Dall'Arena: "Buco, debiti e obiettivi falliti: la sfida impossibile del Catullo"... Eppure, eccetto il Presidente, ci sono ancora gli stessi amministratori di prima. Della serie... mettere la volpe a guardia del pollaio?

Sull'Arena di oggi c'è questo articolo: "Buco, debiti e obiettivi falliti: la sfida impossibile del Catullo" con questo sopratitolo: "AEROPORTO. L´analisi del bilancio 2011 evidenzia come non si siano concretizzate le grandi ambizioni del passato", questo sottotitolo: "Il low cost è in perdita, lo scalo di Brescia è riuscito a peggiorare i conti, l´Avio handling non ha recuperato efficienza e gli enti locali sono a secco" con questa immagine.
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Se sono i dettagli a illuminare la realtà delle cose, l'altro giorno i soci dell'aeroporto Valerio Catullo hanno avuto di che riflettere e ben si capisce la loro preoccupazione, di cui abbiamo dato conto ieir, di fronte alla situazione in cui è stato ridotto lo scalo veronese che ha chiuso il 2011 con un disavanzo record di 26,6 milioni.
I soci sono stati convocati nella sala delle conferenze stampa, in sede, altro che Park hotel con giardini di erba pettinata e vialetti in morbida ghiaia. Il documento di bilancio e la relazione sulla gestione sono stati forniti ai soci in fotocopia per tutti i soci: niente librone rilegato e servito in prestigiosa confezione. Chi si ricordava il pranzo conclusivo in lussuosi ristoranti è andato a casa a bocca asciutta o tuttalpiù si è acconentato di una monoporzione al punto ristoro del primo piano dell'aerostazione. E, ovviamente, abolito anche l'omaggio di firma che ritualmente veniva consegnato ai soci a fine assemblea per ringraziarli della gradita partecipazione.
Poca anche la pubblicità all'evento, giornalisti ridotti al minimo e telecamere ancora meno. Si è toccata con mano insomma la spending review dopo anni, come abbiamo scritto, di spending & spanding che ha costretto la nuova gestione della Catullo a prevedere, come dice il direttore generale Bassetti, «una cura da cavallo» per l'aeroporto perché appunto il cavallo è stato spolpato, sfinito e fa fatica a stare in piedi. Dovranno pensarci da un lato i manager e dall'altro i soci che già ieri si chiedevano dove andare a recuperare i soldi per arrivare ai 15 milioni necessari per dare continuità aziendale allo scalo: cioè garantire la sopravvivenza e poter ripartire.
In vista del 10 agosto, quando si terrà la parte straordinaria dell'assemblea, il sistema Verona dovrà mettere assieme oltre 6 milioni di euro, divisi tra Provincia e Camera di Commercio (oltre 2 milioni ciascuno) e Comune (poco più di un milione), più Banco Popolare e Cariveorna con oltre 600 mila euro a testa.
Il presidente della Provincia Miozzi ha già messo le mani avanti, su L'Arena di ieri: «Vedremo se troviamo i soldi» e il suo collega di Brescia, Daniele Molgora, ha suonato la stessa musica: «Con i tagli che il Governo sta facendo a enti locali e Province è difficile pensare, tra tante priorità, di trovare altre risorse da mettere nell'aeroporto». Il sistema trentino (con Bolzano) dovrebbe garantire altri 5 milioni, Brescia da tempo non mette soldi nell'aeroporto, per ui il resto dovrà arrivare dai soci minori, compreso il sistema mantovano. Eventuale inoptato verrà diviso tra i soci, perché non è previsto che in questa fase possano entrare soggetti esterni nuovi.
Ma come si è arrivati a questa situazione che mette addirittura a rischio l'esistenza di una infrastruttura vitale per la nostra economia visto che genera 400 milioni di indotto in gran parte per il turismo? Lo spiega il presidente Paolo Arena nella sua relazione sull'andamento gestionale che «evidenzia un sensibile peggioramento» perché risente di alcuni gravi problemi: non si sono realizzate le promesse del passato. In sostanza, gli ambiziosi obiettivi sono in buona parte falliti: il low cost crea più problemi che vantaggi, l'efficientamento è in alto mare, gli incassi dei parcheggi e del non aviation sono sotto le previsioni, l'attività cargo a Brescia non è mai decollata.
VOLI LOW COST.
In particolare, il risultato negativo «risente del mancato apporto di marginalità da parte del vettore Ryanair» per le «onerose condizioni di incentivazione del vettore e la mancata realizzazione delle previste efficienze di costo». Insomma, l'operatività di Ryanair su Verona «fa registrare un magine operativo lordo negativo» e il Catullo, in sostanza, ci perde.
AVIO HANDLING.
«Non si è riusciti a finalizzare se non in minima parte le iniziative per adeguare l'organico rispetto al ridotto volume di fatturato di Avio Handling conseguente all'entrate del secondo handler a cui avrebbe dovuto far seguito un proporzionale passaggio di personale». Né efficienza, né competitività, ma solo alti costi di esercizio che hanno portato 5 milioni di perdite e una possibile messa in liquidazione.
MONTICHIARI.

È vero che è è stato completato lo sfruttamento della pipeline militare per portare il carburante allo scalo bresciano con costi ragionevoli, ma a questo «non ha fatto seguito una significativa attività di contrattualizzazione di primari operatori economici» sia per la difficoltà del settore merci aviotrasportate, sia per la competizione degli altri scali. Inoltre il volume dei passeggeri e delle merci sono calati «con ulteriore peggioramento del risultato». Quindi, si registra per Brescia «una mancata ripresa dell'attività cargo» e «per il secondo anno consecutivo sono state disattese le stime di operatività cargo inserite nel Piano industriale».
CRISI.
E siccome piove sul bagnato, si è aggiunta la crisi politica del medio Oriente e del Nord Africa che ha portato nel 2011 a una «pesante flessione del segmento charter nell'ordine del 17,1% sul 2010, con una perdita di circa 150 mila passeggeri». La crisi finanziaria ha portato inoltre all'incremento degli oneri su prestiti e mutui per il rialzo dei tassi d'interesse.
BANCHE E DEBITI.

Molto forte resta l'esposizione debitoria con le banche: solo per i finanziamenti a breve termine ci sono in ballo 41 milioni di euro che erano in scadenza il 30 settembre 2011 e sono stati prorogati al 31 marzo 2012 e poi a fine luglio. La Catullo ha affidato a un advisor indipendente il mandato di rinegoziare con le banche lo spostamento della scadenza in considerazione della ricapitalizzazione in corso e dell'elaborazione del piano industriale: i tre istituti bancari coinvolti hanno aderito alla richiesta di standstill concendendo la proroga appunto fino alla fine di questo mese e «vi sono più che ragionevoli motivi per ottenere una simile proroga» per i prossimi mesi vista l'operazione di ricapitalizzazione in corso e l'elaborazione in corso del Piano. La società aeroportuale inoltre ha in corso un finanziamento a medio lungo termine di 4 milioni e deve all'erario qualcosa come 16,5 milioni di euro per l'addizionale comunale non versata.
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Premesso quello che hanno pubblicato sull'Arena oggi, andiamo a vedere qualche video dell'anno scorso, cosi ci facciamo un'idea di quello che dicevano solo qualchi mesi fa, l'allora Presidente e Direttore Generale della Catullo SpA.
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1^ Domanda:
Quanti Amministratori della Catullo SpA che hanno creato tutto questo... nel passato, sono ancora oggi Amministratori della Catullo SpA...

2^ Domanda:
Se la volpe invece di fare la guardia al pollaio ti faceva fuori i polli... rimettere la volpe a guardia del pollaio, non che che tra poco... ti restano solo le penne dei polli a cui fare la guardia?
3^ Domanda:
Come mai questo silenzio assordante dei tre Sindaci di Sommacampagna, Villafranca e Verona, sopratutto sulla mancanza del Decreto di Compatibilità Ambientale, questi tre sindaci non parlano e non dicono nulla?

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