Visto che oggi c'è l'Assemblea dei Soci della Catullo SpA... posso ricordare un'interrogazione dell'On. Arianna Spessotto relativa a questo oggetto: "CO-MARKETING: STOP A SOLDI PUBBLICI A COMPAGNIE AREE SENZA PROCEDURE DI GARA!"

Se martedi 18 Aprile 2017 ho pubblicato questo messaggio: "Se l'Aeroporto Catullo ha i soldi per pagare Ryanair... perchè il Comune di Sommacampagna... non chiede ai "catulliani" i soldi per il far diminuire il disagio e l'inquinamento che l'Aeroporto crea ai cittadini di Caselle?"... oggi torniamo sullo stesso argomento.
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Visto che oggi c'è l'Assemblea dei Soci della Catullo SpA (tra i cui soci c'è anche il Comune di Sommacampagna)... posso ricordare una INTERROGAZIONE dell'On. Arianna Spessotto - presentata ieri al "Question Time" - relativa a questo oggetto: "CO-MARKETING: STOP A SOLDI PUBBLICI A COMPAGNIE AREE SENZA PROCEDURE DI GARA!".
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Oggi in Aula alla Camera abbiamo interrogato il ministro dei Trasporti Delrio sui soldi pubblici che vengono assegnati alle compagnie aeree low cost dalle società aeroportuali e abbiamo ricevuta una risposta a dir poco deludente. Nessuna trasparenza, da parte del ministro dei Trasporti Delrio, sulla pioggia di contributi pubblici che periodicamente vengono erogati dalle società aeroportuali alle compagnie aeree low cost, senza il rispetto delle procedura di gara trasparenti e concorrenziali, come previsto dalle norme nazionali e comunitarie. Un fenomeno ormai fuori controllo, che, a detta dello stesso Delrio, ci costa oltre 40 milioni di euro e che potrebbe arrivare a toccare, secondo alcune fonti di stampa, la cifra record di 100 milioni di euro. Senza bandi di gara obbligatori per lo sviluppo delle rotte aeree, e senza le sanzioni per chi non rispetta l’obbligo di comunicazione all’Enac e all’ART dell’esito di tali procedure, gli aeroporti italiani, molti dei quali sopravvivono proprio grazie a questi incentivi, continueranno ad erogare risorse economiche, fuori dalle regole, pur di avere in cambio voli quotidiani e milioni di passeggeri. E’ indicativo che a tale proposito il ministro Delrio non sia stato in grado di fornire, come da noi richiesto, un elenco aggiornato degli scali aeroportuali che hanno attualmente in corso accordi di co-marketing, con l’indicazione dei relativi finanziamenti, ma si è limitato a citare alcuni esempi senza alcuna cifra specifica. In questo modo il Governo distribuisce a pioggia aiuti di Stato camuffati, che drogano il mercato e non permettono di distinguere gli esempi di governance virtuosa, impedendo così una corretta razionalizzazione del sistema aeroportuale nazionale. Un doppio danno per i cittadini che perdono risorse economiche e servizi efficienti. E così, mentre Alitalia va a picco, ci sono nel nostro paese compagnie aeree low cost che vivono solo di contributi pubblici distribuiti senza nessun controllo.
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Ciò premesso ricordiamo anche quanto pubblicato questa mattina su Aero Habitat nella news a titolo: "Aeroporti e co-marketing, una interrogazione M5S per una realtà incoerente", con sotto titolo: "Probabilmente sono 200 e/o forse oltre milioni di euro/anno?".
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Quanti aeroporti del Belpaese sopravvivono, prosperano e hanno successo esclusivamente su una pratica che potrebbe essere identificata come una sorta di aiuti-di-stato e/o sovvenzione senza adeguata procedura e/o verifica-comparazione concorrenziale? E chi paga? Il sottoscrittori del co-marketing chi sono infine? Sono forse i gestori aeroportuali, gli azionisti e/o gli enti territoriali esterni allo stesso sedime aeroportuale? Basterebbe analizzare la tipologia e ultrannuale sottoscrizione di accordi senza alcuna trasparenza e/o valutazione da parte delle “autorità” delegate a tali atti per far emergere e spiegare, tra l’altro, la crisi perenne di alcune aerolinee e la “solidità” operativa e di bilanci di altre. Una corretta valutazione degli accordi di co-marketing, solitamente sottoscritti da enti pubblici e aziende para-pubbliche e/o partecipate, inoltre non potrà non evidenziare come taluni aeroporti a prevalenza, se non la totalità di voli low cost e/o con contratti di co-marketing, non prospettare che scenari di penuria-crisi di voli, di traffico e di bilanci nelle società di gestione aeroportuale. Società di gestione aeroportuale che, indifferentemente, possano essere controllate da azionisti, in parte e quasi totalmente, da “pubblici” e/o privati: una realtà che il Piano Nazionale Aeroporti non, sembrerebbe, aver adeguatamente valutato. L’on. Arianna Spessotto, prima firmatario, ha in relazione a tale contesto presentato in dato 18 Aprile la seguente interrogazione. Ministero destinatario: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI. Martedì 18 aprile 2017, seduta n. 780 - SPESSOTTO, DELL'ORCO, LIUZZI, PAOLO NICOLÒ ROMANO, NICOLA BIANCHI, DE LORENZIS e CARINELLI. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere – premesso che: il decreto-legge n. 145 del 2013 «destinazione Italia», convertito, con modificazioni, dalla legge n. 9 del 2014, è intervenuto in materia di accordi stipulati dalle società di gestione degli aeroporti con i vettori aerei, prevedendo l'obbligo di espletamento di procedure concorrenziali per la scelta, da parte dei gestori aeroportuali, dei vettori ai quali erogare contributi, sussidi o altre forme di emolumento per lo sviluppo delle rotte; l'articolo 13, comma 14, del decreto-legge stabilisce che, per l'erogazione di contributi per lo sviluppo di rotte destinate a soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza, le società di gestione esperiscano procedure di scelta concorrenziali e trasparenti, così da consentire la più ampia partecipazione dei vettori potenzialmente interessati; la norma prevede che i gestori aeroportuali comunichino all'Enac e all'Autorità di regolazione dei trasporti l'esito delle procedure concorrenziali, ai fini della verifica del rispetto delle condizioni di trasparenza e competitività; entro il 31 gennaio di ciascun anno, le società aeroportuali devono inoltre comunicare ad Enac l'ammontare dei contributi versati dalle stesse società ai vettori, anche sotto forma di contratti di co-marketing, dati che non risultano ad oggi effettivamente reperibili ed accessibili; negli ultimi anni, nonostante gli indirizzi comunitari e nazionali in relazione ai principi di trasparenza e competitività per lo sviluppo delle rotte aeree, grazie alla conclusione di contratti di co-marketing tra gestori aeroportuali e vettori, con la compartecipazione di regioni, province e comuni, le compagnie low cost hanno goduto di contributi pubblici – stimati intorno ai 100 milioni di euro annui circa – giunti attraverso «fondi di sviluppo rotte e marketing» stanziati dagli aeroporti italiani; sebbene le norme comunitarie in materia di aiuti di Stato prescrivano la pubblicazione, a cadenza semestrale, sui siti degli aeroporti, delle procedure selettive per godere degli incentivi, l'obbligo viene disatteso, attraverso la pubblicazione di bilanci poco chiari, complice la mancata previsione, all'interno delle linee guida dell'agosto 2016, di procedure sanzionatorie per i gestori che non rispettano suddetto obbligo; parimenti è slittato a luglio del 2017 il termine previsto per la realizzazione del registro degli aiuti dove i gestori devono comunicare gli incentivi erogati per lo sviluppo di rotte aeree da parte dei vettori –: se il Ministro interrogato intenda fornire un elenco aggiornato degli scali aeroportuali italiani che hanno attualmente in corso accordi di co-marketing, con l'indicazione dei relativi importi, precisando se corrisponda a realtà l'importo stimato di 100 milioni di euro di cui in premessa.
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Quando oggi il Rappresentante del Comune di Sommacampagna prenderà visione del Bilancio 2016 della Catullo SpA posso ricordare che in merito allo "Sviluppo traffico aeroportuale e marketing" (voce di bilancio che serve a nascondere gli accordi di co-marketing) nel 2014 la Catullo spa aveva speso 2.464.207 euro e altri 2.827.890 euro li aveva spesi nel 2015 (Dati estratti a pagina 38 del Bilancio 2015).
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A fronte di oltre 5 milioni di euro in due anni per il co-marketing - ovviamente sul Bilancio 2015 della Catullo SpA ho cercato la voce "Mitigazioni Ambientali"... ma non sono riuscito a trovarla e pertanto presumo che i "Catulliani" non abbiano speso un euro per questo capitolo di spesa.
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Immagino che come Socio della Catullo SpA il Comune di Sommacampagna abbia approvato sia il Bilancio 2014 che il Bilancio 2015... e visto le nuove rotte di Ryanair, sarei curioso di sapere quanti soldi sono stati spesi nel Bilancio  2016 in merito allo "Sviluppo traffico aeroportuale e marketing" e sapere se anche stavolta il Comune ha detto di si.
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