ANCHE GLI ITALIANI A VOLTE SI INCAZZANO... pure il sottoscritto, è da anni... che è incazzato

Oggi sull'Arena c'era questo articolo: «Accorpati voli al Catullo» Parte la denuncia di Beha, articolo che descriveva questo:
Già il titolo, apparso ieri su Il Fatto quotidiano, è tutto un programma: «Anche gli italiani a volte s’incazzano». Poi l’articolo di Olivero Beha, giornalista noto per le sue inchieste controcorrente come quella sui Mondiali di calcio in Spagna, spiega per bene un’altra storia di ritardi su un volo Alitalia, in partenza da Verona per Roma sabato mattina.
L’odissea è quella di chi ha la sfortuna di vedersi prorogare il viaggio delle 11.25, fino a quando, il decollo avviene sì ma a scapito di lunghe ore di attesa. E con un volo già in programma alle 15.15 per la Capitale. Una pacchianeria, secondo Beha, da far pensare, «un fondato sospetto» sostiene il giornalista, che sia un ritardo «programmato» per accorpare due voli con l’obiettivo facilmente intuibile di risparmiare.
Ad insospettire il giornalista del quotidiano romano è stata l’addetta all’imbarco che alla domanda su quanti erano i passeggeri sull’aereo Az 1492 delle 11.25 ha risposto «Una sessantina». Troppo pochi per coprire costi e spese di un volo di 5, 600 km., hanno pensato i passeggeri. E se si parla di Alitalia, si capisce bene che potrebbe sembrare un affronto far pagare ai passeggeri colpe antiche di chi al timone della compagnia di bandiera ha realizzato un buco nei conti da profondo rosso.
E questa volta, il giornalista e altri 17 passeggeri sono usciti dal corteo di passeggeri pecoroni o sudditi che dir si voglia, racconta Beha e si sono presentati all’ufficio di polizia del Catullo. Lì hanno presentato una denuncia, aiutati da un altro passeggero, avvocato nell’ufficio indagini della Federclacio. Nella querela si parla di truffa ma poi valuterà la procura se e quale tipo di reato è stato commesso due mattine fa al Catullo ai danni di quella sessantina di passeggeri, presentatisi allo scalo di Verona per prendere il volo per Roma alle 11.25 ma poi partito alle 15.15.
«La furbata risparmiatrice di accorpare i voli sulla pelle degli utenti», chiude il pezzo su Il Fatto Oliviero Beha, «non è certamente inedita. E la reazione che deve far pensare».
.
E dato che di quell'articolo mi piaceva la frase "Anche gli Italiani a volte si incazzano" sono andato a cercare l'articolo originale che sicuramente avrei trovato sul sito web di Oliviero Beha.
.
.
A Verona 18 passeggeri di fronte al fondato sospetto di un accorpamento di due voli vanno alla Polizia
pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 18 ottobre 2009
E di fronte al sospetto più che fondato dell’ennesima presa per i fondelli, anche le formiche si incazzarono, i cani di paglia reagirono e un abuso “normale” ridiventò almeno per questa volta anormale: è successo ieri, all’aereoporto Catullo di Verona/Villafranca, e di mezzo c’è come al solito l’Alitalia.
Un volo per Roma delle 11,25, l’AZ 1492, è stato a parole, ma solo dopo il check-in, ritardato di un quarto d’ora. Mentre aspettavamo, il tabellone luminoso lo ha protratto alle 12,30. Ci siamo informati e la versione ufficiale è stata che l’aereo che doveva arrivare da Roma non era neppure partito. Ho chiesto e poi abbiamo chiesto sempre più numerosi perché: mistero.
Una domanda leggermente più giornalistica a un’addetta all’imbarco, giovane, dimessa, indifesa e “in-divisa”, e cioè “ma quanti passeggeri siamo su questo volo?”, ha avuto una risposta che si sarebbe rivelata prima preoccupante e poi inquietante: ”Circa una sessantina, forse meno”. Una risposta “ingenua” nel Paese/calabrone che non dovrebbe volare che vanta una compagnia di bandiera/calabrone che infatti spesso non vola, e non solo metaforicamente.
Con un altro passeggero abbiamo deciso di sporgere una denuncia-querela presso il posto di polizia del “Catullo”. Abbiamo chiesto se qualche altro di quella “sporca sessantina” volesse seguirci. Ci siamo andati in 18, neppure male in percentuale per un popolo di pecoroni che non vola e accetta di rimanere a terra, e non solo letteralmente. Nel frattempo il tabellone luminoso dirottava la partenza prima alle 13,05, poi quasi subito (nel frattempo s’era sparsa la voce che qualcuno era andato alla Polizia) alle 14,10. Nello “schedule” il volo successivo Alitalia per Roma era previsto molto vicino, troppo vicino, alle 15,15.
Mentre ufficialmente gli addetti cianciavano di “una serie di piccoli guasti”, il volo veniva poi definitivamente cancellato e la “sporca sessantina” girata a completare quell’altro volo. Non tutti, però: qualcuno sceglieva di imbarcarsi alle 14,15 su un Air Italy, che costava meno e partiva dunque prima.
Mi sono ritrovato al posto di Polizia con una pattuglia di italiani indignati ma anche leggermente orgogliosi di aver portato rispetto a loro stessi aspettando di firmare quella denuncia-querela stesa da un avvocato tra noi (dell’Ufficio Indagini della Federcalcio, ma stavolta prezioso…) e condivisa emotivamente e “civicamente”, cioè politicamente, da tutti. Da tutti quei 18 che si erano presa la briga di denunciare, e naturalmente a parole da tutto il gruppone coinvolto in queste “scene di ipotetica truffa in bassa veronese”.
È passato casualmente Dario Franceschini, che ha fatto in tempo a commentare “che vergogna! hai fatto bene!” e si sarebbe volentieri riavviato sulla strada dello scandalo Alitalia, che paghiamo noi, noi tutti sudditi tartassati, e anche noi se obbligazionisti o azionisti di quell’Alitalia di ieri che sembra uguale all’Alitalia di oggi. Non ce ne è stato bisogno, la memoria dei denuncianti funzionava da sola, e ci fosse stato Fantozzi se lo sarebbero mangiato vivo. Difficile casomai digerirlo, metabolizzarlo ed espellerlo, trattandosi di corpo davvero estraneo.
Estraneo almeno per un giorno ai 18 diversissimi tra loro per età, sesso, educazione, apparenza, professione ecc. e presumo preferenze elettorali, ma per una volta solidali nel rigettare la propria abituale condizione di sudditi. Si sono sentiti prima fregati e poi rinvigoriti anche solo per un momento da una flebo di dignità, e hanno/abbiamo poi guardato con una certa pena e molta empatia gli addetti ai lavori “catulliani” (della compagnia, del controllo all’imbarco, della polizia ecc.) che non potrebbero ma forse vorrebbero sottoscrivere la nostra denuncia.
Attenti ai cani di paglia che non riescono a volare, attenti a un Paese che non ce la fa più, attenti al calabrone che alla fin fine per rispetto della fisica si spiaccica al suolo per forza, pesando troppo per rimanere in volo. La storia dell’Alitalia è diventata la nostra, ed è più vicina alle tesi sulla mancanza di Stato espresse qui giorni fa da Barbara Spinelli di quanto si possa immaginare.
La furbata risparmiatrice di accorpare i voli sulla pelle degli utenti (già raggirati come contribuenti dal gioco delle tre carte Alitalia-Air One-Cai del Mago Cattivo Berlusconi e sodali anche “di sinistra: ricordate il Colaninno di “un affare è comunque un affare”?) non è certamente inedita.
E’ la reazione che deve far pensare. E poi uno dice che si legge “Il Fatto”…
E dopo il danno la beffa...
Di seguito il messaggio di E.Dreams ricevuto via email per conoscere la mia opinione sul volo
Gentile cliente,
speriamo che abbia avuto un gradevole volo. Ci piacerebbe conoscere la tua opinione sul volo con Alitalia sulla rotta Roma - Verona. In questo modo i nostri utenti potranno vedere l'esperienza dei nostri clienti e potrai contribuire così a migliorare le nostre informazioni e i nostri servizi.
Bastano solo un paio di minuti per aiutare anche altri utenti a fare la scelta giusta e a rendere indimenticabile il loro viaggio! Grazie per il tuo aiuto.
Cordialmente, eDreams Team.
.
In questi ultimi giorni ho scritto troppo alla Commissione Europea, alla Procura della Repubblica e al Sindaco... e oggi sono stanco e non ho voglia di scrivere su blog... cosi oggi - ho copiato - sopratutto e perchè... mi piaceva la frase: ANCHE GLI ITALIANI A VOLTE SI INCAZZANO... a cui ho creativamente aggiunto: pure il sottoscritto, è da anni... che è incazzato

Commenti