«Funivia o people mover? Senza soldi, sono solo sogni» - «L'unico dato certo è il nuovo casello dell'A22». [Forse] - Politica negli aeroporti. Si prega di scendere.


Se ieri presso l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Verona si è tenuto questo Seminario "Collegamenti stradali e ferroviari con l'aeroporto di Verona. Attualità e prospettive", appare significativo che come Relatore abbia anche partecipato un ex Dirigente della Catullo SpA, che - anni fa - sosteneva che l'Aeroporto... non era obbligato alla V.I.A. (che a quanto pare, invece, sarebbe d'obbligo), ma agli Ingegneri... della V.I.A. dell'Aeroporto che non c'è, a quanto pare... non se ne preoccupano.
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Oggi sull'Arena c'è questo articolo: "«Funivia o people mover? Senza soldi, sono solo sogni»", con questo sottotitolo: "AEROPORTO. All'Ordine degli ingegneri tavola rotonda sui possibili collegamenti tra la città e il Catullo. Il presidente Arena: «L'unico dato certo è il nuovo casello dell'A22». L'assessore Corsi: «Rilanciare il raddoppio ferroviario con Mantova» ".
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Se per l'Aeroporto Catullo l'unica cosa certa è il Nuovo Casello sull'A22 - visto che lo vogliono fare nel posto sbagliato - siamo messi proprio male, comunque il testo dell'articolo dell'Arena di oggi, è questo:
Verona.
«La priorità è dare al territorio una risposta economicamente sostenibile per il collegamento dell'aeroporto con la città. Se non ci sono le risorse, occorre migliorare quello che c'è. Senza soldi, infatti, tutti i progetti futuristici restano sogni».
Parla chiaro Paolo Arena, presidente del Catullo all'incontro promosso dall'Ordine degli ingegneri per delineare la situazione attuale e le prospettive future per i collegamenti stradali e ferroviari tra Verona e l'aeroporto. «Occorre individuare le strategie per creare questo collegamento che siano fattibili da un punto di vista economico», dice Arena facendo intendere che tutte le idee paventate negli anni come il People mover, il raddoppio ferroviario della Verona-Mantova e la funivia, sono considerate astrazioni prive di calcoli finanziari per il loro reale sostentamento.
L'unica cosa su cui Arena si dice fiducioso è il nuovo casello autostradale perché «già deliberato dall'A22» e perché «è in corso un dialogo con il Consorzio Zai». Nei mesi scorsi infatti, più di qualche polemica era stata sollevata sulla mancanza di una bretella che collegasse il nuovo casello con il Quadrante Europa.
Di questo avviso resta infatti il vice presidente della Provincia Fabio Venturi che dice: «Sono d'accordo con il casello autostradale ma credo che vada rivisto il progetto sulla base di una migliore fruibilità dell'infrastruttura». Venturi ritiene però che oltre alla viabilità sia necessario un collegamento veloce tra lo scalo e la città per incrementare il flusso dei turisti. E dice: «É opportuno fare uno studio per vedere se c'è lo spazio per un project financing in tal senso, una specie di metropolitana di superficie. E va pensato anche un collegamento diretto con Montichiari». 
Per Enrico Corsi invece la soluzione da rivalutare è quella di un vecchio progetto della Regione del 2003 del raddoppio della linea ferroviaria Verona-Mantova che transiti per l'aeroporto. E dice: «Il progetto c'era e c'era anche il finanziamento del Cipe che poi è stato dirottato altrove. Al di là di tante belle proposte, bisogna valutare che il sistema aeroportuale adesso si regge anche sugli incassi dei parcheggi e che il Catullo non ha per questo flussi tali da sostenere un project financing per un collegamento speciale».
Alessandro Montagnoli, deputato della Lega, aggiunge: «La situazione economica attuale vede risorse molto limitate vale perciò la pena individuare le priorità e i progetti più efficaci e concentrarsi su quelli». A fare il punto sui progetti che negli anni sono stati messi sul tavolo dalle varie amministrazioni, ci hanno pensato gli esperti dell'Ordine come l'ingegner Antonio Zerman, che ha maturato esperienza professionale per molti anni allo stesso Catullo, Gennaro Della Rosa della commissione trasporti dell'Ordine, Giovanni Saccà, Gianluigi Cavagna. Infine Maurizio Pangrazi responsabile di Atv, ha illustrato la situazione attuale che consiste in un bus di 53 posti, attrezzato per disabili, che collega il Catullo con la stazione di Porta Nuova ogni 20 minuti tutti i giorni dell'anno, per 18 ore di servizio al giorno.
Per sostituire il traffico generato da un bus (perennemente vuoto) da 53 posti voglio realizzare il "mover pipolo"? Ma fatemi il piacere!!!. E sempre per sostituire quel Bus, vogliono realizzare la Metropolitana di Superfice, costo 90 milioni di euro? Ma rifattemi il piacere!!! E ultimamente la Politica ha esagerato, perchè sempre per sostituire un autobus ogni 20 minuti da 53 posti, perennemente vuoto... si sono inventati la Funivia Urbana, come riportata, nei mesi scorsi sui giornali. Ma dalla politica ci si può aspettare di tutto... e di più..
Tutte queste esternazioni dei Politici... fanno sorridere... perchè sono gli stessi Politici che fino a qualche mese fa sostenevano tutti i progetti - come ideati dall'ex Presidente della Catullo SpA - avrebbero fatto decollare l'aeroporto di Verona fino a farlo arrivare alle stelle. In realtà ora tutti sappiamo che la Catullo SpA... più che alle STELLE e ormai arrivata alle STALLE, vista la quantità di debiti che ricopre la società.

Ed in merito ai politici vi segnalo questo articolo: "Politica negli aeroporti. Si prega di scendere" dove è riportata questa tabella dove sono messi a confronto i dati degli aeroporti di Verona, Bergamo e Treviso, in un articolo in cui si legge:
A volte la politica sembra non solo essere fuori dal mondo, ma sembra non riuscire neanche a guardare in faccia una realtà, pur scomoda, ma troppo evidente da essere nascosta.
Stiamo parlando dell’aeroporto Catullo di Verona e della difesa strenua della proprietà pubblica da parte del presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi. Dopo le affermazioni che “l’arrivo dei privati sarebbe positivo solo se pilotato dalla politica” e dopo aver mostrato soddisfazione “per il lavoro fatto nello scalo di Villafranca”, la mia sete di abolizione delle Province è ancora più forte.
Partiamo da una tabella, semplice semplice, con dei dati di Assaeroporti e non dell’Istituto Bruno Leoni.

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È evidente che la gestione dello scalo di Verona qualche problemino ce lo ha avuto nell’ultimo decennio. Se si raffrontano i dati di traffico tra lo scalo veronese e quelli direttamente concorrenti, Bergamo e Treviso, si vede come Villafranca abbia perso d’importanza nell’ultimo decennio.
Se nel 2000 era l’aeroporto principale della zona, con oltre 2,3 milioni di passeggeri annui contro 1,2 milioni a Bergamo e 300 mila passeggeri a Treviso, la situazione a distanza di un decennio è completamente capovolta. L’aeroporto di Bergamo, grazie all’arrivo delle low cost, ha ormai un traffico annuo vicino a 8 milioni di passeggeri, mentre Verona ne ha solamente 3 milioni (il 39 per cento di quelli di Orio al Serio), mentre Treviso conta quasi 2,2 viaggiatori all’anno.
Treviso è di proprietà della SAVE ed è a gestione privata ed ha saputo crescere come aeroporto di riferimento per il nord-est per il traffico low cost. Ad ovest di Verona, Orio al Serio ha saputo attrarre Ryanair, la quale ha deciso di renderlo una delle basi più importanti d’Europa per la compagnia irlandese.
Nel mezzo, Verona, che vuole a tutti i costi mantenere la sub-concessione di Brescia Montichiari, che nel frattempo ha subìto una lunga crisi. Verona non ha sviluppato Brescia ed ora la Provincia di Verona si dice contraria anche ad una gara per dare in concessione l’aeroporto di Montichiari.
Un’assurdità perché nuoce sia a Catullo, gestore aeroportuale di Verona che sopporta le perdite provocate da Montichiari, che a Brescia che non può crescere.
Un non sense tutto politico. La stessa classe politica che ha controllato la gestione dell’aeroporto Catullo per anni con il solo risultato di averlo reso poco importante nel nord Italia.
Che senso ha voler controllare l’arrivo dei privati? Se questi portano risorse per sviluppare Montichiari, perché la politica dovrebbe mettersi di traverso?
La politica aeroportuale è afflitta un sovraesposizione mediatica che fa sì che i politici sguazzino nel mare delle dichiarazioni. Così non dovrebbe essere, perché il mercato aereo ed aeroportuale ha già largamente dimostrato di saper fare il suo dovere e sviluppare gli aeroporti più meritevoli.
L’intromissione politica negli aeroporti provoca solo danni. Si prega di scendere, grazie.
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Ed in merito alla Politica e ai voli Low Cost, credo che bisogna anche ricordare questa news di Aero Habitat a titolo: "Low cost e co-marketing in Puglia, altra interrogazione" e poi pensare a cosa sta succedendo a Verona sempre con la Ryanair.
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Richiamando alcune frasi dell'articolo di prima evidenziamo che: "
La politica aeroportuale è afflitta un sovraesposizione mediatica che fa sì che i politici sguazzino nel mare delle dichiarazioni. L’intromissione politica negli aeroporti provoca solo danni. Si prega di scendere, grazie".


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