Se io fossi il Sindaco di Sommacampagna - da donna a uomo - al Presidente (di fatto) dell'Aeroporto "Valerio Catullo" SpA... io direi: "La Margherita è mia e me la gestisco io" e poi - sempre da donna a uomo - gli direi anche: "Finchè io sono Sindachessa... se non superi una VIA (con esito positivo) che valuti tutto quanto fatto-eseguito dal 16.3.1999 ad oggi e in poi... ZERO ampliamenti-potenziamenti all'Aeroporto di Sommacampagna.

Se ieri ho scritto questo messaggio: "Se tramite "Google Alert" - come risultato delle parole impostate per la ricerca "Aeroporto Verona" - il sistema ti elenca 23 articoli inerenti al "Piano Nazionale Aeroporti" e non trovi nessun articolo relativo all'Aeroporto di Verona, sorge spontanea una domanda: "Ma l'Arena e il Corriere di Verona, non si sono accorti della pubblicazione del Comunicato Stampa del Ministero delle Infrastrutture?", anche oggi torniamo sulla questione Aeroporto "Valerio Catullo" di... Sommacampagna-Villafranca.
.
Prima di tutto... una domanda: "Se l'80% del Sedime Aeroportuale (e quasi tutta l'Aerostazione) è sul territorio di Sommacampagna e se l'Aeroporto di Venezia si chiama anche: "Aeroporto di Venezia-Tessera" perchè l'Aeroporto: "Valerio Catullo" non si può chiamare "Aeroporto di Sommacampagna-Villafranca"?
.
Premesso questo, oggi scriviamo in merito all'Aeroporto: "Valerio Catullo" di "Sommacampagna-Villafranca", visto l'articolo pubblicato oggi sull'Arena a titolo: "Marchi: «Così vogliamo rilanciare il Catullo»", con sotto titolo: "«Siamo entrati a Verona per crescere, non per chiudere. L'area Margherita? Va usata in modo diverso. E deve costare meno»", con sopra titolo: "IL NUOVO PIANO DI SVILUPPO. Il presidente della veneziana Save, socio al 35% della società aeroportuale, anticipa le scelte per la crescita. «Basta con le diffidenze»" e con questo testo:
.
«Se un imprenditore entra in un'azienda lo fa per svilupparla, non certo per chiuderla. È così anche per noi di Save con il Catullo, spero sia chiaro una volta per tutte e che le diffidenze che si respirano ancora a Verona finiscano».
Enrico Marchi, presidente della società aeroportuale Save che gestisce Venezia e Treviso ed è quotata in Borsa, rompe la sua tradizionale riservatezza e replica punto per punto a chi in città è scettico sul nuovo corso dell'aeroporto Catullo, dopo che la società veneziana è entrata nel capitale dell'ente veronese con il 35% e ha nominato l'amministratore delegato, Paolo Simioni. Gli obiettivi sono chiari, anticipa Marchi in questo colloquio: arrivare al 2019 con 4 milioni di passeggeri, investire in totale 70 milioni di euro il 60% dei quali nei prossimi quattro, cinque anni, per la riqualificazione dell'infrastruttura.
Ma andiamo con ordine.
AREA MARGHERITA.
Si tratta di un'area a nord dello scalo, presa in concessione dal ministero della Difesa per sviluppare lo scalo secondo il piano di sviluppo predisposto dall'ex dg Carmine Bassetti. La Cisl aveva sostenuto nei giorni scorsi che la Save non è più interessata a quest'area e che vuole depotenziare lo scalo. A Marchi è salta la mosca al naso.
«Sugli aeroporti, solo perché ci passiamo come viaggiatori, ognuno vuol dire la sua e siamo tutti commissari tecnici come per la Nazionale. Invece i sindacalisti dovrebbero fare i sindacalisti e lasciare agli imprenditori il loro mestiere di sviluppo delle aziende. Detto questo, noi stiamo revisionando il piano di sviluppo anche per il futuro della Margherita Nord. Il precedente piano secondo noi prevedeva un utilizzo sbagliato perché sarebbe un errore portare lì gli aerei di Ryanair: è lontana dal terminal e sarebbe necessario fare il turn around. Quanto ci metterebbero i passeggeri a piedi? Venti, venticinque minuti. Le compagnie low cost risparmiano anche sull'uso dei bus. Inoltre si dovrebbe attraversare la testata della pista, e sarebbe un problema. Una perdita di tempo e di costi, insomma, senza alcun ricavo».
Quindi? «Quindi noi stiamo pensando di sviluppare aree per il parcheggio degli aeromobili in una posizione più vicina al terminal attuale per Ryanair e Easyjet, quindi più raggiungibile a piedi senza pericoli. Nella Margherita Nord dovranno andare depositi e servizi tecnici che ci consentano di liberare spazi pregiati che oggi sono vicini al terminal».
Nel dicembre scorso era attesa la firma definitiva della convenzione con il Ministero della Difesa, e invece? «Abbiamo chiesto alla Difesa di rinegoziare il contratto affinché il canone annuale sia meno oneroso e la concessione più flessibile: potremmo disdire il contratto prima o invece a fine contratto acquistare l'area».
Ma è urgente? «No, perché con il traffico aereo attuale gli spazi sono sufficienti e quindi abbiamo tempo per programmare come gestirla».
RYANAIR E VOLOTEA.
A proposito di traffico aereo, il 2014 è stato negativo per problemi con Alitalia, AirOne e Air Dolomiti. Quali sono le direttrici di sviluppo per incrementarlo?
«Il 2014 ha chiuso con 2,8 milioni di passeggeri, cioè meno 5% rispetto al budget. Nel 2015 non ci sarà una grande crescita ma Ryanair ci consentirà di recuperare qualcosa. Ma prevediamo di allargare la base sia per la compagnia irlandese, sia per Volotea che farà base a Verona. Diventeranno i nostri due vettori di riferimento al Catullo. E così ai collegamenti con gli hub principali come Francoforte, Roma, Parigi, si affiancheranno anche Madrid, Amsterdam, Instabul e Vienna che sono hub importanti e poi daremo valore al business dei charter. In questo modo prevediamo di avere una crescita media da qui al 2019 del +7,5% annuo arrivando a quota 4 milioni di passeggeri».
TERMINAL.
Ma le infrastrutture sono adeguate? Nel piano di sviluppo precedente era previsto un ampliamento del terminal con una nuova galleria commerciale: è ancora attuale? «Certo, vogliamo dare più qualità al terminal passeggeri non solo per adeguarne le dimensioni ma per dare ai viaggiatori una piacevole “airport experience” come già avviene al Marco Polo. Abbiamo rielaborato il progetto e l'idea è di unire le due parti del terminal destinate agli arrivi e alle partenze, con una galleria commerciale al piano superiore che vedrà aumentare del 50% gli spazi per bar e negozi passando da 2.900 a 4.300 metri quadrati. Il piano di sviluppo stima per il 2030 una capacità del terminal pari a 5 milioni di passeggeri. Saranno predisposti anche tre finger con accesso dal primo piano e il numero dei gate passerà dai 13 attuali a 19».
.

.
In alto della pagina era stata anche riportata una sintesi del Piano di Sviluppo e di Crescita dell'Aeroporto "Valerio Catullo", dati e notizie che sono riportate in queste immagini.
.

.
In basso a sinistra della pagina dell'arena è stato poi riportato questo altro articolo a titolo: "«Risorse umane, ora ok». A Montichiari, Dhl e Ups", con questo testo: 
.
Risorse umane e Montichiari, due capitoli a parte sui quali il presidente di Save Enrico Marchi ha le idee chiare.
«Mi dispiace fare ricorso alla cassa integrazione, peraltro rinnovata per un anno per una cinquantina di lavoratori della Catullo. A Venezia non ho mai fatto ricorso agli ammortizzatori sociali nè ai licenziamenti. Devo dire che la struttura veronese sta lavorando molto bene e sono molto contento di come i management di Save e Verona stanno collaborando. Ritengo che la struttura attuale sia idonea a gestire questa mole di traffico aereo. Ma se ora l'aeroporto è gestito bene, come mai aveva un centinaio di persone in più? Che cosa facevano e chi aveva creato quelle premesse? Ora il Catullo funziona e spingeremo sempre di più per un approccio interfunzionale e uno scambio di esperienze tra Verona e il Marco Polo. L'ad Paolo Simioni, che cura sia Catullo che Marco Polo, è a Verona due giorni la settimana: non lo manderei così spesso se non avessimo a cuore lo sviluppo dello scalo».
MONTICHIARI. Altro dossier delicato è il futuro dello scalo bresciano di Montichiari: nasce una società di gestione con i bergamaschi di Sacbo? «Il dossier è aperto e ci stiamo lavorando intensamente: inserire Bergamo in una struttura del Catullo richiede il superamento di aspetti giuridici e operativi non semplici che impegnano molti bravi avvocati. C'è un tavolo con Catullo, Save e Sacbo per trovare un accordo al fine di dare operatività a Montichiari prima con i corrieri Ups e Dhl e poi dal 2016 con alcuni voli passeggeri di Ryanair».
In definitiva, Venezia crede nel Catullo? «Sì, ci crediamo. Il business c'è», conclude Marchi, «lo vediamo e avremo soddisfazioni».
.
.
E visto che "Marchi" parla di risorse umane, ricordiamo anche l'articolo a pagina 30 dell'Arena a titolo: "«Garanzie per tre colleghi»" con sopra titolo: "IL CASO AVIO HANDLING. Picchetto ex lavoratori del Catullo a sostegno di chi ha problemi fisici" e questo testo:
.
Per loro la battaglia è finita: licenziati. Eppure alcuni dei 74 lavoratori della Avio Handling, la vecchia società di servizi di terra dell'aeroporto Catullo, lasciati a casa dopo un biennio di cassa integrazione, tentano il tutto per tutto e chiedono almeno una soluzione per i tre colleghi che hanno problemi fisici.
«Domandiamo solo tre posizioni per loro», spiega George Lionescu, 40 anni, del comitato Avio handling che ieri mattina ha presidiato l'ingresso dell'aeroporto con striscione e cartelli. «Ci dissero che l'ingresso di Save (gestore del Marco Polo di Venezia) nella Catullo era il male minore. Parlano di sviluppo e di aumento di voli eppure non sono stati creati posti di lavoro, anzi, ne sono andati persi oltre un centinaio». Il numero è quello complessivo tra i 74 della Avio e i 49 della Catullo da poco in cassa integrazione. «E per loro verrà la mobilità», continua Lionescu, «Save è arrivato prima della loro cassa integrazione. Si è parlato di crescita e ora si dichiara la crisi aziendale».
Dei 74 della Avio, alcuni hanno optato per la conciliazione, altri proseguono individualmente per vie legali. La maggior parte di loro è sulla cinquantina. C'è chi è troppo anziano per essere reimpiegato. Chi ha moglie e figli ancora minorenni. Chi ha una disabilità. Trovare lavoro? Per alcuni è impossibile: «C'è un circuito su internet sul quale possiamo inserire il nostro curriculum», spiega Alioscia Antinori, 44 anni, presente al picchetto. «Inviamo le domande, ma nessuno ci chiama. La nostra media d'età, di circa 48 anni, è troppo alta. Si parla di conciliazione. Ma chi sa quantificare il valore di un posto di lavoro? Non si può monetizzare. Non vogliamo soldi, vogliamo il nostro lavoro. Avevamo anche chiesto un accompagnamento a i colleghi cui mancavano solo due anni alla pensione. Ma niente».
Il comitato della Avio non è nuovo ai presidi di protesta. Hanno manifestato davanti agli uffici della Catullo mettendo in scena prima il funerale della Avio, poi il matrimonio tra Save e Catullo, sotto il sole estivo o nel freddo dell'inverno. Hanno chiesto incontri con la politica (ne cercano uno con il sindaco di Verona Flavio Tosi), hanno esposto le loro ragioni a Save: «Abbiamo chiesto quali prospettive potevamo avere con la nostra professionalità e qualifica. Da subito è stato chiaro che non ce n'erano. Sono state vendute a privati quote pubbliche della società. Non c'è un piano industriale, non ci sono posti di lavoro. Hanno lasciato a casa persone con decenni di anzianità di servizio», racconta il gruppo del picchetto, che da mercoledì fa volantinaggio davanti al Catullo a Villafranca. Sui fogli distribuiti ai viaggiatori in partenza denunciano un «disastro sociale»: «L'aeroporto è un caso emblematico di malagestione delle risorse della comunità. Ridotto sul lastrico è stato svenduto ai veneziani privando i veronesi di un'importante risorsa. Denaro pubblico sprecato. Più di cento posti di lavoro persi. Licenziati anziani, giovani mamme e lavoratori con problemi fisici. Non smetteremo mai di denunciare questi scandali»
.
.
.
Gli articoli inerenti l'Aeroporto di Sommacampagna-Villafranca occupano quasi tutta la pagina n° 15 dell'Arena di oggi, meno un inserto pubblicitario del PD di Cadidavid (vedi sopra-sotto) che ci riporta al PD di Sommacampagna, considerato che il nostro Sindaco è una nota esponente del PD Sommacampagnese... che costituisce quasi la totalità degli appartenenti alla Lista Civica "Sommacampagna Popolare".
.
.
E dopo aver ricordato il PD di Sommacampagna riproponiamo quanto riportato nell'articolo dell'Arena e che è relativo alla "Margherita Nord"  il cui testo - già sopra pubblicato - è il seguente:
.
AREA MARGHERITA.
Si tratta di un'area a nord dello scalo, presa in concessione dal ministero della Difesa per sviluppare lo scalo secondo il piano di sviluppo predisposto dall'ex dg Carmine Bassetti. La Cisl aveva sostenuto nei giorni scorsi che la Save non è più interessata a quest'area e che vuole depotenziare lo scalo. A Marchi è salta la mosca al naso.
«Sugli aeroporti, solo perché ci passiamo come viaggiatori, ognuno vuol dire la sua e siamo tutti commissari tecnici come per la Nazionale. Invece i sindacalisti dovrebbero fare i sindacalisti e lasciare agli imprenditori il loro mestiere di sviluppo delle aziende. Detto questo, noi stiamo revisionando il piano di sviluppo anche per il futuro della Margherita Nord. Il precedente piano secondo noi prevedeva un utilizzo sbagliato perché sarebbe un errore portare lì gli aerei di Ryanair: è lontana dal terminal e sarebbe necessario fare il turn around. Quanto ci metterebbero i passeggeri a piedi? Venti, venticinque minuti. Le compagnie low cost risparmiano anche sull'uso dei bus. Inoltre si dovrebbe attraversare la testata della pista, e sarebbe un problema. Una perdita di tempo e di costi, insomma, senza alcun ricavo».
Quindi? «Quindi noi stiamo pensando di sviluppare aree per il parcheggio degli aeromobili in una posizione più vicina al terminal attuale per Ryanair e Easyjet, quindi più raggiungibile a piedi senza pericoli. Nella Margherita Nord dovranno andare depositi e servizi tecnici che ci consentano di liberare spazi pregiati che oggi sono vicini al terminal».
Nel dicembre scorso era attesa la firma definitiva della convenzione con il Ministero della Difesa, e invece? «Abbiamo chiesto alla Difesa di rinegoziare il contratto affinché il canone annuale sia meno oneroso e la concessione più flessibile: potremmo disdire il contratto prima o invece a fine contratto acquistare l'area».
Ma è urgente? «No, perché con il traffico aereo attuale gli spazi sono sufficienti e quindi abbiamo tempo per programmare come gestirla».
.
.
Anche leggendo le affermazioni del Presidente "di fatto" della Catullo SpA, io me medesimo mi convinco sempre di più che le aree della "Margherita Nord" (tutto territorio di Sommacampagna che è inserito nel contesto del centro abitato di Caselle) all'Aeroporto Catullo non servano assolutamente a niente e che quindi di cosa fare in quelle aree il compito spetta al Sindaco di Sommacampagna.
.
E pertanto se io fossi il Sindaco di Sommacampagna - da donna a uomo - al Presidente (di fatto) dell'Aeroporto "Valerio Catullo" SpA... io direi: "La Margherita è mia e me la gestisco io".
.
E poi - sempre da donna a uomo - sempre se io fossi il Sindaco di Sommacampagna, al carissimo Presidente Catulliano (di fatto) gli direi anche: "Finchè io sono Sindachessa... se non superi una VIA (con esito positivo) che valuti tutto quanto fatto-eseguito dal 16.3.1999 ad oggi e in poi... ZERO ampliamenti-potenziamenti all'Aeroporto di Sommacampagna".
.
Per oggi ho scritto troppo, altre considerazioni sulla "Margherita Nord"... le scrivo domani.

Commenti