Se questo intervento: "V.I.A., opere pubbliche e infrastrutture: una convivenza difficile" si conclude cosi: "Se ne deve dedurre, quindi, che l’implementazione della disciplina della V.I.A., caratterizzata oggi da un approccio ecosistemico, nell’ambito dell’approvazione di progetti di opere strategiche, si scontri con un limite di ispirazione essenzialmente procedurale, tale da mettere in crisi, proprio in considerazione degli impatti ambientali rilevanti, quel disegno comunitario unitario".... posso avere dei dubbi che la V.I.A. della Ferrovia AV/AC sia... regolare?

Con il raffreddore e la tosse che non vuole lasciarmi in pace e quindi con il casino che farei starnutento e tossendo, questa sera non posso assistere al Consiglio Comunale di Sommacampagna dove discuteranno di questo argomento: "Presentazione osservazioni al progetto definitivo della Linea Alta Velocità / Alta Capacità Torino - Venezia, tratta Milano Verona, Lotto funzionale Brescia - Verona" e quindi me ne starò a casa.
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Ad oggi non sono ancora riuscito a leggere nessuna Delibera Consigliare che si sia espressa su questo progetto, ma per il sottoscritto - che vi siano dubbi sulla corretta procedura di VIA - tutti questi dubbi permangono sopratutto dopo aver letto questo intervento: "V.I.A., opere pubbliche e infrastrutture: una convivenza difficile" - pubblicato su "Ambiente e Diritto" - che cosi si conclude: "Se ne deve dedurre, quindi, che l’implementazione della disciplina della V.I.A., caratterizzata oggi da un approccio ecosistemico, nell’ambito dell’approvazione di progetti di opere strategiche, si scontri con un limite di ispirazione essenzialmente procedurale, tale da mettere in crisi, proprio in considerazione degli impatti ambientali rilevanti, quel disegno comunitario unitario".... e pertanto posso avere dei dubbi che la V.I.A. della Ferrovia AV/AC sia... regolare?
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E i dubbi sulla corretta Procedura di VIA, ma anche altri dubbi sulla Verifica di Ottemperanza sulla Ferrovia AV/AC Brescia Verona, tutti questi dubbi permangono se poi vado a leggere la Relazione predisposta dalla Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali avente ad oggetto: "Sistematizzazione del procedimento di Verifica di Attuazione delle opere di Legge Obiettivo".
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Di questo intervento: "V.I.A., opere pubbliche e infrastrutture: una convivenza difficile" - pubblicato su "Ambiente e Diritto" il 13 Giugno 2008- riporto le "conclusioni" evidenziando alcune frasi e parole.
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L’avere commentato le problematiche relative alla disciplina della V.I.A. per le opere pubbliche e le infrastrutture strategiche, con l’illustrazione di un caso concreto, ha reso agevole evidenziarne le perduranti contraddizioni che la sottrarrebbero alle garanzie istruttorie della direttiva comunitaria, nonostante la maggiore attenzione alla prevenzione dei danni agli ecosistemi manifestata dal legislatore nazionale.
L’approvazione dei progetti di opere pubbliche, da sempre oggetto di un’intensa attività di sorveglianza della Commissione, è stata da taluni Stati Membri considerata sotto un rigore normativo diverso rispetto ad altri interventi. L’Italia, tuttavia, non ha saputo approfittare degli avanzamenti giurisprudenziali e normativi in materia esponendosi a nuove procedure di infrazione
La disciplina dei lavori pubblici ed oggi, in maniera più evidente, quella delle infrastrutture strategiche appare troppo ispirata all’esigenza di semplificazione amministrativa tesa ad accelerare l’esecuzione di infrastrutture, limitando le garanzie apprestate dalla direttiva comunitaria 85/337
Tale caratteristica rende il momento valutativo frazionato rispetto all’approvazione del progetto definitivo, perché eseguito solo sul progetto preliminare. Con la conseguenza che l’applicazione delle prescrizioni sul progetto definitivo, ed il conseguente controllo del rispetto delle prescrizioni si rivelerebbe in alcuni casi troppo oneroso e dispendioso, ovvero soggetto alla censura discrezionale del Ministero dell’Ambiente che potrebbe disporre la sospensione dei lavori o il rinnovo dell’istruttoria solo nel caso di modifiche che implichino una significativa modificazione o variazione dell’impatto globale dell’opera.
Il T.U. Ambiente, di recente modifica, mostra, rispetto alla disciplina per le infrastrutture strategiche, un approccio alla valutazione di progetti non emendabili, con un’implementazione delle prescrizioni non limitata alla discrezionalità degli enti competenti ed al budget dei lavori. La V.I.A. del T.U. favorisce un’attenzione maggiore all’integrazione, nel procedimento, di istanze provenienti dal pubblico, dei pareri, delle autorizzazioni e degli ulteriori permessi rilasciati dalle amministrazioni competenti, tanto da assorbirle e coordinarle con il provvedimento di compatibilità ambientale. Con l’ulteriore, è più importante, possibilità di configurazione di un dialogo istruttorio, tra amministrazioni e soggetti proponenti, finalizzato alla determinazione del contenuto del S.I.A. redatto dal proponente.
Il contrasto tra due impostazioni, così diverse tra loro, denota come il tentativo di integrare la disciplina della V.I.A. nell’ambito delle opere pubbliche, apprestato dalla proposta di inserimento dell’articolo 26, comma 4 nel progetto di D.lgs. n. 4/08, poi stralciato in sede di approvazione definitiva, sia contraddittorio già a partire dal tenore letterale della norma
Ed anche escludendo che lo schema procedurale della V.I.A. per le opere pubbliche favorirebbe una valutazione degli interessi in gioco basato esclusivamente su considerazioni politiche, è pur vero, però, che un’impostazione che non consenta un più ampio controllo delle amministrazioni competenti a gestire le risorse e gli impatti ambientali (attraverso le competenze delle regioni e degli uffici tecnici provinciali e comunali in coordinamento tra loro), nel rispetto del principio di sussidiarietà applicato flessibilmente, è, evidentemente, contraria ad un approccio integrato alla prevenzione degli inquinamenti e della perdita degli ecosistemi, che richiede alle amministrazioni competenti di sottoporre a controllo tutte le fasi di implementazione del progetto
Se ne deve dedurre, quindi, che l’implementazione della disciplina della V.I.A., caratterizzata oggi da un approccio ecosistemico, nell’ambito dell’approvazione di progetti di opere strategiche, si scontri con un limite di ispirazione essenzialmente procedurale, tale da mettere in crisi, proprio in considerazione degli impatti ambientali rilevanti, quel disegno comunitario unitario.

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