Un contributo interessante di Aero Habitat: "Nel BelPaese gli aeroporti sono da vendere, nessuna acquisizione nè ricapitalizzazione" - Il debito pubblico avanza. Ma quanto valgono? Quanto si potrebbe ricavare per le casse Regionali?

L'argomento Aeroporto Catullo e Quadrante Europa, dai giornali è già sparito. A dir la verità non so nemmeno perchè era apparso. Quindi ritocca al sottoscritto mantenere alta l'attenzione su questi due problemi, visto che tra l'altro, i Giornalisti leggono ViViCaselle, considerato che sull'articolo del Corriere di Verona a titolo: "Quadrante Europa: Reazioni all'inchiesta. Zuliani, replica ai pm «Tutto il nostro iter è stato regolare»" è stata riportata questa frase: "Che ieri, sul suo blog, ha ricordato che il 10 giugno 2010 aveva scritto questa lettera dal titolo: «Richiesta intervento sulle Violazioni Via e Vas del "Quadrante Europa" di Verona» allegando una voluminosissima documentazione".
Per dovere di cronaca prima vorrei ricordare i numeri dei due fascicoli aperti in Procura della Repubblica, quello che riporta il n° 805/08 ANCNR (Aeroporto Catullo) e quello che riporta il n° 1217/08 ANCNR (Quadrante Europa) il che è evidente che risultano essere stati aperti ancora nel 2008 e dato che ANCNR significa questo: “Atti Non Costituenti Notizia di Reato”, è altrettanto evidente che bisogna aspettare che quella sigla cambi e che diventi “RGNR” che significherebbe quest’altro: “Registro Generale Notizia Reato”.
Quindi aspettiamo l'esito delle indagini.Nemmeno oggi ho molto tempo di scrivere qui, quindi vorrei suggerire un altro argomento rispetto a quello che hanno pubblicato in questi giorni, ricopiando una news di Aero Habitat, con questo titolo: "Nel BelPaese gli aeroporti sono da vendere, nessuna acquisizione nè ricapitalizzazione", questo sottotitolo: "Il debito pubblico avanza. Ma quanto valgono? Quanto si potrebbe ricavare per le casse Regionali? " e questo testo:

L'articolo del Corriere della Sera del 5 ottobre firmato da Sergio Rizzo "Ente Locale con Pacchetto Azionario il Vizietto Contamina la Toscana" pur autorevole ed importante deve essere inquadrato in una più ampia e storica analisi riguardante il ruolo, i compiti, i costi delle amministrazioni pubbliche nelle società di gestione aeroportuali del Bel Paese.
Sono società partecipate se non controllate da Comuni, Regioni e consorzi vari e, salve poche eccezioni, sono gli esercenti degli scali aerei della Penisola. Quante hanno il bilancio attivo? Quante hanno in corso operazioni di rifinanziamento, di ricapitalizzazione e sono di fronte all'interrogativo di rinunciare e/o dismettere attività cronicamente in perdita?
Ma perché un Comune Italiano, dal Tirolo alla Sicilia, alla Puglia, deve continuare a gestire, direttamente e/o indirettamente, attraverso qualche nomina decisa dalla maggioranza di una amministrazione pubblica, minore o maggiore, una società aeroportuale impegnata nel difficile e arduo compito imprenditoriale? In un settore nel quale le dinamiche industriali, le turbolenze del mercato competitivo, abbisognano invece di manager e professionalità specifiche?
La liberalizzazione indotta e innescata dalla Commissione UE in Italia non si è realizzata.
Anzi. Probabilmente la presenza costante del "pubblico" nelle società aeroportuali sta determinando uno stallo. Alimenta un campanilismo aeroportuale nel quale viene incrementata l'attività dei vettori low cost ed equivalenti con contratti co - marketing che, pur con l'indiscusso successo di traffico raggiunto e stimato, prefigura una situazione disastrosa.
Quanto costano le operazioni di co marketing a sostegno delle attività delle low cost? Qual'è il costo complessivo di tutti gli scali e, singolarmente, di ogni singolo aeroporto. Quanti sono gli scali che sviluppano attività prevalente low cost? E facile identificarli.
Occorre tuttavia sapere che il finanziamento degli interventi co marketing è prevalentemente sostenuto dalle ammnistrazioni locali: Comuni, Provincie, Regioni o da parte di società partecipate.
Ecco allora uno scenario del tutto paradossale.
Le amministrazioni locali che partecipano e controllano le società esercenti aeroportuali (con bilanci poco virtuosi) sono le stesse che sostengono le operazioni di co marketing. Sono ancora le stesse che, con strategie a nostro avviso ben poco lungimiranti, ricapitalizzano le casse delle società aeroportuali.
E come nel caso citato da Sergio Rizzo nel caso dei due aeroporti toscani (ma occorrerebbe aggiungere anche il groviglio on corso sullo scalo di (Siena Ampugnano) , l'acquisizioni di maggiori quote da parte della Regione con una spesa di altri 15 milioni di euro, incide sulle già ridotte casse regionali. Come finanziare in tal modo Comuni, Provincie se si spendono in acquisizione di partecipate?
Perché è fallita la liberalizzazione delle società aeroportuali?
Dopo l'ingresso della BAA a Napoli Capodichino negli anni '90 tutto si è bloccato.
Ecco quello sui cui occorre ora riflettere non è tanto sulle cause di un processo che avrebbe dovuto allineare il sistema aeroportuale del BelPaese all'Europa, ma un'altro.
Perché non vendere invece le quote e fare cassa? Finanziare in tal modo Comuni, Provincie e Regioni. Auspicando, magari, l'ingresso nel sistema aeroportuale del BelPaese i privati? Magari capitali esteri? Con managerialità e professionalità specifiche del settore aviation?
Letto questo ora rileggetevi quello che ieri l'Arena ha pubblicato con questo sovratitolo: "AEROPORTO. Debutto complicato per Paolo Arena alla prima uscita dopo 100 giorni di presidenza. Intesa di rilancio con Meridiana", con questo titolo: "Le cinque mine sulla pista del Catullo" e con questo sottotitolo: "I costi del low cost; i conti in rosso; l'accordo con Brescia; il cargo che non decolla. E la Via che non c'è".
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Dato che i Giornalisti sono più bravi del sottoscritto a scrivere, vorrei richiamare quanto scritto ieri in questa farse: Ma ad essere... precisi... precisini, l'E.N.A.C. nella lettera del
9 Settembre 2009 spedita al Ministero dell'Ambiente, in merito al Piano di Sviluppo Aeroportuale, nell'ultimo paragrafo, scrive che quel Piano di Sviluppo Aeroportuale... verrà sottoposto a procedura di V.I.A.... fermo restando che nelle more di tale adempimento la Società Aeroporto Valerio Catullo non darà luogo ad interventi che abbiano a comportare incrementi capacitivi di traffico, ottemperando cosi alla vigente normativa comunitaria e nazionale" " .

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Ad essere precisini precisini precisini, ancora in data precedente alla lettera del 9.9.2009 in un'altra lettera dell’ENAC, quella del
01.04.2008 prot. 0020713/DIRGEN/API (sottolineo la data, primo aprile 2008) trasmessa anche alla Società Aeroportuale “Valerio Catullo” SpA (e ad altri indirizzi) avente questo oggetto: “Aeroporto di Verona Villafranca – Studio di impatto ambientale e procedura di VIA” si dichiara e si segnalava che:
“gli interventi di recente attuazione, con riferimento alle infrastrutture di pertinenza civile che questo ente ha autorizzato, riguardano l’adeguamento alle norme antisismiche dell’aerostazione passeggeri, con conseguente ristrutturazione delle parti civili ed impiantistiche della medesima”.
“oltre a ciò è in corso di elaborazione, per lo scalo in questione, il Piano di Sviluppo dell’Aeroporto con orizzonte temporale 2020, cui sarà associato lo Studio di Impatto Ambientale, finalizzato al conseguimento del parere di Compatibilità Ambientale ed al successivo parere di Compatibilità Urbanistica”.
E’ evidente che nelle more dei procedimenti di cui sopra la Società Aeroporto Valerio Catullo non darà luogo ad interventi che abbiano a comportare incrementi capacitivi del traffico”.
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Domanda ai Giornalisti che mi leggono: "Secondo Voi, il fatto che l'Aeroporto dal 1.04.2008, continua a crescere e a svilupparsi, con nuove compagnie aere e nuove rotte, sta rispettando quello che gli scrive ENAC?".
Ora vi lascio... perchè dopo le "dichiarazioni a mezzo stampa" del Presidente dell'Aeroporto e dei Presidenti del Quadrante Europa, pubblicate ieri, e visto che quanto da loro dichiarato ha bisogno di "piccole" precisazioni e/o integrazioni, letta anche l'Ordinanza del Consiglio di Stato sull'Aeroporto di Treviso (che vale anche per Verona) ho iniziato a scrivere una nuova lettera per la Commissione Europea Ambiente e per la Procura della Repubblica il cui oggetto è il seguente:
A quale Autorità Italiana, un “semplice cittadino” deve rivolgersi affinchè la Direttiva VIA sia rispettata? Richiesta di ri-apertura della Procedura di Infrazione per VIOLAZIONE delle Direttive: 85-337-CEE e 97-11-CE della Pratica: EU-PILOT 240/08/ENVI per l’Aeroporto: “Valerio Catullo” di Verona e della Pratica: EU-PILOT 488/09/ENVI per l’Interporto: “Quadrante Europa” e di NUOVA pratica per l’Aeroporto: “Antonio Canova” di Treviso, dopo l’Ordinanza Consiglio di Stato n° 4460 del 12.10.2011.
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Nel frattempo, in merito alla questione che sarebbero VIETATI GLI INCREMENTI CAPACITI DEL TRAFFICO AEREO... ascoltate quello che dicono gli intervistati in questi due video:
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