Visto l'articolo sull'Arena di oggi a titolo: "Emissioni inquinanti. Team veronese scopre dove si nascondono", posso chiedermi a che punto sarebbe la Campagna di Monitoraggio sulla Qualità dell'Aria che avrebbe dovuto eseguire l'Aeroporto Catullo della durata minima di 60 gg d'inverno e di 60 gg d'estate, da eseguirsi individuando "tutte le sorgenti di emissione" ma con particolare attenzione a quelle legate all'attività aeroportuale?

Era il 20 Gennaio 2010 (cinque anni fa quasi esatti) che scrivendo questo messaggio: "Per avere "Accesso agli Atti" di documenti relativi all'Aeroporto Catullo, spesi altri 5,14 euro (+ spese postali) e anche questi soldi, spesi bene"...e l'avevo scritto perchè... via e_mail dal Ministero dell’Ambiente, avevo ricevuto questi tre documenti:
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Il primo documento:
U.prot. exDSA-2009-0030390 del 13/11/2009 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – ex Direzione Salvaguardia Ambientale, indirizzata all’ENAC, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla Regione Veneto, Dipartimento Tutela dell’Ambiente e al Presidente Commissione VIA/VAS. oggetto: Procedura art. 21 D.lgs n° 152/06 e ss.mm.ii relativamente al Piano di Sviluppo dell’Aeroporto Catullo di Verona – trasmissione parere della Commissione Tecnica VIA/VAS.
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Il secondo documento:
U.prot CTVA-2009-0004095 del 04/11/2009 della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA VAS, indirizzata al Ministro dell’Ambiente e alla Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale avente oggetto: Procedura Preliminare ex art. 21 D.lgs n° 152/06 e ss.mm.ii Piano di Sviluppo dell’Aeroporto Catullo di Verona. Trasmissione parere della Commissione Tecnica VIA/VAS.
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Il terzo documento:
Data emissione: 14.05.09 redatto dalla ditta Ares srl per il Committente: Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A. 37060 Caselle di Sommacampagna (VR) un elaborato avente a titolo: “Studio Ambientale Preliminare – Relazione Tecnica (art. 21 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. – Parte seconda – Titolo III”.
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Secondo il parere emesso dalla Commissione VIA Nazionale (tanto nominata in questi giorni per la TAV) la Società Aeroporto Valerio Catullo SPA... è dal 2009 "CHE SA GIA'" che deve effettuare una Campagna di Monitoraggio sulla Qualità dell'Aria... della durata minima di 60 gg d'inverno e di 60 gg d'estate, da eseguirsi individuando "tutte le sorgenti di emissione" ma con particolare attenzione a quelle legate all'attività aeroportuale.
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Ad oggi il sottoscritto, non ha ancora conoscenza se questo obbligo come riportato nel  Verbale n° 370 del 30.10.2009 della Commissione V.I.A.-V.A.S. Nazionale sia stato operato dalla Catullo SpA ma visto una serie di articoli oggi riportati dai media, una domanda me la posso fare?
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Visto l'articolo sull'Arena di oggi a titolo: "Emissioni inquinanti. Team veronese scopre dove si nascondono", posso chiedermi a che punto sarebbe la Campagna di Monitoraggio sulla Qualità dell'Aria che avrebbe dovuto eseguire l'Aeroporto Catullo della durata minima di 60 gg d'inverno e di 60 gg d'estate, da eseguirsi individuando "tutte le sorgenti di emissione" ma con particolare attenzione a quelle legate all'attività aeroportuale?
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Se questi sono gli articoli e i servizi video oggi pubblicati inerenti all'inquinamento dell'arie, considerato che da qualche giorno è diventato noto che la Commissione VIA Speciale per la Ferrovia TAV chiede che siano valutati gli impatti concorsuali derivanti dalle diverse infrastrutture e che quindi siano valutati gli EFFETTI CUMULATIVI generati dalla sommatoria degli impatti ambientali, torniamo alla questione Aeroporto Catullo evidenziando un articolo pubblicato su "National Geographic Italia" (ancora nel 2010) a titolo: "Aerei: si muore più per gli scarichi che per gli incidenti"... con sottotitolo: "Se negli ultimi anni, gli incidenti aerei hanno ucciso circa mille persone l'anno, le emissioni inquinanti provocano circa diecimila vittime, secondo i ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology)".
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Negli studi precedenti si presumeva che le emissioni inquinanti danneggiassero le persone durante le fasi di decollo e atterraggio. La nuova ricerca è la prima a fornire una stima complessiva del numero di morti premature determinate dai gas di scarico dei velivoli.
“Abbiamo riscontrato che le emissioni non regolamentate di aerei oltre i 914 metri da terra, sono la causa della maggior parte delle morti” afferma il responsabile della ricerca Steven Barret, un ingegnere areonautico del MIT (Massachusetts Institute of Technology).
Gli scarichi degli aerei, come quelli degli autoveicoli, contengono una grande varietà di agenti atmosferici inquinanti, come anidride solforosa e ossidi di azoto.
La maggior parte di queste particelle inquinanti sono minuscole, larghe la cento milionesima parte di un pollice (2,54 cm), o più sottili di un capello umano.
Le cosidette polveri sottili sono il maggior responsabile dei danni alla salute umana, specialmente se, una volta inalate nei polmoni, entrano in circolo nel flusso sanguineo, affermano gli scienziati.
Barret e i colleghi hanno usato una simulazione computerizzata che ha confrontato dati riguardanti il percorso degli aerei, la media di combustibile bruciato durante i voli e il valore delle emissioni inquinanti stimate.
La simulazioni, basate su dati sperimentali, hanno registrato sia gli spostamenti delle particelle inquinanti nell'atmosfera, sia le emissioni inquinanti causate trasporti internazionali, specialmente in Asia e in Nord America.
Lo studio ha tenuto conto della distribuzione della popolazione mondiale e di come le rotte aeree potrebbero accrescere complessivamente il rischio di morte.
Complessivamente, il gruppo di ricerca ha stimato che 8.000 morti all'anno sono il risultato di inquinamento derivante da aerei che volano ad altitudini di circa 10.000 metri,  mentre 2.000 sarebbero le vittime causate dagli scarichi inquinanti emessi durante le fasi di decollo e atterraggio.
Inquinamento atmosferico e conseguenti malattie respiratorie e cardiovascolari, compreso il cancro ai polmoni, sono queste le cause più comuni di queste morti, secondo quanto riferito dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità.
Non nel tuo cortile.
A sorpresa, i luoghi con il più grande numero di aereoporti attivi potrebbero non essere quelli a  subire i maggiori impatti ambientali, suggerisce lo studio.
Quando un aereo vola ad altitudini da crociera sopra le nuvole, i venti possono spandere lontano gli agenti inquinanti permettendo ai venti di spostare queste sostanze e farle cascare a terra a distanze fino a 10.000 km ad est dalla rotta dell'aereo.
Negli Stati Uniti i morti per le emissioni inquinanti degli aerei ammontano a 450 ogni anno- appena un settimo di quanto aspettato se gli agenti inquinanti cascassero perpendicolarmente verso terra dall'aereo.
In India, invece, le vittime dovute a questo tipo di emissioni inquinanti ammontano a circa 1,640 per anno, circa sette volte di più di quanto previsto basandosi sul numero di aerei che atterrano e decollano dal paese.
Molte di queste morti non sono causate dai voli sopra l'India, ma dalle emissioni inquinanti provenienti da Europa e America, che poi si spostano verso l'Asia, secondo lo studio pubblicato nel numero di ottobre di Environmental Science & Technology.
Frenare l'inquinamento atmosferico
Le vittime dell'inquinamento aereo rappresentano tuttavia, ancora una piccola parte del numero di morti causato dall'inquinamento atmosferico tout court.
Gli scarichi inquinanti delle navi, per esempio, uccidono una media di 60.000 persone l'anno, secondo uno studio del 2007, sempre pubblicato in Environmental Science & Technology.
Complessivamente, il numero delle morti per inquinamento atmosferico ammonta a un milione di vittime l'anno, secondo il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.
Ad ogni modo, secondo Berret: “L'aviazione sta crescendo, quindi dobbiamo cominciare da adesso a frenare la scia di vittime”.
“I legislatori devono considerare esplicitamente l'impatto dell'inquinamento aereo sulla salute umana” ha aggiunto.
Lo zolfo, presente nei combustibili dei jet, è forse il maggior agente killer, ma con un piccolo costo, stimabile in 5 centesimi americani per gallone (14 centesimi di euro ogni 4,5 litri), gran parte dello zolfo (il maggior fattore di inquinamento) può essere rimosso.
unfeng Liu, un chimico atmosferico dell'Università di Princeton, ha affermato che lo studio approfondisce “una tematica importante per l'inquinamento terrestre”.
Le morte dovute all'inquinamento degli aerei ammontano quasi alla decima parte delle morti per inquinamento atmosferico generale, afferma Liu. L'inquinamento aereo potrebbe così essere un importante priorità di regolamentazione ambientale nel futuro.
Questi risultati potrebbero quindi influenzare un giorno la politica americana, secondo quanto affermato da Lourdes Maurice, capo scienziato e consulente tecnico per l'ambiente della Federal Aviation Administration.
“Se i rilevamenti verranno confermati dai prossimi studi, l'agenzia dovrà cominciare a pensare come regolare le emissioni inquinanti degli aerei per minimizzare il loro impatto”, conclude Maurice.
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Per concludere, per oggi, su questo argomento... ricordiamo anche cosa scriveva Ambiente Diritto nel 2012 in questo intervento: "Corte di Giustizia e valutazioni ambientali: la considerazione degli “effetti cumulativi” nella valutazione di impatto ambientale di un progetto non è un optional e la valutazione di incidenza deve sempre assicurare l’assenza di pregiudizio al sito protetto".
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La sentenza della Quarta Sezione della Corte di Giustizia 24 novembre 2011, procedimento C 404/09, emessa nel ricorso per inadempimento della Commissione europea contro il Regno di Spagna, reca importanti precisazioni in materia di valutazioni ambientali, con riferimento alle autorizzazioni rilasciate dalle autorità di quel Paese per alcune miniere di carbone a cielo aperto.
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Il primo significativo chiarimento riguarda la questione della considerazione degli “effetti cumulativi” nella valutazione di impatto ambientale (la questione è affrontata ai §§ 76 e ss. della sentenza).

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La conclusione del Giudice europeo secondo cui la suddetta disposizione dev’essere intesa nel senso che la valutazione degli effetti di un progetto in sede di VIA deve obbligatoriamente “anche includere un’analisi degli effetti cumulativi sull’ambiente che tale progetto può produrre se viene considerato congiuntamente ad altri progetti” giacché una tale analisi “è necessaria per garantire che la valutazione comprenda l’esame di tutti gli effetti notevoli sull’ambiente”.

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