A... 32 giorni... 21 ore... 10 minuti e... 19 ... dalla "FINE" del SUO mandato di "Assessore all'Ambiente"... perchè l'Augusto Assessore (che di fatto non si è mai occupato di Ambiente e nemmeno della "collassante" Discarica)... non fa (finalmente) qualcosa per la TUTELA dell'Ambiente e della SALVAGUARDIA della SALUTE PUBBLICA... approvando gli "OTTO PROGETTI PER SALVARE CASELLE"?

Visto che si torna a scrivere sui vincoli imposti dal Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, adottato dalla Giunta Regionale del Veneto solo pochi mesi fa, se nella "casella di ricerca" di ViViCaselle scrivete queste parole: "vincoli 2km ptrc"... quello che vi appare sono i "link" di due messaggi pubblicati il mese scorso:
Sabato 28 Settembre 2013
"Il Piano di assetto del territorio redatto in municipio frustrato dalla legge approvata a Venezia" - "La Regione impone una fascia di rispetto di due chilometri. Insorge il sindaco: «Così è difficile che le imprese investano qui»" - Chi ha detto queste frasi? Il Sindaco di Sommacampagna (che non c'è) o il Sindaco di Villafranca?

Giovedi 26 Settembre 2013
Vista la Delibera di Giunta n. 169 del 29-08-2013: "Osservazioni alla Variante al Piano Territoriale Regionale di Coordinamento adottata con delibera della Giunta Regionale n. 247 del 10.04.2013"... mi sa che sarà difficile per l'Assessore all'Urbanistica mantenere questa promessa: "questo primo passaggio ci possa portare entro il primo autunno a portare in Consiglio Comunale uno, due, tre, quattro che siano..." 
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Se adesso voi cercate qualche parola, qualche dichiarazione della Giunta Comunale di Sommacampagna, relativo a questo aspetto "Vincoli di due km nell'intorno dei nodi infrastrutturali"... non cercateli da nessuna parte... tanto non trovate nulla.
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Ma oggi sul Corriere di Verona, hanno pubblicato un articolo con questo titolo: "Troppi lacci dalla Regione «Pronti a un altro ricorso»" con questo sovratitolo: "Venezia non modifica la variante che congela le aree vicino ai caselli" e questo sottotitolo: "Nel mirino del Comune i vincoli di due chilometri".
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Nuovi dispiaceri arrivano a Verona dal Piano territoriale regionale di coordinamento (Ptrc), una sorta di piano regolatore del Veneto di cui la giunta di Luca Zaia ha licenziato nei mesi scorsi la prima variante.
Il Comune ha già annunciato che si assocerà al ricorso al Consiglio di Stato promosso dai promotori del progetto di riqualificazione dell'ex manifattura tabacchi, stoppato proprio dal Ptrc che vincola (su indicazione della Soprintendenza) quegli immobili come archeologia del Novecento da preservare. Ma ora rispunta un'altra materia del contendere tra Verona e Venezia: si tratta dell'articolo 38 del Ptrc, che definisce «aree strategiche», e quindi da progettare in accordo con la Regione, quelle nel raggio di 2 km da caselli autostradali, uscite della tangenziale e stazioni ferroviarie. 
L'obiettivo principale della Regione è quello di non trovarsi intralci nei suoi progetti di mobilità: ad esempio, un capannone o un supermercato dove è previsto un nuovo svincolo. Ma il Comune di Verona (e anche la Provincia) si era già lamentato per gli effetti di questa norma, che renderebbe nei fatti vincolato buona parte del territorio e costringerebbe a concertare con Venezia praticamente ogni intervento. Il vicegovernatore Marino Zorzato, che ha delega all'Urbanistica, aveva rassicurato - «Non vogliamo aumentare la burocrazia, ma facilitare la vita ai Comuni» - assicurando tuttavia che avrebbe tenuto conto delle rimostranze. Ma non è questa l'impressione che hanno avuto a Palazzo Barbieri leggendo le «note esplicative» pubblicate nel Bollettino unico regionale (Bur) dello scorso 25 ottobre. Tra le altre cose, viene confermato che le aree non urbanizzate dovranno essere pianificate attraverso «progetti strategici regionali», che la Regione dovrà predisporre. «In sostanza - spiega il vicesindaco Vito Giaino - non si muove foglia che Regione non voglia. E questo varrà anche per i piani urbanistici attuativi (Pua), che non si facevano in Regione nemmeno ai tempi dei vecchi prg. Ogni carta passerà da là, come farano a dare risposte rapide, in tempo reale?»
Benché la variante al Ptrc sia stata solo adottata dalla giunta, ma non ancora approvata dal consiglio regionale, sono già scattate le misure di salvaguardia sulle aree in questione. Che succede quindi se nel Piano di assetto del territorio (Pat) o nel Piano degli Interventi il Comune ha pianificato in quelle aree un'urbanizzazione? «Per dare corso a quanto già previsto dagli strumenti urbanistici vigenti è necessaria la conclusione di specifici accordi con la Regione», viene specificato nel parere del dirigente regionale. Insomma, anche in questo caso, bisogna ottenere l'assenso preventivo di Venezia. «Con il sindaco Tosi chiederemo un incontro con l'assessore Zorzato per cercare un accordo, anche perché siamo sollecitati dagli imprenditori edili - continua Giacino - ma se le nostre osservazioni non saranno accolte, ci vedremmo costretti a ricorrere al Tar». 
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Come è evidente da questa sottostante immagine pubblicata a corredo dell'articolo del Corriere di Verona sul comune di Sommacampagna ci sono tre grandi aree che sarebbero vincolate da questi vincoli... ed è per questo motivo che - di fatto - tutto il PAT di Sommacampagna e di conseguenza anche il Piano degli Interventi... deve essere di nuovo vincolato dalle scelte della Regione Veneto.
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Visto quindi che il PAT e il PIANO degli INTERVENTI se ne discuterà - se va bene - nell'estate del 2014 - dopo le elezioni del NUOVO Sindaco e del NUOVO Assessore all'Ambiente - e sopratutto visto che tra... 32 giorni... 21 ore... 10 minuti e... 19  .. dalla "FINE" del SUO mandato di "Assessore all'Ambiente"... perchè l'Augusto Assessore (che di fatto non si è mai occupato di Ambiente e nemmeno della "collassante" Discarica)... non fa (finalmente) qualcosa per la TUTELA dell'Ambiente e della SALVAGUARDIA della SALUTE PUBBLICA... approvando gli "OTTO PROGETTI PER SALVARE CASELLE"?
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Ma per predisporre questi "OTTO PROGETTI PER SALVARE CASELLE", l'Augusto Assessore all'Ambiente mi dirà che servono soldi
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A parte che i soldi li hanno, visto gli introiti della Discarica Siberie, perchè il Comune di Sommacampagna non vende le quote societarie dell'Aeroporto Catullo come vuole fare il Comune di Villafranca, come riportato sull'Arena di oggi in un articolo a titolo: "Tutti d´accordo sul Catullo. «Il sindaco venda le azioni»", con questo sopra titolo: "VILLAFRANCA. Il bilancio dell´aeroporto incide negativamente sulla capacità di spesa dell´amministrazione, e con questo sottotitolo: "Maggioranza e opposizioni danno mandato a Faccioli per cedere le quote del Comune Tenerle pesa sui conti. Domani la comunicazione nell´assemblea dei soci dello scalo" e con questo testo:
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Azioni societarie in vendita. È l´annuncio che darà il sindaco di Villafranca Mario Faccioli alla prossima assemblea dei soci della Catullo spa che si riunirà domani. Il Comune ha deciso di vendere una parte delle sue quote azionarie della società aeroportuale non solo per una questione economica, ma soprattutto per dare un segnale politico: è giunto il tempo, per la Catullo, di aprire le porte ai privati; e non è più tempo per focalizzarsi solo su azioni per tamponare una situazione finanziaria in rosso, ma per programmare operazioni di rilancio dello scalo. E per farlo, occorrono investimenti e quindi, secondo Villafranca, servono soggetti privati. Se n´è discusso in consiglio comunale giovedì. All'unanimità di maggioranza e minoranza, è stato dato mandato esplorativo al sindaco perché valuti le modalità di vendita, dandone l´annuncio ai soci domani. Al Comune, in poche parole, poco importa di far parte della società: per la città è più importante avere sul proprio territorio un aeroporto funzionante e attrattivo. L´operazione di vendita potrebbe svolgersi con trattativa privata, detenendo Villafranca meno del 5 per cento delle azioni. Per la precisione sono 41.899, pari al 2,66 per cento. Sugli introiti che potrebbe ricavare il Comune ancora non è dato sapere e si attende la riunione di domani per capire come potrà procedere l´ente.
«Il fatto di non aver partecipato per tre volte all´aumento di capitale sociale della Catullo ha eroso la nostra percentuale che una volta superava il 4 per cento», spiega l´assessore al bilancio Riccardo Maraia. «Ma è stato un atto voluto. Le prime due occasioni in cui abbiamo rifiutato avremmo dovuto sborsare 290mila euro per volta». L´ultima richiesta di partecipazione all´aumento, rifiutata la settimana scorsa, proponeva un acquisto di ulteriori 659 azioni pari a quasi 29mila euro e il Comune ha detto no. «La decisione di vendere si basa su un aspetto economico», conclude Maraia. «I bilanci del Catullo incidono su quello comunale e sulle nostre capacità di spesa. Ma c´è anche un aspetto politico: vogliamo lanciare il messaggio che il Catullo deve aprirsi a un soggetto privato».
L´idea di vendere è balenata durante la seduta consiliare di dieci giorni fa, quando l´assemblea si è espressa sul rifiuto di partecipare all´aumento di capitale sociale della Catullo. La provocazione era stata lanciata dal sindaco e accolta in pieno dal consigliere di opposizione Paolo Martari. E il consiglio giovedì scorso ha trovato la stessa unità d´intenti.
«La Catullo spa da 25 milioni di euro di perdita chiuderà con circa tre di disavanzo. Ha lavorato bene, ma non può focalizzarsi su operazioni di tagli e risparmi: ora occorre rilanciare investendo. Per questo serve un socio privato», ha detto il sindaco, che ha concluso: «Lanciamo questa proposta sperando di innescare una reazione a catena negli altri attori. Il ruolo privatistico sarà rivolto a beneficio della collettività». Martari ha concordato: «Il Catullo è un´infrastruttura fondamentale dell´intero sistema e se si vuole che l´area di Verona sia appetibile per gli investimenti serve un aeroporto forte. Occorre guardare a nord, al corridoio del Brennero e all´Avio. Su quest´ultimo l´attuale piano industriale non punta». Concorde anche Giuseppe Pecoraro (Lista Tosi) della minoranza: «Villafranca non ha vantaggi dall´aumento di capitale azionario, ma beneficerà del Catullo solo se sarà rilanciato diventando un volano per la creazione di posti di lavoro. Che il pubblico si ritiri, quindi, e lasci al privato gestire». 
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Come è noto, domani l'Assemblea dei Soci dell'Aeroporto Catullo - di cui il Comune di Sommacampagna detiene lo 0,180% delle quote sociali - deciderà se SAVE SpA entrerà nell'azionariato della Catullo SpA (vedi sotto)... magari acquistando anche le quote del Comune di Villafranca... il cui Consiglio Comunale ha già deciso di venderle!!!
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Pertanto se la Catullo SpA viene valutata in 75 milioni di euro... chi possiede lo 0,180% delle quote del capitale sociale - in teoria - in tasca, ha un valore di 135.000 euro... e dato che possedendo lo 0,180%... e/o possedendo lo 0,018%... non contavi niente prima e non conti nulla adesso... se il Comune di Sommacampagna si tenesse lo 0,018% delle quote della Catullo SpA (tanto per avere diritto di assistere alle Assemblee dei Soci), potrebbe vendere quel 0,162% delle quote ed incassare circa 120.000 euro che potrebbero essere spesi per dare avvio alla progettazione degli "OTTO PROGETTI per SALVARE CASELLE"... come di seguito di nuovo ricordati.
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Questi "OTTO PROGETTI... PER SALVARE CASELLE", che rappresentano cosa bisognerebbe fare - con urgenza - per : "PROGETTARE PER PROTEGGERE", sono già stati illustrati nella serata del 26 Giugno 2012 a Caselle, quando la Giunta Comunale di Sommacampagna ha presentato il Bilancio 2012...  e nel seguente video... se ne può vedere la presentazione ed ascoltare quello che allora dissero (e che poi non hanno mantenuto)... gli Assessori.
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Per oggi non voglio scrivere dell'altro se non evidenziare una nuova domanda: "A... 32 giorni... 21 ore... 10 minuti e... 19 secondi... dalla "FINE" del SUO mandato di "Assessore all'Ambiente"... perchè l'Augusto Assessore (che di fatto non si è mai occupato di Ambiente e nemmeno della "collassante" Discarica)... non fa (finalmente) qualcosa per la TUTELA dell'Ambiente e della SALVAGUARDIA della SALUTE PUBBLICA... approvando gli "OTTO PROGETTI PER SALVARE CASELLE"?"

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