Dall'Arena di oggi: "FABIO BORTOLAZZI - «Catullo, sono indagato, ma non ho fatto favori».

Oggi sono stanco e non ho voglia di scrivere, quindi vi lascio a questo articolo pubblicato oggi sull'Arena di Verona a titolo: "FABIO BORTOLAZZI - «Catullo, sono indagato, ma non ho fatto favori»".
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Lo sguardo di Fabio Bortolazzi contiene tutto: un po´ di preoccupazione, un po´ di sfida, molta determinazione a vendere cara la pelle, un pizzico di stanchezza. L´inchiesta della magistratura che con la Guardia di Finanza sta setacciando le ultime gestioni dell´aeroporto Catullo, di cui lui è stato presidente fino metà 2011, riserverà sorprese.
Innanzitutto, lei può confermare l´esistenza di un´indagine a suo carico presso la Procura?
So che il mio nominativo è iscritto nel registro degli indagati - dice Bortolazzi, assistito dall´avvocato Paolo Maruzzo-. Ma lo so perché, dopo le notizie date dalla stampa, mi sono premurato di chiederlo.
Lei è mai stato sentito in merito ai problemi relativi alla gestione dell´aeroporto Catullo?
In agosto sono stato sentito a lungo dalla Guardia di Finanza, non nella veste di indagato ma come testimone. Sono stato chiamato a dare informazioni circa il contenuto di mie dichiarazioni raccolte da un cronista televisivo e andate in onda su La7.
Lei sa per quali ipotesi di reato proceda la Procura?
Lo saprò quando mi verrà contestato qualcosa: mi è stato spiegato che nel corso delle indagini possono esserci dei riferimenti generici a norme violate, senza che questo significhi nulla di preciso o di definitivo.
Secondo voci raccolte, la Procura indagherebbe, tra le varie ipotesi di reato, anche per malversazione, ovvero un uso improprio e scorretto di denaro pubblico: lei ritiene che le si possa rimproverare questo?
Mi è stato spiegato che gli amministratori di una società a capitale pubblico non dovrebbero essere considerati pubblici ufficiali, ma non intendo prospettare problematiche di tipo giuridico sulle quali non saprei pronunciarmi: tengo però a precisare di essere assolutamente sicuro del fatto che nessuno mi potrà mai rimproverare di aver agito per un mio tornaconto personale o per un mio personale interesse.
La situazione della Catullo Spa che lei ha presieduto negli ultimi anni fino a metà 2011 sembrerebbe a dir poco disastrosa con deficit clamorosi: lei ritiene che al di là degli aspetti penali ci possa essere una sua responsabilità per la situazione che si è creata?
Se per responsabilità si intende aver dato causa alla pesante situazione debitoria dell´aeroporto, contesto fermamente questa ipotesi: so perfettamente invece di dover dare conto delle mie scelte che purtroppo sono state quasi sempre determinate dalla necessità di fronteggiare problemi preesistenti rispetto al mio incarico.
Che situazione aveva trovato quando arrivò alla presidenza?
Una situazione particolarmente critica sia per le modalità di gestione, sia per la crisi internazionale che ha colpito il trasporto aereo. Dal 2000 al 2008, cifre alla mano, l´aeroporto di Verona era uscito dal mercato e pensare di conservare il charter come core business era anacronistico. Dovevamo fermare le perdite di voli e passeggeri.
E avete lanciato il progetto del Grande aeroporto: il risultato però è stato che non c´era più sostenibilità finanziaria e i risultati sono evidenti...
No, avevamo dei piani di sviluppo precisi, avvalorati dalle banche che ci hanno sostenuto. Noi abbiamo trovato una situazione finanziaria molto delicata, una situazione di mercato difficilissima e una condizione del personale altrettanto delicata. Ci siamo trovati a un bivio: o ridimensionare l´aeroporto mandando a casa tre quarti del personale e con la previsione di consumarci come una candela, ma questo non era l´interesse del territorio e della nostra economia; oppure si provava a rilanciare lo scalo sviluppandolo. Recuperando i voli che erano su Bergamo e Treviso, aprendo al low cost e facendo operazioni vere per recuperare quote di mercato. Altrimenti ci saremmo ridotti a pagare solo i debiti di Cuore d´Italia, ma questa è un´altra puntata.
E così portate via Ryanair da Montichiari e lo scalo bresciano si ferma definitivamente...
No. Ryanair aveva dato la disdetta perché non voleva più operare a Montichiari: aveva il coefficiente più basso di riempimento degli aerei rispetto a tutti gli altri scali. E allora abbiamo cercato di portare gli irlandesi a Verona perché assieme a Ryanair sarebbero arrivate tante altre compagnie low cost.
Ma gli irlandesi costavano un occhio della testa: un contratto insostenibile, che conteneva aiuti di Stato, altro che incentivi...
Allora quelli fatti con Cuore d´Italia erano aiuti diretti! La Ue fa le regole sempre dopo, poteva intervenire prima. Il costo degli incentivi a Ryanair doveva essere compensato dai benefici dell´incoming: parcheggi e centri commerciali avrebbero dato ricavi per sostenere gli incentivi. Inoltre nel contratto era previsto che Ryanair operasse nelle ore più scariche e non nei picchi: in questo modo la gestione dello scalo non avrebbe avuto problemi.
E si è creato così un deficit di oltre 26 milioni di euro, generato dalla inattività di Montichiari, dall´Avio handling che ora viene liquidata e dal contratto Ryanair...
Ma noi siamo stati i primi a avviare un piano di riduzione dei costi, anche per il personale, che è stato però stoppato anche dai soci. Non siamo stati messi nelle condizioni di fare tutto quello che era stato deciso con riunioni ufficiali, non segrete, e i soci erano informati. Io ho sempre spiegato tutto. I progetti di sviluppo c´erano ed erano stati approvati: riprendendo quote di mercato si sarebbe tornati a un equilibrio economico senza dover licenziare nessuno. Se poi il previsto casello autostradale viene spostato al Motorcity, se non si fa più il previsto collegamento ferroviario e così via, saltano le premesse per lo sviluppo del Catullo. Probabilmente chi doveva decidere non era abituato e ha sottovalutato questo meccanismo.
Dicono invece, consiglieri e soci, che non sapevano, che portavate i contratti già fatti e firmati mettendo il cda di fronte al fatto compiuto. Vero?
Io non andavo di certo a innaffiare e potare gli ulivi: manco sapevo che c´erano. Io mi occupavo delle grandi strategie: per esempio ho portato la concessione quarantennale a Verona, ho messo a punto l´accordo con i bresciani, stoppato pure quello, avevo preparato l´accordo con Sea e Malpensa... Insomma, non è assolutamente vero: con il cda abbiamo fatto molte analisi anche sulle alleanze con Venezia o con Monaco o con Bergamo. Il primo ad andare a parlare con Sea per una eventuale alleanza era stato il vicepresidente Angeli di Trento su mia indicazione.
Ma non le risulta che ci siano stati, durante la sua gestione, degli abusi finanziari? Contratti facili, consulenze inutili?
Non penso. Abbiamo fatto molto, ma non ho fatto nulla per fare favori a qualcuno o per interesse personale. Se sono stati commessi errori, sono stati fatti in buona fede. Ho sempre cercato di avere attorno le competenze migliori e le migliori società di consulenza del mondo in campo aeroportuale.
Ma perché andare a comperare aree per nuovi parcheggi quando il tasso di occupazione non arriva al 50%?
Se è per quello i parcheggi del Catullo tra poco saranno tutti liberi se vanno avanti cosi. La politica di gestione attuale non porta certo a una crescita verso i 5 o 6 milioni di passeggeri.
Ma c´era un controllo delle spese o c´era un´allegra gestione?
Una delle mie preoccupazioni è stato il controllo delle spese che quando sono arrivato alla presidenza non era controllabile con procedure o metodologie dedicate. Andai a parlare anche con l´allora comandante della Finanza, colonnello Magliocco, per avere aiuto e consigli.
Assunzioni pilotate, richieste dalla politica: ne ha parlato anche lei a La7. Quante?
Guardi, se telefonavano, non rispondevo. Io nelle mie dichiarazioni alla televisione mi riferivo ai politici che giocano con i posti nei consigli di amministrazione come con le figurine. Nel cda del Catullo nessuno ha mai detto che gli spettava per esempio il 27% delle assunzioni. E ho detto che i politici nominati nei cda non leggevano le carte, non le studiavano.
Che sviluppo vede adesso per il Catullo?
L´aeroporto era in pericolo quando sono arrivato alla presidenza, poi abbiamo cercato di dargli un piano di sviluppo, certificato dai migliori advisor. La stessa Banca Popolare aveva condiviso il progetto, ci aveva consigliato le società di consulenza, aveva sposato il piano di alleanza con Milano e il progetto low cost. Ma adesso con questa politica di gestione della nuova presidenza, non vedo un futuro per il Catullo. Sono terrorizzato al pensiero di quello che può accadere: il massacro dei lavoratori, perdite di milioni e si torna indietro di anni e anni. Pensano di risolvere i guai facendo entrare il privato? In queste situazioni è meglio avere il pubblico anche se poco efficiente, piuttosto che un privato feroce.
Rifarebbe il presidente del Catullo?
Non lo so, perché per la prima volta nella mia esperienza professionale pubblica (dall´Api alla Camera di commercio al Poligrafico dove non mi hanno potuto imputare nemmeno un caffè) al Catullo mi sono sentito attorniato da muri di gomma che non mi hanno consentito di sviluppare i piani necessari per portare la società da una situazione di sofferenza a una condizione di crescita necessaria per la comunità.
Il nuovo cda ha deciso un´azione di responsabilità milionaria nei confronti dell´ex direttore generale Soppani che ha lavorato con lei. Cosa ne pensa?
Penso che Soppani sia in grado di difendersi. E penso che per lui si rivelerà più una opportunità che un problema.
E se i soci decidessero un´azione di responsabilità anche nei confronti di Bortolazzi?
Sono qua.
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In merito all'intervista sopra pubblicata, mi esimio dallo scrivere alcun commento, ma se ci sono indagati sull'Aeroporto Catullo, spero che tra breve ve ne siano degli altri di indagati per quanto accaduto e sta ancora accadendo in merito al FINTO Recupero Ambientale dell'ex Cava Siberie, ma VERA Discarica di rifiuti, visto che questa mattina, via PEC, ho spedito questa lettera.
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Il motivo per cui sono stanco è perche solo stamattina, dopo una notte in bianco, ho finito la lettera da spedire alla Provincia di Verona, per conoscenza all'ARPAV e alla Procura della Repubblica, lettera che oggi non pubblico e non rendo visibile per tutelare il... know now utilizzato e adesso riposo un paio d'ore e poi comincio a lavorare.

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