizzato e predisposto dall'ENAC.


In merito poi ai Rischi Aeroportuali... far volare degli aerei sopra le nostre teste... che magari sono "vecchiotti" come gli MD80 e/o hanno qualche problemino come i Boeing 373 di Air Italy, di Air One, di Blu Express e di Blu Panorama... quello non conta sui rischi alla popolazione che vive nell'intorno aeroportuale?

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