Veneto: «In arrivo il nuovo piano cave» - Ok al piano cave, sarà votato dal consiglio regionale - Nuovo piano cave alla stretta finale «Altolà alle lobby» - Se questi sono i titoli di tre articoli di giornale... gradirei un commento da parte dell'Assessore alle Cave (e alle Discariche).

Martedi 29 ottobre 2013 avevo scritto questo messaggio: "Comunque, in merito al: "PDL n. 284: Norme per la disciplina dell'attività di cava", forse mi sarà scappato... ma non ho letto nessun articolo di giornale che abbia ripreso questo Comunicato Stampa delle Regione: "Cave, commissione approva le nuove norme per le attività estrattive" e pertanto, mi domando e mi chiedo... perchè nessun "ambientalista" ha dato un'occhiata a questo Progetto di Legge e/o ha iniziato ad opporsi?".
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Scritto perchè, sul sito web della Regione Veneto avevo scoperto un Comunicato Stampa avente questo titolo: "Cave, commissione approva le nuove norme per le attività estrattive", apprendendo cosi che la Terza Commissione Regionale aveva approvato il Progetto di Legge "n. 284 : Norme per la disciplina dell'attività di cava" che scaricabile da questi link:
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Formato pdf  testo presentato (531 Kb)
Formato pdf  testo licenziato da commissione (1120 Kb)
Formato pdf  dossier Pdl 284.pdf (3759 Kb)
Formato pdf  Errata corrige dossier Pdl 284.pdf (55 Kb) 
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E riprendo quell'argomento, visto che ho trovato tre articoli di giornali che parlano delle nuove norme per la disciplina dell'attività di Cava, tre articoli che oggi pubblico a partire da quello dell'Arena a titolo: "Veneto: «In arrivo il nuovo piano cave»" con questo sottotitolo: "Lo ha annunciato durante la visita a Marmomacc l'assessore all'Ambiente della Regione Veneto, Maurizio Conte. La Giunta regionale lo adotterà entro un paio di settimane" e questo testo:

Novità per il settore estrattivo veneto: entro un paio di settimane la Giunta della Regione adotterà il nuovo Piano regionale per le attività di cava (Prac). Lo ha annunciato l'assessore all'Ambiente della Regione, Maurizio Conte, nel corso della visita alla 48a edizione di Marmomacc, la rassegna leader mondiale per pietra naturale, design e tecnologie, in corso alla Fiera di Verona fino a domani.
«Si tratta di uno strumento importante per tutto il comparto del Veneto – ha spiegato Conte – e contiamo che la sua approvazione sia il più possibile contestuale a quella della nuova legge che disciplina le attività di cava, attualmente in commissione. Il Consiglio regionale dovrebbe approvarle entrambe entro la fine dell'anno o l'inizio di quello prossimo».

La Regione ha già emanato una circolare di indirizzo sulla corretta applicazione della procedura semplificata in materia di utilizzo dei materiali da scavo come sottoprodotti. La circolare contiene dei chiarimenti rivolti a cavatori, costruttori e operatori dell’edilizia sulla normativa nazionale introdotta dal Decreto Fare, che ha semplificato le procedure per quanto riguarda i cantieri di opere non soggette a Via (Valutazione di impatto ambientale) e Aia (Autorizzazione di impatto ambientale) che comportano la produzione di materiali di scavo. Su questa tipologia di opere non graveranno gli oneri previsti dal Dm 161/2012, così come stabilisce il decreto e chiarisce la circolare regionale.
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E se l'articolo dell'Arena era del 27 settembre 2013 - un articolo che mi era sfuggito, come mi era sfuggito anche un altro articolo - sulla Tribuna di Treviso in data 10 Ottobre 2013 era stato pubblicato questo articolo: "Ok al piano cave, sarà votato dal consiglio regionale" che ha questo testo:
Il Piano cave, dopo 32 anni, sta per essere approvato dal consiglio regionale e ieri ha ottenuto il via libera in terza commissione, presieduta da Luca Baggio (Lega Nord). Il provvedimento ripercorre la struttura della legge regionale 44 del 1982, aggiornandola alle necessità attuali, ma soprattutto con l’obiettivo di semplificare i procedimenti di pianificazione, aumentare la tutela del territorio con norme più stringenti per la ricomposizione ambientale dei siti estrattivi e di rafforzare le funzioni di controllo da parte della Regione in previsione della costituzione dell’osservatorio per le attività estrattive. La normativa indica anche la procedura per interventi soggetti a valutazione di impatto ambientale e prevede la ridefinizione di alcuni istituti introdotti dalla legge 44/82 e riguardanti la proroga della durata dell’autorizzazione, che sarà fortemente limitata, la decadenza e la revoca. Viene introdotto, inoltre, un sistema di partecipazione finanziaria dell’imprenditore ai costi che la Regione e soprattutto i Comuni sopportano per gli interventi di mitigazione degli effetti che l’attività estrattiva produce sul territorio.
«Quello della coltivazione delle cave è un tema delicato, in quanto si tratta di un’attività imprenditoriale da cui non si può prescindere, ma che ha un impatto sul territorio. Occorre quindi arrivare a regolare la materia in maniera equilibrata, guardando alle opportunità e alle prospettive». E’ quanto fanno rilevare l’assessore regionale alle politiche ambientale, Maurizio Conte (Lega Nord) e il presidente Baggio al termine della seduta. «La proposta» hanno aggiunto «andrà a sostituire la legge regionale in materia di attività estrattive (n. 44) in vigore e risalente al 1982. E’ un ulteriore tassello nel processo di revisione e ammodernamento complessivo del settore estrattivo del Veneto. Questo per far sì – hanno concluso Conte e Baggio – che le cave non siano più una ferita aperta per il territorio veneto». L’assessore Conte ha poi annunciato che nelle prossime settimane la giunta regionale adotterà anche il nuovo Piano regionale delle attività di cava che fissa i criteri e soprattutto le quantità di materiale da estrarre: il bracico di ferro riguarda Verona e Treviso, con il Pd Faccioli pronto a fare le barricate per salvare la zona del Mincio.
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E dopo questi due articoli, sul Mattino di Padova di oggi 2 Novembre 2013 questo articolo: "Nuovo piano cave alla stretta finale «Altolà alle lobby»" con questo testo:
Piano cave: riuscirà mai la giunta Lega-Pdl a riformare la legge del 1982 e ad aumentare le tariffe di consumo del suolo, dopo la brutta figura sulla riforma della sanità privata? Nei corridoi di palazzo Balbi si accettano scommesse, ma l’assessore all’Ambiente Maurizio Conte martedì farà adottare il Prac, atto preliminare per la svolta ambientalista tanto invocata. Poi sarà corsa contro il tempo, perché i Comuni dovranno formulare le loro osservazioni prima di portare a palazzo Ferro Fini il dossier per l’approvazione definitiva di una legge che la III commissione ha licenziato il 10 ottobre. 
Soddisfatto il presidente Luca Baggio, che ha parlato di svolta epocale: da trent’anni, in Veneto vige l’anarchia con «ruspa selvaggia» fermata solo dalla crisi economica, mentre la sensibilità per i temi ambientali si è fatta sempre più alta. Non solo per la nascita dei cinque grandi parchi, ma per i disastri ambientali legati all’incuria del territorio. I più dotti, tra i consiglieri regionali, si divertono con questa battuta: la vera differenza tra Inghilterra e Italia non sta nella monarchia e nella repubblica, cioè tra la regina Elisabetta II e «re» Giorgio, ma nel regime del suolo: gli inglesi alla lobby dei cavatori applicano un canone pari al 20% del valore del materiale estratto, gli italiani invece regalano sabbia, ghiaia, marmo e trachite. Se le nostre regioni applicassero i canoni medi Ue incasserebbero 268 milioni di euro l’anno contro gli attuali 36 milioni, 6 volte di più. L’impianto della legge. 
In Veneto le cave censite sono 643 con 7 milioni di mc di sabbia e ghiaia estratti ogni anno, il 10% del totale italiano, e il record ce l’ha la Lombardia con 16 milioni di mc seguita da Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna. Le province più martoriate sono Treviso, Vicenza e Verona con i Lessini, la Val di Chiampo, i Colli euganei e i Berici saccheggiati dalle cave di pietra. La nuova legge, con il Prac che ne diventa lo strumento attuativo, fissa quindi due grandi categorie: la classe A per la sabbia, la ghiaia, i calcari per usi industriali e per costruzioni, le argille, i basalti e il materiale vulcanico con la competenza esclusiva della Regione in materia di autorizzazioni.La classe B per le pietre ornamentali, calcari e trachite da taglio e lucidabili, marmi, la torba e il quarzo con i poteri affidati alle Province che il governo vuole sopprimere. E qui sta il primo nodo da sciogliere: meglio coinvolgere i Comuni. Si riparte da zero? La ricomposizione ambientale. Dopo la stagione delle discariche di rifiuti costruite nelle profondità delle cave, ora si gira pagina con la ricomposizione ambientale e l’articolo 28 della legge stabilisce che sia la Regione a intervenire con la concessione di contributi nel caso in cui siano previste delle opere pubbliche. 
Tutti d’accordo? Pare di no. In aula sarà battaglia: il «partito ambientalista» pretende che i costi siano interamente a carico degli imprenditori. La vera sfida sta tutta qui: sarà braccio di ferro. L’ottimismo di Conte, il Pd perplesso. «Quello della coltivazione delle cave è un tema delicato, in quanto si tratta di un’attività imprenditoriale da cui non si può prescindere, ma che ha un impatto sul territorio. 
Occorre regolare la materia in maniera equilibrata, guardando alle opportunità e alle prospettive», sottolineano in una nota l’assessore Maurizio Conte (Lega Nord) e il presidente Baggio. «La proposta andrà a sostituire la legge regionale in materia di attività estrattive (n. 44) in vigore dal 1982. Vogliamo che le cave non siano più una ferita aperta per il territorio». Sul versante opposto Roberto Fasoli, Pd, lancia un ultimatum: «Basta con i crateri lunari seminati tra le colline, io vivo a Sant’Anna d’Alfaedo nel Veronese e le cave aperte sono oltre cento. Il principio della ricomposizione ambientale dev’essere il cardine della nuova legge, pena la revoca della concessione. Mai più le cave trasformate in discariche, con effetti disastrosi per la salute. 
 Prima del via libera vanno consultate le associazioni ambientaliste e i sindaci, in commissione il Pd si è astenuto e all’assessore Conte abbiamo mandato un segnale chiaro: ci vuole una svolta ambientalista convinta, con una drastica riduzione delle cubature concesse perché va incentivato il riutilizzo del materiale edile da demolizione. La tecnologia consente miracoli, basta con il saccheggio del territorio a prezzi ridicoli, cioè 0,62 euro a metro cubo», conclude Fasoli. Milleduecento vecchie lire per un metro cubo di sabbia. Un vero regalo.
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E che il problema Cave sia un problema di Sommacampagna ormai è noto da decenni... ma nulla è stato mai fatto per impedire nuove cave... e nulla verrà fatto nemmeno nel futuro per impedire che le Cave poi diventino Discariche.
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Il territorio di Sommacampagna è come quell'affermazione che "in media si mangia un pollo"... poi se si analizza bene... una persona di polli ne mangia 10 e le altre nove non mangiano nulla... ma in media tutti avrebbero mangiato.
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"In media" il territorio di Sommacampagna.. è pieno di verde e di alberi... solo che il verde e gli alberi sono tutti concentrati sulle colline del Comune, mentre nella pianura di Caselle ci sono solo: Cave, Discariche, Autostrade, Aeroporto, ecc, ecc... ma secondo le statistiche.. "in media" siamo pieni di verde e che alza questa media... ci sarebbe anche il "Golf di Sommacampagna" del quale oggi è appena stato pubblicato anche un video.
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Perchè a Caselle le enormi superfici occupate dalle Cave - oltre 500.000 mq di terreno - non possono diventare dei territori come quelle del Golf di Sommacampagna... e pertanto... esserci anche qui da noi... delle zone piene di verde e di alberi?
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Se per forza bisogna scavare... perchè invece di Progettare Cave e poi realizzare le opere di ripristino ambientale... prima non si progetta il verde... con l'obiettivo (non secondario) di scavare della ghiaia?
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Visti questi tre articoli di giornale: (A) Veneto: «In arrivo il nuovo piano cave» - (B) Ok al piano cave, sarà votato dal consiglio regionale - (C) Nuovo piano cave alla stretta finale «Altolà alle lobby» ... gradirei un commento da parte dell'Assessore alle Cave (e alle Discariche).

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