Se sulla pagina Facebook del gruppo: "NO TAV Brescia - Verona - STOP that TRAIN" da un loro intervento evidenzio questa frase: "«Le grandi opere hanno un senso se rimettono in moto l’economia e se portano indotto sui territori. Qui, al contrario, si viene a infliggere un colpo durissimo a un’economia che funziona, quella del turismo e dell’agricoltura di qualità»"... questo concetto va condiviso.

Il 20 Ottobre 2014, sulla pagina Facebook del gruppo: "NO TAV Brescia - Verona - STOP that TRAIN" hanno pubblicato un articolo a titolo: "BRESCIA: MARTEDI 21 OTTOBRE IL TAVOLO IN PREFETTURA. PRESIDIO DEI COMITATI" e di questo loro intervento evidenzio questa frase: «Le grandi opere hanno un senso se rimettono in moto l’economia e se portano indotto sui territori. Qui, al contrario, si viene a infliggere un colpo durissimo a un’economia che funziona, quella del turismo e dell’agricoltura di qualità».
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Si riunirà martedi 21 ottobre alle 15.30 in Prefettura a Brescia il «tavolo» tra Governo, Regione e Comuni per discutere le possibilità di «mitigazione» della Tav Brescia-Verona, l’infrastruttura da 2 miliardi e mezzo di euro, i cui cantieri dovrebbero partire a inizio 2015 tra Calcinato, Lonato e Peschiera.
Con colpevole ritardo i  sindaci chiedono di riaprire la Valutazione di impatto ambientale, ma dal Ministero hanno gia’ fatto sapere che non se ne parla.  La Tav è «blindata» dalla Legge obiettivo (la 443 del 2001) per le infrastrutture «strategiche»: per queste opere, la Valutazione di impatto ambientale è prevista per il progetto preliminare (approvato nel 2003) ma non per il progetto definitivo. A meno che, tra definitivo e preliminare, le incongruenze non siano enormi. I Comuni sono pronti ad «azioni legali», non meglio specificate, ma come avevamo gia’ segnalato in un precedente articolo "la corsa a ostacoli…” 
QUATTRO LE RICHIESTE che saranno ufficializzate martedì, come anticipato dall’assessore all’Urbanistica del Comune di Desenzano, Maurizio Tira.
La prima: è da rifare, secondo i sindaci, la Valutazione d’impatto ambientale dell’opera, che risale al 2003, perchè in 11 anni sono cambiati il territorio, le sue emergenze ambientali e la sua economia.
Una richiesta resa difficile dal fatto che la Tav rientra nella «Legge obiettivo», che non prevede la necessità di Valutazione di impatto ambientale per il progetto definitivo. Ma la richiesta dei sindaci è sul tavolo: potrebbe «stoppare» il progetto e portare a un suo profondo ripensamento.
Secondo: la necessità di informare la cittadinanza sui dettagli del progetto, cosa che i Comuni non sono in grado di fare. Basti pensare che per «interpretare» gli 8 gigabyte del progetto, si sono dovuti incaricare tecnici specializzati esterni, tanto sono indecifrabili le tavole progettuali che Italferr ha trasmesso ai Municipi.
Terzo: la necessità di attivare canali di contatto con il Ministero e con le Ferrovie, e non solo con Cepav2.
In ultimo lo spostamento dei cantieri più impattanti, come il «campo base logistico» che al Lavagnone occuperebbe circa 30mila metri quadrati.
Di TAV se ne è discusso anche in sede di Consiglio Regionale.
Anche dalla Giunta regionale lombarda si levano voci critiche,anche qui tardive,  ma ormai quasi rassegnate.
Tre i fronti , secondo gli assessori regionali, su cui si puo’ ancora dire qualcosa. La prima è che siano indennizzate adeguatamente, secondo i prezzi di mercato, le aziende agricole e vinicole, ma anche turistiche, che saranno espropriate e penalizzate.
Secondo fronte: intervenire sul progetto per cambiarne gli elementi più impattanti come le aree di cantiere logistico, che vanno spostate da zone sensibili, o all’area di scambio e manutenzione prevista a Pozzolengo nel preliminare. Terzo aspetto, che sembra il meno urgente ma è di forte impatto: le sei cave di prestito previste a Lograto, Montichiari, Castenedolo, Calcinato e Castelnuovo per 11 milioni di metri cubi da scavare.
In vista dell’incontro di martedi anche le categorie economiche del territorio lanciano un appello ai sindaci. «Rosa Leso e gli altri sindaci vadano al tavolo tirando fuori gli attributi, mostrando la massima determinazione a cambiare un progetto inostenibile per l’ambiente, ma anche e soprattutto per l’economia del territorio».
Appello esplicito da parte di due Consorzi molto rappresentativi della società civile del basso Garda: quello ecologista delle Coline moreniche, e il Consorzio dei produttori del vino Lugana Doc.
«Riteniamo che al Tavolo sulla Tav non si debba trattare al ribasso, su “mitigazioni” limitate – affermano concordi i due presidenti, Gabriele Lovisetto per le asociazioni ambientaliste e Luca Formentini per i produttori vinicoli -. Ci aspettiamo dai nostri sindaci che vadano a dichiarare con forza la totale insostenibilità e irricevibilità di questo progetto».
Il ragionamento è semplice, per quanto drammatico: «Le grandi opere hanno un senso se rimettono in moto l’economia e se portano indotto sui territoriosserva Lovisetto -. Qui, al contrario, si viene a infliggere un colpo durissimo a un’economia che funziona, quella del turismo e dell’agricoltura di qualità».
LO RICORDA Formentini, presidente del Consorzio del Lugana: «Non è in gioco solo il Lugana, che perderà il 30% del prodotto pari a 14 milioni di fatturati all’anno. Ricordo che il turismo del lago di Garda vale oggi il 12% del Pil bresciano, e che il segmento in crescita è quello del turismo “verde”, legato alla fruizione dell’ambiente e dei prodotti tipici: ma di quanto calerà l’attrattiva turistica della nostra area, con cantieri che per almeno 7 anni degraderanno il paesaggio di tutto il basso Garda da Lonato a Peschiera, sconvolgeranno la viabilità locale e anche autostradale, cancelleranno cantine, circonderanno gli agriturismi di piloni e betoniere? Anche gli albergatori – rivela Formentini – sono in allarme».
Intanto al presidio che si terra’ martedi 21 davanti alla Prefettura ha dato la propria adesione anche il Comitato Ambiente Brescia Sud che al grido di No Tav Si Bonifiche sulla pagina FB scrive “Denari pubblici spesi per opere inutili che devastano il territorio e arricchiscono i soliti noti…. e i soldi per le bonifiche? Il governo continua a ripeterci che non ci sono le risorse!!! Certo che ci sono le risorse ….. no miliardi di euro per il TAV si miliardi di euro PER LE BONIFICHE!!! Siamo tutti e tutte invitati al presidio che si terrà martedì in piazza Paolo VI davanti alla prefettura durante l’incontro tra i sindaci dei paesi dove passerà il TAV e il prefetto di Brescia che si sostituisce al ministro Lupi il quale ormai non si degna nemmeno di ascoltare i problemi degli amministratori locali e dei cittadini!!!”
Il Comitato No Tav Brescia ha dato appuntamento alle 14.30 in Piazza Duomo davanti alla Prefettura per un presidio rumoroso a cui partecipa l’intera rete dei Comitati No Tav della tratta Brescia-Verona. Alle 15.00 è stata convocata una conferenza stampa.
Le interviste raccolte al presidio da Radio Onda d’Urto
http://www.radiondadurto.org/2014/10/21/no-tav-brescia-presidio-in-prefettura/
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Ed in merito alla TAV anche sul Corriere di Verona e anche sull'Arena di oggi ci sono degli articoli inerenti questa problematica, che come è noto interessa anche il centro abitato di Caselle.
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Senza entrare nel merito e pertanto dopo aver solo evidenziato i titoli di questi articoli dei giornali veronesi, torniamo a leggere un altro intervento pubblicato su "NO TAV Brescia - Verona - STOP that TRAIN" a titolo: "SINDACI: “SIETE NO TAV O SÌ TAV? VOGLIAMO UNA PRESA DI POSIZIONE! ... in cui si legge questo:
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All’incontro di oggi in prefettura a Brescia oltre al Prefetto erano presenti al tavolo Cepav 2, Italferr, l’Ingegnere  Ettore Incalza (Direttore Generale delle Infrastrutture del Ministero) e i sindaci dei comuni di Brescia, Verona e Mantova e delle colline moreniche, le zone più coinvolte da un punto di vista paesaggistico e turistico dal passaggio dell’alta velocità Brescia-Verona. Domani verrà fatto un secondo incontro con i sindaci delle zone più coinvolte da problematiche di tipo ambientale come cave e discariche (es. Rezzato, Montichiari, ecc) e varie associazioni tra cui quella del Lugana. 
Come potevamo immaginare tutti i sindaci si sono mostrati abbastanza soddisfatti dell’incontro, dove OVVIAMENTE le richieste e le informazioni che sono state esposte verranno ASSOLUTAMENTE ascoltate e portate a Roma il 6 novembre per la prima conferenza dei servizi. 
Quello che è certo è che non verrà rifatta una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), nonostante quella presente sia obsoleta e inadeguata al nuovo progetto. 
Sono state spese tante belle parole di quanto quest’opera sia utile e necessaria per il nostro territorio e come in ogni modo cercheranno di renderla meno impattante, evitando ad esempio di aprire nuove cave o discariche ma utilizzano quelle già presenti o cercando di usare le aree dismesse piuttosto che distruggere nuove aree. 
I sindaci presenti all’incontro hanno richiesto informazioni sull’opera, sulle tempistiche e le modalità anche per poter dare informazioni ai propri cittadini che in queste settimane stanno continuando a richiederle ai propri amministratori. Ovviamente è stata dimostrata la totale disponibilità a coinvolgere e dare informazioni e sono state promesse assemblee informative, incontri e un cronoprogramma dettagliato. 
Gli amministratori inoltre si sono impegnati a preparare ed esporre al più presto le osservazioni all’opera, anche se nell’aria aleggia già l’idea “cerchiamo di portarci a casa il più possibile”, parlando già di opere compensatorie o di come sfruttare al meglio le opere accessorie. 
La domanda che sorge spontanea a questo punto  è: sindaci credete davvero che tutto quello che è successo a Brescia, e quello che ci insegna la storia dell’alta velocità in tutto il resto d’Italia, non succederà anche qui? 
Ricordiamoci, tra le altre cose, che a Brescia, ad esempio, sono state promesse in questi anni assemblee informative che ad oggi non sono ancora state fatte, e inoltre bastano davvero “due opere” compensatorie per svendere così la nostra terra non ascoltando la volontà di chi ci vive? A Brescia e in tutto il resto di Italia vediamo ogni giorno cosa vogliono dire i cantieri TAV e di quanto investire per quest’opera sia dannoso per l’ambiente e per le persone (si pensi ad esempio all’alluvione di Genova e del Terzo Valico delle scorse settimane). 
A protestare sotto la sede della Prefettura oggi eravamo numerosi, tra cui diversi comitati ambientalisti presenti per protestare contro l’uso improprio dei nostri soldi e del territorio, a discapito di salute e inquinamento, e tra interventi e cori abbiamo ribadito la nostra contrarietà a quest’opera inutile e dannosa, indignati, ma non stupiti, che come sempre non potevamo essere presenti al tavolo di chi decide sulle nostre vite e sul nostro futuro, nonostante fosse stata avanzata la richiesta di ricevere una delegazione di alcuni di noi. 
E così, dopo un ennesimo incontro pro-forma, in cui tutto quello che è emerso era più che scontato per chi segue il percorso dell’alta velocità in Italia, domandiamo ai sindaci presenti: avete già deciso che siete a favore di quest’opera e a svendere la nostra terra? Attendiamo al più presto una risposta, o per meglio dire, una presa di posizione! 
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Se sulla pagina Facebook del gruppo: "NO TAV Brescia - Verona - STOP that TRAIN" da un loro  intervento evidenzio questa frase: "«Le grandi opere hanno un senso se rimettono in moto l’economia e se portano indotto sui territori. Qui, al contrario, si viene a infliggere un colpo durissimo a un’economia che funziona, quella del turismo e dell’agricoltura di qualità»"... questo concetto va condiviso.

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