Piano di Sviluppo Aeroporti del Garda. "L'Aeroporto di Montichiari deve essere chiuso". Oopsss...!!! Ma non dovevano spenderci 50 milioni di Euro?

Questa mattina apro il Corriere della Sera e nell'inserto: Corriere di Verona, mi trovo questo articolo: Rapporto sul tavolo del ministro. "Montichiari deve essere chiuso". Un articolo che comincia cosi: "Montichiari? Un aeroporto da chiudere. Il più in fretta possibile. Senza spendere più neanche un euro per tenerlo in piedi."
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In merito a questo evidenzio una dichiarazione contenuta sempre nell'articolo: "Dal Catullo, per ora, arrivano solo rigidi no comment. Il direttore generale Massimo Soppani spiega che intende "esprimere un parere in merito solo dopo aver ricevuto informazioni ufficiali dagli enti istituzionali competenti. fino ad ora a quanto ci risulta, nulla di quanto riportato sulla stampa risulta supportato da alcuna comunicazione ufficiale".
Poi l'articolo del Corriere della Sera, si conclude cosi: "C'è chi ricorda gli 82 milioni di deficit di Montichiari, decisamente "pesanti" per il bilancio complessivo della Catullo S.p.A.
Potevo esimermi dallo scrivere su ViViCaselle una notizia di questo tipo? Ovviamente no e cosi sono andato a cercare l'articolo del Sole 24 ore a titolo: "Senza futuro la metà degli aeroporti" dal quale estraggo questi brani:
Altolà alla polverizzazione aeroportuale e alle guerre di campanile: sono 24 (la metà di quelli oggi in funzione) gli scali che dovranno essere chiusi o drasticamente ridimensionati perché hanno un bacino di traffico insufficiente o vincoli infrastrutturali insuperabili. A questi scali lo Stato non dovrà più fornire nessun aiuto o sostegno finanziario, promuovendo lo spostamento del traffico verso scali più efficienti. Ci sono vittime illustri come Brescia Montichiari, Cuneo, Foggia, Roma Ciampino.
Altri dieci scali conquistano la serie B e diventano recuperabili in quanto primarie «riserve di capacità del sistema»: tra questi il nuovo aeroporto di Viterbo su cui, per altro, le perplessità non vengono meno. Solo 14 sono gli scali davvero strategici che guadagnano un posto nella serie A: in testa ci sono i tre gate intercontinentali Fiumicino, Malpensa e Venezia, intorno ai quali bisogna costruire la strategia di sviluppo del paese.
Il sistema Venezia-Treviso può passare da 8,5 milioni di passeggeri annui a 20. Per fare tutto questo occorrono investimenti, adeguati e in fretta.
La prima conclusione di policy del piano è che l'era della proliferazione spontanea degli scali è finita, ora è il momento di fare sistema a livello nazionale e a livello di macro-aree. «È anche l'ora di dire agli enti locali che bisogna fare scelte impopolari e non sono più sopportabili gli sprechi per scali che sono mal collocati, mal collegati e sottocapitalizzati», dice il presidente di Enac, Vito Riggio. Lo studio costituisce la base per queste scelte.
Letto questo... al sottoscritto il Piano di Sviluppo dell'Aeroporto Catullo, quello presentato ai Soci della Catullo S.p.A. alla fine di Giugno... lo vedo che sta iniziando una dura salita, ma per restare in tema... direi un decollo abortito.
Pochi giorni fa, dopo l'emendamento passato al Senato, tutti i media locali a scrivere che l'Aeroporto di Verona era un Aeroporto di "Serie A" (ed io avevo sollevato dubbi su questo). Ma allora come mai in questo Piano Nazionale degli Aeroporti, l'Aeroporto di Verona è in "Serie B", cioè recuperabile... e l'Aeroporto di Brescia... è caduto in "Serie C"... cioè da chiudere? Mahh!!! Misteri della Politica.
Per ora non ho altro da scrivere... ma se in giornata pubblicano dell'altro su questo argomento, poi aggiorno anche il "blogghino" di oggi.
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Domanda finale...
Ma con 82 milioni di euro (il deficit di Montichiari), quante opere e/o interventi di Mitigazione, Compensazione, Risanamento e Restauro Ambientale potevano essere realizzate attorno all'Aeroporto di Verona?
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AGGIORNAMENTO dal Giornale "BRESCIA OGGI"
«Aeroporto non strategico» Bufera sullo studio dell'Enac
MONTICHIARI. Il rapporto realizzato da One Works, Kpmg e Nomisma prevede la cancellazione del «D'Annunzio». Il presidente Bettinsoli: «È solo carta che non lascia traccia». Bettoni: «Si guarda al passato senza vedere presente e futuro»
Montichiari. L'aeroporto di Montichiari non ha futuro. A dirlo è il «Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano» stilato per l'Enac (l'Ente nazionale dell'aviazione civile) da One Works, Kpmg e Nomisma e pubblicato domenica scorsa da «Il sole 24 ore», un documento che analizza lo sviluppo del sistema aeroportuale italiano nell'arco dei prossimi vent'anni e traccia delle linee guida per il futuro piano nazionale degli aeroporti cui starebbe lavorando il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Altero Matteoli.
Partendo dall'idea della necessità di operare delle scelte razionali in linea con gli altri paesi europei, il rapporto punta a ridurre la dispersione aeroportuale e a concentrare le attività di volo intorno a pochi scali strategici (14 in tutto, con Fiumicino, Malpensa e Venezia che faranno la parte del leone ), recuperandone altri (10, tra cui Viterbo) e chiudendone invece un'ampia compagine (complessivamente 24, l'esatta metà di quelli ad oggi esistenti).
Ebbene, il «Gabriele D'Annunzio», suo malgrado, domina la classifica degli aeroporti destinati alla chiusura o al drastico ridimensionamento perché con un bacino di traffico insufficiente o insanabili carenze infrastrutturali (al suo fianco altre «vittime» illustri come Cuneo, Foggia o Roma Ciampino), aeroporti che non dovranno più ricevere dallo Stato aiuto o sostegno finanziario e che vedranno il loro traffico «dirottato» su scali più efficienti. Naturalmente alla compagine bresciana da anni schierata a favore del rilancio del nostro aeroporto l'ipotesi adombrata dallo studio in questione non piace affatto. Il presidente della «D'Annunzio Spa» Vigilio Bettinsoli replica con toni molto accesi, dichiarando che si tratta «di una grande quantità di carta destinata ad accumularsi senza lasciare alcun segno».
«Questi rapporti sono talmente credibili che sino a poco tempo fa uno studio analogo definiva il nostro aeroporto di Montichiari come speculare a quello di Malpensa» commenta Bettinsoli con non poca ironia, ricordando anche il lavoro commissionato nel 2005 dalla Regione Lombardia ad una società americana nel quale addirittura per Montichiari si prospettavano tre piste di atterraggio («una enormità» commenta Bettinsoli) ed un una potenzialità di passeggeri pari a 20/25 milioni all'anno. La tesi del presidente della «D'Annunzio», in sostanza, è che questi studi «dicano tutto e il contrario di tutto» e «servano solo ed esclusivamente a far guadagnare dei soldi a chi li fa», cadendo poi nel dimenticatoio.
MENO DRASTICO, ma non molto dissimile, è il commento del presidente della Provincia Daniela Molgora, che senza esitazioni dichiara che «la Provincia andrà avanti per la sua strada, continuando a muoversi in direzione di un accordo tra Brescia e Verona per un effettivo rilancio dello scalo monteclarense». Secondo Daniele Molgora, infatti, il rapporto «One Works, Kpmg e Nomisma» non tiene in alcun conto «nè dei piani di sviluppo in essere, nè degli aeroporti che confidano in Montichiari nell'ottica della creazione di un grande scalo destinato principalmente al cargo», e definisce il documento come «un progetto sviluppato a tavolino e assolutamente avulso dalla realtà».
Sulla medesima lunghezza d'onda si muove anche il presidente della Camera di Commercio e storico sostenitore di Abem Francesco Bettoni, che senza mezzi termini parla di un «piano che non guarda al presente e al futuro ma solo al passato». «Ancora una volta credo che l'Enac esprima una posizione estremamente prevenuta», dice Bettoni, che ribadisce come questo documento costituisca solo l'ultimo atto di un comportamento ostile manifestato dall'ente nei confronti della cordata bresciana.
«Per quanto ci sarà possibile continueremo a combattere e ci opporremo in tutti i modi a questo eventuale piano di riorganizzazione» conclude, evidenziando come si tratti a suo parere di una indagine che non tiene conto di troppi fattori strategici, da quelli legati alla location dello scalo monteclarense alle infrastrutture ad esso collegate, dalle indicazioni fornite dai driver di volo all'Expo 2015, importantissimo volano economico ormai alle porte.

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