Non è che la Catullo SpA abbia commesso qualche "ERRORE" negli ultimi tre anni? E se hanno commesso degli "ERRORI", non è che anche il P.S.A. il Piano di Sviluppo Aeroportuale, ne abbia qualcuno di grossi di questi "ERRORI" nel suo DNA? Io insisto... lo sviluppo dell'Aeroporto Catullo... va a NORD della PISTA, ma a condizione che la SI.TA.VE. sia realizata... a SUD di Caselle.
Anche oggi, come tutti i santi giorni, sui giornali si scrive dell'Aeroporto Catullo, del quale ultimamente non me ne sono occupato molto [tanto si famno male da soli, meglio non infierire (per il momento)], ma viato che oggi, sui Media, si scrive in merito alla Ryanair, come riportato in questo articolo del Corriere della Sera, partiamo da qui, dalla Ryanair.
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Di questo articolo vi segnalo questa frase: "L'aeroporto veronese di Catullo a sua volta versa a Ryanair 2 milioni di euro l'anno in virtù di un contratto che la stampa locale ha definito «capestro»"..
.Di questo articolo vi segnalo questa frase: "L'aeroporto veronese di Catullo a sua volta versa a Ryanair 2 milioni di euro l'anno in virtù di un contratto che la stampa locale ha definito «capestro»"..
Sul Corriere di Verona, inserto del Corriere della Sera, c'è poi questo altro articolo: "Catullo, operazione risparmio. Via il terminal per i low
cost " con questo testo:
A partire dal prossimo 2 maggio i viaggiatori low cost che partono dal Catullo
non dovranno più recarsi al Terminal Arrivi (dove sono stati ricavati due gate
riservati alle compagnie low cost), ma avranno una loro zona di competenza
all'interno del Terminal Partenze. Che i viaggiatori in partenza debbano
raggiungere il Terminal Partenze può sembrare del tutto scontato, ma quando si
parla di low cost al Catullo bisogna essere cauti. L'area low cost ricavata
all'interno del Terminal Arrivi era stata uno dei cavalli di battaglia della
passata gestione Bortolazzi.
L'ex presidente e l'allora direttore generale,
Massimo Soppani, avevano spiegato che «viaggiatori low cost devono avere servizi
low cost» e che la netta separazione tra i due tipi di utenti (low cost e
normali) era una novità per il mercato italiano, ma sarebbe stata una scelta
vincente nell'ottica di sviluppare questo segmento al Catullo. Si era perciò
detto che un terminal «low cost» vero e proprio sarebbe stato ricavato
all'interno dell'ex terminal «cargo», ma in attesa della nuova infrastruttura
era stata pensata questa soluzione provvisoria, resa possibile dalla costruzione
di una parete divisoria all'interno del Terminal Arrivi e dall'inserimento di
due varchi con metal detector, più le panchine, gli schermi, il bar.
Ora il
presidente Paolo Arena cambia tutto: l'area low cost e i due gate dedicati
devono essere spostati nel Terminal Partenze. Motivo: l'efficienza. Tener
separati questi due gate dal resto delle partenze costa troppo, e pazienza se il
terminal low cost vero e proprio non è pronto (non si sa nemmeno se mai lo
sarà): chi viaggia con biglietti da 10 euro starà più vicino a chi ha speso di
più, perché l'imperativo è risparmiare. «La riconfigurazione - fa sapere la
società - non ha determinato lavori d'intervento straordinari, proprio perché la
soluzione era stata progettata come temporanea.
La riconversione è stata
studiata perché gli investimenti fatti non vengano dispersi. I macchinari
verranno riutilizzati per il potenziamento dei varchi di sicurezza al Terminal
Partenze. Lo spazio di accesso all'area dedicata agli imbarchi low cost verrà
adibito a spazio commerciale. Verrà inoltre ripristinata la precedente
configurazione dell'area di riconsegna bagagli».
Questo «ripensamento», insomma, pare non appesantirà il conto salatissimo che la Catullo spa paga, per aver portato nel proprio scalo Ryanair. La compagnia irlandese, assieme alle altre low cost presenti al Catullo, fa attualmente viaggiare il 20% dei passeggeri che transitano dall'aeroporto, quindi più di 600 mila persone all'anno.
Questo «ripensamento», insomma, pare non appesantirà il conto salatissimo che la Catullo spa paga, per aver portato nel proprio scalo Ryanair. La compagnia irlandese, assieme alle altre low cost presenti al Catullo, fa attualmente viaggiare il 20% dei passeggeri che transitano dall'aeroporto, quindi più di 600 mila persone all'anno.
A causa di un contratto capestro, questa movimentazione costa al
Catullo più di 2 milioni di euro ogni anno, soldi che sicuramente vengono
compensati dall'indotto che i turisti generano sul territorio, ma senza che ciò
abbia il minimo effetto benefico sui conti della società.
Se sul Corriere della Sera e di Verona, ci sono questi articoli, su Aero Habitat - sempre in tema - c'è questa news: "Staff e vettori low cost, la UE garante della loro sicurezza sociale" con questo sottotitolo: "Hostess, steward e piloti saranno sottoposti alle norme nel Paese in cui operano".
E visto che oggi tutti scrivono e parlano di Ryanair, aggiungiamo anche questo articolo pubblicato sull'Arena, a titolo: "Il terminal low cost va in soffitta: costa troppo", con sopra titolo: "Traffico aereo. Dal 2 maggio i flussi passeggeri saranno gestiti da un unico ingresso", con sottotitolo: "Al suo posto, nuovi negozi. I macchinari usati per potenziare il T-1".
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Contrordine, signori viaggiatori. Il terminal dell´aeroporto Catullo dedicato al
low cost viene demolito. Abbattuto. Motivo? «Non ce lo possiamo permettere, ci
costa troppo per il servizio di sicurezza e personale». Lo aveva anticipato il
presidente Paolo Arena nelle settimane scorse e detto fatto: quella che era
stata presentata come una delle grandi innovazioni dalla precedente gestione,
finisce in soffitta, smantellato.
«Di qua i viaggiatori business, di là i viaggiatori col sacco a pelo, come distinguere gli hotel dai campeggi» avevano detto non più tardi di un anno fa l´ex presidente Fabio Bortolazzi e l´ex dg Massimo Soppani presentando la loro creatura, realizzata in quattro e quattr´otto, a loro dire, su richiesta delle compagnie aeree low cost, Ryanair in primis, che volevano la garanzia di imbarchi dedicati e veloci.
Dal punto di vista strategico forse era l´ideale, per il bilancio però era come buttare i soldi dalla finestra. Peccato per esempio che questo terminal fosse limitato a due soli imbarchi, poche sedie e un piccolo bar. Nessun negozio, nulla che potesse compensare con gli incassi non aviation i costi di attivazione, manutenzione e controllo. Chi ha utilizzato questo terminal per imbarcarsi, ha potuto rendersene conto.
E così, visto che i costi viaggiano nell´ordine delle decine di migliaia di euro, Arena ha dato l´ordine di abbattere tutto. Anche perché, fatto quattro verifiche con i tecnici dello scalo, i flussi di viaggiatori charter, business e low cost non sono così imponenti da richiedere corsie preferenziali o da sovrapporsi creando confusione. Un terminal solo, adeguatamente potenziato, basta e avanza. E le compagnie aeree hanno trovato l´accordo.
Quindi, dice una nota dell´aeroporto Catullo, dal 2 maggio «tutti i flussi dei passeggeri in partenza saranno gestiti attraverso un unico Terminal, l´attuale T1 - Terminal Partenze. E´ stata ampliata l´area di accesso ai varchi di sicurezza ed è previsto il potenziamento dei macchinari dedicati ai controlli, per una gestione adeguata dell´incremento di traffico previsto in quest´area».
Il motivo che ha portato la società a tornare sui suoi passi è «l´ottimizzazione dei costi, considerando che la duplicazioni dei varchi di controllo e gate d´accesso in aree separate dell´aeroporto, aumentavano i costi del personale a presidio delle aeree sensibili».È stata quindi «studiata la modalità più opportuna per far convivere i flussi di passeggeri dei voli tradizionali e dei voli low cost, che hanno procedure di accettazione, di processione dei flussi e d´imbarco differenti».
Pertanto, piuttosto di spendere risorse inutilmente, le apparecchiature del terminal 2 verranno utilizzate per potenziare i varchi del terminal 1 e l´area che viene smantellata verrà sfruttata a fini commerciali per cercare di incentivare gli incassi non avio.
«La riconversione è stata studiata perché nulla venga disperso», conclude la nota.
.«Di qua i viaggiatori business, di là i viaggiatori col sacco a pelo, come distinguere gli hotel dai campeggi» avevano detto non più tardi di un anno fa l´ex presidente Fabio Bortolazzi e l´ex dg Massimo Soppani presentando la loro creatura, realizzata in quattro e quattr´otto, a loro dire, su richiesta delle compagnie aeree low cost, Ryanair in primis, che volevano la garanzia di imbarchi dedicati e veloci.
Dal punto di vista strategico forse era l´ideale, per il bilancio però era come buttare i soldi dalla finestra. Peccato per esempio che questo terminal fosse limitato a due soli imbarchi, poche sedie e un piccolo bar. Nessun negozio, nulla che potesse compensare con gli incassi non aviation i costi di attivazione, manutenzione e controllo. Chi ha utilizzato questo terminal per imbarcarsi, ha potuto rendersene conto.
E così, visto che i costi viaggiano nell´ordine delle decine di migliaia di euro, Arena ha dato l´ordine di abbattere tutto. Anche perché, fatto quattro verifiche con i tecnici dello scalo, i flussi di viaggiatori charter, business e low cost non sono così imponenti da richiedere corsie preferenziali o da sovrapporsi creando confusione. Un terminal solo, adeguatamente potenziato, basta e avanza. E le compagnie aeree hanno trovato l´accordo.
Quindi, dice una nota dell´aeroporto Catullo, dal 2 maggio «tutti i flussi dei passeggeri in partenza saranno gestiti attraverso un unico Terminal, l´attuale T1 - Terminal Partenze. E´ stata ampliata l´area di accesso ai varchi di sicurezza ed è previsto il potenziamento dei macchinari dedicati ai controlli, per una gestione adeguata dell´incremento di traffico previsto in quest´area».
Il motivo che ha portato la società a tornare sui suoi passi è «l´ottimizzazione dei costi, considerando che la duplicazioni dei varchi di controllo e gate d´accesso in aree separate dell´aeroporto, aumentavano i costi del personale a presidio delle aeree sensibili».È stata quindi «studiata la modalità più opportuna per far convivere i flussi di passeggeri dei voli tradizionali e dei voli low cost, che hanno procedure di accettazione, di processione dei flussi e d´imbarco differenti».
Pertanto, piuttosto di spendere risorse inutilmente, le apparecchiature del terminal 2 verranno utilizzate per potenziare i varchi del terminal 1 e l´area che viene smantellata verrà sfruttata a fini commerciali per cercare di incentivare gli incassi non avio.
«La riconversione è stata studiata perché nulla venga disperso», conclude la nota.
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Io insisto... se c'è da realizzare una Aerostazione per il Low Cost, questa va a NORD della PISTA, ma con una condizione irrinunciabile, la SI.TA.VE. - Sistema Tangenziali Venete - come indicato nel documento "COME SALVARE CASELLE - FOCUS SI.TA.VE." - deve essere realizzata a SUD di Caselle e solo cosi il Piano di Sviluppo dell'Aeroporto Catullo potrà essere sviluppato nelle aree ex militari, come indicato in questo documento: "FOCUS SULL'AEROPORTO. L'ALTERNATIVA"..
.Io insisto... se c'è da realizzare una Aerostazione per il Low Cost, questa va a NORD della PISTA, ma con una condizione irrinunciabile, la SI.TA.VE. - Sistema Tangenziali Venete - come indicato nel documento "COME SALVARE CASELLE - FOCUS SI.TA.VE." - deve essere realizzata a SUD di Caselle e solo cosi il Piano di Sviluppo dell'Aeroporto Catullo potrà essere sviluppato nelle aree ex militari, come indicato in questo documento: "FOCUS SULL'AEROPORTO. L'ALTERNATIVA"..
Oddio... per far questo: "SI.TA.VE. a SUD di Caselle e Nuova Aerostazione a NORD della Pista", a Sommacampagna, ci vorrebbero degli Amministratori Comunali, "leggermente"... lungimiranti, che, per il momento... non ci sono... dato che "INUOVI", vivono... alla giornata, sperando di incassare gli introiti dalla Discarica Siberie (che non ci saranno) con il silenzio complice... DEGLIEX (gli attuali Sommapop.orgini).
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