Perchè il Comune di Sommacampagna non fa qualcosa perchè sia applicata l'IRESA - Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore Aeroportuali?

Ieri... da Cesare Rossi, presidente APS - Cittadini per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Venezia - CRIAAVe e da Claudio Piovesan, presidente Gruppo per la Salvaguardia dell’ambiente “La Salsola"... ho ricevuto una mail contenente una lettera ad oggetto: "Disapplicazione dell'imposta sul rumore sonoro aereo (IRESA)", inviata a: al Presidente della Regione Veneto dott. Luca Zaia, al presidente Consiglio Regionale geom. Roberto Ciambetti e p.c. ai sigg. Consiglieri Regionali del Veneto, ai Sigg. Sindaci dei Comuni di Venezia-Marcon- Quarto d'Altino-Cavallino/Treporti, Soprintendenza Beni Culturali e Paesaggistici di Venezia, Al Ministero dell'Ambiente
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Ogg.: Disapplicazione dell'imposta sul rumore sonoro aereo (IRESA) Egregio Sig. Presidente, l'art.178 del D.lgs.152/2006 (Codice dell'Ambiente) e il disposto dell'art.141 del TFEU, introducono nel nostro sistema normativo il principio di “ Chi inquina, paga”. La Regione del Veneto, da Lei presieduta, nel 2013 determinò di sospendere -di fatto e sine die- l'applicazione dell'imposta regionale sul rumore, prodotto dagli aeromobili in decollo ( e sorvolo a bassa quota) dai tre aeroporti del Veneto e gravante sui cittadini veneti residenti in prossimità delle piste o sotto i corridoi di atterraggio e di decollo.
A tutt'oggi, dopo sei anni, tale disapplicazione incomprensibilmente permane, nonostante l'ingente aumento delle movimentazioni aeree con il conseguente maggior rumore e l'accentuarsi delle lamentele e delle ricadute sanitarie di migliaia degli amati cittadini veneti, Allora (2013) la giustificazione della Regione (cit. dall’allora assessore Roberto Ciambetti) fu “E' una scelta obbligata per non creare un danno agli aeroporti veneti“ ; argomentazione molto cara ai gestori aeroportuali e usata come interessato timore (fuga dei vettori, ingente danno all'economia regionale, perdita di centinaia di posti di lavoro, ecc. ) verso amministratori pubblici, sindacati e altri. L'inconsistenza e la strumentalità di tale argomentazione è ora testimoniata dalla realtà che gli aeroporti di regioni importanti, come Lazio e Campania, non hanno subito gli ingenti danni ipotizzati da Ciambetti perché non si è verificata, dal 2013 ad oggi, alcuna fuga dei vettori verso altri aeroporti di regioni prive di tassazione. E' del resto comprovato come i gestori aeroportuali non gradiscano interventi che, anche se di riflesso, possano mettere a rischio anche minimamente i loro incassi. Altresì è noto che ai gestori nulla interessa dell'inquinamento acustico (e dell'aria) che si origina dalle loro attività mercantili e di conseguenza altrettanto quasi nulle sono le risorse e gli interventi attuati per la mitigazione del rumore. Un esempio eclatante: su 850 milioni di euro per opere di ampliamento e di potenziamento della ricettività dell'aeroporto Marco Polo ( Masterplan 2015-2021) ENAC e SAVE hanno previsto di spendere l’incredibile cifra dai 2 ai 4,5 milioni di euro (pari allo 0.005% sul totale impegnato)) per tre interventi di mitigazione del rumore, al momento ancora non realizzati.!
Come Lei ben sa, l'introito annuale dell'imposta sarebbe considerevole e farebbe confluire in un apposito fondoregionale vincolato diversi milioni di euro all'anno (stima per difetto pari a 3 milioni, calcolata sui 75.500 decolli nel 2018 con il solo parametro del peso al decollo), mentre il gravame su ciascun biglietto aereo sarebbe di € 0,25 - 0,30 € per i voli commerciali. Se fosse stata applicata dal 2014 al 2018 avrebbe consentito alla Regione un introito stimabile in 12 milioni di euro. La Regione Emilia-Romagna – che da inizio 2019 ha applicato l'imposta nei suoi due scali nazionali da solo 25.000 decolli/anno - ha previsto per l’anno in corso l'incasso di circa 1 milione di euro (fonte Ansa).
Come Le è noto, la legge istitutiva (art. 90, comma 1) stabilisce che il gettito derivante dall'imposta venga destinato“prioritariamente al completamento dei sistemi di monitoraggio acustico e al disinquinamento acustico e all'eventuale indennizzo delle popolazioni residenti in aree facenti parte dell'intorno aeroportuale “. Per effetto di ciò, i Sindaci dei Comuni aeroportuali potrebbero finalmente accedere a finanziamenti certi e adeguati, presentando alla Regione specifici Piani di risanamento dell'inquinamento acustico adeguati a tutelare il benessere psicofisico ed esistenziale, nonché la vivibilità dell'ambiente urbano nel quale si collocano gli impianti aeroportuali e garantire la protezione dei siti sensibili contermini, nonchè dotarsi di un sistema di monitoraggio acustico per le aeree interessate al sorvolo di aeromobili. Tutto ciò senza dover aspettare i tempi incerti e improbabili di ENAC e del gestore e dover questuare i loro miserrimi finanziamenti.
La consistenza complessiva delle risorse dell'imposta, che si alimenterebbe annualmente, darebbe ai Sindaci certezza di poter attuare e integrare nel tempo gli interventi di mitigazione, a seconda dell’aumento della rumorosità e delle segnalazioni dei propri cittadini. Un'imposta analoga è in vigore da anni, se non da decenni, in maniera consolidata in altri Paesi europei e negli USA. A proposito si cita qui l’esempio significativo di un virtuoso uso di questa tassa: nella zona dell'aeroporto Chicago O'Hare con 550 milioni di dollari- derivanti dall'accumulo delle imposte sul rumore - sono state “insonorizzate” 10.000 abitazioni e 120 istituti scolastici di ogni ordine e grado. I cittadini residenti a Tessera, Ca’Noghera e a Campalto si chiedono da che parte si ponga il Presidente della Regione: se a tutela di presunte perdite economiche dei gestori e dei vettori o a tutela della salute e del benessere degli amati cittadini veneti e dell'ambiente veneto. In conclusione le scriventi Associazioni chiedono ai destinatari della presente di assumere, ciascuno per il proprio ruolo, le opportune iniziative normative volte a definire gli aspetti applicativi dell'Imposta Regionale Emissioni Sonore Aeroportuali (IRESA), cosi come prevista dalla legge 21 novembre 2000, n.342 e dal decreto legislativo n.68 del 2011 e già applicata da altre Regioni italiane. La presente richiesta è trasmessa, per conoscenza, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per le valutazioni di competenza. Distinti saluti. Cesare Rossi, presidente Aps. Cittadini per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Venezia -CRIAAVe. Claudio Piovesan, presidente Gruppo per la Salvaguardia dell’ambiente “La Salsola" Aps. CRIAAVE , via vecchio hangar 45 30173 Venezia postmaster@criaave.it tel 33319818990 Asso. La Salsola, via Campalton 21 30173 Campalto Venezia la_salsola@libero.it
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Ciò premesso... "Perchè il Comune di Sommacampagna non fa qualcosa perchè sia applicata l'IRESA - Imposta Regionale sulle Emissioni Sonore Aeroportuali per l'Aeroporto Valerio Catullo di Verona?

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