Se oggi scriviamo in merito all'Aeroporto: "Valerio Catullo", il miglior inizio è cominciare a leggere la "Posta della Olga" che in questo suo intervento: "Un aeroporto indegno di una città come Verona" cosi scrive: "Un aeroporto che dipende dalla fortuna delle compagnie strasse non può essere che strasso".

Se oggi scriviamo in merito all'Aeroporto: "Valerio Catullo", il miglior inizio è cominciare a leggere la "Posta della Olga" che in questo suo intervento: "Un aeroporto indegno di una città come Verona" cosi scrive: "Un aeroporto che dipende dalla fortuna delle compagnie strasse non può essere che strasso".
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«Mi ha telefonato la Brigitte - scrive la Olga - per dirmi che una sua amica di Francoforte, la Helga, quando con suo marito Trunz viene a Verona e atterra all'aeroporto Catullo, ha sempre l'impressione di aver sbagliato volo e di trovarsi in uno di quei piccoli e disadorni scali dell'Est europeo. Ho chiesto alla Brigitte se fosse solo questo lo scopo della sua telefonata e lei mi ha risposto che voleva dirmi anche che sono pronte le sirése in composta e che se io e il mio Gino volevamo andarcele a prendere, lei e il suo Hans ci sarebbero venuti incontro a Merano».«Le ho risposto che ci saremmo andati in treno per via del blocco delle no-kat ma, già che aveva scominsiàto il discorso sul Catullo, le ho chiesto se fosse vero che il nostro aeroporto gode di così scarse simpatie. Mi ha risposto che lei e il suo Hans non l'hanno mai visto ma che il Trunz e la Helga, che viaggiano spesso, dicono che è indegno di una città come Verona. Le ho risposto che, come ho letto su "L'Arena", dovrebbero partire tra poco i lavori di riqualificazione perché, così com'è, fa schifo anche al ragionier Dolimàn, ma che comunque, al contrario degli aeroporti di Venezia e Bergamo, è in perenne crisi perché per tanto tempo è stato una greppia per i politici e adesso che dovrebbe andare meglio, moltre destinazioni sono per Paesi del nord Africa dove i terroristi fanno scoppiare le bombe e così gli aerei partono vuoti».«E poi ho detto alla Brigitte che le compagnie low cost che portavano i russi che qui, tra l'altro, facevano contrabbando di colbacchi, dopo la svalutazione del rublo, si sono ritirate. La Brigitte mi ha risposto che un aeroporto che dipende dalla fortuna delle compagnie strasse non può essere che strasso, ma poi, cambiando discorso, mi ha detto che a Innsbruck la notizia delle dimissioni di Ginetto D'Agostino da patrón del carnervàl del gnoco ha destato sorpresa e scoramento, soprattutto tra le majorettes. "Anche qui - le ho risposto - ma pare che il carnevàl non sia in pericolo perché un papà del gnoco lo si trova sempre. È l'unica istituzione che funziona a Verona, ci sia o no Ginetto».
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Evidenziato quello che la Olga ha scritto sull'Arena, ora riportiamo gli articoli oggi pubblicati sull'Arena a partire dall'articolo a titolo: "Catullo, scontro sui dati. Il Pd: «Il rilancio non c'è»" con sopra titolo: "L'AEROPORTO. Secondo uno studio comparativo sul traffico del Nord Italia, Villafranca stenta a essere competitivo" e sotto titolo: "«Dal 2007 calo di 735mila passeggeri, tendenza negativa rispetto agli altri scali dell'area» La replica: «Ora c'è solidità per fondare la crescita»".
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Un calo di 735mila passeggeri, nel 2014, rispetto ai tre milioni e mezzo del 2007 in cui si registrò il picco maggiore dal 1998 al 2015. Un periodo, quest'ultimo, in cui la quota di mercato rispetto agli altri scali di Venezia, Bergamo, Treviso, Brescia e Bologna, si è ridotta di oltre il 61 per cento, di cui il 20 perso fra 2012 e 2015. Sono dati sul traffico dell'aeroporto Catullo di Verona-Villafranca forniti da Vincenzo D'Arienzo e Michele Bertucco, rispettivamente deputato del Pd e capogruppo del Pd in Comune. Autori di uno studio sull'evoluzione del traffico passeggeri nel contesto competitivo del Nord Italia, realizzato con fonti www.assaeroporti.com e www.assaereo.it.Il Pd fornisce dati e considerazioni politiche, anche con riferimento al piano di rilancio del Catullo il quale, secondo il Pd, «ha obiettivi che appaiono del tutto irrealistici». Il presidente del Catullo Paolo Arena, però, che un mese fa ha illustrato il progetto della nuova aerostazione di Villafranca per sviluppare il traffico da e per il Catullo, replica: «Le preoccupazioni espresse dal Pd non tengono conto del miglioramento oggettivo del conto economico e della situazione finanziaria di Catullo Spa, oggi risanata e solida. La solidità economica della società era un obiettivo imprescindibile su cui fondare la crescita». D'Arienzo e Bertucco, dati ufficiali alla mano, mostrano che nel 1998 i passeggeri all'aeroporto di Venezia erano 1,8 volte quelli del Catullo; quelli di Treviso 0,1 volte, quelli di Bologna una volta e mezza e quelli di Bergamo 0,3. La stima nel 2015 dice che «Venezia avrà 3,3 volte quelli del Catullo, Treviso una, Bologna 2,6 e Bergamo 4,6 volte». Il Pd rileva che «le tendenze negative verranno confermate, alla fine dell'anno i passeggeri in meno rispetto al 2007 rischiano di diventare 967mila. La quota di mercato detenuta nell'ambito del bacino di aeroporti considerato è crollata, per Verona, dal 16 per cento del 2007 al 10 del 2014 e rischia di ridursi a un misero 8 per cento a fine 2015. Le stime del 2015, dunque, dicono che in termini economici e occupazionali, considerando anche l'indotto che beneficia del traffico aereo, questi numeri significano una perdita stimabile in circa 400 milioni e di 750 poisti di lavoro. Un disastro». Il dossier evidenzia che tra 1998 e 2015 il traffico all'interno del bacino considerato è aumentato, in media, di 1,3 milioni di passeggeri all'anno. Bergamo ne ha conquistati in media 583mila all'anno, Venezia 309mila, Bologna 209mila, Treviso 134mila, mentre Verona 44mila. «Scomponendo ulteriormente il dato scopriamo che fino al 2007 Verona riusciva ad attrarre in media 188mila passeggeri l'anno», precisano D'Arienzo e Bertucco, «dal 2008 a oggi, invece, ne perde 120mila. Mentre Treviso, Bergamo e Venezia si organizzavano e lavoravano seriamente, Verona restata incantata ad ascoltare le favole rassicuranti raccontate da Tosi, Bortolazzi e Arena». Il Pd giudica però irrealistiche le previsione di crescita dei Catullo espresse dai vertici dell'aeroporto veronese, diventato parte del grande polo aeroportuale del Nord con gli scali di Venezia e di Treviso, gestiti dalla Save di Enrico Marchi, proprietario per il 40,3 per cento del Catullo e dello scalo bresciano di Montichiari, mentre Aerogest (soci veronesi e Trento) ha il 47. E la società ha un piano di rilancio con investimenti di 66 milioni.«Le recenti dichiarazioni della Catullo dicono di 4 milioni di passeggeri su Verona entro il 2018», dice il Pd, «ma a meno di eventi straordinari oggi imprevedibili queste previsioni non sembrano realistiche in quanto ci sarà da recuperare un divario di circa 1,5 milioni di passeggeri in tre anni, con una media costante di circa mezzo milione all'anno. Adesso partiranno i nuovi voli di Ryanair e Volotea, ma ci vorrà tempo per risalire». Ma che cosa serve per ripartire? «Il piano di rilancio è di 66 milioni, ma dal 2000 a oggi ne sono stati spesi 40 infrastrutture, il che non basta. Servono soprattutto nuovi collegamenti a supporto dello sviluppo del territorio, così come prevedono, tra l'altro, gli atti di affidamento della concessione quarantennale stipulati fra ministeri, Enac e Catullo spa. Su questo il gruppo consiliare del Pd chiederà la convocazione di una commissione consiliare comunale urgente».
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Sulla stessa pagina che contiene l'articolo della denuncia del PD c'è anche la replica del Presidente della Catullo SpA in un articolo a titolo: "«In crisi i charter, ma aumenta il traffico legato ai voli di linea»" con sopra titolo: "IL PRESIDENTE. Arena: «Quel segmento risente negativamente degli scenari geopolitici»" e sotto titolo: "«Ryanair è tornata e si vedranno i risultati, inoltre stiamo potenziando il numero d i destinazioni»".

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Un piano di rilancio irrealistico, quelle per l'aeroporto Catullo di Verona-Villafranca, come denuncia il Pd (altro articolo)? «Le preoccupazioni espresse dal Pd non tengono conto del miglioramento oggettivo del conto economico e della situazione finanziaria di Catullo Spa, oggi risanata e solida», dice Paolo Arena, presidente della Catullo Spa. Arena ricorda che il Piano di sviluppo aeroportuale «fissa l'obiettivo di crescita di passeggeri a 4 milioni al 2020 e non al 2018. La crescita di passeggeri sarà basata sia sull'apertura di nuove destinazioni che sul potenziamento delle attuali, con l'aumento delle frequenze: nel 2014 le destinazioni servite da Verona sono state 68, nel 2015 sono 84 (+23%). Lavoriamo per potenziare il numero di destinazioni per riavviare la crescita». Alcune importanti novità, precisa, «si concretizzeranno già ai primi di novembre. Ryanair, una delle compagnie aeree che ha più contribuito alla crescita di aeroporti limitrofi, è tornata a volare da Verona e aprirà il nuovo collegamento per Londra il 4 novembre, che si aggiunge al Palermo e Bruxelles già attivi. A novembre anche Volotea aprirà la sua base al Catullo, con due aerei, consentendo di raggiungere da Verona 9 destinazioni con voli diretti in inverno e 13 in estate; ricordo il nuovo volo per Riga di Air Baltic». Anche la programmazione charter di medio e lungo raggio «sarà potenziata nei prossimi mesi con collegamenti diretti, come per Santo Domingo, Mombasa, Zanzibar, operati da Neos e Meridiana». Il presidente aggiunge: «Le cause oggettive che hanno determinato il calo di passeggeri, adducibili principalmente alla contrazione del segmento del charter, che oggi genera il 20% del traffico. Per capire cosa abbia deteriorato le performance di questo segmento, basta rileggere i giornali dell'ultimo anno, che descrivono le ragioni di natura principalmente geopolitica che lo hanno influenzato negativamente, considerando che le nostre principali operazioni charter sono verso Russia e Nord Africa. Il calo del charter», aggiunge, «si conferma anche a settembre, ma il traffico di linea cresce di nuovo del 2,5%, dimostrando che gli sforzi attuati hanno colmato il gap per la chiusura di AirOne e la riduzione delle operazioni Meridiana». Circa lo sviluppo infrastrutturale approvato da Enac, che prevede 66 milioni di investimento in 5 anni, «ha preso il via il cantiere per ristrutturare la zona airside del Terminal passeggeri, che sarà conclusa a maggio 2016, offrendo ai passeggeri maggiore comfort e servizi. L'aeroporto di Brescia? L'onorevole D'Arienzo ha portato il suo apprezzabile contributo sul Piano nazionale aeroporti, in commissione Trasporti, ma purtroppo il risultato è stato vano». Conclude Arena: «Alle dichiarazioni della Società sono sempre seguiti i fatti: risanamento, individuazione di un solido partner industriale, creazione di un sistema aeroportuale in grado di competere in un mercato globale sono stati i progetti attuati dal 2011. Siamo impegnati nel raggiungere risultati concreti, nella piena consapevolezza che molte criticità sono state superate ma che la sfida è ancora importante. Ma oggi siamo adeguatamente attrezzati per affrontarla»
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E se questi erano gli articoli dell'Arena, evidenziamo anche l'articolo che è stato pubblicato sul Corriere di Verona a titolo: "Oltre 700mila passeggeri persi in otto anni «Catullo, ecco tutti i numeri del declino»" con sotto titolo: "Il Pd: crollata la quota di mercato, impietoso il raffronto con gli aeroporti vicini o concorrenti Perdita stimabile di 400 milioni. Il presidente Arena: ignorano il risanamento della società".
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VERONA Il nostro aeroporto? «Un disastro, in otto anni ha perso 735 mila passeggeri, che rischiano di diventare un milione; si è fatto raggiungere da Treviso, me+ntre Bergamo ha il quadruplo di clienti, Venezia più del triplo, Bologna più del doppio». Michele Bertucco e Vincenzo D’Arienzo sferrano un nuovo, duro attacco alla dirigenza (passata e presente) del Catullo. E lo fanno sulla base di uno studio basato anche sui dati ufficiali di Assoaeroporti. La quota di mercato rispetto agli scali del bacino di riferimento che insiste tra Lombardia orientale, Emilia e Veneto «è crollata – affermano i due esponenti del Pd – dal 16% del 2007 al 10% del 2014 e rischia di scendere ad un misero 8% a fine 2015. In termini economici – aggiungono – considerando anche l’indotto che beneficia del traffico aereo, questo significa una perdita stimabile sui 400 milioni di euro, oltre a quella di 750 posti di lavoro: un autentico disastro». 
Di fronte ad un quadro così deprimente, i due esponenti del Pd si dicono preoccupati «dall’atteggiamento dei vertici e della politica che dimostrano di non avere coscienza della situazione reale. Le dichiarazioni della Valerio Catullo Spa legate alle previsioni di 4 milioni di passeggeri su Verona entro il 2018, - aggiungono - non appaiono realistiche in quanto vi sarà da recuperare un gap di circa 1,5 milioni di passeggeri in tre anni. Ed è ancora meno credibile che nel 2016 la Catullo possa iniziare l’operatività passeggeri presso lo scalo di Montichiari senza che preliminarmente sia sottoscritto un accordo per lo sviluppo commerciale dello scalo Bresciano tra Save, Catullo, Abem e Sacbo». 
Che cosa bisognerebbe fare, allora? Secondo Bertucco e D’Arienzo «è imprescindibile non solo investire in infrastrutture (nel corso degli anni 2000 si sono spesi oltre 40 milioni di euro), ma soprattutto in nuovi collegamenti». Proprio dalla Catullo spa, in serata, la replica del presidente Paolo Arena. Secondo il quale «le preoccupazioni espresse dal Partito democratico non tengono conto del miglioramento oggettivo del conto economico e della situazione finanziaria di Catullo spa, che oggi è risanata e solida. Ricordo – puntualizza Arena rispondendo a una delle critiche - che il Piano di Sviluppo Aeroportuale fissa l’obiettivo di crescita di passeggeri a 4 milioni al 2020 e non al 2018: nel 2014 le destinazioni servite da Verona sono state 68, nel 2015 sono 84 (+23%). Ryanair – elenca poi il presidente - è tornata a volare da Verona e aprirà il nuovo collegamento per Londra il 4 novembre, che si aggiunge al Palermo e Bruxelles già attivi. Sempre a novembre Volotea aprirà la sua base al Catullo, consentendo di raggiungere da Verona 9 destinazioni con voli diretti nella stagione invernale e 13 nella stagione estiva, mentre anche la programmazione charter di medio e lungo raggio sarà potenziata già nei prossimi mesi con collegamenti diretti ad esempio per Santo Domingo, Mombasa, Zanzibar, operati da Neos e Meridiana». 
Quanto al calo di passeggeri, Arena spiega che «è legato principalmente alla contrazione del segmento del charter, che oggi genera il 20% del traffico, e basta rileggere i giornali dell’ultimo anno per capirne i motivi, considerando che le nostre principali operazioni charter sono verso la Russia e il Nord Africa». Quanto allo scalo di Montichiari, Arena ricorda con un filo di malizia che «l’onorevole D’Arienzo ha cercato di portare il suo apprezzabile contributo sul Piano Nazionale degli Aeroporti, all’interno della Commissione Trasporti, purtroppo il risultato è stato vano». 
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E sull'argomento Aeroporto ricordiamo anche l'intervento di VeronaIn nell'articolo a titolo: "Aeroporti, volano tutti in alto, tranne il Catullo" con sotto titolo: "Aumenta il traffico passeggeri negli aeroporti di Treviso, Bergamo, Bologna e Venezia mentre il Catullo è l’unico a a retrocedere nel bacino, con perdita di indotto e posti di lavoro".
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Il capogruppo Pd in Comune Michele Bertucco, che la settimana scorsa aveva svelato il piano industriale lacrime e sangue della Fondazione Arena, a quanto pare ignoto agli stessi sindacati, torna sulla scena con un altro carico da undici. Con il parlamentare Pd Vincenzo D’Arienzo ha illustrato uno studio condotto da entrambi sull’evoluzione del traffico aereo passeggeri nell’area vasta compresa tra i territori di Venezia, Treviso, Verona, Brescia, Bergamo e Bologna. In breve, si tratta di un raffronto tra le performance di lungo periodo (i dati vanno dal 1998 alle stime di chiusura del 2015) dei vari aeroporti.
«Mentre Verona era incantata ad ascoltare le favolette rassicuranti dei vari Tosi, Bortolazzi e Arena, sempre pronti ad incolpare il destino cinico e baro per i risultati deludenti della loro gestione del Catullo – dicono gli esponenti PD – il management degli aeroporti vicini continuava a macinare successi, col risultato che il divario tra lo scalo veronese e i più vicini competitors è raddoppiato a partire da 2008 tanto da apparire, oggi, difficilmente colmabile».
Stando alle stime, entro la fine dell’anno in corso il piccolo (una volta) aeroporto di Treviso, partito nel 1998 con 150 mila passeggeri a fronte del milione e 800 mila del Catullo, raggiungerà la stessa quota di mercato di Verona: l’8% con 2,5 milioni di passeggeri circa. Il divario con Bergamo, che nel 2007 aveva un traffico passeggeri poco più grande di una volta e mezza quello di Verona, è duplicato, superando le 3,2 volte alla fine del 2014. Per fine anno Bergamo punta a superare la soglia dei 10 milioni di passeggeri. Duplicato, nello stesso periodo, anche il divario con lo scalo bolognese che punta a chiudere il 2015 con 6,7 milioni di passeggeri. Va forte, ma meno degli anni scorsi, la crescita di Venezia, che comunque raggiungerà gli 8,5 milioni di passeggeri alla fine dell’anno.
Insomma, fatta eccezione per lo scalo di Brescia, il cui elettroencefalogramma è piatto da sempre (e forse non è un caso: è gestito dalla Catullo), l’unico aeroporto del bacino a retrocedere è proprio Verona. Dal 2007 (anno del massimo storico con 3,5 milioni di passeggeri) ad oggi, lo scalo scaligero ha perso 735 mila passeggeri che, di qui a dicembre, se le stime risulteranno corrette, rischiano di diventare quasi un milione (967 mila). La perdita stimata per l’insieme dell’indotto (aeroporto, alberghi, musei ecc.), stando ad uno studio della stessa Catullo Spa di qualche anno fa, è di circa 40 milioni di euro. L’impatto sull’occupazione, sempre considerando anche l’indotto, è di 600-700 posti di lavoro in meno.
Ma che cosa è accaduto? In breve, sostengono gli esponenti Pd, è successo che di errore in errore, di spreco in spreco, di inefficienza in inefficienza, la capacità del Catullo di attrarre clienti si è ridotta ai minimi termini: se nel periodo 1999-2015 il traffico passeggeri, all’interno del bacino considerato, è aumentato in media di 1,3 milioni passeggeri all’anno, Verona ha saputo attrarne soltanto 44 mila all’anno. Il dato più impressionante discende però da un’ulteriore scomposizione: fino al 2007 Verona riusciva ancora ad attirare 188 mila passeggeri all’anno, dal 2008 ad oggi, invece, ne perde in media 120 mila all’anno…
Oltre agli errori di gestione, il Pd incolpa anche la politica “isolazionista” dell’amministrazione che avrebbe fatto perdere di centralità Verona nell’area vasta del Garda, tra le provincie di Brescia, Trento e Mantova che avrebbero dovuto prendere il Catullo come aeroporto di riferimento. «La verità è che gli stessi veronesi si sobbarcano di costi aggiuntivi per usufruire degli migliori collegamenti offerti dagli aeroporti vicini» dicono Bertucco e D’Arienzo.
Ed ecco spiegati anche i dubbi sul piano di rilancio di Save (di cui filtrano notizie sulla stampa specializzata ma di ufficiale non c’è ancora niente): «L’obbiettivo di 4 milioni di passeggeri su Verona entro il 2018 di cui si parla non è reale perché, a meno di eventi straordinari ad oggi imprevedibili, vuol dire recuperare un gap di circa 1.500.000 passeggeri in tre anni con una media costante di circa 500.000 passeggeri/anno, una performace che il Catullo ha raggiunto solo due volte nella sua storia, in anni buoni e in presenza di una concorrenza non ancora così agguerrita. Bisogna contare poi – concludono – che Save dovrà dedicarsi parecchio a Venezia il cui piano di sviluppo concordato con Enac la obbliga a trovare 260 mila passeggeri all’anno, e se dovrà scegliere se puntare su Venezia o su Verona non abbiamo il minimo dubbio che sceglierà la prima».
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Dato che oggi non ho tempo di commentare tutti questi articoli, ma visto che il Presidente dell'Aeroporto Catullo ha citato Ryanair, posso concludere con una news si Avionews di ieri a titolo: "Truffa e falso: indagato Domenico Di Paola, ex-au di Aeroporti di Puglia" con sotto titolo: "Bari, Italia - Continua l'indagine legata ai presunti finanziamenti a Ryanair".

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