Dalla Tribuna di Treviso: "Save-Aertre-Catullo, Unicredit dà 183 milioni - La banca ha aperto una linea di credito per i piani di sviluppo aeroportuale della società che gestisce gli scali di Venezia, Treviso, Verona"... si leggerebbe questo: "Per la società è una risorsa importante, che potrebbe dare il via ad una serie di interventi. Tra questi, anche quelli previsti dal masterplan dello sviluppo aeroportuale dello scalo trevigiano ad oggi sotto lo scacco del ministero dell’ambiente che ha chiesto tutela ambientali..."

Se ieri, sulla Tribuna di Treviso abbiamo letto un articolo a titolo:  "Save-Aertre-Catullo, Unicredit dà 183 milioni" con sottotitolo: "La banca ha aperto una linea di credito per i piani di sviluppo aeroportuale della società che gestisce gli scali di Venezia, Treviso, Verona"... prima andrebbe ricordato che, per il momento la SAVE, ad oggi, non gestisce l'Aeroporto di Verona e poi bisognerebbe almeno, nell'articolo, leggerebbe meglio almeno questa frase: "Per la società è una risorsa importante, che potrebbe dare il via ad una serie di interventi. Tra questi, anche quelli previsti dal masterplan dello sviluppo aeroportuale dello scalo trevigiano ad oggi sotto lo scacco del ministero dell’ambiente che ha chiesto tutela ambientali..."
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Save ed Unicredit hanno siglato oggi un accordo per sostenere i progetti di sviluppo della società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso e che entrerà, con una quota di minoranza del 35%, in Catullo, che gestisce gli scali di Verona e Brescia, facendo così nascere un polo aeroportuale del NordEst.
In particolare, la banca ha messo a disposizione di Save una linea di credito della da 183 milioni di euro della durata di 48 mesi, che possono eventualmente essere estesi per ulteriori 36 mesi.
Per la società è una risorsa importante, che potrebbe dare il via ad una serie di interventi. Tra questi, anche quelli previsti dal masterplan dello sviluppo aeroportuale dello scalo trevigiano ad oggi sotto lo scacco del ministero dell’ambiente che ha chiesto tutela ambientali, ma anche l’avvio immediato di tutti gli interventi di mitigazione e gestione della viabilità previsti dal masterplan, ma ancora ben lungi dall’essere stati avviati.
Netto, su questo punto, il parere del comitato contrario all’ampliamento dello scalo che ha recentemente svelato tutti i nodi della bocciatura dei piani di sviluppo aeroportuale mettendo in evidenza proprio la necessità di lavori per la tutela dei residenti e dell’abitato di Treviso e Quinto di Treviso, fermo restando il limite dei voli..

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Visto questo articolo della Tribuna di treviso... che se ha letto il Comunicato Stampa della SAVE, forse ha messo in evidenza anche dell'altro andiamo ora a leggere il vero Comunicato Stampa, congiunto, tra UNICREDIT e SAVE a titolo: "Accordo tra SAVE e UniCredit: il Gruppo Bancario accompagna i progetti di sviluppo della Società di gestione dell’aeroporto di Venezia".
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Un importante accordo tra SAVE e UniCredit è stato siglato per sostenere i progetti di sviluppo di SAVE per l’aeroporto di Venezia e per la creazione del polo aeroportuale del Nord Est.
UniCredit, sulla base dell’affidabilità finanziaria di SAVE e della solidità dei suoi progetti di sviluppo, ha messo a disposizione della Società di gestione dell’aeroporto di Venezia una linea di credito della durata di 48 mesi (la Banca su richiesta di SAVE ha facoltà di estendere la linea per ulteriori 36 mesi), per un importo di 183 milioni di euro, al fine di sostenere finanziariamente gli importanti progetti dei prossimi anni e determinando in questo modo una correlazione tra gli impegni di investimento che il Gruppo SAVE sta per intraprendere e la durata delle fonti di finanziamento, oltre ad un’ottimizzazione dei costi finanziari del Gruppo.
In particolare. L’entrata in vigore a fine 2012 del nuovo sistema tariffario all’aeroporto di Venezia in applicazione del Contratto di Programma stipulato tra SAVE ed ENAC per lo sviluppo del Marco Polo nei prossimi dieci anni, ha sbloccato una serie di ingenti investimenti infrastrutturali che muteranno radicalmente l’aspetto dello scalo, rendendolo capace di far fronte alla prevista crescita del traffico passeggeri. Tale piano vedrà il suo massimo sviluppo attuativo nel periodo 2015 – 2018 all’interno di un progetto complessivo di circa 600 milioni di investimenti al 2021.
Altrettanto dicasi per la costituzione del polo aeroportuale del Nord Est, che ha preso concreto avvio lo scorso 24 marzo con il perfezionamento dell’accordo tra SAVE e Catullo, società di gestione degli aeroporti di Verona e Brescia, per l’ integrazione dei sistemi aeroportuali di Venezia e Verona, anche alla luce di quanto indicato nel Piano Nazionale degli Aeroporti del Ministero dei Trasporti che auspica la creazione di reti aeroportuali gestite in modo coordinato. L’impegno economico di SAVE per l’acquisto del 35% della società Catullo sarà di circa 35 milioni di euro.
“Siamo particolarmente orgogliosi del fatto che un Gruppo Bancario dell’importanza di UniCredit abbia compreso e conseguentemente deciso di supportare una realtà brillante e in forte crescita quale è oggi il Gruppo SAVE” - ha dichiarato Enrico Marchi, Presidente di SAVE – “L’accordo con UniCredit premia la nostra Società che, in un panorama economico generale diffusamente critico, si dimostra solida e stabile sia in termini di capacità di gestione che di ratio finanziari”.
“I prossimi anni saranno particolarmente densi di attività in una prospettiva gestionale ed economica” – ha proseguito Marchi – “La linea di credito assegnataci da UniCredit ci supporta in questo percorso importante non solo per SAVE, ma per l’economia di un’area allargata del nostro Paese per la quale il Sistema aeroportuale Venezia – Treviso, e in prospettiva il polo aeroportuale del Nord Est, costituiscono un magnete e un motore ormai imprescindibile di sviluppo”.
“Il nostro intervento a supporto di Save – ha sottolineato Lucio Izzi, Regional Manager Nord Est di UniCredit - mantiene l’impegno a sostenere l’economia del Territorio ed è in linea con il piano industriale recentemente varato da UniCredit. In particolare gli investimenti, cui forniremo la copertura finanziaria, rientrano in un ambito, quello infrastrutturale, che è strategico per le ricadute dirette sulla crescita dell’ecosistema Nord Est”.
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Sulla "solidità dei progetti di sviluppo" di SAVE SpA... io avrei qualche dubbio, visto che tutti e tre gli Aeroporti di: Treviso, Venezia e Verona... sono tutti e tre mancanti del Decreto di Compatibilità Ambientale.
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Sul fatto poi che la SAVE SpA, possa in 48-36 mesi spendere quei 183 milioni di euro "al fine di sostenere finanziariamente gli importanti progetti dei prossimi anni"... io avrei qualche dubbio, visto che tutti e tre gli Aeroporti di: Treviso, Venezia e Verona... devono essere sottoposti - prima di iniziare i lavori - alla Procedura di V.I.A.
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Poi anche su questa altra dichiarazione: "correlazione tra gli impegni di investimento ... la durata delle fonti di finanziamentodi SAVE SpA... io avrei qualche dubbio, visto che se non c'è una V.I.A. che abbia ottenuto un parere POSITIVO i progetti non possono essere realizzati. 
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Continuando a leggere il Comunicato Stampa... si legge pure questo: "ha sbloccato una serie di ingenti investimenti infrastrutturali che muteranno radicalmente l’aspetto dello scalo" e anche su questo... io avrei qualche dubbio, visto che se non c'è una V.I.A. tu non costruirai nulla e niente!!!
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Se poi leggiamo questo: "Tale piano vedrà il suo massimo sviluppo attuativo nel periodo 2015 – 2018 all’interno di un progetto complessivo di circa 600 milioni di investimenti" su questa dichiarazione... io avrei qualche GROSSO dubbio, visto che solo per la procedura di VIA (se va bene) servono due anni e se va male devi rifarla di nuovo come sta accadendo all'Aeroporto di Treviso.
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A tutti questi dubbio fino ad ora espressi... dopo aver letto questo: "L’impegno economico di SAVE per l’acquisto del 35% della società Catullo sarà di circa 35 milioni di euroio avrei qualche dubbio, che questo acquisto possa avvenire senza gara d'appalto, visto che le Quote Societarie sono di Enti Pubblici.
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Per ora mi fermo qui e dopo aver esaminato questo Comunicato Stampa di SAVE del 17.4.2014, andiamo a leggere un altro Comunicato Stampa... pubblicato solo 4 giorni prima a titolo: "Inaugurata la sede del Gruppo di Lavoro costituito tra SAVE e la comunità locale"
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Ancora una volta l’aeroporto di Venezia è all’avanguardia: per la prima volta in Italia viene aperta all’interno di un aeroporto una sede dedicata al dialogo e ai rapporti con il territorio.
I grandi aeroporti si sviluppano oggi sempre più come delle vere e proprie città aeroportuali e in questo quadro SAVE ha ritenuto che, come ogni città, anche la “Marco Polo Airport City” debba avere il suo “Municipio”. Un luogo di incontro, di dialogo, di confronto e di condivisione.
Si è quindi individuato uno spazio all’interno di un edificio in Via Ca’ da Mosto, dove hanno luogo anche altre attività collegate all’aeroporto. In questa sede vi è una stanza per riunioni fino a 50 persone, nonché computer dove, anche insieme a personale dedicato SAVE, sarà possibile seguire l’andamento dei progetti di investimento dell’aeroporto e tutte le attività riguardanti l’ambiente, il rumore e quanto di interesse della comunità circostante.
SAVE auspica che, anche grazie alla nuova sede, il Gruppo di Lavoro formato da rappresentanti della Municipalità di Favaro e delle comunità locali che da qualche tempo sta positivamente confrontandosi su tutte le tematiche sopra citate, possa concentrarsi al meglio su questa importante attività intrapresa.
L’agenda di lavoro è fitta e andrà ad arricchirsi di mese in mese. L’intero Gruppo di Lavoro è convinto di aver dato vita ad un’ iniziativa tra le più virtuose tra quelle messe in pratica da un aeroporto con il territorio di riferimento.
La comunità che vive intorno ad un aeroporto ha con esso necessariamente un rapporto dialettico e questo rende tanto più importante fornire informazioni dirette, chiare e trasparenti per un percorso da fare insieme.
Il Marco Polo è un riferimento per l’intero Nord Est, impiega oltre 5.000 persone, si rapporta alla pari con i più moderni e lungimiranti modelli europei e internazionali. E’ un orgoglio da condividere, con idee e soluzioni che, pensati insieme, possono dare i frutti migliori.
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Che sia perchè l'Aeroporto di Venezia deve essere sottoposto a V.I.A. che... "dedicata al dialogo e ai rapporti con il territorio"?
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Che sia perchè l'Aeroporto di Venezia deve essere sottoposto a V.I.A. che... "la “Marco Polo Airport City” debba avere il suo “Municipio”. Un luogo di incontro, di dialogo, di confronto e di condivisione"?
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Che sia perchè l'Aeroporto di Venezia deve essere sottoposto a V.I.A. che... "sarà possibile seguire l’andamento dei progetti di investimento dell’aeroporto e tutte le attività riguardanti l’ambiente, il rumore e quanto di interesse della comunità circostante."?
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Che sia perchè l'Aeroporto di Venezia deve essere sottoposto a V.I.A. che... "Gruppo di Lavoro formato da rappresentanti della Municipalità di Favaro e delle comunità locali che da qualche tempo sta positivamente confrontandosi su tutte le tematiche sopra citate, possa concentrarsi al meglio su questa importante attività intrapresa"?
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Che sia perchè l'Aeroporto di Venezia deve essere sottoposto a V.I.A. che... "La comunità che vive intorno ad un aeroporto ha con esso necessariamente un rapporto dialettico e questo rende tanto più importante fornire informazioni dirette, chiare e trasparenti per un percorso da fare insieme"?
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Dopo DUE Comunicati Stampa della SAVE SpA... per par condicio un Comunicato Stampa di quella "comunità" come citata dal Presidente dell'Aeroporto di Venezia e quindi pubblichiamo questo Comunicato Stampa a titolo: "NON CHIAMATELO AEROPORTO" con sopra titolo: "Scaramuzza: Scandaloso che la città si faccia espropriare del proprio diritto di pianificare lo sviluppo urbanistico" e con questo sottotitolo: "Il presidente della Municipalità contesta il Master Plan di SAVE, che sconvolge la terraferma veneziana per soddisfare interessi immobiliari e rendite finanziarie".
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Scaramuzza: Scandaloso che la città si faccia espropriare del proprio diritto di pianificare lo sviluppo urbanistico.
NON CHIAMATELO AEROPORTO
Il presidente della Municipalità contesta il Master Plan di SAVE, che sconvolge la terraferma veneziana per soddisfare interessi immobiliari e rendite finanziarie.
Il piano di sviluppo aeroportuale che SAVE presenterà all’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile conferma le nostre preoccupazioni per il futuro dell’area di Tessera e da torto a chi ci definiva uccellaci del malaugurio. Per soddisfare alcuni interessi finanziari si vuole sconvolgere un’area con mezzo milione di abitanti».
Lo sostiene Gabriele Scaramuzza, Presidente della Municipalità di Favaro Veneto, commentando il “Master Plan di Marco Polo City” che la società di gestione dell’aeroporto ha presentato nell’ottobre scorso.
«Le previsioni di SAVE destano preoccupazione perché prevedono di sacrificare tutta l’area tra la Triestina e Dese per costruire una nuova pista di volo e una serie di insediamenti commerciali e direzionali.
Destano preoccupazione – rincara Scaramuzza – perchè non rispondono alle esigenze dell’aeroporto veneziano, bensì ad interessi immobiliari e di rendita finanziaria.
A sostenere che questo sviluppo non è davvero funzionale alle politiche aeroportuali non siamo solo noi, lo dice la stessa SAVE, quando afferma che aeroporti con piste e strutture del tutto simili a quelle del Marco Polo possono sopportare un traffico fino a 25/30 milioni di passeggeri, quattro volte quello attuale del Marco Polo».
A parere del Presidente della Municipalità di Favaro Veneto gli amministratori pubblici devono chiedersi se sia ammissibile che per questi interessi vengano stravolti gli equilibri dell’intera città di terraferma, con rotte di avvicinamento che passano sopra le case, una stazione dell’alta velocità che pregiudica il ruolo di quella mestrina, poli commerciali e fieristici in competizione con quelli esistenti, un grave pregiudizio paesistico-ambientale, un dissesto idraulico del territorio con effetti inimmaginabili.
L’analisi di Scaramuzza continua con l’allarme per gli effetti dell’occupazione ed espropriazione alla comunità di tutta l’area est del territorio veneziano, per trasformarla nell’area destinata ai servizi e al commercio, cancellando gran parte del bosco di Mestre.
Come se non bastasse, SAVE prevede di fare tutto ciò in una zona ai margini di un’area archeologica e con equilibri idraulici estremamente delicati. «Sia chiaro, io non sono contrario allo sviluppo dell’aeroporto – puntualizza Scaramuzza – ma sono disposto ad accettare solo uno sviluppo vero, che non nasconda altri interessi e che sia incentrato sulla riqualificazione e ottimizzazione dell’aeroporto che c’è già adesso, attraverso il miglioramento dei servizi a terra, l’applicazione delle nuove tecnologie, l’integrazione tra gli scali. 
Non bisogna nemmeno dimenticare che SAVE si comporta nel modo esattamente contrario rispetto a quello che si fa in Europa. Con la concorrenza che c’è fra Malpensa e Fiumicino e l’Alitalia sull’orlo del fallimento, è folle pensare di fare un terzo polo aeroportuale italiano, quando i grandi stati europei ne hanno uno ciascuno. Non sono accettabili nemmeno le promesse sull’incremento dei dipendenti. 
Se fosse vero, come sostiene Enrico Marchi, presidente di SAVE, che 30 milioni di passeggeri l’anno significano 30 mila dipendenti aeroportuali più quelli dell’indotto, oggi SAVE dovrebbe avere 7 mila dipendenti, invece ne ha poco più di mille».
Scaramuzza ricorda che se è necessaria un’area dotata di infrastrutture per insediare attività economiche di qualità non serve sconvolgere tutto il territorio fra Tessera e Dese, perché c’è già l’area AEV (Attività Economiche Varie) di Dese, già urbanizzata, con un piano di lottizzazione approvato, pronta per essere edificata in brevissimo tempo.
Il presidente della Municipalità ribadisce l’esigenza di un impegno concreto delle istituzioni, delle forze politiche e sociali, dei cittadini, per fermare i progetti di SAVE.
«Bisogna cominciare a dire chiaramente le cose, spiegarle alla popolazione, dire agli enti pubblici, ad iniziare dal ministero delle infrastrutture, che il progetto di SAVE non può essere approvato – conclude Scaramuzza - L’ENAC, che è anch’esso un ente pubblico, non deve assecondare questa operazione. È scandaloso che la città si faccia espropriare del proprio diritto di pianificare lo sviluppo urbanistico del territorio.
Bisogna riportare il dibattito sul futuro dell’aeroporto all’interno delle sedi istituzionali e aprire un confronto democratico con la società civile, ponendosi come obiettivo prioritario gli interessi della città e dei cittadini».
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E visto che parliamo di Aeroporti, pubblichiamo anche due articoli che riguardano l'Aeroporto di Verona, che assieme a quello di Venezia e di Treviso, sono i tre aeroporti del Veneto che sono senza V.I.A. e che dovrebbero essere gestiti da SAVE SpA.
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