Dopo le leggi "ad personam"... ora le leggi "ad cavatorem"? Come mai Conta dimentica la VIA? - Non è stato «insensibile al grido di dolore che si leva da tante parti» il consigliere regionale del Pdl, Giancarlo Conta che ha chiesto di «intervenire subito con misure straordinarie per evitare il collasso del settore cave, cruciale per la nostra economia regionale».

Il 16 luglio scorso sull'Arena è apparso questo articolo: "Conta: «Cave, si deve ampliare per evitare il collasso del settore»", con questo sottotitolo: "Il consigliere regionale del Pdl: «Situazione grave nel Veronese e nel Vicentino, "importare" dall’esterno costa di più in termini ambientali e sotto il profilo economico». All’esame in Giunta a Venezia le modifiche al piano di escavazioni"... e dato che d'estate il caldo gioca brutti scherzi ed avendo dell'altro da fare ho lasciato perdere, anche perchè le dichiarazioni dell'ex Assessore: Giancarlo Conta, facevano ridere: "Sei stato per 5 anni Assessore alle Cave per 5 anni e adesso che sei solo un semplice Consigliere Regionale, fai delle proposte che sono vietate dalla legge sulla V.I.A.".
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E dato che il testo dell'articolo che era stato pubblicato sull'Arena è breve, quell'articolo possiamo anche ricopiarlo evidenziando alcune frasi in particolare:
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«È necessario intervenire da subito con misure straordinarie per evitare il collasso di un settore cruciale della nostra economia regionale come quello dei cavatori»: lo chiede il consigliere regionale del Pdl, Giancarlo Conta, preoccupato per la situazione che si è venuta a creare nelle province di Verona e Vicenza dove non si possono più estrarre dal suolo sabbia e ghiaia in quanto le vecchie autorizzazioni di cava si sono esaurite. Una situazione, evidenzia l’esponente del PdL, che costringe gli operatori a «importare» il materiale dall’esterno, con maggiori costi economici e ambientali, basti pensare soltanto all’incremento di camion circolanti.
«Non possiamo perdere altro tempo», dichiara Conta. «Il Piano Cave del Veneto compie 30 anni e deve essere rifatto, aggiornato e portato in Consiglio regionale il prima possibile. Contemporaneamente dobbiamo dare ossigeno alle imprese del settore che oltre ai problemi economici generali, devono fare i conti con una normativa vecchia e farraginosa che, nei fatti, sta bloccando la loro attività. Si tratta di trovare una soluzione rispettosa di tutti. Vedo che questo è l’orientamento di tutte le forze politiche ed è positivo».
Per il consigliere pidiellino l’emergenza delle imprese deve essere affrontata subito. «Mi auguro che le proposte di modifica, che la Giunta vuole adottare, vengano portate in aula già a settembre». Tra le misure da adottare immediatamente nel Veronese e nel Vicentino, stando alla proposta di modifica della giunta approdata in terza commissione consiliare la scorsa settimana, c’è la possibilità di rilasciare, in deroga alle norme vigenti e per un anno, autorizzazioni per l’ampliamento di cave non ancora estinte. Tali ampliamenti non potranno superare, ciascuno, un milione di metri cubi e dovranno essere autorizzati dal parere favorevole del Consiglio comunale del Comune interessato.
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Una proposta che deve essere stata causata degli effetti che il caldo fa sulla corteccia cerebrale e che pertanto non meritava nemmeno di essere commentata, anche perchè per ampliare una cava serve la V.I.A. e se manca la V.I.A. (il cui iter dura almeno uno o due anni) col "sasso" che in deroga alle norme e per un anno autorizzi le cave.
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Ma non passano che quattro giorni che ieri, sempre sull'Arena, vengono pubblicate altre dichiarazioni dell'ex Assessore alle Cave, in un articolo a titolo: "«Cave, serve una deroga ai divieti»" con questo sopratitolo: "SETTORE IN CRISI. La proposta del consigliere regionale del Pdl Giancarlo Conta per concedere di estrarre a chi non ha siti esauriti" e con questo sottotitolo: "L'idea è già passata in terza commissione a Venezia e potrebbe essere la soluzione per ridare fiato a un settore economico in ginocchio"..

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Già di dichiarazioni del "sasso" era pieno il precedente articolo, che altre ne sono state aggiunte, dimostrando cosi come l'ex Assessore alle Cave, pare abbia iniziato un'azione tesa a passare delle "Leggi ad personam" alle "Leggi ad Cavatorem"... in sostanza una emerita caxxata e pertanto le dichiarazioni del paladino che propone delle violazioni alla legge sulle cave... vanno evidenziate anche nel testo dell'articolo qui sotto ricopiato:
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Non è stato «insensibile al grido di dolore che si leva da tante parti» il consigliere regionale del Pdl, Giancarlo Conta che ha chiesto di «intervenire subito con misure straordinarie per evitare il collasso del settore cave, cruciale per la nostra economia regionale». Secondo Conta ciò accade perché a Verona e Vicenza non si possono più estrarre sabbia e ghiaia in quanto le vecchie autorizzazioni di cava si sono esaurite. I nostri operatori sarebbero costretti a importare il materiale, con maggiori costi e aumento di camion. Per questo, secondo Conta, «non possiamo perdere altro tempo con un Piano regionale attività estrattive (Prac) che ha compiuto 30 anni, va rifatto e portato in Consiglio regionale il prima possibile, ma ci vorrà più di un anno, trattandosi di una proposta composita e che necessita di un confronto con le categorie e il territorio». Allora ecco la soluzione: «Dare ossigeno alle imprese del settore che oltre ai problemi economici generali, devono fare i conti con una normativa vecchia e farraginosa, agendo in tempi stretti senza attendere l'adozione del Prac. Tra le misure da adottare subito nel Veronese e nel Vicentino, stando alla proposta di modifica di giunta approdata in terza commissione consiliare la scorsa settimana, c'è la possibilità di rilasciare, in deroga alle norme vigenti e per un anno, autorizzazioni per l'ampliamento di cave non ancora estinte. Tali ampliamenti non potranno superare un milione di metri cubi e dovranno essere autorizzati dal Consiglio comunale del Comune interessato». Ciò perché, sempre secondo il consigliere Pdl, «il settore sta soffocando e con esso centinaia di famiglie e questa modifica vuole dare respiro in attesa del Piano definitivo senza però creare nulla di nuovo». Manforte alle richieste di Conta arriva da Raffaella Grassi, presidente dell'associazione regionale Albo dei cavatori del Veneto che ha organizzato a Padova, la scorsa settimana, un incontro dibattito sulla legislazione veneta in materia di attività estrattive. «Volevamo capire se ci fosse davvero una svolta nell'atteggiamento della politica veneta rispetto al settore estrattivo e se c'era davvero l'intenzione, dopo anni di stagnazione, di prendere in tempi stretti decisioni significative per il comparto», riferisce Grassi, «che vive un momento economico difficilissimo ed è impegnato in una lotta per la sopravvivenza. Le proposte politiche sono arrivate fuori tempo massimo? Sono idonee a contribuire allo svecchiamento del settore?». Ma che risposte sono state date? «I nostri associati di Verona ci riferiscono di una situazione di crisi molto pesante delle loro aziende, derivante dall'impossibilità di scavare», aggiunge la presidente Grassi, favorevole alla proposta di Conta: «perché la possibilità di esercitare l'attività estrattiva in loco (anziché acquistare la ghiaia dall'esterno) permette di mantenere le maestranze, senza dover licenziare parte importante dello staff. Inoltre dover acquistare il materiale da terzi comporta costi superiori rispetto a quelli dell'attività in proprio». Era stato presentato nel 2009 un project financing per l'escavazione di ghiaia nel Progno di Illasi da Sant'Andrea a Zevio, per un volume netto di oltre 3 milioni di metri cubi a un prezzo stimato di 6,50 euro al metro cubo, per un ricavo teorico di oltre 20 milioni. Ma tutto si sia arenato pare perché l'operazione non sarebbe stata economicamente vantaggiosa. «Non mi pronuncio sulla questione perché non la conosco in specifico», ha risposto la presidente Grassi. Non la conoscerà neanche Conta, visto che propone ai cavatori di lavorare sotto costo.
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Non entro nel merito delle emerite caxxate come dichiarate dall'ex Assessore alle cave, ma una cosa è certa: "se una cava è stata approvata con una V.I.A, serve una nuova V.I.A per ampliarla". E questo Conta non l'ha dichiarato alla stampa, ma forse quando si parla di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) a certe persone gli viene l'orticaria visto che l'ex Assessore ora Consigliere non ha fatto nulla per la mancanza di V.I.A. dell'Aeroporto Catullo. E la legge sulla V.I.A. non prevede deroghe e/o peggio ancora non prevede deroghe ai divieti e questo Conta dovrebbe saperlo bene, a meno che il suo fine sia quello di concedere deroghe a chi la V.I.A. l'ha già violata, aggiungendo violazione su violazione.
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Se non c'è due senza tre... ora dovremmo aspettarci un terzo articolo pieno delle dichiarazioni del sasso dell'ex Assessore alle Cave, ma vorrei ricordarvi che l'attuale Consigliere Regionale Giancarlo Conta (che rammento è anche nel C.d.A. dell'Aeroporto Catullo SpA) su questo argomento aveva già tentato un blitz nel 27 Febbraio 2011 come riportato in questo articolo dell'Arena a titolo: "Sabbia e ghiaia, tutti pronti a scavare", con sopratitolo: "LA QUESTIONE CAVE. Un emendamento alla legge Finanziaria regionale, in discussione in questi giorni, sollecita la ripresa dell'attività in deroga" e con questo sottotitolo: "La proposta del consigliere Conta riguarda una cinquantina di bacini estrattivi, in particolare a Valeggio".
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Nella finanziaria regionale in discussione in Consiglio a Palazzo Ferro Fini in questi giorni c'è un solo emendamento presentato dalla maggioranza, e cioè dal consigliere scaligero del Pdl ed ex assessore all'ambiente Giancarlo Conta. Riguarda le cave di sabbia e ghiaia e avrebbe già incassato l'ok dei consiglieri di area. L'obiettivo è quello di consentire la ripresa dell'attività estrattiva.
«Soprattutto nel veronese, ma anche nel vicentino», spiega Conta, «ormai da diversi anni la coltivazione di sabbia e ghiaia è bloccata, per il raggiunto vincolo imposto dalla Regione nella vecchia normativa». Ciò premesso, il firmatario della proposta aggiunge: «Di fatto, solo la provincia di Treviso è ancora in grado di estrarre, così chi a Verona si deve procurare questi materiali è costretto a rivolgersi lì o ad andare in Lombardia, una sorta di monopolio che costituisce a livello locale anche un problema economico».
Di qui l'idea di andare in deroga per consentire una ripresa dell'attività «nei siti già interessati dalla coltivazione di georisorse», si legge nel testo che verrà portato in aula.
«C'è anche un aspetto ambientale in questa scelta», riprende il consigliere Giancarlo Conta, «perché in alcune cave sono rimasti magari due buchi separati da un diaframma. Si tratterebbe di eliminare quello per poi passare al ripristino». Le zone maggiormente interessate al provvedimento si trovano nell'area di Valeggio sul Mincio.
«È anni che lo propongo», afferma Conta, «ma in Regione non ci sentivano. Oggi sembra diverso. Nel 2009 la Provincia di Verona si è espressa all'unanimità con un ordine del giorno che dava mandato alla Regione di andare in deroga per consentire la ripresa dell'attività estrattiva, e di recente anche l'Associazione industriali di Verona si è mossa in questa direzione».
Il meccanismo proposto da Conta è il seguente: fino all'approvazione del nuovo Piano regionale per le attività di cava (Prac, l'ultimo è del 2003) si possono rilasciare nuove autorizzazioni di cava di sabbia o di ghiaia negli ambiti estrattivi, con regole precise. La nuova versione del Prac è stata per ora approvata solo dalla giunta di Palazzo Balbi quando ancora era guidata da Giancarlo Galan, finché non verrà discussa e approvata dal Consiglio regionale, «si potrà scavare il 30 per cento di quanto sarà permesso estrarre nel Prac per il singolo ambito estrattivo».
Regole anche per la richiesta di autorizzazione: va presentata entro 18 mesi dall'entrata in vigore della legge di bilancio regionale; la può presentare solo chi chiede ampliamento di cava in atto, o dichiarata estinta da inizio 2000 in poi.
Inoltre, «la domanda dovrà essere corredata da un progetto di ricomposizione finale coerente con il contesto ambientale e paesaggistico».

Questa proposta di articolo aggiuntivo dovrebbe in concreto interessare una cinquantina di cave operanti nella pianura veronese, oltre a tre o quattro estinte dopo il 2000.
Secondo Giancarlo Conta, ci sarà anche un vantaggio economico per i Comuni. «I cavatori sono disposti a versare un 25 per cento in più di contributo rispetto a quello già previsto», conclude il consigliere regionale, «che attraverso Venezia tornerà ai Comuni per la realizzazione di opere di ricomposizione ambientale di cave dismesse o abbandonate o per la tutela delle georisorse».
 
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All'ex Assessore Conta gli era andata male 16 mesi fa e ora ci riprova ed in merito a chi faccia comodo queste richieste di andare in deroga alla normativa vigente, con proposta di violazione della Direttiva V.I.A., leggetevi anche gli articoli che allora erano stati pubblicati a margine dell'articolo principale e leggete il nome di chi allora era... casualmente intervenuto.
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Premesso questo ora rileggetevi quello che avevo scritto il 27 Febbraio 2011 in questo messaggio: "Con il DOVERE ho quasi finito. Ora tocca al PIACERE. "Visto che il progetto POTEVA essere soggetto alla V.I.A.", perchè non si è APPROFONDITO l'esame?"...   
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E' evidente che con l'attuale mercato molte cave sono chiuse... non per mancanza di ghiaia da scavare, ma sono chiuse perchè non c'è mercato e non ci sono cantieri aperti e pertanto l'intervento di Conta dell'anno scorso e in questi giorni reiterato...  può essere giustificato solo dal fatto che... dopo le leggi "ad personam"... ora bisogna fare le leggi "ad cavatorem", magari con l'obiettivo di "agevolare", l'unico "cavatore" del Veneto che è riuscito ad ampliare la sua cava... senza la preventiva sottoposizione alla V.I.A.?
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Sarei poi curioso di sapere come sia stata sollecitata la "sensibilità" dell'ex Assessore visto che nel primo paragrafo dell'articolo dell'Arena c'è scritto questo: "Non è stato «insensibile al grido di dolore che si leva da tante parti» il consigliere regionale del Pdl, Giancarlo Conta che ha chiesto di «intervenire subito con misure straordinarie per evitare il collasso del settore cave, cruciale per la nostra economia regionale»".
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Come mai non vedo la stessa "sensibilità" del Consigliere Regionale Conta, sul fatto che tutti e tre gli Aeroporti del Veneto sono mancanti del Decreto di Compatibilità Ambientale? Nessuno ha "contribuito" a sollecitare la sua "sensibilità" per questi problemi?.

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