Una news di Aero Habitat. Titolo: "Verona Catullo, ancora una interrogazione sulla ex aerobase". Sottotitolo: "Identificare gli effetti collaterali derivati e predisporre una politica delle compensazioni". Domanda... "Ma perchè gli Aerei Militari... tutti i santi giorni... vengono a sorvolare la Pista dell'Aeroporto (e quasi sempre su Caselle)... e dopo aver rotto i timpani (e qualcos'altro)... se ne vanno?

Il 5 Febbraio scorso, l'On. Mattia Fantinati ha presentato una interrogazione al Ministero della Difesa che è relativa all'Aeroporto "Militare" di Verona-Villafranca, ma dato che le "interrogazioni" sono spesso lunghe e anche noiose da leggere, ho aspettato di vedere se usciva qualche Comunicato Stampa e/o qualche altro articolo, ma a quanto pare... ai giornalisti di Verona questo argomento non è di loro interesse e... l'unico articolo che ho letto è stato quanto pubblicato su TgVerona a titolo: "Militari al Catullo, interrogazione M5S" con questo testo:
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"Che fine faranno le attività aero-militari dell’aeroporto Catullo?". 
A chiederlo è il deputato del Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati. "Nell’ipotesi che restino a Villafranca - domanda Fantinati -, sono state pianificate opere di compensazione ambientale a favore dei cittadini di Sommacampagna che da anni soffrono delle conseguenze di quelle attività (prove motori e decolli di aerei da caccia e ricognizione?"
Il deputato veronese ha presentato un'interrogazione parlamentare, facendo seguito alle segnalazioni degli attivisti del Movimento presenti sul territorio di Sommacampagna.
Il terzo stormo, che si trova all’interno dello scalo di Villafranca dal 1954, occupa in realtà parte del territorio di Sommacampagna: più di metà della pista principale dell'aeroporto, più di quattro quinti della superficie della pista di rullaggio e tutte e tre le «Margherite» dove si sono svolte e si svolgono le attività aero-militari si trovano a ridosso del centro abitato di Caselle di Sommacampagna. Negli anni non sono mancate le conseguenze per la popolazione, con impatti ambientali notevoli. 
Nasce alla luce di questa situazione il percorso eco-sostenibile che la società Aeroporto Valerio Catullo il mese scorso ha detto di aver avviato. Il pratica il Catullo si impegna “per una crescita che sia compatibile con l'ambiente e il territorio circostante”. E ancora, “la società ha predisposto il Piano di Sviluppo Aeroportuale che progressivamente tiene conto delle esigenze di adeguamento ai flussi di traffico e richieste di modifica da parte dei comuni limitrofi. Il Piano di Sviluppo Aeroportuale che la società di gestione sta valutando con Enac”, si legge ancora nella nota del Catullo, “recepisce anche le linee guida del piano industriale approvato dai Soci”. 
Alla luce di questa situazione, Mattia Fantinati ha chiesto al Ministero della Difesa informazioni relative al futuro delle attività aero-militari, e se impatteranno ancora con l’ambiente circostante. 
Nel dettaglio, si legge nell’interrogazione: “Chiedo se tali attività ora presenti nell'aeroporto militare di Villafranca e svolte dal 3o stormo verranno dismesse e trasferite ad altra base aero-militare nell'ottica di «spending review; se, nel 2008, una parte del sedime dell'aeroporto militare sia già stata trasferita al Demanio civile e, in caso affermativo e vista la predisposizione da parte della Catullo spa del nuovo piano di sviluppo aeroportuale, quali altre aree aero-militari verranno trasferite al Demanio civile».
Nel caso in cui le attività aero-militari dovessero invece rimanere operative all'aeroporto di Villafranca, Fantinati suggerisce di “concentrarle in aree ben delimitate (ad esempio, nella «Margherita Sud»), al fine così di recuperare aree ad usi civili e per la realizzazione di opere di mitigazione ambientale da poter realizzare nella «Margherita Centrale» e nella «Margherita Nord»”. 
E, nell’ipotesi che tali attività dovessero restare allo scalo scaligero, Fantinati chiede “quali altri interventi, come opere di compensazione ambientale, oltre a quelle di mitigazione ambientale, possano essere realizzate a sollievo della popolazione di Caselle di Sommacampagna”.
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Dopo aver letto questo, una sintesi molto sintetica, ma più "tecnica" e più "professionale" dell'interrogazione di Fantinati l'ha scritta Aero Habitat in questa news a titolo: "Verona Catullo, ancora una interrogazione sulla ex aerobase" e con sottotitolo: "Identificare gli effetti collaterali derivati e predisporre una politica delle compensazioni". 
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Verona Catullo, ancora una interrogazione sulla ex aerobase.
Identificare gli effetti collaterali derivati e predisporre una politica delle compensazioni
Decenni di attività militare sulla ex aerobase di Villafranca hanno causato conseguenze? 
Qualcuno ha predisposto una analisi delle ricadute ambientali, sociali e collaterali derivate? 
Lo chiede con una interrogazione il deputato del Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati. 
Le operazioni militari, non solo quelle svolte dal 3° Stormo dal dopoguerra ma anche le attività di terra e di volo associate al periodo bellico ed alla logistica missilistica degli anni 50/60/70 dovrebbero essere sottoposte ad una accurata indagine.
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ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03461

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 167 del 05/02/2014
Firmatari
Primo firmatario: FANTINATI MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 05/02/2014

Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatarioGruppoData firma
BUSINAROLO FRANCESCAMOVIMENTO 5 STELLE05/02/2014
TURCO TANCREDIMOVIMENTO 5 STELLE05/02/2014
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 05/02/2014
Stato iter:
IN CORSO



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03461
presentato da
FANTINATI Mattia
testo di
Mercoledì 5 febbraio 2014, seduta n. 167


FANTINATI, BUSINAROLO e TURCO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che: 

il 3o stormo da bombardamento venne costituito il 1o luglio 1944 presso l'Aeroporto di Campo Vesuvio (Napoli) e denominato 1o stormo Baltimore». Al termine del conflitto mondiale, nel giugno del 1945, lo stormo fu, dapprima, trasferito prima presso l'aeroporto di Guidonia (Roma) e dopo, dal 1o novembre del 1948, presso quello di Bari Palese, dove assunse la denominazione di «3o Stormo Caccia». Nel marzo del 1954, avvenne il trasferimento presso l'aeroporto di Villafranca (Verona) dove si insediò, ufficialmente, dal 1o luglio di quell'anno; 
il 19 luglio 1999, il 3o stormo diviene «reparto mobile di supporto» e da quell'anno, all'aeroporto militare di Villafranca, cessano tutte le attività e i voli degli aerei militari da caccia e da ricognizione, in quanto, nel settembre del 1997, il 28o gruppo, allora operativo, viene dismesso (tecnicamente collocato in «posizione quadro») e nel settembre del 1999, il 132o gruppo viene trasferito all'aeroporto di Istrana (TV); 
il 2 maggio 2008, il «reparto mobile di supporto» viene ridenominato in 3o stormo «supporto operativo». L'11 settembre 2008, l'aeroporto di Villafranca, da aeroporto militare aperto al traffico civile, diventa aeroporto civile appartenente allo Stato, aperto al traffico militare; 
il 31 luglio 2010, a seguito di un decreto dei Ministri della difesa, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze, conseguente il decreto dell'11 settembre 2003, il compito di fornire parte dei servizi della navigazione aerea (servizio radar d'avvicinamento) dal 3o stormo «supporto operativo» di Villafranca è trasferito all'ENAV, mentre lo stormo continua a fornire il servizio di aerodromo (torre di controllo ed ufficio informazioni volo). Dal 15 ottobre del 2012, il 3o stormo «supporto operativo» è stato ridenominato «3o stormo di Verona Villafranca»; 
il 3o stormo dipende dal vice comandante del comando logistico AM (Roma) e ha sede sull'aeroporto di Villafranca di Verona. Attualmente lo stormo ha il compito principale di assicurare le capacità di «sopravvivenza operativa» e il «sostegno logistico» ai reparti e alle componenti mobili del sistema di comando e controllo proiettati a operare al di fuori delle proprie sedi stanziali. Inoltre, cura la predisposizione di procedure, metodologie, attrezzature idonee a ottimizzare e razionalizzare l'attività delle dipendenti articolazioni in occasioni di rischieramenti campali, assicurando la manutenzione degli equipaggiamenti e attrezzature in dotazione; 
attualmente lo stormo rappresenta l'unità di supporto operativo principale per l'invio nella fase «expeditionary» di: 

deployment Team per l'allestimento del campo sino al raggiungimento dell'IOC (enabling party); 
re-deployment Team per la chiusura del campo a termine operazione (closing party); 

in tale quadro, il 3o stormo assicura, in completa autonomia o con il concorso di altre unità (4o reparto tecnico manutentivo, infermeria principale di Villafranca, 27o gruppo genio campale), i necessari approntamenti logistico-operativi per fornire le componenti combat service support (CSS) base servicing, CIS, genio campale (ENG), gestione transiti aeroportuali (AOU/ATOC/CATO), operazioni linea di volo (RWY OPS e Cross Servicing), antincendi (CFR), supporto sanitario (MED), assistenza al volo, controllo traffico aereo e meteo (ATC/MET), rifornimento campale (POL/OX), protezione delle forze e difesa CBRN (FP-C2, CD e COLPRO), sala operativa di base (WOC), national support element (NSE); 
il 3o stormo è responsabile, inoltre, della gestione amministrativa e contabile delle attività legate alle operazioni nazionali ed internazionali, con particolare riferimento all'acquisizione di beni e servizi da impiegare fuori sede, e al flusso di contanti per le esigenze dei reparti schierati fuori area; 
in ambito prettamente nazionale, lo stormo è attualmente designato anche quale aeroporto di imbarco e sbarco (APOD ed APOE) principalmente per il materiale destinato ai teatri fuori area, fornendo di conseguenza le attività di ATOC (air terminal operation center) per velivoli militari e «wide body» commerciali noleggiati dalla difesa. Attraverso il centro addestrativo personale fuori area, provvede alla formazione di tutto il personale dell'Aeronautica militare di previsto impiego in operazioni fuori dai confini nazionali. Infine, lo stormo continua a fornire il servizio di aerodromo; 
l'aeroporto militare, detto «di Villafranca», è così denominato perché il comando del 3o stormo, le caserme per i militari e il «Villaggio Azzurro» (dove risiedono le famiglie dei dipendenti civili e militari) sono tutti ubicati nel comune di Villafranca; 
in realtà, più di metà della pista principale dell'aeroporto, più di quattro quinti della superficie della pista di rullaggio e tutte e tre le «Margherite» dove si sono svolte e si svolgono tutte le attività aeromilitari e dove erano di base il «28o gruppo» e il «132o gruppo» sono ubicati nel territorio del comune di Sommacampagna e pertanto, circa l'80 per cento dell'intero sedime del aeroporto militare di Villafranca, è ubicato in prossimità del centro abitato di Caselle di Sommacampagna, la cui popolazione, dal 1954 al 1999, ha subito tutti gli impatti ambientali (aria e rumore) che hanno generato le attività aero militari (prove motori e decolli di aerei da caccia e ricognizione); 
anche il sedime dell'aeroporto civile «Valerio Catullo», detto di Villafranca, per l'80 per cento insiste sul territorio del comune di Sommacampagna (area sosta aerei, aerostazione, edifici di servizio e parcheggi) e sul territorio di Villafranca ci sono solo i parcheggi delle auto prossimi all'ingresso; 
recentemente è stato approvato il «piano di rischio aeroportuale» dell'aeroporto civile (aree interessate del comune di Villafranca); detto piano è stato sottoposto a verifica di assoggettabilità e alla Vas – la valutazione ambientale strategica, e dal verbale della commissione regionale VAS n. 113 del 30 ottobre 2012, si apprende il parere favorevole è stato concluso con raccomandazione: «Atteso che il piano riduce il potenziale aumento di consumo del suolo e favorisce il mantenimento delle specificità ecologiche e la conservazione del paesaggio rurale, al fine di promuovere l'evoluzione del paesaggio stesso verso obiettivi di migliore qualità, si suggerisce di potenziare l'inserimento di aree a verde limitrofe ai centri abitati e alle zone residenziali e di potenziare gli aspetti ecologici del paesaggio con la riqualificazione a verde delle sponde dei canali irrigui con specie vegetali autoctone, nonché di potenziare le qualità ecologiche con l'introduzione, dove è possibile, di zone a rimboschimento»; 
il 20 gennaio 2014, la società Aeroporto Valerio Catullo spa ha diffuso un comunicato stampa a titolo: «Efficienza energetica e attenzione all'ambiente come investimento strategico. Avviato un percorso eco-sostenibile che coinvolge la struttura aeroportuale e i suoi partner» dal quale si estraggono questi paragrafi: 
«Nello sviluppo dell'attività dell'aeroporto di Verona, Catullo Spa è impegnata per una crescita che sia compatibile con l'ambiente e il territorio circostante, attraverso il confronto con gli Enti Locali, l'ARPAV e il territorio. La tutela dell'ambiente è parte della politica di sviluppo della società, attraverso il monitoraggio continuo degli effetti delle attività aeroportuali (come aria, rumore e rifiuti) e il supporto alla pianificazione e manutenzione di infrastrutture più green, grazie a nuove tecnologie e materiali. Lo scorso anno sono state attuate numerose iniziative a tutela dell'ambiente e di sensibilizzazione, che hanno comportato adeguamenti infrastrutturali, nuove attività di monitoraggio e coinvolto lo staff dell'aeroporto e i partner. Ottemperando la normativa, per l'ottenimento della gestione totale e con il passaggio dello scalo da aeroporto militare a civile, la società ha predisposto il Piano di Sviluppo Aeroportuale (PSA) che progressivamente tiene conto delle esigenze di adeguamento ai flussi di traffico e richieste di modifica da parte dei comuni limitrofi. Il Piano di Sviluppo Aeroportuale, che la società di gestione sta valutando con ENAC (l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, unica Autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in Italia), recepisce anche le linee guida del piano industriale approvato dai Soci. Solo dopo una definitiva approvazione del piano di sviluppo, ENAC attiverà la procedura presso il Ministero dell'ambiente per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), come avviene per gli altri aeroporti, e non per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in piena coerenza con gli indirizzi della Commissione Europea e secondo approcci metodologici condivisi con il Ministero dell'ambiente –: 
se le attività aeromilitari ora presenti nell'aeroporto militare di Villafranca e svolte dal 3o stormo (quasi tutte effettuate sul territorio del comune di Sommacampagna) verranno dismesse e trasferite ad altra base aeromilitare nell'ottica di «spending review»; 
se, nel 2008, una parte del sedime dell'aeroporto militare sia già stata trasferita al Demanio civile e, in caso affermativo e vista la predisposizione da parte della Catullo spa del nuovo piano di sviluppo aeroportuale, quali altre aree aero-militari verranno trasferite al Demanio civile; 
qualora parte delle attività aero-militari dovessero rimanere operative presso l'aeroporto di Villafranca, se non si ritenga di concentrarle in aree ben delimitate (ad esempio, nella «Margherita Sud»), al fine così di recuperare aree ad usi civili e per la realizzazione di opere di mitigazione ambientale da poter realizzare nella «Margherita Centrale» e nella «Margherita Nord»; 
qualora parte delle attività aero-militari dovessero rimare operative presso l'aeroporto di Villafranca, quali altri interventi, come opere di compensazione ambientale, oltre a quelle di mitigazione ambientale, possano essere realizzate a sollievo della popolazione di Caselle di Sommacampagna. (4-03461)
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Se ora voi vi collegate al sito web dell'Aeronautica Militare e cliccate sul link "Logistica e infrastrutture", vi appare questa pagina come sopra riprodotta, ma poi sotto a queste prima immagine viene riportata la seguente tabella (vedi sotto) dove si legge: "Ridurre il Parco strutturale in linea con la riduzione dei sedimi e delle realtà attuali e future degli Enti/Reparti di F.A. per diminuire i costi di gestione e la dispersione di capacità, privilegiando la concentrazione delle risorse umane, tecniche e materiali presso i sedimi aeroportuali (MOB/DOB)"... e da questa tabella gli Aeroporti di Verona e di Montichiari riportano la sigla "Canc.", sigla che che poi sotto viene meglio spiegata: "Canc.: Basi cedibili".
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Se qualcuno avesse dei dubbi sulla bontà e sugli obiettivi dell'On. Mattia Fantinati, forse dovrebbe studiare meglio la situazione dell'Aeroporto Militare di Villafranca... anzi il termine più corretto sarebbe "AERO BASE", perchè pur senza la presenza fissa di Stormi di Aerei Militari, comunque vengono svolte attività Aero Militari... e pertanto dovrebbero essere analizzate tutte le componenti, fino ad arrivare a quelle socio-economiche che creano ricchezza e "posti di lavoro" (anche se militari) sul territorio circostante l'Aero Base del 3° Stormo.
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Nessuno Sindaco di nessun Comune... vorrebbe mai mandare via dal suo territorio una "industria" da 800/900 posti, ma se le industrie devono essere rispettose delle norme ambientali, non sarebbe ora che anche l'Aeroporto-Aerobase Militare fosse più rispettosa della salute delle popolazione e della tutela del territorio?
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Domanda... "Ma perchè gli Aerei Militari... tutti i santi giorni... vengono a sorvolare la Pista dell'Aeroporto (e quasi sempre su Caselle)... e dopo aver rotto i timpani (e qualcos'altro)... se ne vanno?

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