IERI: Catullo in rosso, l’ira di Bortolazzi: «Vogliono rovinare l’aeroporto» - OGGI: Bortolazzi via da tutte le società. E al Catullo arriva «Striscia». [Vuoi vedere che quando dicevo che qualcosa non funzionava, qualcosa non funzionava davvero?]

Da un pò di giorni i giornalisti stanno "esagerando" con la "SAGA CATULLIANA", perchè scrivono talmente tanto e tante righe, che gli articoli non riesco nemmeno a scannerizzarli perchè sono più grandi di un foglio A4, l'unico che ho deciso quindi di scannerizzare è questo articoletto in prima pagina dell'Arena, che si commenta da solo.
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E se OGGI sull'Arena, per uno dei tanti articoli pubblicati scritto questo titolo: "
Bortolazzi via da tutte le società. E al Catullo arriva «Striscia»" con questo sottotitolo: "AEROPORTI. Terremoto nelle controllate, che ora sono guidate dall'attuale presidente, Paolo Arena, ieri intervistato dalla troupe di Canale 5. Dimissioni in blocco dalla società parcheggi e da Avio handling che è stata ricapitalizzata con 3 milioni. «Diamo segnali di chiarezza e trasparenza» " poi dopo vi ricordo un altro articolo, pubblicato IERI.
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Dato che in nessuno degli articoli di IERI e di OGGI scrivono che l'Aeroporto è MANCANTE del Decreto di Compatibilità Ambientale, e che quindi è obbligato alla VIA e che nelle more del procedimento VIA, "non possono dare luogo a incrementi capacitivi di traffico" (mentre continuano ad annunciare nuovi voli e nuove rotte), l'unico intervento che merita di essere ricopiato è la Posta della Olga che ha questo titolo: "Gli ulivi del Catullo e i conti del Vacamòra" e questo testo:

«In tempi di crisi c´è chi riesce a ciapare un mucio de schei inventandosi un mestiere» scrive la Olga. «Non è il caso di chi dà in affitto diciotto ulivi ornamentali all´aeroporto Catullo per 67 mila euro all´anno, perché si tratta di uno che, come mi dice il mio Gino, un mestiere ce l´ha già e proprio nel settore degli ulivi, dei róari, degli abeti e del florovivaismo in genere, ma l´esempio potrebbe impissare la fantasia di disoccupati, cassintegrati e giovani laureati che non riescono a trovare un lavoro. Gli ulivi di cui si parla sono piantati nei vasi, hanno il tronco sottile, non a gropi come i bei ulivi vèci e vissuti, e al massimo sono alti due metri».
«El contadìn Vacamòra, dopo aver letto su "L´Arena" la storia degli "Ulivi d´oro", ha chiesto a un amico che vende piante, cosa possono costare a l´uno gli ulivi non de oro. "Quaranta, sinquanta euro" è stata la risposta».
«"Metémo quarantasìnque, par far ´na media" ha detto el Vacamòra, e facendo el calcolo a memoria guardando par aria con un ocio stupà come quando ci fa il conto dei cunèi, dei ovi e del vin che andiamo a comprare da lui, gli è venuto fuori un totale di 810 euro».
«Da qui la considerassión che se l´aeroporto, invece di prenderli in affitto, gli ulivi li comprasse e incaricasse uno dei suoi dipendenti de andàrghe drìo par dàrghe da béar e potarli quando è ora, risparmierebbe una bella cifra. Ma in una barca che fa acqua da tutte le parti (vìnti milioni di deficit, altri disisète di tasse che il fisco reclama, diesìne di dipendenti sulla via della cassa integrassión o della mobilitassión, e el confradèl de Montichiari da cui tempo decollano solo le signàpole), vuoi che qualcuno faccia i conti del Vacamòra?».
«Dicono che il Catullo, in quanto a gestione, sia il peggior aeroporto d´Italia anche se è difficile credere che sia colpa soltanto degli ulivi. Il ragionier Dolimàn sostiene infatti che l´è colpa del mànego e che non c´è mai stato el mànego giusto sennò non si sarebbero visti certi spegassi gestionali».
«Mi no so gnente, posso dire la mia solo sugli ulivi e sul parcheggio dove se non ce la fai ritirare l´auto entro un quarto d´ora dal pagamento perché sei sòpo e magari hai una valìsa da un quintàl da strapegarte drìo, sei costretto a ripagare l´intero biglietto, e non di un´ora ma di dòdeze. E poi si parla del superamento delle barriere architettoniche. Cos´è questo schifo se non una barriera architettonica?».

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Il secondo articolo che merita attenzione è quello con questo titolo: "Il mago regala ad Arena la bacchetta magica", questo sottotitolo " «Ne abbiamo proprio bisogno per risolvere tutti i problemi» «Tornate a maggio 2012 e vi potremo dare buone notizie» " (io non sarei cosi ottimista visto che manca la VIA) e questo testo:


«Ci serve proprio un mago per risolvere tutti i problemi del Catullo». A sostenerlo, con un sorriso a metà strada tra il preoccupato e il divertito, è il presidente Paolo Arena incontrando il mago Antonio Casanova della celebre trasmissione televisiva «Striscia la Notizia».
La troupe che lavora per Antonio Ricci, incuriosita dal reportage del telegiornale olandese sugli sprechi italici, tra cui Montichiari, e dalle inchieste de L´Arena, ha deciso di dedicare una «magia» alla nostra società aeroportuale, bisognosa di un autentico gioco di prestigio per risollevare le proprie sorti.
Il mago Antonio Casanova ci ha chiesto quindi di accompagnarlo nel suo viaggio «magico» partendo dallo scalo bresciano, il D´Annunzio di Montichiari, aeroporto ormai considerato una cattedrale nel deserto, quasi completamente inattivo che produce gran parte del disavanzo della società Catullo Spa che lo gestisce insieme allo scalo di Villafranca.
Casanova e i ragazzi del suo staff sono partiti dopo aver visto sul sito internet del D´Annunzio la promozione di visite guidate per studenti e bambini all´interno del terminal, ma una volta arrivati a Montichiari si sono subito resi conto che lì gli aerei si vedono volare solo con molta fantasia.
«Negli anni scorsi Striscia la notizia si è occupata della sicurezza di questo scalo», spiega il mago ai propri telespettatori nella registrazione che andrà in onda nelle prossime settimane, «e oggi ci siamo accorti che il problema è stato risolto perché di aerei qui non ne vola più nemmeno uno», dice lanciando il suo cilindro.
Il mago porta così un po´ di movimento nella desolazione dell´area passeggeri, tra i monitor che lampeggiano senza annunciare voli né in partenza né in arrivo, i check-in sbarrati e i negozi con le serrande abbassate ad eccezione di un bar che apre solo per l´ora di pranzo per servire i pochi dipendenti ancora rimasti di Polaria, Guardia di finanza, della manutenzione e della dogana.
Casanova fa «volare», anzi levitare, per lo scalo il suo cappello con una piccola magia, chiacchiera di giochi di prestigio con il sovrintendente del posto di polizia e scatta qualche foto ricordo con gli operai che glielo chiedono: insomma, un po´ di allegria in un triste deserto pulito e ordinato, ma pur sempre deserto.
Casanova però non si arrende, vuole vederci chiaro e si dirige al Catullo di Villafranca per parlare con il presidente Arena. Prima si fa raccontare però da chi ha seguito l´inchiesta sugli sprechi della società, la situazione attuale. Casanova apprende così, sbalordito, delle mancate promesse di risollevare le sorti di Montichiari con tre operatori cargo stranieri, mai arrivati, delle perdite per 70 milioni di euro ufficialmente dichiarate (perde 20 mila euro al giorno) e del fatto che a pagare sia la collettività visto che la Catullo Spa è per il 90 per cento a capitale pubblico.
Poi il blitz nell´ufficio di Paolo Arena che, molto candidamente, ammette i problemi della società e sostiene di aver avviato una «coraggiosa operazione di trasparenza cercando di tagliare tutte le spese superflue e avviando un dialogo con il territorio per aprire nuove tratte e creare un maggiore indotto».
Antonio Casanova strappa poi ad Arena una promessa: «Tornate nel maggio del 2012 e sarò in grado di darvi buone notizie. Abbiamo grandi potenzialità e sono certo che riusciremo a risollevarci». Il mago, però, per esserne sicuro, lo omaggia di una bacchetta magica gonfiabile e gli dice: «Con la magia, tutto è incredibile ma non impossibile». Arena ringrazia, fa i complimenti alla troupe di Ricci e mette al sicuro la bacchetta sulla sua scrivania, perché un po´ di magia per far quadrare i conti della Catullo Spa gli servirà di certo.
E se OGGI l'articolo dell'Arena ha questo titolo: "Bortolazzi via da tutte le società. E al Catullo arriva «Striscia»", sul Corriere di Verona c'è un articolo simile nei contenuti (vedi sotto), ma ora bisogna ricordare quello che era stato pubblicato IERI, con questo titolo: "Catullo in rosso, l’ira di Bortolazzi: «Vogliono rovinare l’aeroporto»" e questo sottotitolo: "L’ex presidente (e grande accusato) attacca i soci: «Sea, l’accordo c’era»".

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Di questa pagina, vorrei la Vostra attenzione su quello che c'è scritto nel "circoletto", dove si legge: "Ryanar Investe. Per la prossima estate la Compagnia low Cost Irlandese collegherà il Catullo con gli scali di Edimburgo e di Dublino". Ma qualcuno l'ha detto alla Ryanair... che manca la V.I.A. e che quindi niente nuovi voli e niente nuove rotte... o non gliel'avete ancora detto a Ryanair sta cosa?
Poi in basso a questa pagina, fa sorridere il testo dell'ultimo articolo, perchè mi domando e dico, ma mentre il Bortolazzi produceva debiti, loro erano impegnati: "a catar su i schei par en penir i busi?".


E dato che parliamo di Aeroporto, che se non lo ricordate... inquina, concludo ricopiando questo altro articolo: "Legambiente: «Smog alle stelle a Verona, Milano e Torino»" che questo testo:


Verona. Le città assediate dallo smog, e i livelli di pm10 sono alle stelle a Torino, Milano e Verona. Il capoluogo piemontese supera il limite giornaliero 124 volte ma sono 46 le città oltre i 35 giorni di superamenti quotidiani, e la Pianura Padana sempre area critica per la qualità dell`aria.
E' il quadro fornito da Legambiente che ha stilato una classifica de capoluoghi italiani nero smog, che più hanno superato i limite medio giornaliero. Lo smog - sottolinea Legambiente - è ormai una malattia cronica per le città italiane: il 2011 non è ancora finito e sono ben 46 le città che hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/m3 di polveri sottili oltre i 35 giorni consentiti dalla legge. In testa c`è sempre Torino che ha superato ben 124 volte la soglia giornaliera oltre la quale l`inquinamento diventa pericoloso per la salute, insieme ad altre due città del nord, Milano e Verona (entrambe con 107 sforamenti), a conferma del fatto che la Pianura Padana è sempre l`area più critica.
«E - bacchetta Legambiente - nonostante gli annunci e i sindaci dell`area Padana convocati alla ricerca di soluzioni, i provvedimenti sono sempre gli stessi»: limiti provvisori alla circolazione dei veicoli più inquinanti, ovvero domeniche a piedi e targhe alterne. Quest`ultime tornano a Roma domani (dove le centraline hanno registrato 57 sforamenti del limite) e probabilmente proseguiranno finché l`emergenza smog non sarà rientrata «anche se, come sempre, non risolveranno un problema annoso per il quale invece servono provvedimenti coraggiosi che invertano le dinamiche della mobilità urbana».
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Mi lo scrivo de noo... se sti quà ie boni de far de conto (che come el par... mal), come i ha fato le progettasion de come i vol sgrandar l'aerostasion, le meio che el President novo del Catul, el me chama mi... che son brao a far i disegneti con i coloreti... che fao meo de quei, che in tutti sti ani i ha chapà i schei... par gnente!!!

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