Chi di ENAC ferisce... di ENAC perisce!!! Interpretazioni "alla bisogna" del Sindaco di Villafranca... sul Piano di Rischio Aeroportuale.

In data 31 Gennaio 2011...
il Comune di Villafranca ha approvato la Delibera n° 4 avente il seguente oggetto: "VARIANTE PARZIALE AL PRG COMUNALE DI ADEGUAMENTO ALL'ART. 4 'AREE AEROPORTUALI' DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIANO D'AREA QUADRANTE EUROPA, L.R.V. 11/04, ART. 48, C. 1 TER. PIANO DI RISCHIO PER LA TESTATA RWY 04 DELL'AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA - D.LGS 96/05 E SS MM. E II. - ART. 707"
In data 23 Febbraio 2011...
il sottoscritto ha presentato adeguate "Osservazioni al Piano di Rischio Aeroportuale" sintetizzate poi nelle "Schede di Dettaglio delle 20 Osservazioni".
In data 3 Marzo 2011...
l'E.N.A.C. ha pubblicato sul proprio sito questo documento: "REGOLAMENTO PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DEGLI AEROPORTI PROPOSTA DI MODIFICA DEL CAPITOLO 9 PARAGRAFO 6" che modifica le aree delle Zone di Rischio Aeroportuale e che ipotizza una nuova zonizzazione in particolare quell'area ricompresa a destra e a sinistra della pista dell'Aeroporto fino ad una distanza di un KM (un vincolo che per la sua estensione è una caxxata... perchè a questo punto... allora tutto l'intorno aeroportuale deve essere vincolato, perchè gli aerei cadono dove vogliono loro... e non dove vogliono i politici)
In data 10 Maggio 2011...
(più di due mesi dopo la lettera dell'ENAC) il Comune di Villafranca, con la Delibera n° 13 avente ad oggetto: "VARIANTE PARZIALE AL PRG COMUNALE DI ADEGUAMENTO ALL'ART. 4 'AREE AEROPORTUALI' DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIANO D'AREA QUADRANTE EUROPA, L.R.V. 11/04, ART. 48, C. 1 TER. PIANO DI RISCHIO PER LA TESTATA RWY 04 DELL'AEROPORTO VALERIO CATULLO DI VERONA VILLAFRANCA - D.LGS 96/05 E SS MM. E II. - ART. 707 CONTRODEDUZIONI ALLE OSSERVAZIONI E CONFERMA DELLA VARIANTE" ha approvato definitivamente il Piano di Rischio Aeroportuale -"SENZA TENER CONTO DELLE MODIFICHE PROPOSTE DA ENAC" - respingendo tutte le mie osservazioni.
In data 14 Maggio 2011...
sull'Arena viene pubblicato questo articolo: "I progetti di casello e metro a rischio nell'area del Catullo" con di spalla questo altro intervento: "Sono leggi internazionali di tutela".



1° Articolo:
VILLAFRANCA. La stazione e l'uscita autostradale di Dossobuono sono previste nelle zone vicine all'aeroporto
I progetti di casello e metro a rischio nell'area del Catullo
Fabio Tomelleri
L'Enac vuole imporre vincoli nelle fasce delle piste per evitare gravi conseguenze in caso di incidenti .La Giunta chiede all'ente di non mettere restrizioni
Il casello autostradale di Dossobuono, la stazione della metropolitana leggera e le nuove aree a servizio del Catullo. Sono tutti progetti destinati ad andare in fumo, se entreranno in vigore i nuovi vincoli, proposti dall'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), per limitare la realizzazione di edifici e strutture troppo affollate, vicino alle piste aeree. A rendere incerti i nuovi interventi strategici sono le modifiche, caldeggiate dall'ente, ai piani di rischio per gli incidenti, causati dagli aerei in atterraggio e in decollo.
La revisione non è stata ancora approvata in via definitiva, ma l'amministrazione comunale ha messo comunque le mani avanti. Il sindaco Mario Faccioli e i suoi assessori hanno approvato una delibera, per chiedere a Enac di non applicare le restrizioni urbanistiche, allo scalo villafranchese.
Sembra un paradosso. Poiché sono appena trascorse poche settimane dal voto, in Consiglio comunale, sul piano di rischio dell'aeroporto, per le zone attorno alla testata sud della pista. In quell'assemblea, per controbattere all'opposizione, che chiedeva maggiori tutele attorno allo scalo, Faccioli aveva ribadito la volontà di seguire le norme nazionali dettate da Enac.
Ora, invece, il sindaco si è trovato a dover contestare le ulteriori restrizioni, volute proprio dall'organizzazione che si occupa dei voli civili.
La delicata questione riguarda la testata nord della pista, denominata in codice RWY 22, che ricade in territorio di Sommacampagna, a pochi passi dal confine con Villafranca. Il 10 e il 21 marzo scorsi, l'Associazione nazionale dei Comuni aeroportuali italiani (Ancai), di cui fa parte pure il municipio villafranchese, comunicò all'amministrazione Faccioli che stava cambiando la normativa sulle prescrizioni, contenute nei piani di rischio aeroportuali. I responsabili dell'associazione allegarono alla lettera la proposta di Enac, che riguarda anche lo scalo veronese.
L'ente per l'aviazione civile ha chiesto che sui piani urbanistici comunali venga allargata una delle tre fasce di rispetto, la zona «C», intorno alle due testate della pista. Secondo la nuova istanza, la fascia in cui nuove case e capannoni dovranno essere limitati, verrà estesa fino a un chilometro per parte, raddoppiando di fatto le zone sottoposte al vincolo. La norma prevede che, all'interno di tale area, potrà essere progettato «un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi e nuove attività non residenziali». Prescrive pure che non si potranno costruire «insediamenti ad elevato affollamento», come centri commerciali, congressuali, sportivi, scuole, ospedali, obiettivi sensibili o a rischio di incendio, esplosione e danno ambientale.
Queste condizioni hanno fatto scattare il campanello d'allarme. Nella delibera votata dalla giunta si legge che «le proposte di modifica non sono adeguate e compatibili con la conformazione del Catullo», poiché la posizione della stazione passeggeri «è vicino alla testata della pista RWY 22», quindi in piena area vincolata.
Non solo. L'amministrazione ha osservato che «nelle aree potenzialmente sottoposte ai nuovi vincoli sono previste opere ed infrastrutture pubbliche, di interesse strategico per l'aeroporto», oltre a nuovi insediamenti «che potrebbero comportare un consistente afflusso di persone». Il Comune ha citato le strutture che ricadranno nella fascia «C» allargata. Sono il «nuovo casello autostradale, la nuova stazione della metropolitana di superficie e sono inoltre previsti, nel vigente piano regolatore, aree e attrezzature pubbliche e di interesse collettivo, con destinazione a servizio aeroportuale».
Sindaco e assessori, quindi, hanno lanciato una controproposta. Hanno chiesto a Enac di utilizzare una procedura diversa, per la valutazione del rischio, legato alle attività degli aerei. Hanno proposto nuovi vincoli «non più legati alla configurazione del sedime aeroportuale, e che tengano conto della tipologia e delle caratteristiche delle operazioni di volo». Per le aree che saranno incluse all'interno delle zone di tutela, inoltre, hanno chiesto: «Siano fatti salvi gli interventi previsti negli strumenti urbanistici vigenti e adottati, in particolare nelle aree e attrezzature a servizio aeroportuale, e le nuove opere, quali il nuovo casello e la nuova stazione della metropolitana».
2° Articolo:
Sono leggi internazionali di tutela
Ha lo scopo di incrementare le zone di salvaguardia attorno agli scali italiani. È la modifica, proposta da Enac e contestata dal Comune, ai parametri per i piani di rischio da incidenti aerei. Il motivo della richiesta di variazione delle norme, per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti, è spiegato in una lettera, indirizzata all'Ancai, dall'ingegner Alessandro Cardi, direttore centrale del settore infrastrutture aeroporti di Enac. «Le aree laterali alla pista di volo, non sono state considerate, nella redazione della configurazione dell'impronta a terra delle aree di tutela», ha scritto, «per carenza di dati oggettivi consolidati». Ha aggiunto che la norma internazionale «richiede che sia preservata la possibilità di intervento del servizio "Rescue and fire fighting service" (servizio antincendio, ndr), nelle aree limitrofe al sedime aeroportuale, per i soccorsi a seguito di sciagure aeree». E ha proseguito: «Ad esempio possono essere citati gli incidenti aerei occorsi in Europa, all'aeroporto di Pisa e di Madrid Barajas. Entrambi sono accaduti in fase di decollo, e sono stati caratterizzati da una deviazione laterale del velivolo, con successivo impatto al suolo, rispettivamente, a circa mille metri e 600 metri dall'asse della pista di volo». Da qui è nata l'esigenza di ampliare l'area «C», quella con meno restrizioni alle costruzioni.
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Quello che propone l'ENAC... è una emerita caxxata, perchè se le motivazioni fossero quelle descritte nelle ultime due sovrastanti righe... allora la Zona C del Piano di Rischio Aeroportuale a Villafranca dovrebbe essere esteso fino ad almeno a 1300 metri... visto che l'Antonov 24... il 13 Dicembre 1995... è caduto ad una distanza di circa 1300 metri lato nord dalla pista.
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In un'area fortemente atropizzata... com'è quella esistente attorno alla testata Pista 22 dell'Aeroporto Catullo, dove a Nord della Pista c'è Caselle e a Sud della Pista c'è Dossobuono... porre dei vincoli vuol dire - di fatto - vincolare una buona parte di questi centri abitati.
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Una cosa è certa, quando per respingere le mie Osservazioni il Sindaco di Villafranca dichiara questo:
SINDACO: per non perderci in un bicchiere d’acqua. E’ tutto vero quello che dite nel senso che tutto potrebbe essere rischio per tutto quello che succede intorno all’aeroporto, ma qui stiamo parlando a livello urbanistico ed è un livello urbanistico che ci chiede ENAC in merito a degli articoli di norma del codice della navigazione aerea.
Anch’io posso dire perché quella striscia blu è così stretta e che non serve a niente e potrebbe essere più larga. Questo ci chiede nel rispetto delle edificazioni, non dei voli, delle edificazioni a cui i Comuni devono stare maggiormente attenti; possono essere strette o larghe, ma sono concordate rispetto ad un codice di navigazione aerea che ENAC passa a tutti i Comuni d’Italia su cui insiste un aeroporto.
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Ma di là è da venire. Poi nelle fasi di programmazione urbanistica del Comune nulla vieta che nel nostro piano urbanistico si vieti l’edificazione per dare sicurezza al territorio limitrofo, antistante, adiacente, aderente, rispetto all’Aeroporto. Qui ci stiamo allineando su un piano previsto a livello nazionale da un ente nazionale in accordo con Enti internazionali che prevedono delle procedure.
Se noi riterremo che sono troppo limitate e le vogliamo allargare, ma per caratteristiche nostre, lo faremo con altri piani, ma non certo con questo.
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Per oggi mi limito a riportare questi due articoli. Domani ulteriori commenti sulla Delibera di Giunta Comunale di Villafranca, la n° 89 del 6 Maggio 2011, avente questo oggetto: "OSSERVAZIONI ALLA PROPOSTA DI MODIFICA DEL REGOLAMENTO PER LA COSTRUZIONE E L'ESERCIZIO DEGLI AEROPORTI RELATIVA ALL'ESTENSIONE DELLA ZONE DI TUTELA DEL PIANO DI RISCHIO AEROPORTUALE".
Osservazioni che dopo la lettera dell'ENAC del 3 Marzo 2011, sono in ritardo... visto che - se ricordo bene - dovevano essere presentate entro il 19 Aprile 2011.
Quando fa comodo: ENAC ha RAGIONE... ma quando fa più comodo... ENAC non ha RAGIONE. Utilizzare l'ENAC alla bisogna... è attività pericolosa quando poi - come Sindaco - si dovrebbe garantire la sicurezza pubblica... sopratutto poi se gli aerei in decollo... virano invece di andare dritti.

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