A Dossobuono l'aria è irrespirabile (Ovviamente a Caselle... è peggiore). La dottoressa Morgante ha risposto: «Se abitassi qui forse farei anche io parte del comitato perchè cerca di combattere il traffico al cui aumento è correlato quello dell'inquinamento»

Visto che è di moda utilizzare Facebook, - lo usa anche l'Assessore all'Ecologia, Ambiente e alla Protezione Civile e lo utilizza anche l'Assessore ai Lavori Pubblici di Sommacampagna - quando l'altro giorno ho scoperto che esisteva un programmino per calcolare la data e la causa della propria morte... ovviamente, essendo curioso e volendo scoprire data e causa della mia prematura dipartita, ho attivato il programmino, che ha dato questo risultato: "Morirai per motivi di salute... nel 2037".
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Visto questo risultato, ho pensato che sapendo che Facebook... sa che abito a Caselle e che sa che scrivo su ViViCaselle, tra tutte le cause di morte che poteva scrivere il programmino, compreso quella di incidente d'aereo e/o di essere messo sotto da un camion, ha scritto quella più ovvia per chi abita in un'area inquinata da due Autostrade, una Tangenziale, un Interporto e un Aeroporto: "Morirai per motivi di salute"... che parrebbe comfermato anche da questo articolo dell'Arena:
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Secondo Facebook, comunque, avrei ancora un quarto di secolo da vivere e da rompere le palle a quei politici che non si preoccupano delle tutela del Territorio e della Salute della popolazione ed in merito a quest'ultimo aspetto vi segnalo questo articolo pubblicato oggi sull'Arena a titolo: "A Dossobuono l'aria è irrespirabile", con sopra titolo: "DOSSOBUONO. Un gruppo di abitanti della frazione si riunisce ancora per parlare dell'inquinamento. Proposte soluzioni per garantire la salute.", sotto titolo: "Il farmacologo Velo: «È un errore l'investimento sul traffico di auto e il nuovo casello non servirà». Morgante dell'Ulss 20: «Più sano andare in bici» " e questo testo:
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Dossobuono. L'assemblea di martedì sera aveva come titolo: «Che aria...tira...a Dossobuono?». Brutta, secondo gli esperti. Talmente asfissiante che 2.500 abitanti della frazione hanno sottoscritto la raccolta di firme contro la costruzione del nuovo casello autostradale. Nella Baita degli Alpini, oltre 200 persone hanno ascoltato le relazioni di tre professionisti che hanno risposto alle domande poste sul volantino dai membri del comitato «No al casello autostradale in Dossobuono». 
Quesiti generici facilmente rapportabili alla situazione dossobonese come «Quale aria respiriamo?» e riguardanti la salute, l'ambiente urbano e i livelli d'inquinamento.
Giampaolo Velo, direttore del servizio di Farmacologia dell'Azienda ospedaliera integrata di Verona, ha sottolineato: «L'aria della pianura padana è pessima sotto tutti i punti di vista. Si tratta di un bacino chiuso ed è tra le zone più contaminate insieme ai Paesi Bassi e alle grandi città europee. Il grave errore italiano, e villafranchese, è stato quello di investire nel traffico su strada. Non c'è la necessità di avere un nuovo casello».
Velo ha aggiunto: «Io ho cominciato la mia attività a difesa dell'ambiente durante il periodo in cui era sindaco Sboarina. Ma non ottenni niente. Convincere gli amministratori è difficile».
Francesca Predicatori, responsabile della rete di monitoraggio della qualità dell'aria per il dipartimento Arpav di Verona, ha spiegato: «L'atmosfera è instabile, anche senza l'uomo. Ma è innegabile che le attività umane aumentino la contaminazione dell'aria. E la quantità degli agenti inquinanti ha dei picchi in presenza di strade a grande scorrimento. Nel villafranchese il 34 per cento delle Pm10 è causato dal traffico e il 21 per cento da altre sorgenti mobili, tra cui aerei e treni non elettrificati. Il 20 per cento è causato del riscaldamento. Anche un altro agente inquinante, il biossido di azoto, è causato in gran parte dal traffico. Si parla del 55 per cento. Il 31 per cento è dovuto dalle altre sorgenti mobili. Tutta la pianura, esclusi i comuni della fascia montana, pedemontana e dell'alto lago, è stata inserita in fascia A: necessita di azioni per mitigare l'inquinamento».
Susanna Morgante del Servizio di promozione della Salute dell'Ulss 20, ha posto l'attenzione sull'importanza di un cambiamento culturale: «Molti studi hanno dimostrato che il tessuto urbano è cruciale per determinare lo stato di salute e benessere degli individui. Dove ci sono le auto non c'è più spazio per le persone. La struttura di un paese sano dovrebbe favorire la mobilità a piedi e in bicicletta e non la sedentarietà. Camminare e andare in bici regolarmente riduce del 30 per cento l'incidenza di tumori. C'è un rapporto diretto tra inquinamento e salute. Secondo uno studio i bambini residenti a meno di 500 metri dalle strade a grande scorrimento presentano deficit respiratori maggiori a quelli che vivono a 1.500 metri».
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A margine di questo articolo è stato pubblicato anche un altro breve intervento (nel quale è riportata una mia dichiarazione) a titolo: "I dati dell'ARPAV. Via Postumia asfissiata dai gas" in cui si legge questo:
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Molti sono stati gli interventi dei partecipanti all'assemblea sulla qualità dell'aria a Dossobuono. Il componente del comitato contro l'opera viabilistica Gianni Morandini ha detto: «Ci sentiamo nel dovere morale di informare gli abitanti, dovere che dovrebbe competere agli amministratori».
Un residente di Dossobuono ha invece protestato: «Se non si può far nulla per tangenziali, aeroporto e quanto già costruito almeno evitiamo nuove infrastrutture». Un abitante di Caselle ha sottolineato: «Le medie di inquinamento a Dossobuono e Caselle sono sicuramente maggiori di quelle di Villafranca».
Carlo Reggiani del gruppo Amici di Beppe Grillo, ha chiesto delucidazioni sulle centraline fisse, in particolare quella su via Postumia. Francesca Predicatori ha risposto: «Quella centralina sarà spenta nel 2012. Ma di dati ce ne sono anche troppi, sappiamo già che siamo in una clima di grave inquinamento. Quello che mi aspetterei, dopo tanto lavoro, è che un amministratore chiedesse all'Arpav di misurare un'azione di miglioramento della vivibilità nel suo Comune».
La dottoressa Morgante ha risposto: «Se abitassi qui forse farei anche io parte del comitato perchè cerca di combattere il traffico al cui aumento è correlato quello dell'inquinamento».
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Ed in merito a quel cittadino di Caselle (cioè io, me medesimo) che ha evidenziato questo: "«Le medie di inquinamento a Dossobuono e Caselle sono sicuramente maggiori di quelle di Villafranca»" vorrei ricordare che a Caselle l'unica rilevazione degli inquinanti è stata eseguita tra il 1 maggio e il 15 maggio dell'anno 2003, oltre 9 anni fa e i risultati di quei 15 giorni di maggio e non di dicembre, quando l'inquinamento è ben maggiore... sono quelli sotto riportati.
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Prima di esaminare questi dati come sotto riprodotti, va evidenziato che allora, nel 2003, la centralina di Borgo Milano era posizionata a pochi metri da Corso Milano, poi è stata spostata di un centinaio di metri dalla trafficata via, in prossimità di un'area a verde (e casualmente c'è stato un miglioramento dell'inquinamento su Corso Milano).
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Nel maggio 2003, la centralina dell'ARPAV era stata posizionata sul piazzale davanti alle Scuole Medie di Caselle, ben oltre i 500 metri dall'autostrada "A4", oltre 800 metri dall'Autostrada "A22" e ad oltre un Km dalla fine pista dell'Aeroporto e i dati dell'allora inquinamento di Caselle in certi casi sono superiori a quelli di Borgo Milano.
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Da questo grafico, per quanto riguarda la concentrazione di "Ossido di Carbonio", è evidente che l'inquinamento di Caselle e di Corso Milano sono simili, tra l'altro il 1° maggio e il 4 maggio essendo giornate festive, il "CO" era maggiore a Caselle che non in Corso Milano.
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La centralina dell'ARPAV nel 2003 era praticamente posizionata sulla strada a meno di 10 metri dall'asfalto di Corso Milano e pertanto che le "Polveri Totali" alle quali appartengono anche le "PM10", a Caselle vicino al Polo Scolastico, siano quasi sempre con un valore superiore ai 50 microgrammi anche questo è un dato da evidenziare.
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Che la concentrazione del "Biossido di Zolfo", comunemente detta anche: "Anidride Solforosa", a Caselle, sia però superiore anche di 10 volte rispetto a Corso Milano, questo evidenzia un grave pericolo per la popolazione di Caselle e di Dossobuono e credo che questo tipo di inquinamento sia dovuto al traffico degli autocarri e delle auto che utilizzano il gasolio come combustibile.
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Da questo altro grafico, come sopra riportato, è evidente che il "Biossido di Azoto", come rilevato a Caselle e quasi sempre superiore dei valori rilevati in Corso Milano.
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Se dobbiamo essere "contenti", solo il livello del "Benzene" è minore a Caselle rispetto a Corso Milano, ma questo forse dipende solo dal fatto che la centralina di Corso Milano era a meno di 10 metri dall'asfalto e a Caselle la centralina era lontana da Autostrade e Aeroporto.
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In merito all'inquinamento che ci sarebbe a Dossobuono ricordo anche questo articolo pubblicato ieri sul Corriere di Verona che ricorda l'incontro pubblico sulla qualità dell'aria di Dossobuono, che credo sia migliore di quella di Caselle.
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Se la Dott.ssa Morgante in conclusione della serata ha dichiarato questo: "C'è un rapporto diretto tra inquinamento e salute. Secondo uno studio i bambini residenti a meno di 500 metri dalle strade a grande scorrimento presentano deficit respiratori maggiori a quelli che vivono a 1.500 metri»", visto che noi di autostrade ne abbiamo DUE alle quali va aggiunta anche una Tangenziale e la NUOVA Autostrada SI.TA.VE., compreso l'Aeroporto... non è che da noi stanno peggio anche quelli che abitano entro 1500 metri?
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Per concludere il messaggio di oggi ricordiamo anche questo intervento: "Polveri sottili in Veneto. Multa milionaria a Regione da Corte di Giustizia europea, ma assessore regionale Conte chiede a Bruxelles che legge continui a non essere applicata" e leggiamo questo:.
L’aria peggiora di anno poichè le misure strutturali contro le polveri sottili il Veneto non le ha mai applicate. Dalla Corte di Giustizia europea arriverà una multa milionaria ai veneti, ma l’assessore regionale Maurizio Conte chiede a Bruxelles che la legge a tutela della salute pubblica continui a non essere applicata in Veneto. L’assessore Conte ha il dovere di far rispettare la legge e il Piano Regionale di Tutela della qualità dell’aria prima di andare a Bruxelles a chiedere una zona franca per il Veneto.
Vuol dire forse che 8000 morti l’anno nella pianura padana per malattie legate alle polveri sottili si affrontano con una deroga alla legge?
Dal 2005, anno in cui è stato varato il Piano Regionale per la tutela della qualità dell’aria, i primi ad opporsi con ricorsi al Tar del Veneto sono state le grandi aziende di Porto Marghera e tutt’ora i Comuni veneti sono nella illegalità perché non hanno finora applicato le norme che impongono loro i Piani di Azione su aree omogenee dei territori comunali, con monitoraggi e verifiche imposte dal procedimento di Vas Valutazione Ambientale Strategica, e quindi su tutte le fonti di inquinamento dalle emissioni di acciaierie, inceneritori, cementerie, traffico veicolare, trattamento rifiuti, piani urbanistici dei Comuni, l’agricoltura e allevamento.
Le Province hanno il potere di sostituirsi ai Comuni, ma non lo fanno. La Regione ha un Piano di rientro dalle polveri sottili fermo al 2006 mentre dovrebbe aggiornarlo ogni anno. I costi di questa illegalità li pagano le famiglie venete con una spesa sanitaria enorme legata alle malattie da inquinamento.
Uno studio europeo "Aphekom" ha quantificare in termini economici l'impatto dell'inquinamento dell'aria in 25 città europee. L'Italia è rappresentata da Roma. La cifra è da capogiro: 31,5 miliardi di euro vengono "buttati via" per lo smog, pari a 19mila morti (di cui 15mila per malattie cardiovascolari). Ogni anno. Ne basterebbero molti meno per risanare l'aria.
La Corte di Giustizia europea ci ha già condannati. Si calcola che la multa comunitaria per la violazione della direttiva dovrebbe oscillare attorno ai 700 milioni di euro l'anno. I veneti, a seguito della illegalità dei Comuni che superano i parametri sanitari di legge sulle polveri sottili, saranno costretti a pagare la multa riferita agli anni 2005- 2007, una multa che certamente si ripeterà poiché sino al 2012 la legge in Veneto è sistematicamente violata.
Perché la multa deve pagarla il contribuente e non piuttosto una schiera di amministratori che non rispetta la legge? E non dovrebbe essere risarcito chi si ammala perché sindaci e assessori all’ambiente non rispettano la legge a tutela della salute pubblica?               
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