Dopo ieri... anche oggi torno sull'argomento Aeroporto Catullo e visto un articolo, oggi pubblicato sul Corriere di Verona a titolo: SAVE-CATULLO. «Marchi scopre le carte. Piano investimenti da 45 milioni»... con questo sottotitolo: "Il presidente: «Controllo a noi? Spero andrà come a Treviso»"... una domanda la posso fare: "Quanti Consiglieri Comunali di Sommacampagna sanno... "COME E'... ANDATA A TREVISO"? E qualche informazione quindi e pertanto... la devo dare, visto che SAVE... non è un Ente di Beneficenza: "SAVE THE CASELLE".

Dopo ieri... anche oggi torno sull'argomento Aeroporto Catullo e visto un articolo, oggi pubblicato sul Corriere di Verona a titolo: "SAVE-CATULLO. «Marchi scopre le carte. Piano investimenti da 45 milioni»"... con questo sottotitolo: "Il presidente: «Controllo a noi? Spero andrà come a Treviso»"... una domanda la posso fare: "Quanti Consiglieri Comunali di Sommacampagna sanno... "COME E'... ANDATA A TREVISO"
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Un piano d'investimenti da 45 milioni in tre anni, tra Verona e Brescia. L'obiettivo di far salire i passeggeri del «Catullo» a 5 milioni e a 20, di qui a sei anni, se si guarda al polo aeroportuale del Nordest. Gli obiettivi di fondo sono già chiari per Enrico Marchi, presidente di Save, la società quotata che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, all'indomani della firma decisiva con i soci veronesi del «Catullo» per l'ingresso di Venezia in Verona. Ora il polo aeroportuale del Nordest può partire. Avendo sullo sfondo l'obiettivo di giungere col tempo ad un'integrazione vera, ad una società unica. Anche se appare chiaro che Marchi non dà nulla per scontato e non ha intenzione di forzare la mano. 
Presidente, eravamo partiti ad agosto 2013. Pareva un'operazione-lampo. Ci sono voluti 10 mesi. 
«Sì, i tempi si sono dilatati. Ma mi rendo conto della complessità di decidere in una realtà con molti soci pubblici. Quel che conta però è il risultato. Anche se ci abbiamo messo un po' di più ne è valsa la pena». 
C'è stato un momento in cui ha pensato «non ce la facciamo»? 
«Più d'uno. Ma ho trovato persone, a partire dal presidente del Catullo Paolo Arena, che hanno creduto nell'operazione. Decisiva anche l'idea, una settimana fa, di mettere un limite temporale per chiudere. Ci siamo dati una scadenza e l'abbiamo rispettata». 
Vediamo le prossime tappe. I passaggi di evidenza pubblica di cui si era detto a un certo punto sono superati? 
«Assolutamente sì. Il percorso è chiaro: compreremo il primo 2% dal Comune di Villafranca, spero entro giugno. Poi l'assemblea della Catullo e l'aumento di capitale, in cui metteremo circa 34 milioni. Chiuderemo con l'elezione del nuovo cda. Abbiamo detto entro il 30 ottobre; io spero già a fine settembre». 
Avrete il 35%. Resta il nodo dell'acquisizione del controllo della «Catullo»
«Facciamo una cosa alla volta. Come in tutte le unioni si spera nel matrimonio. L'importante nel fidanzamento è conoscersi, vincere le diffidenze. Mi auguro sarà un percorso naturale. Una cosa però è importante dire». 
Prego. 
«Non stiamo parlando di un investimento di minoranza di Save in Catullo, ma di creare il polo aeroportuale del Nordest. Questa differenza dice tutto». 
Quindi acquisire la maggioranza resta un obiettivo. 
«Non è questione di maggioranza o minoranza, ma di creare un polo unico. Per farlo bisogna che gli interessi siano comuni. Come successo con Treviso, mi auguro che tutti gli attori del polo del Triveneto siano rappresentati nell'assemblea e negli organi della capogruppo Save. A quel punto ci sarebbe una totale comunanza d'interessi: con Treviso, non miriamo a far crescere l'uno o l'altro aeroporto; cerchiamo di tirar fuori il massimo da tutti». 
E per l'operazione con Verona vale il modello Treviso. 
«Sì. Ma sia chiaro: non c'è nulla di scontato. Potrebbe succedere che restiamo al punto di partenza. Ma spero che i fatti facciano emergere che le potenzialità per sinergie di costo, sviluppo del traffico, presentarsi alle compagnie e attrarre management qualificato, avere forza finanziaria per gli investimenti si massimizzano con un polo aeroportuale. Questo è il disegno». 
Come distribuirete i fondi dell'aumento di capitale sul risanamento di Verona? 
«Quel che più interessa sono gli investimenti. Abbiamo un piano da 15 milioni l'anno nei prossimi tre: 3 a Brescia e 12 a Verona, tra ampliamenti del terminal, dei piazzali e sistemi di navigazione. Partendo dall'autunno 2014»
Obiettivo sui passeggeri? 
«Salire a Verona dagli attuali 2,8 a 5 milioni in dieci anni e triplicare le merci a Brescia: le potenzialità sul cargo sono forti. In chiave di polo sarebbe un bel risultato 20 milioni nel 2020, partendo da 13. Numeri dietro ai quali c'è uno studio approfondito». 
Restano su Montichiari i ricorsi di Bergamo. 
«Spero in un accordo con Bergamo. Che si evitino le carte bollate e che Brescia veda rappresentati sia gli interessi di Bergamo che del sistema Garda-Save». Intesa che può prendere quale piega? Un coinvolgimento societario per Bergamo? «Anche. È un auspicio. Ho sempre guardato con grande rispetto a Bergamo, ai suoi azionisti e management: sono professionisti, hanno avuto successo. Tra professionisti ci si può intendere. Ma non mettiamo troppa carne al fuoco». 
Come vede il polo rispetto all'alleanza Alitalia-Etihad? Anche sulla presenza a Venezia di Emirates o al volo per Tokio di Alitalia: passo già finito? 
«Al contrario. Dai colloqui che abbiamo, a differenza di Air France, Etihad vede con favore il Venezia-Tokio: sarà confermato. Rispetto ai tre hub in Medio Oriente siamo oggi collegati con Dubai e Doha; credo che dopo l'alleanza lo saremo anche con Abu Dhabi. Le aspettative per i nostri aeroporti sono positive». 
Il vostro socio Amber come prenderà l'ingresso in Verona? 
Vede ancora tentativi di destabilizzare Save? «Il grande tentativo dell'anno scorso è fallito. Vedo solo azioni di disturbo. Ma Finint e Morgan Stanley sono in sintonia, in un accordo di medio periodo. La situazione è tranquilla». 
Il primo trimestre 2014 vede per Save un forte calo dei guadagni: effetto dell'uscita dal food duty free di Airest? Sarà un risultato stabile? 
«No, vedremo una Save che guadagna di più. Anche il primo trimestre, se depurato dai fatti straordinari, vede crescere ricavi e guadagni». 
Dopo Verona? Non si sente più parlare di Lubiana. Corsa finita? 
«Al contrario. Siamo stati ammessi alla seconda fase: entro il 4 luglio faremo l'offerta impegnativa».
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Letto questo articolo, qualche informazione quindi e pertanto... la devo dare, visto che SAVE... non è un Ente di Beneficenza: "SAVE THE CASELLE", considerato che "il Marchi" ha questo obiettivo: "Oltre i muro del 51 per cento. Niente di scontato, ma questo non è un ingresso di minoranza: spero che SAVE raccoglierà tutti i soci".
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Perchè il sottoscritto sa: "COME E'... ANDATA A TREVISO"? Se voi vi collegate sul Sito Web del Ministero dell'Ambiente - Valutazioni di Impatto Ambientale e cercate l'Aeroporto di Treviso, scoprite che detto Aeroporto è stato sottoposto alla procedura di V.I.A. e dopo aver cliccato sul link: "Osservazioni del Pubblico" scoprite che la prima Osservazione riportata è quella del sottoscritto.
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Per cui quando nel sottotitolo dell'articolo del Corriere di Verona si legge questa dichiarazione di Marchi, presidente di Save: "Il presidente: «Controllo a noi? Spero andrà come a Treviso»" bisogna evidenziare due cose.
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La prima "cosa" relativa a "«Controllo a noi? Spero andrà come a Treviso»"... pare che sia evidente che la SAVE SpA, non ha alcuna intenzione di metterci i soldi e rimanere socio di minoranza della Catullo SpA ed è quindi evidente che "il Marchi" vuole avere la maggioranza dell'Aeroporto di Verona, come quella che ha per l'Aeroporto di Treviso di cui la SAVE spa detiene l'80% del Capitale Sociale.
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L'altra seconda  "cosa" relativa a "«Spero andrà come a Treviso»"... forse qui c'è un lapsus froidiano, visto che all'Aeroporto di Treviso è stata BOCCIATA la richiesta di VIA per l'ampliamento di detto aeroporto, come risulta da questi articoli (vedi sotto) che avevo pubblicato il 28 Ottobre 2013 in questo messaggio: "La minaccia di Marchi «Chiudo l’aeroporto»... «Un parere interlocutorio frutto del lavoro di incompetenti. Se si andrà avanti su questa strada non resterà altro da fare che chiudere l’aeroporto di Treviso e spostare tutto a Venezia (o a Verona?)». Ecco cosa pensa il Presidente di SAVE in merito alla Commissione VIA Nazionale che ha bocciato l'Ampliamento dell'Aeroporto di Treviso".
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E se questi erano articoli dell'anno scorso, pubblichiamo alcuni più recenti articoli, sempre relativi al Piano di Sviluppo dell'Aeroporto di Treviso e collegati alla bocciatura del Ministero dell'Ambiente.
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Ma se volete apprendere altre informazioni sull'Aeroporto di Treviso, basta che vi collegate al blog del Comitato Aeroporto di Treviso - Stop ampliamento, dove potete leggere altri loro comunicati a partire da questo: "MONITORAGGIO ACUSTICO: LETTERA AL MINISTERO DELL'AMBIENTE".
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Per completezza d'informazione - collegata all'articolo del Corriere di Verona di oggi, aggiungiamo anche un Comunicato Stampa della SAVE che ha il seguente oggetto: "Sottoscritto l’accordo di investimento per l’ingresso di SAVE S.p.A. nella società Aeroporto Valerio Catullo di Verona Villafranca S.p.A."
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E sempre per completare le informazioni sulla SAVE, ricordiamo anche questo altro Comunicato Stampa che ha questo titolo: "SAVE S.p.A.: dimissioni dell’on. Amalia Sartori".
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E sempre per completare le informazioni sulla SAVE e su alcuni componendi del Consiglio di Amministrazione di detta SPA, aggiungiamo anche una news a titolo: "Amalia Sartori coinvolta nell’inchiesta sul Mose".
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L’eurodeputata di Forza Italia Amalia Sartori, non rieletta il 25 maggio, è coinvolta nell’inchiesta sulla corruzione legata al progetto Mose a Venezia che ha portato in prigione anche l’attuale sindaco della città Giorgio Orsoni. La magistratura (come ha fatto rivolgendosi a Palazzo Madama anche per un altro parlamentare di Forza Italia, l’ex ministro ed ex presidente della Regione Veneto ed ora senatore Giancarlo Galan) ne ha chiesto l’autorizzazione all’arresto al Parlamento europeo, del quale Sartori è comunque membro fino all’entrata in carica dei nuovi eletti, il primo luglio. Amalia Sartori era la presidente della Commissione industria dell’Eurocamera, e come tale ha goduto di una ampia stima tra i parlamentari anche di altre forze politiche.
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Per oggi... ma solo per oggi, concludiamo ascoltando alcune dichiarazioni del Presidente della Catullo SPA, Paolo Arena relative e collegate all'articolo pubblicato sul Corriere di Verona.

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