Se sono trascorsi quasi 10 anni da quando, l'8 marzo 2007, ho pubblicato questo messaggio: "Le piante assorbi - smog"... posso chiedermi cosa si poteva fare per Caselle in questi 10 anni per tentare di diminuire l'inquinamento?

Se ieri, l'altro ieri e l'altralto ieri ho pubblicato solo una Rassegna Stampa relativa al problema dello SMOG, visto che sono trascorsi quasi 10 anni da quando, l'8 marzo 2007, ho pubblicato questo messaggio: "Le piante assorbi - smog", posso chiedermi... cosa si poteva fare per Caselle in questi 10 anni per tentare di diminuire l'inquinamento?
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E se a Marzo 2007 scrivevo questo messaggio: "Le piante assorbi - smog", ad Ottobre 2007 andavo a Milano a conoscere l'Arch. Andreas Kipar, il quale poi, nel 2010... ebbe a predisporre il "Master Plan Paesistico Ambientale" e nel 2012... ebbe a predisporre gli "Otto Progetti per Salvare Caselle"... progetti a cui non mai stato dato seguito.
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Per dovere di cronaca va preliminarmente detto che prima del mio messaggio del 2007, già nell'Agosto 2006, con apposita Delibera di Giunta, l'allora Amministrazione Comunale ebbe da adottare il Documento Preliminare del PAT compreso la Relazione Ambientale nel quale documento si evidenziavano le criticità ambientali del Comune ed in particolare di Caselle. 
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Come è noto a tutti, poi nel Gennaio 2009 il Comune di Sommacampagna ebbe da ADOTTARE il PAT e se esaminiamo i colori della Tavola n° 4 del PAT sembra che il nostro Comune sia pieno di verde
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In realtà quel colore verde riportato sul PAT non indica il Verde che c'è già... ma la maggior parte di quelle aree a verde sono solo previsioni di come dovrebbe diventare il nostro territorio se fossero applicati gli articoli come sotto elencati delle Norme Tecniche di Attuazione del PAT.
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Di tutte queste previsioni del NTA del PAT - per Caselle - evidenzio questi articoli: 8.cc - Zone di ammortizzazione o transizione, 8.dd - Zone di riconnessione naturalistica, 8.w - Ambiti per la formazione di parchi urbani o riserve naturali, 8.x - Ambiti di riequilibrio dell’ecosistema di Caselle e 8.y - Interventi di mitigazione degli impatti aeroportuali
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Va evidenziato che dopo 10 anni, ad oggi nessuna di queste previsioni del PAT è stata mai applicata per Caselle, nonostante che il PAT sia stato approvato definitivamente ancora nel 2013.
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Non l'ho scritto io che il DEFICIT AMBIENTALE del Comune è pari a meno 7,025 e che quindi per andare in pari con l'inquinamento ambientale servirebbe un territorio sette volte quello che abbiamo, ma se poi evidenziamo che la quasi totalità dell'inquinamento impatta su Caselle, il territorio che dovrebbe avere Caselle dovrebbe essere settanta volte quello che abbiamo.
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Non l'ho scritto io che l'inquinamento generato dalle attività trasportistiche: Strade, Tangenziali, Autostrade e Aeroporto incide per quasi il 70% dell'inquinamento che impatta sull'intero Comune e quindi immaginate come è messo male Caselle.
Dall'Agosto 2006, da quando con apposita Delibera di Giunta, l'allora Amministrazione Comunale ebbe da adottare il Documento Preliminare del PAT compreso la Relazione Ambientale nel quale documento si evidenziavano le criticità ambientali del Comune ed in particolare di Caselle... sono ormai trascorsi oltre 10 anni e pertanto oggi concludo ricopiando quanto avevo scritto in questo messaggio: "Le piante assorbi - smog".

Le stanno piantando in molte città degli Stati Uniti e li stanno studiando nel Regno Unito; non sono l'ultimo prodotto di manipolazioni genetiche, ma sono le stesse piante che si trovano in tutta l'Italia settentrionale: le betulle, i larici, i frassini, i lauri, i biancospini, i pioppi, le querce e i salici dei parchi e dei viali milanesi hanno le carte in regola per giovare alla salute, oltre che alla vista dei cittadini. 

Come funzionano i filtri verdi
Le piante agiscono come filtri purificatori dell'aria intercettando i contaminanti gassosi e il particolato trasportati dal vento. In particolare, il monossido di carbonio, il biossido d'azoto, l'anidride solforosa e l'ozono sono assorbiti dalle foglie, mentre i PM 10 sono solo trattenuti dai peli e dai composti cerosi presenti sulla superficie di queste ultime o dalle rugosità della corteccia del tronco e dei rami. "Ogni anno gli alberi di Chicago tolgono dall'atmosfera 15 tonnellate di monossido di carbonio, 84 tonnellate di biossido d'azoto, 191 tonnellate di ozono e più di 200 tonnellate di particolato atmosferico (i famosi PM 10 e PM 2,5)" afferma David Nowak, responsabile di un centro di ricerca statunitense sull'influenza dei boschi cittadini nell'ecosistema delle città. Tuttavia, mentre i contaminanti gassosi ritornano nell'atmosfera dopo essere stati neutralizzati, le particelle vengono poi ridisperse nell'ambiente poco alla volta a opera del vento e della pioggia. La capacità degli alberi di rimuovere gli inquinanti atmosferici, oltre ad andare di pari passo con l'aumento dello smog, dipende dalla forma, dal numero e dalla densità delle foglie, dalla chioma e dalla grossezza, e dalla posizione delle piante: "il verde che si trova lungo i viali può abbattere il 60 per cento dell'inquinamento delle automobili che li percorrono" afferma Kim Coder, ricercatore dell'Università della Georgia, negli Stati Uniti. Agli effetti dannosi sulla salute dell'uomo non corrispondono effetti analoghi sugli alberi: "L'assorbimento degli inquinanti non danneggia gli alberi" spiega Nowak, "infatti la loro azione purificatrice cessa proprio quando l'accumulo di queste sostanze mette in pericolo la salute della pianta", rassicura l'ecologo statunitense.

L'albero giusto al posto giusto
Questa soluzione, tutta naturale, ha però alcuni limiti: innanzitutto le foglie non sono presenti durante l'inverno e, quindi, non sono di aiuto contro l'inquinamento prodotto durante questo periodo, che è quello con le concentrazioni inquinanti più alte; inoltre esiste la possibilità che i profumi (o composti organici volatili - VOC), emessi da alcune specie vegetali, come querce, eucalipti, pioppi e salici, causino la formazione di ozono in presenza di biossido d'azoto, a temperature vicine ai 30 gradi: "Bisogna scegliere gli alberi giusti da piantare" spiega Nick Hewitt dell'Istituto di scienze ambientali e naturali dell'Università di Lancaster nel Regno Unito. "E' meglio privilegiare le specie come frassini, aceri, betulle" prosegue, "che sono dotate di un'alta capacità di rimozione e di una produzione scarsa di composti organici volatili".

Effetti benefici
"Non si deve dimenticare che un generale aumento del verde nelle città è sempre un fatto positivo e privo di controindicazioni" precisa Nick Hewitt, "gli alberi dei parchi, dei giardini, dei viali, oltre migliorare la qualità dell'aria, sono belli e diminuiscono la temperatura, la produzione di anidride carbonica e l'inquinamento acustico proveniente dalle strade". Il ricercatore inglese ha studiato in particolare la deposizione delle particelle inquinanti sulla vegetazione delle West Midlands, una regione al centro della Gran Bretagna, negli ultimi 50 anni. L'indagine ha permesso di quantificare l'effetto del verde cittadino sulla qualità dell'aria: "Le piante non prevengono l'inquinamento, ma lo possono controllare in modo efficace: raddoppiare il numero delle piante presenti nell'area considerata diminuirebbe di un quarto la presenza del PM 10 ed eviterebbe 140 morti all'anno dovute all'inquinamento" conclude Hewitt.

Alberi con maggiore capacità di migliorare la qualità dell'aria: frassino, ontano, acero, larice, pino scozzese, betulla bianca.

Alberi con minore capacità di migliorare la qualità dell'aria: melo, lauroceraso, olmo, sambuco, ontano grigio, biancospino, nocciolo, agrifoglio, frassino, ciliegio selvatico


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