Ieri - da un prezioso segnalatore di informazioni per ViViCaselle - mi arriva una mail con questo oggetto: "questa non la sapevo!" con questo breve testo: "Comunicato Stampa - Authority appalti - Conclusa indagine sulle gestioni aeroportuali: concessioni rilasciate senza procedure di gara per 40 anni. Sub concessioni affidate in violazione del Codice dei contratti".

Premesso che tutte le informazioni che pubblico su www.vivicaselle.eu NON sono il risultato di sole mie ricerche, perchè spesso ricevo delle mail con notizie e "link" da diverse fonti che mi sono di aiuto e oggi, per prima cosa e prima di scrivere, approfitto per ringraziare tutti quelli che in questi anni mi hanno aiutato e che continuano ancora ad aiutarmi via mail e ultimamente anche dagli "Amici" di Facebook.
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L'ultimo esempio di notizia che ho ricevuto, è stato ieri, quando - da un prezioso segnalatore di informazioni per ViViCaselle che quotidianamente mi scrive - mi arriva una mail con questo oggetto: "questa non la sapevo!" con questo breve testo: "Comunicato Stampa - Authority appalti - Conclusa indagine sulle gestioni aeroportuali: concessioni rilasciate senza procedure di gara per 40 anni. Sub concessioni affidate in violazione del Codice dei contratti" con relativo Indirizzo web dove scaricare il testo.
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L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp) ha effettuato una indagine per verificare la qualificazione giuridica dei gestori aeroportuali ed accertare se sono soggetti alle norme del Codice dei Contratti Pubblici. 
L’indagine è stata effettuata su un campione rappresentativo (vedi tabella allegata) compresi tutti quei soggetti che gestiscono gli aeroporti con un traffico di passeggeri superiore ai 3 milioni all’anno.
Secondo lo studio dell’Avcp, tutti i 19 gestori di aeroporti nazionali monitorati rientrano a vario titolo, in base alla loro natura giuridica individuata, nell’applicazione del Codice dei contratti. 
La gran parte delle concessioni di gestione aeroportuale – ha rilevato l’Avcp -  sono state rilasciate per un periodo di 40 anni, senza ricorrere a procedure concorsuali, come sarebbe previsto dalla legge. I gestori aeroportuali, infine, nell’affidamento delle sub concessioni non espletano procedure ad evidenza pubblica, come invece è previsto dal Codice dei Contratti e dalla normativa di settore. 
Roma, 19 dicembre 2013
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Allegato al Comunicato Stampa c'era anche un documento di 30 pagine dal titolo: "LA GESTIONE AEROPORTUALE", che oggi non ho tempo di leggere, ma che credo vista anche da altri assidui lettori di ViViCaselle, potrò poi ricevere analisi e adeguate considerazioni. 
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Nel Comunicato Stampa dell'ANAC - Autorità Nazionale Anticorruzione, era stata riprodotta anche una tabella delle Società di Gestione sotto indagine delle quali evidenzio la società che gestisce l'Aeroporto di Verona, (ormai di fatto controllata da SAVE SpA) l'Aeroporto di Venezia (Della SAVE SPA che ha acquisito delle quote della Catullo SpA) e dell'Aeroporto di Bergamo (per guerra in corso con l'Aeroporto di Verona per la questione Aeroporto di Brescia).
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Visto quanto ricevuto ieri, oggi avrei scritto qualcosa in merito a questa notizia, ma visto che qui sopra sono citati gli Aeroporti di Brescia, Bergamo, Verona e di Venezia, evidenziamo anche quanto è stato pubblicato oggi sull'Arena a titolo: "Aeroporti, pace con Brescia ma Bergamo resta contraria" con sopra titolo: "BRACCIO DI FERRO. La gestione dello scalo di Montichiari, proprietà Catullo, al centro di un contenzioso infinito", sottotitolo: "Il Consiglio di Stato deve decidere sulla concessione. Lettera di intenti con i bresciani per una partnership però Orio al Serio rifiuta" e questo testo:
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Una pace sul filo di lana. Ma è ancora una pace a metà: la Catullo insieme al socio forte Save ha firmato una lettera d'intenti con Abem, la società bresciana che si era opposta al rilascio della concessione di Montichiari in capo al Catullo, per gestire assieme lo scalo. Resta in piedi però il ricorso presentato da Sacbo, la società che gestisce Orio al Serio e i bergamaschi non hanno alcuna intenzione di scendere ad accordi pacifici. Pertanto ieri il Consiglio di Stato si è riunito per decidere nel merito il futuro di Montichiari e la sentenza è attesa per i prossimi giorni. Sacbo e Abem avevano impugnato il rilascio della concessione da parte del Governo in capo alla Catullo e il Tar di Brescia diede loro ragione annullando il titolo concessorio. La Catullo ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, con l'appoggio anche del Governo perché se verrà confermato il pronunciamento del Tar, le concessioni aeroportuali andranno messe a gara europea: una svolta epocale per tutto il settore aeronautico.
Ieri quindi il Consiglio di Stato ha preso in esame la questione che resta in piedi solo per la parte di Sacbo e non più di Abem. Con la lettera d'intenti, firmata da Catullo spa, Aerogest srl, Save spa e Abem spa (società partecipata da Camera di commercio di Brescia, Associazione Industriale Bresciana, Comune di Brescia e altri azionisti istituzionali) si esprime infatti la volontà di realizzare entro il 30 settembre una partnership per la gestione dell'aeroporto di Brescia Montichiari. La partnership sarà costituita per l'80% da Catullo e per il 20% da Abem. «Abem, con la sottoscrizione dell'accordo, si è impegnata a rinunciare immediatamente alle azioni legali intraprese – ed allo stato pendenti avanti il Consiglio di Stato - per ottenere l'annullamento del decreto di concessione alla Catullo della gestione di Montichiari».
Soddisfatti sia il presidente di Abem Giuliano Campana («le prospettive sono buone») sia il presidente di Catullo Paolo Arena: «È un risultato importante per lo sviluppo dell'aeroporto di Brescia, tracciando un solco netto rispetto al passato e consentendo alla società di concentrarsi solo su progetti di crescita».
E il presidente di Save, Enrico Marchi, ritiene che «l'accordo di partnership con Abem favorirà lo sviluppo sia del traffico cargo che del traffico passeggeri all'aeroporto di Brescia, strategico all'interno del Polo, e che darà finalmente concreto avvio all'attività di Montichiari». Insomma, dicono Arena e Marchi, la volontà di sviluppare gli scali c'è ma servono anche i giusti atteggiamenti.
Resta invece ancora in piedi la contestazione da parte di Sacbo che non molla: la società che gestisce Orio al Serio vorrebbe entrare nella gestione di Montichiari ma la Catullo chiede che si tenga presente che finora i veronesi si sono sempre accollati le perdite di questo scalo e la gestione significa sostenere anche questi oneri.
Con Sacbo una soluzione di partnership sembrava a portata di mano nei mesi scorsi ma poi la decisione dei bergamaschi di chiudere da soli il contratto con Dhl, che era uno dei temi al centro del possibile accordo, aveva bloccato tutto. Ieri sera Sacbo ha diffuso una nota per ribadire il suo no: prende atto dell'azione comune per costituire una partnership ma a questo proposito «ritiene che siano stati elusi i propositi espressi dal presidente di Enac, Vito Riggio, volti a creare le condizioni per una collaborazione che includesse la società di gestione dell'aeroporto di Bergamo nel progetto di sviluppo dell'aeroporto di Montichiari». Sacbo quindi auspica che «Enac prenda posizione e proceda alla convocazione dei soggetti territorialmente interessati al futuro dello scalo bresciano, dei quali ritiene di fare parte» e nel contempo attende con fiducia il pronunciamento del Consiglio di Stato in merito al ricorso sul decreto di affidamento della concessione alla società Catullo della gestione dell'aeroporto di Montichiari».
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E se sull'Arena c'era questo articolo, sempre oggi, sul Corriere di Verona, sullo stesso argomento, hanno pubblicato un articolo a titolo: "Catullo fa l’accordo con Abem in attesa del Consiglio di Stato", con sottotitolo: "Intesa sui bresciani al 20% di Montichiari. Concessione, ieri l’udienza decisiva" e questo testo:
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VERONA Proprio nel giorno in cui il Consiglio di Stato tiene l’udienza decisiva per le sorti della concessione sull’aeroporto di Montichiari, il Catullo tira fuori dal cilindro un accordo nuovo che però sa un po’ di antico: in una nota viene annunciata la firma di una lettera d’intenti tra la stessa società veronese, i suoi azionisti di riferimento - cioé Aerogest e Save - e la Abem, la società dei soggetti istituzionali di Brescia, costituita da anni proprio con lo scopo di ritagliarsi un ruolo su Montichiari. L’obiettivo dell’intesa è quello di «realizzare entro il 30 settembre prossimo una partnership per la gestione dell’aeroporto», in pratica una newco (o magari una società già esistente) controllata all’80% dal Catullo e partecipata al 20% da Abem. Secondo indiscrezioni finanziarie, i lombardi metterebbero sul piatto circa 6 milioni per questa quota. E nell’ambito di questa alleanza, rinunciano ovviamente «a tutte le azioni legali intraprese per ottenere l’annullamento del decreto di affidamento in concessione alla Catullo della gestione dello scalo di Montichiari». Verona porta a casa un risultato importante, ma questo non blocca del tutto il pronunciamento dei giudici amministrativi di seconda istanza: dopo l’udienza di ieri, sono attesi alla sentenza sulla decisione del Tar di Brescia che aveva accolto il ricorso di Sacbo (escludendo quello di Abem) contro la concessione in mano alla spa di Villafranca. Una sentenza ci sarà comunque e dovrebbe essere pubblicata nelle prossime settimane. 
Intanto scoppia la pace Verona-Brescia e si riesuma un progetto comune, dopo 15 anni di fallimenti e di litigi. Enrico Marchi, presidente Save, è sicuro che «l’accordo di partnership con Abem favorirà lo sviluppo sia del traffico cargo che di quello passeggeri all’aeroporto di Brescia, che è strategico all’interno del polo aeroportuale del Nordest». Paolo Arena lancia messaggi: «Questo passaggio va nella direzione che abbiamo auspicato fin da quando nella nostra compagine ha fatto il suo ingresso un socio industriale come Save. La nostra volontà è quella di favorire uno sviluppo congiunto, attraverso il coinvolgimento dei territori. Non escludiamo un allargamento dell’intesa ad altri soggetti». Dichiarazione che sembra cucita addosso alla Sacbo, che nel pomeriggio risponde però con una nota piuttosto piccata: la società di Orio al Serio «ritiene che siano stati elusi i propositi espressi pubblicamente dal presidente dell’Enac, Vito Riggio, volti a creare le condizioni per una collaborazione che includesse la società di gestione dell’aeroporto di Bergamo nel progetto di sviluppo per Montichiari». Sembra di assistere quasi a un rovesciamento dei ruoli: dopo la solenne arrabbiatura dell’accoppiata Catullo-Save che faceva saltare il tavolo di trattativa per un’alleanza con Sacbo a causa dei presunti sgarbi di questi ultimi, adesso sono quelli di Orio a fare un po’ gli offesi e a invocare «una presa di posizione dell’Enac» per procedere alla convocazione di tutti i soggetti «territoriamente interessati allo sviluppo di Montichiari». 
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Dopo aver evidenziato questi due articoli, non posso che concludere ricordando le ultime frasi riprodotte nel Comunicato Stampa dell'ANAC - Autorità Nazionale Anticorruzione a titolo: "Conclusa indagine sulle gestioni aeroportuali: concessioni rilasciate senza procedure di gara per 40 anni. Sub concessioni affidate in violazione del Codice dei contratti", che cosi si concludeva:
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La gran parte delle concessioni di gestione aeroportuale – ha rilevato l’Avcp -  sono state rilasciate per un periodo di 40 anni, senza ricorrere a procedure concorsuali, come sarebbe previsto dalla legge. I gestori aeroportuali, infine, nell’affidamento delle sub concessioni non espletano procedure ad evidenza pubblica, come invece è previsto dal Codice dei Contratti e dalla normativa di settore.
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In merito agli articoli dell'Arena e del Corriere oggi evidenziati
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Per oggi non ho altro da aggiungere... 
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