Se i Sindaci cominciassero ad applicare con più determinazione il principio Comunitario: "CHI INQUINA PAGA" - anche con i Ricorsi al TAR - forse potrebbero ottenere le opere di Mitigazione e di Compensazione Ambientale necessarie a noi Cittadini... inquinati da Autostrade, Ferrovie e Aeroporto (e Discariche).

Oggi sull'Arena hanno pubblicato un articolo a titolo: "Tracciato Tav, sindaci verso il ricorso" con sopra titolo: "SUPERTRENI. Anche i comitati contrari all'opera sono sul piede di guerra. Punti critici: il laghetto del Frassino e l'impianto di Air Liquide" e questo sotto titolo: "Sette amministrazioni locali pronte a rivolgersi al Tar perché la verifica di ottemperanza eseguita sul progetto lascia aperte lacune sulla sicurezza".
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Di questo articolo ne evidenzio alcuni paragrafi:
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Sul tracciato Tav tra Brescia e Verona non è ancora detta l'ultima parola: di sicuro non per i comitati No Tav che si battono contro la realizzazione dell'infrastruttura, ma nemmeno per i sindaci dei sette Comuni della zona del basso lago che, a vario titolo, saranno interessati dal passaggio dei supertreni: Peschiera, Castelnuovo del Garda, Sona e Sommacampagna per quanto riguarda la provincia di Verona, Desenzano e Pozzolengo nel Bresciano e Ponti sul Mincio in territorio mantovano.
Comitati e Comuni stanno valutando proprio in queste ore di presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) contro la determinazione con cui il ministero dell'Ambiente, il 22 febbraio, ha concluso l'istruttoria per la verifica di ottemperanza relativa al progetto definitivo del lotto funzionale Brescia-Verona, che fa parte della tratta Milano-Venezia della linea ad alta velocità e alta capacità Torino-Venezia.
La verifica di ottemperanza è una procedura richiesta per legge e prevede che un'apposita commissione del ministero dell'Ambiente verifichi che il progettista ed esecutore dell'opera (Cepav Due in questo caso) abbia recepito nel progetto definitivo le prescrizioni date dal ministero al progetto preliminare. Cosa che, sostengono sindaci e comitati No Tav, in realtà sarebbe avvenuta solo in parte: non sarebbero stati considerati aspetti importanti oppure si sarebbe scelto di demandare la risoluzione di alcune criticità al progetto esecutivo, ovvero all'ultima fase progettuale della tratta, quando sarà troppo tardi per avere voce in capitolo.
«Stiamo valutando la strada del ricorso», conferma il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti, che ha illustrato questa possibilità ai sei colleghi interessati ottenendone l'appoggio. «Attendo la loro conferma, poi la volontà è quella di procedere uniti». Forse sarà necessario rivolgersi sia al Tar del Veneto che a quello della Lombardia, ricadendo i sette Comuni nelle due regioni.
Il ricorso, in ogni caso, va presentato entro il 26 aprile: «Servirà ad evidenziare le carenze della procedura e ad essere più forti quando ci siederemo al tavolo delle trattative», spiega Peretti.
Il riferimento è alle opere di compensazione e mitigazione richieste dai Comuni affinché la Tav abbia un minore impatto sull'ambiente e sulla vita dei cittadini.
IL CASO AIR LIQUIDE. 
Tra le prescrizioni che risultano ottemperate, ma nei fatti presentano delle lacune, c'è quella relativa allo stabilimento di Air Liquide a Castelnuovo, dove l'aria viene trasformata in ossigeno, azoto e argon per fini industriali e sanitari. Si tratta di un'industria classificata «a rischio di incidente rilevante», che sarà separata dalla Tav solo dall'autostrada A4. Per questo il ministero dell'Ambiente aveva chiesto a Cepav Due integrazioni progettuali che tenessero conto dei rischi e dei relativi accorgimenti per evitare incidenti, ma nella determinazione di febbraio questa parte risulta ottemperata anche se Cepav Due rimanda tutto al piano di emergenza che dovrebbe essere redatto dal prefetto di Verona. Tali conclusioni non soddisfano Peretti, che il 23 marzo ha scritto al ministero sottolineando come la commissione abbia «omesso di verificare le interferenze dell'infrastruttura» anche durante la fase cantieristica, essendo prevista la realizzazione di una strada attigua all'impianto per il passaggio dei mezzi di cantiere. Senza contare che la Tav, scrive ancora il sindaco, «dovrebbe consentire anche il transito di merci che potrebbero essere pericolose, come carburanti e sostanze combustibili»: nella malaugurata sorte che un treno dovesse deragliare, teme Peretti, si provocherebbe un «effetto domino» sia per la presenza di Air Liquide che dell'autostrada.
ALTRE CRITICITÀ. 
«Sembra che Cepav Due non abbia tenuto conto della normativa più recente sull'inquinamento da polveri sottili da cantiere», nota Marcello Giacomelli, consigliere di opposizione del M5S a Castelnuovo, ricordando anche il rischio connesso al laghetto del Frassino. «Nel laghetto», dice, «l'emungimento d'acqua sarà ridotto del 10 per cento, perché con l'opera verrà ostruita la percorrenza delle acque superficiali e di falda». Daniele Nottegar, coordinatore del comitato No Tav di Verona, aggiunge: «Vanno segnalate anche la parziale presentazione del piano di smaltimento delle terre e rocce da scavo e l'assenza dell'analisi cumulativa degli impatti generati dal Sistema delle tangenziali venete e dalla linea Tav». «Il via libera del ministero nonostante queste carenze è la prova che si vuole velocizzare l'iter», conclude Nottegar, invitando anche cittadini e associazioni a fare ricorso. L'avvio dei cantieri, in origine previsto per il giugno scorso, è intanto slittato al 2017.
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Letto l'articolo, parrebbe essere evidente che se i Sindaci cominciassero ad applicare con più determinazione il principio Comunitario: "CHI INQUINA PAGA" - anche con i Ricorsi al TAR - forse potrebbero ottenere le opere di Mitigazione e di Compensazione Ambientale necessarie a noi Cittadini... inquinati da Autostrade, Ferrovie e Aeroporto (e Discariche).

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