Se leggo un titolo dell'Arena cosi: "L'allerta in Città. Smog e omissione di interventi. Procura in campo"... posso evidenziare che Caselle non è sul Monte Baldo ma confina con il territorio della Città?

Se sull'Arena di ieri ho letto un articolo a titolo: "Smog e omissione di interventi. Procura in campo" con sopra titolo: "L'allerta in Città. Smog e omissione di interventi. Procura in campo"... posso evidenziare che Caselle non è sul Monte Baldo... ma confina con il territorio della Città e pertanto l'inquinamento dell'aria che c'è a Caselle potrebbe essere uguale e/o maggiore di quello di Verona?
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E se questo era il titolo in prima pagina all'interno dell'Arena c'era un altro articolo a titolo: "Omissione d’interventi. È inchiesta sullo smog", con sopra titolo: "IL CASO. Magistratura in azione seguito a tre esposti contro l’amministrazione comunale" e questo sotto titolo: "Sotto accusa la mancanza di provvedimenti per contrastare l’inquinamento nei giorni di continuo sforamento dei limiti".
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Sempre ieri, sul Corriere di Verona, è stato pubblicato un articolo a titolo: "Smog e allarme Pm10. Aperta un'inchiesta dopo le denunce a Tosi" con sopra titolo: "Omissioni in atti d'ufficio".
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E dopo gli articoli di ieri segnalo anche un articolo di oggi dell'Arena con sopra titolo: "IL CASO. Dopo la notizia che la Procura ha aperto un’inchiesta a seguito di tre esposti, l’assessore Toffali replica" e questo titolo: "«Smog? Abbiamo fatto il possibile»".
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Dato che anche oggi non ho voglia di incaxxarmi... perchè se penso a quello che si poteva fare per migliorare la qualità della vita della popolazione di Caselle e che non si è mai fatto... poi m'incaxxo d'immenso, proprio per non incaxxarmi - lasciando che dei problemi di Caselle se ne occupi il Comitato per Caselle - vi ricordo un'intervento della Posta della Olga a titolo: "Idranti contro lo smog e «canne» per il mal di testa" che copio integralmente.
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Ogni mattina al mio Gino che si alza più bonóra di me - scrive la Olga - chiedo che tempo fa. Mi aspetto sempre che mi dica che finalmente piove. E invece la risposta è sempre la stessa: se no gh’è el sol gh’è la nebia, ma semo sempre lì parché anca la nebia l’è ’na nebia suta che no la bagna gnanca i cópi, ’na roba mai vista. Sono mesi che no vien zó ’na góssa. Ieri a tavola, mentre mangiavamo gli avanzi de Nadàl, ho raccontato al mio Gino di aver incontrato il meteorologo delle Càroerse, el Tom Duly, il quale mi ha detto che, in quanto a precipitazioni, siamo in linea col Sahel. «Sahèlo el Sahel?» mi ha chiesto il mio Gino. In montagna non c’è un filo di neve e dove la sparano, sopra ai duemila metri, dovrebbero sparare anche gli sciatori perché sono pochi quelli che, abituati a quote più basse e più economiche, vanno così in alto. Ormai l’aria, per lo smog, si va solidificando: quando si cammina per strada si ha la sensazione di urtare contro una sostanza gelatinosa fatta di svariate sporcarìe chimiche. El Mettifogo, el pompier che frequenta el bareto, dice che si potrebbe lavare l’aria con gli idranti ma che l’ordine non è ancora arrivato. A tavola abbiamo anche parlato della droga, della cannabis, o della canna, come la si chiama comunemente, che dopo la liberalizzazione comincerà a essere venduta nelle farmacie come rimedio contro il dolore. Il dottor Blister, el vècio farmacista del quartiere, sostiene che è un potente analgesico anche contro il mal di testa e che lui ne fa uso da tempo, cosa di cui ci siamo accorti. Si può bere come il tè o la camomilla o inalare. Che sia lecito anche fumarla non c’è scritto da nessuna parte ma la Albertina, che fa la tabacara, dice di aver saputo che presto saranno in vendita anche le sigarette di marijuana: si chiameranno "Mari" e si potranno comprare solo con la ricetta medica. La droga si fumerà anche sotto forma di sigari e nelle pipe. Il nostro dotór Bugànsa dice che da quando la canna è stata sdoganata per uso terapeutico, i suoi pazienti col mal di testa sono aumentati a livello epidemico e che, in attesa che il prodotto arrivi in farmacia, per essere comunque in regola chiedono la ricetta per servirsi al mercato nero.

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