Da Aero Habitat: Tra VIA, rifacimento piste, extra piste, conformità infrastrutturali critiche o in deroga, Comitati contro e campanilismo ambientale

Scrivere ancora dell'Aeroporto Catullo su ViViCaselle è... "come sparare sulla Croce Rossa" e quindi evito di scrivere.
Tanto i "Catulliani", si stanno facendo del male da soli e quindi lasciamoli fare... visto che per ogni rotta nuova che aggiungono alle esistentio... creano una nuova violazione alla V.I.A. in difformità anche delle lettere che la Catullo SpA ha ricevuto dall'E.N.A.C. che vieta "incrementi capacitivi del traffico".
Oggi volevo scrivere solo ricopiando un articolo di Aero Habitat. Avevo già iniziato il messaggio e scritto il titolo di oggi, quando ho scoperto che sono "on line" dei documenti in merito al messaggio che avevo scritto ieri: "A proposito di inquinamento Aeroportuale: Il ministero dell’Ambiente accusa: “Malpensa è un disastro ecologico” e... a Verona?"
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Ho scoperto questi nuovi documenti leggendo questo articolo: "Il “disastro ecologico” di Malpensa"... anche questo pubblicato su: "Il fatto quotidiano".
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Il “disastro ecologico” di Malpensa.
Pubblichiamo qui di seguito i documenti sull’inquinamento causato dal decollo e dall’atterraggio degli aerei a Malpensa.
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Nota del ministero dell’Ambiente del 7 ottobre 2010 trasmessa a tutti gli enti con competenze aeroportuali (Regione Lombardia, ente Parco del Ticino, ministeri di Trasporti e Agricoltura) che definisce l’impatto ambientale di Malpensa “disatro ambientale”
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La relazione del Corpo Forestale dello Stato, comando di Varese, che attesta la moria degli uccelli e la desertificazione dei boschi e termina ipotizzando “un’eventuale costituzione di parte civile del ministero dell’Ambiente”
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Il piano investimenti Sea (2010-2020) da 1,3 miliardi di euro che ruota attorno alla “Terza pista”
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Dopo aver letto la Relazione del Corpo Forestale dello Stato, ho deciso di portare LAX a fare un giretto al Parco del Centro Sociale... dove ha pazientato un attimo prima di entrare nell'are dei Cani, e già da questa prima immagine... è evidente che alcune piante sono in sofferenza.
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Alcuni altri alberi, situati anche questi nella parte a nord del Parco, stanno morendo visto che ormai sono tutti rinsecchiti e hanno perso quasi tutte le foglie.
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Alberi che invece sono già morti (vedi questo sotto ripreso) vicino alle "giostrine dei bambini" i cui rami, ormai rinsecchiti, potrebbero cadere in testa ai bambini e alle loro mamme.
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E mentre altri alberi stanno morendo (come quelli sullo sfondo di questa sottostante immagine) sono ancora visibili le ceppaie di altri alberi già morti, di alberi che sono stati tagliati alla radice.
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Ma di ceppaie - di alberi già morti - il Parco del Centro Sociale di Caselle, c'è sono anche altre in giro per l'area verde... che viene curata costantemente, ma che a quanto pare... ha un'alta moria di alberi e di piante.
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Questa ceppaia, quella sotto riprodotta, è uno degli ultimi alberi abbattuti e tagliati alla radice che l'anno scorso hanno eliminato dal Parco... e mai sostitiuto con un nuovo reimpianto. Di una diecina di alberi tagliati... ne è stato reimpiantato solo uno.
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Eppure qui gli aerei sopra il Parco del Centro Sociale, (a parte qualche Tornado) non ci volano, visto che questa area a verde pubblico è situata a a circa 1.400 metri dalla testata pista "RWY 22".
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Eppure anche qui, anche se siamo a 1.400 metri dall'Aeroporto Catullo i decolli si vedono e ovviamente, anche se siamo in un Parco Pubblico, si sentono i rumori dei decolli come riprodotti in questo brevissimo video ripreso sempre questa mattina... di un aereo tra l'altro, uno di quelli di medio rumore. Poco prima era decollato un MD80... al quale aereo LAX aveva abbaiato... perchè disturbata mentere faceva plin plin.
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In merito a questa prima parte mi esimio dallo scrivere nessun commento... però dopo aver letto la Relazione del Corpo Forestale per l'Aeroporto di Malpensa... posso chiedermi "come stanno le nostre Piante di Caselle" (e come sta la nostra popolazione di Caselle?).
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Oggi volevo copiare solo una news di Aero Habitat che qui sotto ora copio... senza alcun commento se non evidenziando qualche parola e qualche frase.
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Tra V.I.A., rifacimento piste, extra piste, conformità infrastrutturali critiche o in deroga, Comitati contro e campanilismo ambientale.

Dopo l'elaborazione del Piano Aeroporti Italiano, ancora, tuttavia, in attesa di sostanziale adozione, dopo la presentazione dello studio "Evoluzione del traffico low cost a livello europeo e nazionale", per conto di ENAC, sono in corso le procedure di V.I.A. su numerosi aeroporti del BelPaese.
Master plan aeroportuali di medio e lungo periodo vengono sottoposti alle osservazioni di cittadini, comitati, associazioni ambientaliste e amministrazioni locali. Probabilmente nessuna pista, nessun rifacimento e allungamento di pista, nessun potenziamento di uno scalo trova una vasta ed estesa condivisione.
E' una contrapposizione che si sviluppa ed è in corso su aeroporti minori, quanto su quelli identificati come strategici. Chi vuole e persegue il "potenziamento" di uno scalo, alla fine, è solo l'esercente, la società di gestione aeroportuale che ha in mano la concessione, l'affidamento quarantennale dell'infrastruttura.
Sono pochi i cittadini ed i comitati che vogliono vivere nei pressi di uno scalo. Magari vorrebbero poter usufruire delle ricadute sociali economiche positive, ma, com'è del tutto scontato, contrastano, legittimamente, scongiurando e fronteggiando disagi, impatti negativi e rischi aeronautici connessi.
Che fare quindi?
Il governo di un Paese esige una adeguata politica dei trasporti, della logistica e l'esistenza di una rete di aeroporti minori a maggiori ne rappresenta e configura il livello.
Al servizio del sistema Paese e dell'economia e dei commerci.
Il Paese Italia è attrezzata?
Il Piano Aeroporti Italiano ha realizzato, dispone, di una rispondente fisionomia infrastrutturale aeroportuale?
L'analisi dei bacini di traffico, dei volumi di passeggeri e delle merci è adeguata al sistema Paese attuale e/o a quello stimato per il breve e lungo periodo?
E' corrispondente e/o integrata all'ipotizzato Piano Aeroporti del BelPaese?
Ecco il primo punto. Il sistema dei poli di traffico strategico designato corrisponde alle esigenze del sistema economico? Il Polo degli aeroporti lombardi, quello romano e quello del nordest sono appropriati?
I due scali toscani o quelli siciliani e pugliesi quale autonomia, implicazione, sovrapposizione e/o integrazione dei flussi e del traffico dovrebbero assicurare con quelli che erano o sono considerati hub?Quanti aeroporti del BelPaese possono sviluppare collegamenti long range?
Che il Piano Aeroporti Italiano non abbia adeguatamente valutato e verificato tali dinamiche appare evidente. Che sia nient'altro che una rete di scali scaturita da tensioni e mediazioni di geo politica territoriale è, posto solo retoricamente, come una opzione interrogativa.
Ma quello che rende il Piano Aeroporti e di conseguenza la disputa sulla congruità e legittimità delle attuali procedure di potenziamento degli scali esaminati, perciò delle equivalenti Master Plan correlate alle procedure di V.I.A. è una questione primaria.
E' la conformità ICAO - ENAC delle suddette infrastrutture aeroportuali. Una pista di 2400 - 3000 metri, con traffico di 60 - 100 mila movimenti/anno, senza disporre di 240 metri di RESA, degli adeguati spazi di Piano di Rischio aeronautico in asse e lateralmente alle piste, magari inghiottite tra il traffico cittadino e/o autostradale, tra palazzine e capannoni e alberghi, in aggiunta ad edificazioni sensibili (scuole e ospedali), può essere sottoposto e/o sviluppare una progettualità di potenziamento dei voli?
Un interrogativo semplice, comprensibile, probabilmente condivisibile. Che fare quindi?
Procedere con il Piano Aeroporti e relativi piani di potenziamento con verifica di VIA o, piuttosto progettare infrastrutture aeroportuali a norma, senza deroghe di sorta, forse anche riducendo l'attività di volo secondo criteri di sostenibilità e coesistenza territoriale?
Magari decurtando la lunghezza pista entro 1800 - 2000 metri only? Varando formule di City Airport?
Certo la soluzione/opzione, inevitabilmente, implica la concentrazione dei flussi di traffico, domestico, di terzo livello, internazionale e long range su altri scali.
Con la indispensabile verifica di altri impatti ambientali, infrastrutturali, sociali, economici e di traffico.
Quali scali "cittadini e metropolitani" dovrebbero essere sottoposti alla verifica degli standard di sicurezza dei cittadini e della tutela ambientale? Gli scali che appaiono più critici in tal senso sono Peretola, Pisa, Treviso, Verona, Bergamo, Linate, Capodichino, Ciampino, Reggio Calabria.
Uno scenario che apre e ridisegna qualsivoglia ipotesi di Piano Nazionale Aeroporti e, di conseguenza, si riflette nella stessa elaborazione ed analisi delle procedure di VIA.
Non farlo potrebbe invece, anche nel breve periodo, far emergere limiti, vincoli, saturazioni, contraddizioni, incompatibilità di alcune infrastrutture aeroportuali (investendo ad esempio piani regolatori e progetti territoriali dei Comuni limitrofi), nonostante qualche forzata, stentata autorizzazione di V.I.A. aeroportuale.

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