Se leggo articoli come questo: "Nuovo aeroporto Treviso, piano Save dimezzato" e come questo: "Save dimezza il nuovo aeroporto Canova di Treviso"... non è che SAVE ha sbagliato qualcosa?

Se leggo articoli come questo: "Nuovo aeroporto Treviso, piano Save dimezzato" e come questo: "Save dimezza il nuovo aeroporto Canova di Treviso"... con sotto titolo: "Troppe resistenze da parte dei Comuni e il masterplan dello scalo San Giuseppe passa dai 130 a 60 milioni di euro"... non è che SAVE ha sbagliato qualcosa?
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Il masterplan voluto da Save per portare lo scalo aeroportuale di San Giuseppe alla soglia dei 5 milioni di passeggeri, passa dai 130 ai 50-60 milioni di euro. Come scrive Andrea Passerini su La Tribuna a pagina 8, l’aeroporto trevigiano verrà sì rimodernato e potenziato ma in misura minore del previsto. Il ridimensionamento del nuovo Canova è stato deciso in due recenti incontri di Save, Enac e AerTre con le amministrazione comunali di Treviso e di Quinto, guidate dai sindaci Giovanni Manildo (Pd) e Mauro Dal Zilio (Lega). La svolta sarebbe dovuta alle resistenze dei Comuni coinvolti alle opere viabilistiche connesse all’aeroporto, resistenze che avrebbero imposto costi e oneri troppo alti per Save. In particolare Manildo avrebbe insistito sulla sostenibilità ambientale delle nuove infrastrutture mentre Dal Zilio avrebbe messo posto mille paletti su sicurezza, traffico e viabilità. Due visioni quindi incompatibili con un piano delle dimensioni volute da Save.
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TREVISO. Il nuovo aeroporto Canova di Treviso? Si «sgonfia». Il masterplan dei sogni, quello da 130 milioni che avrebbe portato lo scalo di San Giuseppe alla soglia dei 5 milioni di passeggeri, il grande progetto cullato da Save per l’altro polo di terraferma del Marco Polo di Venezia, va definitivamente in archivio. Il nuovo Canova, quando sarà ultimato, sarà fortemente ridimensionato nel suo sviluppo. Lo scalo trevigiano verrà ammodernato e potenziato, ma il nuovo masterplan comporterà investimenti fra i 50 e i 60 milioni di euro. La metà, forse anche meno, sul piano finanziario. Nascerà comunque uno scalo superiore alla dimensione attuale, con un presumibile movimento di passeggeri fra i 3 e i 3,5 milioni. Ma non certo il San Giuseppe dei sogni di Save. «Non possiamo nascondere che alla fine è stato deciso un ridimensionamento dello sviluppo», fanno sapere fonti ufficiali della società veneziana. «E questo sia nel movimento dei passeggeri che dei movimenti complessivi» . E si fa osservare che tutto nasce dal desiderio di Save di venire incontro alle istanze dei comuni interessati, Treviso e Quinto, e della altre realtà coinvolte. Ma dietro il linguaggio ufficiale, chi ha seguito la partita parla di un dimezzamento delle potenzialità dell’aeroporto trevigiano, pure esploso negli ultimi tre lustri come scalo primario del movimento low cost. E che oggi vede di fatto lo scalo collegato con tutta Europa, grazie alla sua strategica vicinanza con Venezia e appunto alla sua fitta rete di collegamenti. La svolta - destinata a fare discutere - è emersa in due recentissimi incontri di Save ed Enac con le amministrazione comunali di Treviso e di Quinto, guidate dai sindaci Giovanni Manildo (Pd) e Mauro Dal Zilio (Lega). Erano presenti fra gli altri l’amministratore delegato di AerTre, Corrado Fischer e rappresentanti dell’Enac. E per il comune di Treviso c’era il nuovo assessore all’urbanistica Marina Tazzer. Ma cosa ha indotto Save a ridimensionare il nuovo Canova? I bene informati dicono che la società di Enrico Marchi ha fatto due conti, scoprendo che prescrizioni, vincoli e raccomandazioni, specie sul piano viabilistico e delle infrastrutture implicavano costi e oneri troppo alti, se non insostenibili perché senza supporti pubblici e istituzionali. E ancora, trapela irritazione per una serie di istanze che Save e Aertre hanno avanzato a l comune capoluogo e ad altre istituzioni per attivare nuovi servizi – tra l’altro in agenda ci sarebbe stata anche lo studio di possibili cogestioni pubblico private di infrastrutture, parcheggi, ad altre realtà di supporto al movimento turistico nella zona nevralgica della Noalese, ma non andate a buon fine. E si parla anche di iniziative e progetti legati a viabilità e alla mobilità pure delineate ma poi tramontate. C’è chi ricorda come il collegamento ferroviario richiesto fra la stazione ferroviaria e il nuovo aeroporto (treno, tram o People Mover che dir si voglia) sia stato ritenuto da Save, in un simile contesto, semplicemente, insostenibile. In discussione, pare, anche la rotonda con la bretella dedicata dalla tangenziale. E altri progetti viabilistici per migliorare l’accesso dello scalo. Ma la questione sembra più generale, e riguarda i rapporti fra Save e i due comuni. Treviso, peraltro, aveva nominato come consulente il docente universitario Maurizio Tira, per seguire il tavolo fra Ca’ Sugana, Save e AerTre. Curiosità: lo stesso Tira era stato in precedenza nominato dal comune di Quinto. O forse, molto semplicemente, i linguaggi dei due comuni e di Save erano diversi. Da un lato lo sviluppo sostenibile predicato da Manildo e dalla sua amministrazione di centrosinistra per tener conto delle istanze ambientali e dei residenti; dall’altro Quinto che ha sempre chiesto di venir coinvolto e ha posto mille paletti sulla sicurezza, sull’impatto per i residenti, su traffico e viabilità; visioni alla fine rivelatesi incompatibili con i progetti di Save e con il masterplan da 130 milioni. Così (serenamente?) Save e AerTre hanno preso atto delle diverse lunghezze d’onda, e hanno ricalibrato il nuovo Canova. Come se Marchi & Co. avessero certificato una sorta di freddezza del territorio trevigiano tutto verso le potenzialità del nuovo scalo di San Giuseppe, al di là delle reiterate proteste del comitato contro l’ampliamento, imperniato sui residenti di Sant’Angelo, Canizzano e Quinto e sulla battaglia contro il limite dei voli, superato da tempo. «Manca una mancanza di visione complessiva e territoriale», si lascia sfuggire un addetto ai lavori, che segue da tempo la delicata partita del nuovo masterplan.
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E se SAVE ha sbagliato qualcosa all'Aeroporto di Treviso - e pertanto questo vorrebbe dire che il Comitato No Ampliamento dell'Aeroporto "Antonio Canova" di Treviso aveva ragione - non è che SAVE sta sbagliando qualcosa anche all'Aeroporto "Valerio Catullo" di Verona?
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