Lettere all'Arena sull'Aeroporto Catullo: «Le ragioni per cui non decolla» - «Serenissima e Catullo: essere arrabbiati può bastare?»

Tanto per (non) cambiare anche oggi scriviamo dell'Aeroporto Catullo, ma oggi andiamo a leggere due "Lettere all'Arena" che sono state pubblicate ieri. La prima lettera ha questo titolo: "Aeroporto: Le ragioni per cui non decolla" e ovviamente merita di essere pubblicata e di essere evidenziata in alcune sue frasi.
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AEROPORTO.
Le ragioni per cui non decolla
sabato 21 gennaio 2012 LETTERE, pagina 27
 
Vorrei esporre due riflessioni sulla situazione dell´aeroporto Catullo alla luce degli ultimi articoli pubblicati su L´Arena. È evidente una mancanza totale di competenze da cui deriva l´incapacità di gestire un aeroporto, che come dice Marchi, presidente della Save, necessita, di professionalità altissime e competenze specifiche.
Non è «affare» da politici e la situazione della Catullo Spa, ormai sull´orlo del fallimento, è il risultato di queste scelte. Ne derivano contratti assurdi che violano la professionalità e la dignità dei lavoratori e delle persone, soprattutto, e questo si verifica a tutti i livelli, non solo tra i blue collar, ma anche tra gli impiegati degli uffici amministrativi. Persone trattate come numeri a prescindere dalle loro capacità, competenze, attitudini, a prescindere dal loro bagaglio professionale e personale. Una massa di «parcheggiati» in enormi segreterie che non hanno modo di lavorare o di crescere, e devono solo stare a sentire i vari responsabili e direttori, che a loro volta sono stati piazzati in azienda da qualcuno senza avere la minima competenza o conoscenza e soprattutto
senza le capacità di definire una strategia che possa portare ad uno sviluppo e ad una crescita per l´aeroporto e per il suo territorio.Ma questo è il frutto di dinamiche e modi di lavorare che sono lontani dall´imprenditorialità, dal management, dall´interesse di portare un Ente fondamentale per la città ad alto livello, tutto è ridotto ad occupare poltrone, a proteggere persone e interessi personali, quindi accordi ai limiti della legalità, stipendi e contratti da favola per direttori e responsabili, benefits assurdi.È inutile cacciare un direttore liquidandolo con i soldi dei contribuenti se tutto rimane uguale, se le persone che hanno deciso con lui la strategia rimangono ai loro posti.
Tutto il resto non conta, anzi, vengono aboliti gli straordinari, vengono fatti contratti indecenti e rinnovi di mese in mese, i salari sono ridicoli e le persone costrette a riposare in macchina.Però i dirigenti hanno cambiato recentemente le loro automobili, passando ovviamente a modelli superiori, mentre gli altri se rimangono un´ora in più per finire di lavorare non vengono retribuiti.
Il livello ormai è vergognoso e i sindacati oltre a tutelare le persone più deboli dovrebbero aprire anche gli occhi su quello che sta succedendo nel resto dell´azienda che è del tutto inaudito tanto più che alcuni di loro sono dipendenti.
Anche se qualcuno di loro gode degli stessi benefits… è il solito discorso il controllato che controlla il controllore.Ernesto Galli Della Loggia ha evidenziato perfettamente questa situazione nell´articolo «Una invisibile super casta». Se anche i media a livello locale cominciassero a dar voce a questa situazione (voi ci avete provato con il dossier, ma non è stato sufficiente) forse qualcosa potrebbe iniziare a cambiare, per lo meno si comincerebbe a porsi il problema.
Lettera firmata

Non credo ci sia da aggiungere alcun commento a questa lettera se non oltre ad evidenziare che la Catullo SpA potrebbe essere sull'orlo del fallimento è che tutti i beni immobiliari realizzati senza la V.I.A. potrebbero essere trasferiti gratuitamente al patrimonio pubblico, in quanto costituirebbero e sono degli abusi edilizi.

La seconda "Lettera all'Arena" pubblicata sempre ieri, ha questo titolo: "Serenissima e Catullo: essere arrabbiati può bastare?".
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Serenissima e Catullo: essere arrabbiati può bastare?
Carlo de´ Gresti*
sabato 21 gennaio 2012 LETTERE, pagina 27

Nell´arco di cinque giorni (13 e 17 gennaio) L´Arena ha pubblicato due "pungenti" articoli di Maurizio Battista.
Entrambi chiudono con la stessa "morale" che recita "è meglio dedicarsi a chiudere le falle" e "adesso si può solo tappare le falle e cercare di non finire sugli scogli finché si è in tempo" .
Il primo articolo, dal titolo "C´era una volta la Serenissima" ricorda le favole, con poi un incipit, in stile del non dimenticato Domenico Modugno, che suona "Ciao, ciao Serenissima". È l´anticipazione di un vero e proprio de profundis a memoria di ciò che non c´è più: "si tratta del suo ruolo, della sua funzione sul territorio, della sua governance e della sua mission... la maggioranza assoluta, per la prima volta nella sua storia, passerà nelle mani dei privati… gli enti locali, fondatori della società autostradale Brescia-Padova (in primis quelli veronesi) perderanno il controllo di una delle più potenti leve di sviluppo del territorio lombardo veneto assediati da problemi di bilancio". Commenta con ironia l´autore dell´articolo: "la crisi mondiale, i conti pubblici in rosso, la crisi della politica, l´assenza di una regia hanno aperto le porte ai riders, ai fondi di investimento. È il mercato, bellezza". E come non essere d´accordo?
Quello che non mi sento invece di condividere è il successivo commento,virgolettato, del presidente della Provincia Giovanni Miozzi: "Sono incazzatissimo". E subito dopo si avventura a chiosare il ruolo di Cassandra (infausta funzione!) da lui svolto "Finisce come avevo previsto due anni fa e paghiamo le non scelte di allora (non fatte da chi? - ndr). Quando avevo dato l´allarme su Serenissima e Catullo mi ero preso del matto". E poi la fotografia, nitida, ma assolutamente senza calore e senza un´anima: "Ora l´A4 è perduta e il Catullo sappiamo che problemi ha". Quello che infastidisce non è tanto l´aggettivo superlativo usato, termine ormai ampiamente sdoganato da politici e "vip", quanto il suo significato. Essere informati sul livello di "arrabbiatura" (vocabolario Zingarelli) del presidente della Provincia non rappresenta affatto un dato politicamente rilevante per la concreta soluzione dei problemi che l´hanno generata.
Miozzi, anche sindaco di Isola della Scala - per il quale, al di là della liceità prevista dalle norme e dalla giurisprudenza, chi può escludere una sorta di "incompatibilità morale" fra le due cariche?- "geometra, imprenditore edile che considera Gianfranco Fini il più grande statista degli ultimi tempi" (come da suo curriculum), è sicuro che tutto sarebbe andato ugualmente se si fosse interessato un po´meno, per esempio, delle sorti del Motorcity- Autodromo del Veneto (spa con sede a Marghera ), che interessa un´area di oltre 4 milioni e mezzo di metri quadrati tra i Comuni di Trevenzuolo e Vigasio, ed un po´ di più delle vicende della "c´era una volta Serenissima", per oltre un decennio a guida di esponenti (vicentini) dell´alleata Liga Veneta? E per il Catullo non sarebbe stato meglio aver richiesto qualche controllata in più ai conti dai consiglieri e dai sindaci (in massima parte emanazione della coalizione di maggioranza) e per ciò fondamentalmente "gettonati"? Forse i molteplici, contemporanei impegni del precedente presidente Bortolazzi, in corso di mandato anche presidente della Camera di Commercio e quasi candidato dell´Udc alle elezioni europee nel maggio 2009 (si vedano le cronache elettorali dell´epoca) gli impedivano di cogliere l´esatta entità dei "buchi" di bilancio, ora totalmente (sembra) emersi.La pista di Montichiari era stata individuata e resa agibile, a suo tempo, per dare una temporanea (l´aggettivo è chiaro!) possibilità operativa durante la chiusura dello scalo di Villafranca-Sommacampagna per i lavori di miglioria atti ad ottenere una classificazione superiore per un maggior e più sicuro utilizzo dell´impianto. Se poi si è arrivati agli "Aeroporti del Garda" (Villafranca per Verona e Montichiari per Brescia) perché allora non pensare ad una sostanza reale, e non virtuale, all´attraente "logo" con un preciso impegno per la creazione di una "governance" credibile di tutto il territorio gardesano (nulla a che vedere con il bluff della Regione del Garda) per la soluzione di quelle problematiche "senza targa" (ad esempio la navigazione pubblica integrata nella intermodalità dei sistemi di trasporto, l´ambiente, i livelli dell´acqua, la pesca,) prendendo in considerazione anche quanto già esistente, vedi la "Comunità del Garda", con tutti gli aggiornamenti richiesti dal tempo ed il rinnovamento che è giusto ricercare, ricordando che la Provincia di Verona è stata sua fondatrice e prima sede. Al termine ritengo di dover assolvere ad un obbligo di correttezza verso chi legge facendo presente, non certo per narcisismo, che questa nota è stata ispirata dalla, evidentemente non del tutto sopita, passione politica di cittadino e da quel po´ di esperienza che ho potuto maturare negli incarichi che negli anni trascorsi ho avuto modo di ricoprire per elezione diretta- sempre nelle liste del Partito liberale italiano- per due volte quale consigliere provinciale (1975- 1985), ricoprendo, tra l´altro, la funzione di presidente della Commissione Trasporti, consigliere comunale di Verona (1980), presidente della Commissione personale, commercio, rapporti con la Regione, ed in secondo grado componente del primo Consiglio di amministrazione della Catullo spa e per circa un decennio del direttivo della Comunità del Garda, in rappresentanza dei presidenti della Provincia.
Per concludere, ritorno alla "morale" formulata da Maurizio Battista e richiamata all´inizio: "ora tappare le falle". Ma mi chiedo, per la Serenissima e il Catullo, è un´operazione possibile da attuare e basta solo essere (o sentirsi), come dire, "arrabbiatissimi"?
* già consigliere provinciale e comunale
Credo che queste due lettere siano - per oggi - sufficienti a descrivere ancora una volta qual'è la situazione dell'Aeroporto Catullo, ma visto che qualcuno si è arrabbiato, oltre a quello che avevo scritto ieri in questo messaggio: "Ecco una nuova fonte di entrate per il Comune di Sommacampagna: "Art. 659 del Codice Penale - Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone". Uso smodato del "reverse" da parte degli Aerei che atterrano all'Aeroporto Catullo" devo segnalare che questa mattina mentre stavo accendendo il PC ho sentito il solito aereo che atterrava (a tre km da casa mia) utilizzando il "reverse" (il "freno motore")... il che oltre a farmi "arrabbiare" mi fa anche "incaxxare", visto che non comprendo come mai, su una pista lunga tre km venga costantemente utilizzata questa procedura per atterrare al Catullo. 
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Questa mattina alle ore 07.16 UTC (cioè le ore 08,16 locali) l'aereo della Ryanar identificato su Flight Radar 24 con la sigla RYR8818 proveniente da Brindisi, ha utilizzato il "reverse" durante la procedura di atterraggio.

E se sono riuscito a sentire il rumore, pur abitando a circa 3 km dalla testata pista 04 e sentirlo con i vetri delle finestre chiuse (visto che siamo in inverno) continuo a chiedermi come mai questa procedura viene ancora adottata quando su altri aeroporti è vietata.

E sul fatto che da casa mia sento (con i vetri chiusi) anche gli aerei che decollano, quando dopo ho sentito il rumore di un altro aereo in decollo, ho riaperto di nuovo Flight Radar 24 e ho visto che l'aereo era già stato immediatamente segnalato su Flight Radar 24.
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Ma poi quando "clicchi sulla silouette" del simbolo dell'aereo, nel menù a destra dello schermo, ti appaiono sia i dati identificativi dell'aereo che la rotta che l'aereo ha percorso da quando ha iniziato il suo decollo.
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I "Catulliani" ci hanno sempre detto che è impossibile collegare eventuali violazioni delle procedure di decollo e di atterraggio ad ogni singolo movimento degli aerei, ma con un semplice programmino scaricato da internet questo controllo può essere effettuato da chiunque.

Se fosse vietato l'utilizzo del "reverse" e le eventuali violazioni fossero sanzionabili è evidente che - come ho scritto ieri - entrerebbero nelle casse comunali nuove risorse economiche, ma a quanto pare nessuno sembra interessarsi di questo problema.


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