Se un esponente del PD di Verona sostiene questo: "AEROPORTO CATULLO ANCORA FERMO AL CHECK-IN"... cosa potrebbero sostenere gli esponenti del PD di Sommacampagna, in merito a quanto sta accadendo all'Aeroporto Catullo e quindi sul nostro territorio?

Avevo promesso che sarei tornato ad occuparmi delle Manifestazioni d'Interesse per il Piano degli Interventi, ma non trovo il tempo di farlo e quindi rinvio il tutto alla prossima settimana e visto che domani dovrebbe uscire un articolo di Villafranca Week sull'Aeroporto Catullo (visto l'intervista telefonica che ho avuto con un loro giornalista tre giorni fa) oggi evidenziamo degli articoli su questo argomento.
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Se oggi scrivo in merito all'Aeroporto Catullo e anche perchè l'altro ieri sulla pagina Facebook di Michele Bertucco - noto esponente del Partito Democratico di Verona - ho letto un suo intervento a titolo: "AEROPORTO CATULLO ANCORA FERMO AL CHECK-IN" con questo testo.
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Il matrimonio semiclandestino (quasi una fuitina) con Save, avvenuto attraverso una specie di “scalata pilotata” anziché mediante gara europea, avrebbe dovuto far decollare il nostro aeroporto per una gioiosa luna di miele destinata a durare a lungo: bilanci in positivo già dal 2014, decine di milioni di euro investimenti, 4 milioni di passeggeri entro il 2017... A rompere l’idillio, riportando tutti con i piedi per terra, non sono i soliti cattivoni dell’opposizione del Pd, ma una dettagliata relazione di monitoraggio redatta dagli uffici comunali in data 26 maggio 2016, controfirmata dagli assessori competenti, che disegna un quadro ben diverso da quanto ci è stato fino ad oggi raccontato, e dalla quale emergono molte delle criticità da noi segnalate in questi mesi. Partiamo dalla programmazione: sulla mancanza del Piano Industriale avevamo insistito a febbraio e a maggio, quando per questo motivo saltò un consiglio comunale. Ebbene, prendiamo atto che ancora al 26 maggio 2016 il Piano Industriale è sconosciuto agli stessi uffici comunali. Non solo: è impossibile procurarsi copia anche del Piano di Sviluppo, tanto è vero che gli uffici comunali sono stati costretti a basarsi su fonti di seconda mano, come i verbali dell’assemblea dei soci e la relazione generale pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente. Cosa dice il Piano di Sviluppo? In breve, dice che dal 2014 al 2030, con tappe intermedie nel 2020 e nel 2025, ci sarà un impetuoso sviluppo del traffico passeggeri su Verona (oggi fermo a 2,8 milioni di passeggeri, meno della metà del suo potenziale) basato soprattutto sulla crescita del traffico “low cost” mentre per le componenti “linea” e “charter” l’obbiettivo è soltanto quello del consolidamento. Le infrastrutture aeroportuali attuali diventeranno presto insufficienti a contenere tale sviluppo tanto da rendere necessario un imponente piano di investimenti da ben 134 milioni di euro (156 milioni contando anche le opere imputate ad Enac). Ma da dove verranno questi fiumi di denaro? Qui casca l’asino: secondo il Piano Industriale, già tra il 2016 al 2019 dovrebbero essere investiti quasi 64 milioni di euro, interamente autofinanziati. Rilevano però gli uffici: “In attesa di ricevere copia del documento si ritiene opportuno chiedere le modalità di finanziamento previste, tenuto conto che l’operazione Save Spa ha portato nelle casse della società un importo inferiore alle preventivate necessità finanziarie”. Infatti dal consolidato 2015 balza risulta evidente come i capitali portati da Save siano stati impiegati per ripianare i debiti con le banche, passati dai 25 milioni di euro del 2014 ai 500 mila euro del bilancio 2015. Sotto il profilo degli investimenti finora (cioè dal 2014 ad oggi) eseguiti, si evidenzia soltanto il potenziamento delle strutture commerciali unitamente a pochi altri interventi propedeutici al potenziamento delle infrastrutture, mentre i lavori di maggiore peso vengono rimandati ad un futuro imprecisato da qui al 2030. Gli uffici annotano: “Tali interventi di riqualifica strutturale sono ad oggi indispensabili in luogo degli interventi manutentivi superficiali finora eseguiti”. Ma i bilanci cosa dicono? Altra nota dolente: il Piano Industriale prevedeva un attivo già nel 2014, che invece ha chiuso con quasi 9 milioni di buco. Il miracolo sembrava essere stato raggiunto col bilancio consolidato 2015 che riporta un utile di 100 mila euro, ma è solo un effetto ottico in quanto nella colonna “avere” sono stati contabilizzati ben 3,6 milioni di non meglio precisate “imposte anticipate”. In assenza di questa posta non ordinaria il bilancio sarebbe stato in negativo (per il nono anno consecutivo!!!) di oltre 3 milioni. Appuntano gli uffici: “La rilevazione delle imposte anticipate per oltre 3,6 milioni di euro, che ha permesso l’inversione del risultato economico d’esercizio da negativo a positivo – scrivono – si fondano sui redditi imponibili che si presume potranno generarsi nei prossimi 5 esercizi sulla base del Piano Industriale”. Dove l’avevamo già vista un’operazione del genere? Alla Fondazione Arena? In breve, tutto l’impianto del Piano Industriale del Catullo si fonda sulla sua segretezza. In assenza di dati dichiarati è come giocare al gioco delle tre carte in quanto diventa impossibile verificare la bontà degli interventi ma ci sono ormai numerosissimi segnali di dubbio e perplessità che vanno chiariti. L’unica certezza sono i 50 lavoratori licenziati e la riduzione dei costi di gestione. Contemporaneamente però sono diminuiti anche i ricavi. Concludono gli uffici: “Considerato che il Piano Industriale interessa anche l’esercizio 2015 si ritiene necessario assumere le informazioni atte a verificare la congruità degli investimenti effettuati nell’esercizio rispetto a quelli previsti ed a valutare eventuali scostamenti”. La stessa cortina fumogena avvolge anche la richiesta di azione di responsabilità verso i precedenti amministratori: dopo ben 4 pareri legali la questione è uscita dal radar del consiglio di amministrazione e non se ne sa più nulla...
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E dopo questo intervento di Michele Bertucco, sui giornali, sono usciti questi articoli.
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Se un esponente del PD di Verona sostiene questo: "AEROPORTO CATULLO ANCORA FERMO AL CHECK-IN"... cosa potrebbero sostenere gli esponenti del PD di Sommacampagna, in merito a quanto sta accadendo all'Aeroporto Catullo e quindi sapere cosa ne pensano in merito a quello che sta accadendo e che accadrà sul nostro territorio?
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AGGIORNAMENTO DELLE ORE 12:14
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Visto che da qualche parte i soldi per ampliare l'Aeroporto Catullo... i "Catulliani" li devono andare a prendere... a quanto pare hanno deciso di chiederli ai Passeggeri, visto che sul sito web dell'A.R.T. - Autorità di Regolazione dei Trasporti ieri hanno pubblicato questo Comunicato Stampa: "Aeroporto di Verona: avviso di intervenuta notifica di avvio della consultazione degli utenti per la modifica dei diritti aeroportuali".
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L’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) avvisa che la Società “Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A.” (Valerio Catullo), affidataria in concessione della gestione dell’aeroporto di Verona-Villafranca, ha notificato l’apertura della Procedura di Consultazione degli Utenti, avente ad oggetto la proposta di aggiornamento del livello dei diritti aeroportuali, da applicarsi nel periodo tariffario 2016/2019, indicando di aver programmato l’avvio della procedura medesima per il giorno 24 giugno 2016. La Società Valerio Catullo ha presentato all’ART il documento di consultazione che sarà dalla stessa messo a disposizione degli utenti aeroportuali in lingua italiana ed inglese. La Società Valerio Catullo provvederà, pertanto, a dare formale comunicazione agli utenti ed alle loro associazioni dell’apertura della consultazione, delle modalità di accesso al documento di consultazione che il gestore è tenuto a presentare a supporto della proposta di revisione dei diritti aeroportuali, nonché delle modalità con le quali gli utenti potranno chiedere chiarimenti e precisazioni nel periodo temporale intercorrente tra l’apertura della consultazione e lo svolgimento dell’audizione pubblica, programmata per il giorno 25 luglio 2016. L’Autorità si riserva di partecipare alla suddetta audizione pubblica con propri rappresentanti. Quella dell’ “Aeroporto Valerio Catullo di Verona-Villafranca” è la dodicesima società di gestione in Italia ad aver attivato la procedura di revisione dei diritti aeroporti, sulla base dei Modelli fissati da ART. Attualmente le procedure di revisione dei diritti aeroportuali concluse sono undici: Pisa, Palermo, Firenze, Genova, Bologna, Cagliari, Olbia, Catania, Napoli, Torino e Trieste. In media tali revisioni sono state realizzate in un tempo record di soli 95 giorni, grazie al nuovo modello regolatorio dell’ART che prevede la determinazione negoziata dei diritti aeroportuali tra gestori e vettori e la conclusione di accordi sui livelli di servizio («Service Level Agreement»). Questo risultato dimostra la validità e l’efficacia di tali Modelli di regolazione ART, conformi a quanto stabilito dalla Direttiva europea 2009/12/CE, e tali da consentire ai gestori di operare in un quadro regolatorio certo nei tempi e nelle procedure, con significativi miglioramenti nella pianificazione finanziaria degli investimenti finalizzati alla realizzazione di nuovi progetti di sviluppo industriale.

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