Secondo me... se invece di spendere 120.000 euro per far viaggiare gratis la gente sugli autobus... li spendessero per piantare 120.000 euro di alberi - lungo le autostrade in particolare - gli alberi potrebbero "contenere" le polveri autostradali che c'inquinano.

Secondo me... se invece di spendere 120.000 euro per far viaggiare gratis la gente sugli autobus... li spendessero per piantare 120.000 euro di alberi - lungo le autostrade in particolare - gli alberi potrebbero "contenere" le polveri autostradali che c'inquinano?
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Oggi esprimo questa mia personale considerazione dopo aver letto che, far viaggiare gratis per due fine settimana le persone sugli autobus costerebbe all'ATV 120.000 euro, come viene riportato in questi articoli dell'Arena con sopra titolo: "EMERGENZA INQUINAMENTO. Dopo la provincia, anche il Comune dà l'okay con il sindaco Tosi all'iniziativa straordinaria a fronte di 20 giorni sempre oltre i limiti di legge" con titolo: "Smog, bus gratis sabato e domenica" e sotto titolo: "Invito ai veronesi a non usare l'auto. L'esperimento sarà ripetuto il 26 e 27 dicembre. Per Atv un costo di 120 mila euro".
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Dato che nemmeno oggi ho tempo di scrivere molto su www.vivicaselle.eu vi riporto 10 post di ViViCaselle già pubblicati tra il 3 Marzo 2007 (quando ho aperto il blog) e il 12 Maggio 2007
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sabato 3 marzo 2007
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domenica 4 marzo 2007
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giovedì 8 marzo 2007 
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giovedì 8 marzo 2007 
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giovedì 8 marzo 2007 
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giovedì 8 marzo 2007 
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giovedì 8 marzo 2007 
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sabato 17 marzo 2007 
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giovedì 22 marzo 2007 
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sabato 12 maggio 2007 
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O sono io che sono avanti... 
o sono gli altri che sono indietro... 
ma a quanto pare... dal 2007 a oggi 
non mi sembra sia cambiato nulla.
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Dopo aver ricordato i post che avevo pubblicato nel 2007, torniamo all'ieri con un articolo pubblicato su Verona In a titolo: "Inquinamento dell’aria: cerchiamo soluzioni durature", con questo testo:
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Fanno una grande impressione le immagini della Pianura Padana avvolta da un fitto velo di polveri sottili. Pensare che siamo fra le cinque zone più inquinate del mondo e che ogni giorno respiriamo a pieni polmoni questi veleni, noi e i nostri figli, fa paura. E le misure adottate dall’amministrazione cittadina per rimediare sembrano veramente infime rispetto alla vastità del fenomeno. Moderare il riscaldamento delle nostre case, chiudere il centro al traffico per qualche giornata non servirà di certo a rendere l’aria accettabile e fa una gran rabbia sapere che in altri posti dove questo problema si è già manifestato (nientemeno che la Ruhr in Germania) si sono adottate misure efficaci che noi nemmeno ci sogniamo.
Il fatto è che per avere risultati validi bisognerebbe cambiare radicalmente le politiche cittadine, agire sui grandi attrattori di traffico, supermercati, scuole, luoghi di lavoro, mentre finora si lavora in senso opposto. Le strade che portano ai grandi centri commerciali sono perennemente intasate, perché in questi posti si viene a far la spesa solo in auto e con una frequenza esagerata, anche solo per comprare pochi oggetti; nei quartieri non ci sono più negozi o mercatini raggiungibili facilmente a piedi anche dagli anziani, perciò si parte per l’ipermercato anche per un pacco di biscotti. Se in ogni quartiere si facessero più negozi di vicinato, anche riuniti in piccole zone commerciali, il traffico calerebbe sensibilmente e si creerebbe lavoro. Mi chiedo come diventerà l’area di Verona Sud dopo l’apertura di tutti i centri commerciali previsti, tenendo conto che la situazione è già critica ora.
Anche le scuole di ogni ordine e grado attraggono molto traffico, vuoi perché le superiori sono concentrate in pochi luoghi che richiamano ragazzi da tutta la provincia, vuoi perché i genitori accompagnano i loro figli in auto anche se abitano a pochi passi da scuola. Se mettessimo in ogni quartiere una sezione distaccata dei vari licei e istituti ogni ragazzo potrebbe stare nel proprio quartiere spostandosi a piedi o in bicicletta. Si dovrebbe individuare una sede comune per alcune scuole e portarci alcune classi del liceo classico, alcune dello scientifico, alcune di altri indirizzi educativi. Si potrebbero anche spostare gli orari di entrata e di uscita: invece di iniziare tutti alle otto alcune scuole potrebbero iniziare alle otto e mezza, in maniera da non creare code. Per i bambini più piccoli invece bisognerebbe puntare molto su programmi educativi come Pedibus, che purtroppo è poco esteso, o offrire incentivi come degli sconti in mensa o sul materiale scolastico.
Anche riguardo ai luoghi di lavoro si potrebbero cercare delle soluzioni: incentivare coloro che utilizzano i mezzi pubblici o riempiono una sola auto; cercare di avvicinare il luogo di lavoro all’abitazione. Lavorare vicino a casa non deve più essere considerato un lusso ma una necessità che porta beneficio a tutti. Perché non agevolare, quando si può, coloro che richiedono un avvicinamento? Mi vengono in mente alcune colleghe insegnanti che la mattina fanno quasi un’ora di auto per attraversare la città e andare a lavorare; chiederebbero volentieri l’avvicinamento ma hanno poco punteggio e sanno che non l’otterrebbero. Ma se vicino a casa c’è un posto libero perché non favorire lo spostamento, per il bene di tutti?
Dobbiamo cercare soluzioni efficaci e durature per questo problema; i pannicelli caldi servono poco e soprattutto sono limitati ad un brevissimo “adesso”.  E il “domani”?
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E dopo gli articoli di ieri... su come spendere inutilmente 120.000 euro - quando servirebbero interventi strutturali e non dei palliativi - ecco gli articoli di oggi... sia del Corriere di Verona, che quello dell'Arena.

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