Oggi non ho tempo di scrivere e quindi... solo articoli di Giornali, da quello di ieri: "Il rebus del dopo Expo", da altri articoli estratti dall'inserto del Corriere della Sera: "Orizzonti Expo", leggendo poi: "Non basta qualche progetto per evitare il deserto" e terminando con: "L'ipotesi di un commissario per gestire il dopo Expo".

Oggi non ho tempo di scrivere e quindi... solo articoli di Giornali, da quello di ieri: "Il rebus del dopo Expo", da altri articoli estratti dall'inserto del Corriere della Sera: "Orizzonti Expo", leggendo poi: "Non basta qualche progetto per evitare il deserto" e terminando con: "L'ipotesi di un commissario per gestire il dopo Expo".
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Prima di pubblicare le immagini con i testi degli articoli, evidenziamo un articolo a titolo: "Milano Expo: «Sulla fase 2 mancano interlocutori. Così stiamo solo perdendo tempo»", con sottotitolo: "Rocca (Assolombarda): si riparta da una nuova società di progetto. Serve un business plan serio da milioni di euro per avviare il percorso. La polemica: «Non abbiamo certezze, manca tutto. Le nostre aziende non possono muoversi alla cieca»" e questo testo:
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«Sul dopo Expo siamo in ritardo e stiamo perdendo tempo». Così non ci siamo, dice il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, che più di un anno fa aveva lanciato la sua proposta: realizzare sul sito dell’Esposizione un «hub della conoscenza», un polo scientifico tecnologico con imprese e laboratori, e subito si era agganciata l’università Statale, pronta a trasferire sul sito i dipartimenti di Città Studi. 
 A un mese dalla fine dell’Expo la fase due è ancora in sospeso. «Manca tutto», dice Rocca. E spiega: «Un advisor individuato con un bando da trentamila euro può solo mettere insieme le idee. Serviva altro. Bisogna investire alcuni milioni, dovrebbero essere già al lavoro architetti ed economisti per realizzare un business plan . Perché le nostre aziende non possono muoversi alla cieca». E resta aperto il nodo di Arexpo, la società proprietaria dei terreni. Rocca rilancia l’appello: «Serve una governance forte, che comprenda il governo. Va definita subito, entro ottobre. O si può anche creare una società di scopo che poi acquisirebbe i terreni da Arexpo», dice Rocca. «Serve un management che dia continuità - aggiunge il presidente di Assolombarda -. Né noi né l’università Statale abbiamo un interlocutore. Ad oggi non ci sono certezze, dalla destinazione delle aree, al verde, ai collegamenti. Non si conosce nemmeno il valore dei terreni». 
Il presidente degli industriali lombardi sul dopo Expo è intervenuto ieri mattina, al termine di una conferenza, e ha rilanciato ancora il piano presentato un anno e mezzo fa: «È un sogno realizzabile. Creare un luogo di scienza, tecnologia e startup, dove i giovani si incontrino con le grandi aziende, anche digitali». 
L’università Statale, che inizialmente insieme con il Politecnico doveva svolgere il ruolo di advisor sul futuro del sito, aveva poi rinunciato alla consulenza (in seguito bloccata dal presidente dell’Anticorruzione Raffale Cantone perché serviva una gara) e aveva presentato il suo progetto, che integrerebbe quello delle imprese. E così come Assolombarda, anche il rettore Gianluca Vago aveva chiesto da subito tempi brevi, anche perché l’ateneo o si sposta sul sito o deve ristrutturare i dipartimenti di Città Studi. 
 A luglio Cassa Depositi e Prestiti ha presentato il piano per il dopo Expo, con dati e cifre. Dopo l’estate Vago ha ribadito l’urgenza: «Se non si parte in autunno dovremo rinunciare». E adesso? Assolombarda comunque andrebbe avanti anche se la Statale dovesse rinunciare perché fuori tempo massimo. «Il polo si può realizzare anche senza il campus universitario, ci sono progetti simili in Francia come a Budapest - ha precisato ieri Rocca -. Ma con il piano Juncker il trasferimento dei dipartimenti di Città Studi è fattibile. Basta muoversi». 
E cambiare. «È come se dovessimo saltare un metro e ottanta con gli strumenti per un balzo di venti centimetri - diceva ieri il presidente di Assolombarda -. Se davvero si vuole realizzare questo grande hub della conoscenza e della tecnologia e dimostrare che Expo a Milano lascia un segno permanente allora ci si muova e senza più rinvii».
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Premesso questo ora pubblichiamo altri articoli del Corriere della Sera iniziando da:
ORIZZONTI EXPO
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Dopo una serie di articoli dall'inserto del Corriere della Sera... ora tre articoli di ieri.
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Un articolo pubblicato oggi sul Corriere della Sera.
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E per finire un articolo pubblicato oggi sull'Arena.

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Concludo evidenziando la copertina dell'inserto del Corriere della Sera...

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... perchè questa immagine mi ha fatto venire in mente un'immagine del 1988

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