Se oggi sul Corriere di Verona leggo un articolo a titolo: "Regione, la maggioranza va sotto. Affossato il Piano (anti) Cave", con sottotitolo: "Nuove Regole attese da 32 anni, l'Assessore Conte valuta le dimissioni", posso domandarmi il perchè i GIORNALISTI quando scrivono sui loro GIORNALI non approfondiscono gli argomenti che gli vengono sottoposti (e che gli sono inviati con i Comunicati Stampa predisposti dai Politici), in modo da "fare i Giornalisti" invece di copiare quello che gli propinano i politici (spesso di parte)?

Dopo aver visto "personalmente" - perchè collegato "on line" al sito web del Consiglio Regionale la discussione in merito al Progetto di Legge 284 avente ad oggetto: "Norme per la disciplina dell’attività di cava" (presentato in data 5 Luglio 2012), prima di scrivere qualsiasi cosa... bisogna ricordare il Progetto di Legge 272 avente ad oggetto: "Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive" (presentato in data 5 Maggio 2012) , perchè altrimenti non si ha il quadro generale della situazione e si possono commettere madornali errori nelle analisi e nelle considerazioni relative che pertanto sono e saranno diverse da quelle lette sui giornali e/o nei Comunicati Stampa.
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Se un progetto di legge ha questo titolo: "Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive" e dopo un mese esatto ne viene presentato un altro con questo titolo: "Norme per la disciplina dell’attività di cava", la cosa appare sospetta, sopratutto se dal titolo sparisce la parola: "TRANSITORIA"?
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Se non si va a leggere questa frase: "Si propone quindi di prevedere, per le Province di Verona e Vicenza, la possibilità, per un periodo limitato di tempo, di rilasciare autorizzazioni, per un volume massimo di 1.000.000 di mc, per l'ampliamento di cave di sabbia e ghiaia, anche in deroga alle disposizioni delle leggi regionali n. 5/2000 e n. 44/1982 e a condizione che vi sia il parere favorevole del comune interessato" come riportata a pagina 5 del "PdL 272 - Provvedimenti TRANSITORI in materia di attività estrattive", non si comprende bene cosa sarebbe accaduto, veramente, ieri in Consiglio Regionale.
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E a proposito dei "pareri favorevoli dei Comuni interessati" se nella Delibera di Consiglio Comunale di Verona n° 8 del 6 febbraio 2014 ad oggetto: "L.R. 7 SETTEMBRE 1982 N.44 'NORME PER LA DISCIPLINA DELL'ATTIVITA' DI CAVA' E S.M.I. - PIANO REGIONALE DELLE ATTIVITA' DI CAVA (PRAC). VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' AI SENSI DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA(VAS) DI CUI ALLA PARTE II - TITOLO II DEL D.LGS.N.152/2006 E S.M.I." leggo quanto sotto riprodotto, a me medesimo viene dei sospetti. 
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E i sospetti crescono quando nella parte Nord Ovest del Territorio Comunale ci sono due Cave esistente di proprietà dello stesso Cavatore e a fianco di una di queste Cava esistenti ci sono proprietà (dello stesso Cavatore) per circa 70 ettari e che potrebbero diventare anche questi un'altra enorme cava.
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Sempre per avere un quadro il più ampio completo e sopratutto per comprendere cosa è effettivamente accaduto ieri in Consiglio Regionale, ora ricordiamo altri messaggi pubblicati in questi anni su www.vivicaselle.eu che hanno attinenza con il "PdL 272 - Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive", con il "PdL 284 - Norme per la disciplina dell’attività di cava" e con il "PRAC - Piano Regionale Attività di Cava".
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Con il DOVERE ho quasi finito. Ora tocca al PIACERE. "Visto che il progetto POTEVA essere soggetto alla V.I.A.", perchè non si è APPROFONDITO l'esame?
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Regione Veneto - Finanziaria 2011 - Ritirato l'emendamento Conta sulle cave e ai Comuni... le competenze sull'inquinamento acustico. Aih!! Ahi!! Aiihh
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Dopo le leggi "ad personam"... ora le leggi "ad cavatorem"? Come mai Conta dimentica la VIA? - Non è stato «insensibile al grido di dolore che si leva da tante parti» il consigliere regionale del Pdl, Giancarlo Conta che ha chiesto di «intervenire subito con misure straordinarie per evitare il collasso del settore cave, cruciale per la nostra economia regionale».  
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lunedì 28 gennaio 2013
Sarei curioso di sapere che cosa sta facendo (e/o cosa farà) il Comitato No Cava Betlemme visto che il 31.01.2013, il Consiglio Regionale Veneto discuterà di questo: «Proposta di legge di iniziativa del consigliere Maurizio Conte relativa a: “Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive"». Comunque va detto questo: «Il presidente della commissione Luca Baggio e il vicepresidente Roberto Fasoli hanno assicurato che questa legge, in deroga e transitoria, non è fatta "per tizio o per caio"». Ehm... Ehm... Ehm... Come mai serviva scrivere questa frase in un Comunicato Stampa?
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Progetto di Legge n° 272: "Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive". Se questa non è una Legge fatta “per Tizio o per Caio” sembra una Legge fatta “ad cavatorem”e quindi è un Progetto di Legge che deve essere ritirato e non approvato.
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Comunicato stampa N° 1463 del 24/06/2014 - "CAVE. VIA LIBERA AL NUOVO PIANO ATTESO DA 30 ANNI. CONTE: ORA PASSA AL CONSIGLIO PER L’APPROVAZIONE". Sono curioso di poter leggere "il cosa" e "il come" la Giunta Regionale del Veneto ha scritto in merito alle mie "103 OSSERVAZIONI" che avevo presentato per il Piano Cave. 
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All'ordine del Giorno del Consiglio Regionale del Veneto convocato per il 16, 17 e 18 settembre c'è anche questo argomento: "Norme per la disciplina dell’attività di cava"... ma se vai a cercare i documenti relativi - in particolare le controdeduzioni alle Osservazioni presentate - non trovi niente e pertanto mi sorge il dubbio che anche la Regione - per quanto riguarda la trasparenza - abbia qualche problemino da risolvere... e poi se permettete... avete letto qualche Comunicato Stampa di qualche partito che annuncia sta cosa? 
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Ma per capire meglio cosa è accaduto ieri dobbiamo ricordare cosa avevo pubblicato il 21 Luglio 2012 e pertanto ricopio parte di un articolo allora pubblicato che cosi recitava: 
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Per questo, secondo Conta, «non possiamo perdere altro tempo con un Piano regionale attività estrattive (Prac) che ha compiuto 30 anni, va rifatto e portato in Consiglio regionale il prima possibile, ma ci vorrà più di un anno, trattandosi di una proposta composita e che necessita di un confronto con le categorie e il territorio». Allora ecco la soluzione: «Dare ossigeno alle imprese del settore che oltre ai problemi economici generali, devono fare i conti con una normativa vecchia e farraginosa, agendo in tempi stretti senza attendere l'adozione del Prac. Tra le misure da adottare subito nel Veronese e nel Vicentino, stando alla proposta di modifica di giunta approdata in terza commissione consiliare la scorsa settimana, c'è la possibilità di rilasciare, in deroga alle norme vigenti e per un anno, autorizzazioni per l'ampliamento di cave non ancora estinte. Tali ampliamenti non potranno superare un milione di metri cubi e dovranno essere autorizzati dal Consiglio comunale del Comune interessato». Ciò perché, sempre secondo il consigliere Pdl, «il settore sta soffocando e con esso centinaia di famiglie e questa modifica vuole dare respiro in attesa del Piano definitivo senza però creare nulla di nuovo». 
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In sostanza, due anni fa in attesa che fosse approvato il PRAC - Piano Regionale Attività di Cava", si volevano approvare delle NORME TRANSITORIE per permette al Comune di Valeggio ed in particolare al Cavatore che ha le Cave nel territorio Nord Ovest del Comune di Verona di poter scavare in deroga e senza attendere il PRAC.
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Ma probabilmente - visto quello che è successo ieri Regione - e visto sopratutto che il PRAC è già stato licenziato con parere favorevole dalla Commissione VAS ormai qualche mese fa... forse qualche politico più intelligente di altri ha deciso che forse era meglio affossare la LEGGE TRANSITORIA e cercare invece di approvare il PRAC.
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Ieri alle 12,30 e quindi un'ora e mezza prima che il Consiglio Regionale votasse (e bocciasse) l'articolo 2 del PdL 284, il Partito Democratico pubblicava questo Comunicato Stampa: "Cave. PD: maggioranza allo sbando, siamo per una riforma che tuteli ambiente e lavoro"... in cui tra l'altro si leggeva questo: 
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Per il relatore di minoranza, Roberto Fasoli, “è necessario abbandonare le vecchie logiche utilizzate da chi si adopera perché nulla cambi. Siamo determinati – ha ribadito – a riformare il settore seguendo il percorso fatto in oltre due anni di lavoro in Commissione, dove abbiamo coinvolto gli attori sociali, imprenditori, sindacati, i comuni e le associazioni di tutela dell’ambiente. Non accetteremo di farci mettere in un angolo, né compromessi al ribasso che puntino ad imbalsamare l’attuale regolazione del settore”. I punti della proposta del PD sono così sintetizzabili: determinare una percentuale fissa e non derogabile di territorio scavabile; riuso dei materiali provenienti da costruzione e demolizione, aumentando le tariffe per il conferimento in discarica e premiando il loro riutilizzo; introduzione di norme che favoriscano gli imprenditori rispettosi delle regole; garantire la progressiva ricomposizione del terreno agricolo; impedire che le cave estinte siano trasformate in discariche; impedire il riutilizzo del suolo per attività diverse che non siano decise dai Comuni; stop alle cave in falda; stop al sistema delle proroghe e delle deroghe; redazione e attuazione in tempi stretti del Piano Regionale delle Attività di Cava (PRAC); disponibilità a trovare soluzioni per le realtà più critiche attraverso percorsi negoziali precisi, sotto il diretto controllo della regione e degli locali interessati.
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Dopo poche ore dal primo comunicato Stampa del Partito Democratico, ne veniva pubblicato un'altro a titolo: "Cave, rinviato in Commissione il Progetto di Legge"... in cui si leggeva questo: 
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Di esito annunciato ha parlato il controrelatore del progetto di legge, il democratico Roberto Fasoli. “Non si era mai visto una proposta di legge presentata dalla Giunta con zero emendamenti della stessa Giunta, che significa non condivisione, ma attesa. E’ chiaro che è la maggioranza di Zaia a non volere la Legge e hanno lasciato solo in aula l’assessore Conte a fare una pessima figura, che è una brutta figura di tutta la maggioranza e una pessima figura del Veneto”
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Ieri, visto che il correlatore "Roberto Fasoli" ha scritto qualcosa sulla sua pagina di Facebook, potevo esimermi dallo scrivere qualche commento? E cosi non mi sono esimito e ho scritto qualcosa pure io ma alle domande poste non ho avuto risposta.
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Perchè approvare una Legge sulle Cave quando c'è un PRAC - Piano Regionale Attività di Cava che sarebbe in dirittura d'arrivo, visto che, tra l'altro, ha già anche superato la VAS - Valutazione Ambientale Strategica? Che strano poi, questa "nuova" legge sembra essere stata studiata e fatta ad hoc per un noto cavatore di Verona (che deve ampliare la sua cava) e per il Comune di Valeggio che deve sforare il 3% del limite massimo di escavazione (che hanno già ampiamente superato)
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Dopo aver evidenziato questo e visti tutti i Comunicati Stampa del Partito Democratico e visto anche i servizi televisivi oggi sull'Arena, visto quello che era successo ieri in Regione, mi aspettavo almeno una pagina di articoli... ma sull'Arena non c'era nulla, mentre sul Corriere di Verona c'era questa quasi intera pagina.
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Regione, la maggioranza va sotto Affossato il piano (anti) cave. Nuove regole attese da 32 anni, l’assessore Conte valuta le dimissioni
VENEZIA — E anche stavolta è andata buca. Come cinque anni fa. Come dieci anni fa. Come ogni volta che si è tentato di imbrigliare nelle regole i cavatori, dal 1982 ad oggi. La seduta di ieri in consiglio regionale non ha fatto eccezione. La proposta di legge firmata dall’assessore all’Ambiente Maurizio Conte, dopo due anni di gestazione e due giorni di inutili trattative tra i partiti, è stata infine furbescamente rinviata in commissione Attività produttive: né approvata né bocciata, semplicemente affossata, tanto la legislatura ormai è finita e chissà quando se ne riparlerà. 
Beninteso: la colpa mica è dei cavatori. Come tutti gli imprenditori, fanno il loro mestiere e, va detto onestamente, lo fanno con efficacia: sono una lobby straordinaria, capace di esercitare sulla politica una pressione che non ha eguali nel pur vivace panorama degli industriali, degli artigiani e dei commercianti del Veneto. La colpa, semmai, è del consiglio regionale che in 32 anni (32 anni!) non è ancora riuscito a stabilire una disciplina chiara per l’attività estrattiva, a tutto danno dell’ambiente (le province di Treviso e Verona sono sforacchiate in ogni dove, basta farsi un giro dalle parti di Valeggio sul Mincio, uno dei borghi più belli d’Italia, per farsi un’idea) ma anche delle imprese rimaste per colpa della deregulation ai margini di un business che negli anni ha acquistato i tratti evidenti di monopolio. Risultato: oggi in Veneto ci sono 2.075 cave estinte e 563 «in essere», il che non significa che lì si scavi, perché un vero e proprio censimento, tra una proroga e una deroga, non c’è. Degli 80 milioni di metri cubi di nuova estrazione già autorizzati (tredici volte la richiesta annua del mercato), 60 milioni insistono sulla sola Provincia di Treviso. Si può scavare in falda. La percentuale di scavo sul terreno agricolo si può facilmente derogare. I canoni sono risibili (mediamente il 3,5% il prezzo degli inerti, circa 3,7 milioni di euro per un volume d’affari di 76,3 milioni) e si riutilizzano poco o nulla i materiali provenienti dalla costruzione delle grandi opere (come la Pedemontana) o dalla demolizione degli edifici esistenti, come invece vorrebbe l’Europa, che fissa per il 2020 perfino un obiettivo di recupero, il 70%. Le ricomposizioni delle cave dismesse? Sono lasciate agli accordi tra gli imprenditori e i Comuni, che spesso sono piccoli, piccolissimi, non esattamente in grado di instaurare trattative paritetiche. Molti siti abbandonati diventano in fretta discariche. Ebbene, la nuova legge metteva mano a tutta questa cornice, nell’attesa dell’approvazione del Prac, il piano esecutivo che dà vera sostanza alle intenzioni normative: dava un giro di vite alle proroghe (che oggi si possono «acquistare»), impediva l’apertura di nuove cave di sabbia e ghiaia, elevava le sanzioni per chi sgarra, incentivava il riutilizzo degli scarti, fermava le escavazioni in falda. E invece si andrà avanti così, nonostante la crisi dell’edilizia, perché la maggioranza Lega-Forza Italia-Forza Italia per il Veneto-Ncd ha deciso di impallinare la legge e con essa l’assessore Conte, che ha lasciato furioso Palazzo Ferro Fini: «Valuterò con il presidente Zaia l’eventualità di dare le dimissioni. Ancora una volta hanno vinto le lobby e con questa maggioranza mi pare evidente che la legge non ha alcuna speranza di essere ripresentata in aula. Semplicemente non si vogliono dare delle regole ai cavatori». 
Conte ce l’ha soprattutto con berlusconiani e alfaniani ma a leggere il verbale della seduta si scopre che al momento del voto sull’articolo 2 (quello, fondamentale, che definisce cosa sia «l’attività di cava», poi bocciato) in aula si contavano 22 assenti, di cui 9 leghisti, ossia i compagni di partito dell’assessore. Tra loro, molti consiglieri vicini a Zaia, su tutti il capogruppo Federico Caner. «Lo avevamo detto a Maurizio, non andare avanti, non puoi presentarti con quaranta emendamenti concordati col Pd. Non ci ha voluto ascoltare e si è schiantato» commenta un anonimo padano mentre un altro gli fa eco: «Conte fa sempre così, va avanti da solo, contro tutto e tutti: leghisti, forzisti, alfaniani, democratici, ambientalisti, cavatori. La bocciatura era inevitabile». Va notato, però, che il provvedimento era passato in commissione senza colpo ferire, come ricorda il presidente Luca Baggio (furioso quanto Conte, entrambi sono vicini al segretario della Lega Flavio Tosi) e per un anno, il tempo in cui il faldone è rimasto depositato in consiglio, nessuno ha mai avuto alcunché da ridire. «Hanno fatto una figuraccia colossale, Conte deve dimettersi» tuona il capogruppo del Pd Lucio Tiozzo, mentre il collega Roberto Fasoli allarga le braccia: «L’esito era annunciato, non era mai accaduto che la maggioranza non presentasse neppure un emendamento. Si è capito subito che, nel disinteresse totale, Conte era stato mollato da Zaia e dalla maggioranza». Comprensibilmente soddisfatta Raffaella Grassi, presidente dell’Albo dei Cavatori («Speriamo che il rinvio consenta una revisione approfondita del provvedimento e che si tenga conto dei contributi dati dalla categoria») mentre lo speaker di Forza Italia per il Veneto, Dario Bond, prova a ridimensionare l’accaduto: «Non è stato un voto politico ma di buonsenso. Non potevamo approvare un testo rattoppato con cento e passa emendamenti, ne sarebbe uscito un guazzabuglio burocratico». Chissà che ne pensano i giudici del Tar, che dopo il ricorso di un cavatore avevano dato la sveglia ai consiglieri: «Trentadue anni possono bastare: ve ne diamo uno per chiudere». Accadeva a gennaio, fatevi due conti. 
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Se un Progetto di legge nasce con questo nome: "Provvedimenti transitori in materia di attività estrattive" e poi viene trasformato con questo altro nome: "Norme per la disciplina dell’attività di cava" e se nel frattempo il PRAC - Piano Regionale Attività di Cava ha già superato la procedura di VAS... io sono contento che ieri il Consiglio Regionale abbia fermato questa emerita caxxata!!!
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Se oggi sul Corriere di Verona leggo un articolo a titolo: "Regione, la maggioranza va sotto. Affossato il Piano (anti) Cave", con sottotitolo: "Nuove Regole attese da 32 anni, l'Assessore Conte valuta le dimissioni", posso domandarmi il perchè i GIORNALISTI quando scrivono sui loro GIORNALI non approfondiscono gli argomenti che gli vengono sottoposti (e che gli sono inviati con i Comunicati Stampa predisposti dai Politici), in modo da "fare i Giornalisti" invece di copiare quello che gli propinano i politici (spesso di parte)?

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