Visto l'articolo sul Corriere di Verona di oggi a titolo: "Consumo del Suolo, la Legge va in Aula"... non puoi mai rilassarti un attimo... che c'è una nuova legge da studiare...

In prima pagina del Corriere di Verona di oggi leggo un articolo a titolo: "Passa il piano regionale: c'è l'ok al cemento ma sarà a saldo zero"... con questo sottotitolo: "La Commissione Territorio del Consiglio regionale ha approvato il Progetto di Legge per «coniugare sviluppo e sostenibilità»".
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E se in prima pagina del Corriere di Verona c'era questo articolo, a pagina 12 e 13 c'era un articolo a titolo: "Consumo del Suolo, la Legge va in Aula «Ogni costruzione una demolizione»"... con questo sotto titolo: "Ok della commissione, la giunta deciderà sui tetti. Contrari PD, M5S e Tosiani: «Troppe deroghe, è fuffa»".


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 VENEZIA «Consumo del suolo zero» era stato uno dei ritornelli della campagna elettorale di Luca Zaia. Ora emerge che non sarà uno zero assoluto, visto che il vero e proprio azzeramento dell’impermeabilizzazione dei terreni è un obiettivo che la Comunità Europea si propone di raggiungere entro il 2050, bensì uno «sviluppo edilizio a saldo zero», basato cioè su una compensazione tra demolizioni e costruzioni attraverso l’uso dei crediti edilizi. Ma tant’è: giovedì mattina la commissione Territorio del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, per mandarlo in aula a metà marzo, il progetto di legge che si propone di «coniugare sviluppo e sostenibilità» (anche se il Pd, che ha votato contro alla pari di M5S e tosiani, parla senza mezzi termini di «fuffa»). Tecnicamente si tratta di un testo che unifica la proposta di Zaia con quelle del dem Bruno Pigozzo e del centrista Marino Zorzato, i quali evidentemente però non si sono riconosciuti nella versione finale, frutto di 18 sedute di commissione e 5 di sottocommissione, nonché di 50 osservazioni, di cui 10 presentate dai Comuni, fra cui va segnalato il contributo di Urbanmeta, realtà a cui fanno riferimento 19 fra associazioni e albi, da Legambiente ad Ance.
Numeri che danno l’idea dell’imponenza del provvedimento. «Una legge rivoluzionaria», gongola il leghista Cristiano Corazzari, assessore regionale all’Urbanistica. «Una vera presa in giro», ribatte il dem Andrea Zanoni. Il dato di partenza è che il Veneto è la seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia, per consumo di suolo: 12,2% del totale, contro una media nazionale del 7,6%, secondo il monitoraggio aggiornato al 2015. La classifica provinciale vede ai primi posti Padova (18,8% e 403 chilometri quadrati), Treviso (16,5 e 410) e Venezia (14,5 e 358), seguite da Verona (14 e 434), Vicenza (13 e 355), Rovigo (8,8 e 161) e Belluno (3,3 e 120). Guardando ai singoli Comuni, in termini percentuali primeggiano Padova (49%), Noventa Padovana (43,7) e Spinea (43,2), mentre in senso assoluto spiccano Venezia (70 chilometri quadrati), Verona (56) e Padova (46).Quanto invece all’incremento registrato nell’ultimo quadriennio, il record va al veronese Palù (+10,7%), incalzato dai vicentini Mason e Sarcedo (entrambi a +6,3%). Tutte cifre che devono comunque essere attualizzate. Per questo il progetto prevede che, entro 90 giorni dall’approvazione della legge, ciascun Comune trasmetta i dati aggiornati sul consumo di suolo del proprio territorio. Ancora più cruciali saranno però i sei mesi che seguiranno il via libera del Consiglio: in quell’arco di tempo, infatti, la giunta dovrà decidere la quantità di territorio da utilizzare nei prossimi cinque anni, «previo parere della commissione consiliare e della Conferenza autonomie locali ». La partita si giocherà tutta qui: «Saranno il presidente Zaia e gli assessori a definire i criteri — sottolinea lo zaiano Francesco Calzavara, numero uno della commissione Territorio — stabilendo se varrà una quota massima per tutto il territorio regionale, o se il tetto sarà diversificato a seconda delle varie aree. Questa legge rappresenta una sfida prima culturale che urbanistica: non bisogna più rincorrere i bisogni delle comunità, ma dettare una nuova tendenza, dando priorità al recupero dell’esistente e promuovendo la rigenerazione urbana».Durante i 180 giorni concessi a Palazzo Balbi, «non sarà consentita l’introduzione dei Piani territoriali e urbanistici di nuove aree di espansione che comportino consumo di suolo». Ma terminato quel periodo, e in assenza di provvedimenti da parte della giunta, sarà possibile edificare un 20% di quanto previsto dalla pianificazione comunale già approvata, in aggiunta al 30% permesso fin dall’entrata in vigore della nuova normativa, per evitare contenziosi da parte dei privati che altrimenti si vedrebbero bloccare i progetti. «È un controsenso — attacca Zanoni — è come decidere di andare dal dietologo per la propria salute, ma prima fermarsi al supermercato e comprare le peggiori schifezze con le quali riempire di scorte un intero frigo. Con questa legge, piena di deroghe ed esenzioni per consentire ad esempio attività di cava e centri commerciali, la Regione va a incidere solo sul 10-15% del suolo complessivo, quando invece dovrebbe essere protetto in toto». Ma Lega Nord e Zaia Presidente, con Alessandro Montagnoli e Silvia Rizzotto, difendono il testo: «L’opposizione vorrebbe fermare tutto, invece noi abbiamo la responsabilità di tenere insieme economia e ambiente». Chiosa di Calzavara: «Non possiamo fare gli estremisti»..


Visto l'articolo sul Corriere di Verona di oggi a titolo: "Consumo del Suolo, la Legge va in Aula"... posso scrivere che... non puoi mai rilassarti un attimo... che c'è una nuova legge da studiare... ed in merito a questo argomento evidenzio un Comunicato Stampa del Consigliere Regionale Andrea Zanoni a titolo: "Urbanistica - Zanoni (Pd): "Quella sul consumo del suolo è una 'legge fuffa'. Le buone intenzioni cancellate da un numero infinito di deroghe"".
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(Arv) Venezia 16 feb. 2017 -    “Tanti proclami, buone intenzioni ma alla fine quella sul consumo del suolo è una ‘legge fuffa’, annacquata con troppe deroghe ed esenzioni. Una vera presa in giro, che Zaia userà come spot ma che lascia tutto inalterato”. Così il consigliere del Partito Democratico e vicepresidente della commissione AmbienteAndrea Zanoni nel valutare il provvedimento che ha avuto il via libera definitivo dalla Seconda commissione (PD e Lista AMP hanno votato contro) approderà in aula il 14 marzo. “Avevamo abbandonato la seduta a gennaio, denunciando lo svuotamento di una legge attesa da troppo tempo e l’approvazione di oggi è la conferma che la nostra protesta era fondata – ricorda Zanoni – L’articolo 1, sui principi generali, dove si parla di qualità della vita delle generazioni future, salvaguardia della salute e del territorio, tutela degli ecosistemi rimane solo sulla carta. Basta scorrere il testo e arrivano le note dolenti”. Nel mirino del vicepresidente della commissione Ambiente c’è in primis l’articolo 4 della legge: “Si spoglia il Consiglio di una delle scelte più importanti, perché è scritto che sarà la Giunta a stabilire, entro 180 giorni, la quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale in coerenza, dicono, con l’obiettivo comunitario di azzerarlo entro il 2050 e sarà sempre la Giunta a effettuare le procedure di verifica e monitoraggio. Non possiamo non essere preoccupati sulla tempistica: c’era un altro piano da fare entro 180 giorni, il Piano Cave. Solo che lo stiamo attendendo ancora oggi dal 1982”.L’altro punto contestato riguarda l’articolo 11, quello sulle Disposizioni finali. “Sarebbe stato più corretto chiamarlo ‘Deroghe’, visto il lunghissimo elenco – ironizza Zanoni – Non vengono considerati ai fini del consumo del suolo gli interventi negli ambiti di urbanizzazione consolidata, i recuperi edilizi, le opere pubbliche, le attività dello Sportello unico attività produttive (Suap), le serre e i manufatti agricoli, le attività di cava (ghiaia, sabbia, roccia, argilla), il Piano casa, centri commerciali, progetti strategici previsti dal Piano territoriale regionale di coordinamento e addirittura le varianti ai Pat dei Comuni”. “E come se non bastasse ecco un’ultima ma non meno dolorosa sorpresa all’articolo 12: fino a quando la Giunta non farà il provvedimento in cui stabilisce la quantità massima di suolo, le attività che sono state escluse dall’articolo 11 potranno rientrarci comunque, visto che sono consentiti ‘gli interventi inedificati nella misura del 30% della capacità edificatoria complessivamente assegnata dagli strumenti urbanistici generali’È un controsenso, è come decidere di andare dal dietologo per la propria salute, ma prima fermarsi al supermercato e comprare le peggiori schifezze con le quali riempire di scorte un intero frigo. Con questa legge, piena di deroghe ed esenzioni, la Regione va a incidere solo sul 10-15% del suolo complessivo, quando invece dovrebbe essere protetto in toto”.  Ma i problemi, insiste il consigliere del Partito Democratico, non finiscono qua: “Ci sono criticità, ovvero sovrapposizioni e contrapposizioni con l’attuale legge regionale sull’urbanistica e norme di rango superiore che potranno far nascere contenziosi e problemi di applicazione negli Uffici tecnici dei vari Comuni del Veneto. Vista la lunga attesa, era un provvedimento che doveva esser fatto meglio e con ben altro coraggio”.

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