Se con troppo smog: un bambino su due corre maggiori rischi di malattia... con effetti tossici e cancerogeni causati dalle polveri... come siamo messi a Caselle?

Il titolo del messaggio di oggi: "Se con troppo smog: un bambino su due corre maggiori rischi di malattia... con effetti tossici e cancerogeni causati dalle polveri... come siamo messi a Caselle?" è un titolo che è un estratto di un articolo, ieri pubblicato, su Repubblica a titolo: "Torino, troppo smog: un bambino su due corre maggiori rischi di malattia" con questo sotto titolo: "La ricerca del'Università sui ragazzi di tre scuole elementari torinesi: effetti tossici e cancerogeni causati dalle polveri".
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Un bimbo torinese su due potrebbe avere una maggiore predisposizione ad ammalarsi per colpa dell'inquinamento, che è responsabile di mutazioni della catena del dna. Lo sostine lo studio “Mapec life” realizzato dall'Università di Torino insieme con altri atenei italiani su un campione di 1200 bambini tra gli sei e gli otto anni che vivono, oltre che nel capoluogo piemontese, a Brescia, Perugia, Pisa e Lecce. "Non vogliamo creare apprensione nella cittadinanza, ma abbiamo fatto un lavoro per capire gli effetti dello smog sul sistema biologico dei bambini", chiarisce Giorgio Gilli, ordinario di Igiene e tra i responsabili del progetto che è stato finanziato dalla Commissione Europea.
La ricerca si è concentrata sugli effetti degli inquinanti sul corredo genetico di 220 bambini di tre elementari torinesi, la Tommaseo, la Ilaria Alpi e la Gobetti. A Torino il 53 percento dei campioni prelevati dalla bocca degli studenti presentava almeno un micronucleo, cioè un indicatore di una mutazione al Dna: "Le analisi mostrano la capacità dei Pm 0,5 di indurre effetti tossici, mutageni e cancerogeni. L'effetto biologico precoce è legato alla stagione in cui vengono fatti i prelievi, in inverno più che in primavera", racconta Elisabetta Carraro, docente e responsabile dell'unità di ricerca torinese.
Oltre al prelievo di mucosa dalla bocca con uno spazzolino, lo studio ha anche misurato la concentrazione di inquinanti nei cortili delle scuole, mettendoli a confronto con quelli delle centraline dell'Arpa, ma se a Brescia le polveri respirate hanno una maggiore tossicità, a Torino si registra il picco di “mutagenicità”: "I dati vanno interpretati con cautela, considerando l’elevata variabilità del fenomeno, registrato in una stagione con un alto livello di inquinanti dispersi nell’aria". Le analisi continueranno per capire se le trasformazioni siano causate solo dagli inquinanti o anche da altri fattori: "Noi non abbiamo analizzato i danni che possono esserci alla salute perché le patologie possono insorgere solo dopo anni – aggiunge Gilli – Queste informazioni possono essere utili anche per ciascuno di noi per capire come cambiare stile di vita". Molta attività fisica e non essere sovrappeso possono evitare lo sviluppo delle malattie legate all'inquinamento, sostengono gli esperti: "Il nostro lavoro però – dice ancora il docente – Può dire ai decisori politici come intervenire sulle politiche ambientali".
Alla presentazione di ieri è intervenuta infatti anche l'assessore all'ambiente della Città di Torino, Stefania Giannuzzi: "I risultati di questo progetto saranno presi in considerazione e valutati dall'amministrazione – assicura – Uno dei nostri compiti è proteggere le fasce più deboli, tra cui i bambini dagli effetti negativi dell'inquinamento". L'assessora
è intervenuta anche sul problema smog delle scorse settimane: "Ora abbiamo preso misure emergenziali come il blocco degli Euro3, ma vogliamo mettere in piedi anche politiche di lungo periodo. In questo però devo dire che serve un cambio di mentalità – ribadisce – Un cittadino mi ha scritto lamentandosi che col blocco non poteva portare il nipote a scuola in macchina, senza considerare che espone il nipote a questi problemi di cui si parla oggi".
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Da decenni lo sanno che in questo periodo lo smog aumenta e quindi più volte in questo ultimo mese ho riportato articoli relativi allo SMOG e dell'inquinamento dell'aria in generale, sul quale argomento anche oggi... sia l'Arena che il Corriere dedicano degli articoli.
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Far credere di risolvere un problema senza adeguati interventi strutturali, come sempre, è mettere la cipria sulla ferita... cosi si nasconde il problema, senza però risolverlo.
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Se nell'intorno di Caselle fossero creati dei boschi di pianura - come stanno facendo nel Veneto Orientale i soci aderenti alla A.F.P. - Associazione Forestale di Pianura probabilmente probabilmente la qualità dell'aria potrebbe migliorare, ma per ottenere risultati concreti servono interventi sulle fonti d'inquinamento, quali Autostrade, Tangenziali e Aeroporto.
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I 35 boschi gestiti dall’Associazione sono costituiti per il 40% da fustaie mature, testimonianza degli ultimi relitti dell’antica foresta della Serenissima e per il 60% da recenti impianti localizzati in aree agrarie derivanti dagli antichi siti forestali ora riportati alla loro vocazione originaria. Le tipologie più frequenti sono il Querco-carpineto planiziale e le formazioni litorali, caratterizzate da rimboschimenti di pino marittimo e nero consociati con leccio, pioppo e salice. Il Piano di Gestione Forestale predisposto nel 2003 comprende una superficie di 296 ettari, concentrati principalmente nel bosco Bandiziol-Prassaccon (Comune di San Stino di Livenza) che, con i suoi 118 ettari, si conferma fra le prime foreste planiziali per estensione della Pianura Padana. Negli ultimi anni sono stati censiti o messi a dimora ulteriori 40 ettari di foresta, portando quindi la superficie totale dell’Associazione  ben oltre i 300 ettari.
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Esisterebbe un modo diverso per poter... vivere meglio a Caselle?Certo... ad esempio, andare ad abitare a... Costermano sul Garda.
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