Nemmeno oggi ho tempo di scrivere qui, quindi vi ricopio questo articolo: "Il Marco Polo è il salotto buono, ma i lavoratori aeroportuali sono "massacrati" ogni giorno". Domanda: COM'E' LA SITUAZIONE ALL'AEROPORTO CATULLO?

Come ho scritto ieri in questo messaggio "Oggi non scrivo su ViViCaselle, per lunedi devo spedire questa lettera: "Risposta alla lettera 21.09.2011 - “RISCONTRO ALLA RICHIESTA DI COPIE E DI DOCUMENTI”.", nemmeno oggi ho tempo di scrivere qui e quindi vi ricopio un'articolo pubblicato sul "Gazzettino.IT" del Giugno 2011 a questo titolo: "Il Marco Polo è il salotto buono, ma i lavoratori aeroportuali sono "massacrati" ogni giorno", che mi permette di scrivere questa domanda: "COM'E' LA SITUAZIONE ALL'AEROPORTO CATULLO?"  
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"Il Marco Polo è il salotto buono, ma i lavoratori aeroportuali sono "massacrati" ogni giorno". Vorrei rispondere a un collega di lavoro che parlava dell'aeroporto Marco Polo, aeroporto dove lavoriamo come operai di rampa (in pista). Vedi caro, tra il vedere l'aeroporto da fuori, sia come passeggero che come cittadino/lettore, ed il viverlo dal di dentro come noi lavoratori, ne passa di acqua e di sensazione della realtà dei fatti…
L'aeroporto è un po' come il salotto buono, apparentemente bello lucido e pulito, dove però tutta la spazzatura finisce sotto il tappeto al centro; lo schifo c'è ma non lo si vuol vedere, né far vedere… A fronte di incassi e ricavi da capogiro delle società di gestione, c'è il massacro fisico e psicologico dei lavoratori aeroportuali, in tutti i settori, di rampa in particolare.
Ma farsi una doccia e cambiarsi in un container rovente d'estate e ghiacciato d'inverno, non è un loro problema, ma solo tuo. Avere ritmi di lavoro al limite dello schiavismo, buoni pasto e convenzioni che sanno di presa in giro, fare corsi sicurezza salvo poi essere costretto a non applicarla in pista pena il non svolgere il lavoro nei tempi di transito previsti dai vettori, un contratto di categoria che contempla solo gli interessi degli handlers e non certo dei lavoratori, il dover subire imposizioni, minacce subdole e angherie psicologiche di ogni tipo pena la solita lettera di contestazione già pronta prestampata per chiunque, il dover percepire uno stipendio che ci si vergogna a dire quanto si guadagna persino a un commesso di 20 anni che lavora all'Auchan pur essendo noi padri di famiglia 50enni, il sapere che ti dicono di non fumare perché fa male e ti viene il cancro, ma che nascondono le statistiche di mortalità per malattie polmonari e tumori di chi lavora in pista e che sono da strage stile Vietnam (a quanti funerali dei nostri colleghi siamo andati infatti negli ultimi anni?) non interessa a nessuno!
Al sistema interessa solo far cassa, a tutti interessa, ma sulla pelle sul sudore sulla fatica e sulla morte di noi dipendenti aeroportuali. Non a caso il Marco Polo l'ho battezzato la "piantagione di cotone del 2000". E mi sembra molto azzeccata come definizione per spiegare le condizioni di lavoro (dis)umane a cui si è sottoposti. Basti solo pensare alla fatica fisica di caricare e scaricare migliaia di bagagli per turno in stive adeguate fisicamente solamente ai topi, magari a 10 gradi sotto zero, oppure con 40 gradi d'estate, dato che li è tutto cemento e bordo laguna! A noi spetta solo schiattare per 1.000 euro al mese, 1.200 o 1.300 se ti ammazzi di notturni e mancati riposi, ma quelli sono solo per i lecchini o per chi ha bisogno assoluto di soldi. Non parliamo dei contratti a termine poi, veri e propri strumenti di ricatto in mano ai gestori, spade di damocle sia per i precari che per gli indeterminati.
Io sono stato costretto alle 6 ore perché 8 ore davvero non le reggo più sia fisicamente che psicologicamente, pur essendo io vedovo e con una figlia da crescere da solo. I figli costano, ma mi accontento di 800/900 euro al mese, l'alternativa è che scoppio mentalmente e fisicamente perché sono una manica di irresponsabili folli chi ci governa e gestisce li dentro, siamo al limite del mobbing in ogni azione e reazione! Ed il rumore, l'inquinamento, le malattie ed i traumi alle ginocchia, reni, bacino, braccia che ovviamente non vengono contemplate come malattie professionali, perché oltretutto il nostro non è nemmeno un mestiere usurante secondo loro ed il governo? Il diritto allo sciopero che non abbiamo davvero in quanto regolamentati da cento cavilli che lo rendono se non impossibile, di certo inutile ed inefficace?
Detto questo, detto tutto. Se poi vogliono raccontare le favole ai passeggeri ed ai lettori, dir loro che siamo scansafatiche ed abbiamo un posto d'oro, facciano pure, tanto a noi aeroportuali non crede mai nessuno perché siamo solo stupidi ignoranti e carne da macello. Ma chi sputa sangue per portare a casa solo la fame a fine mese siamo noi, non loro con i loro invidiabili stipendi e le poltrone calde d'inverno e fresche d'estate. Sono pronto e disponibile a discutere di questa cosa, e di qualsiasi altra cosa, su qualsiasi tavolo di confronto con chiunque... dal Sindaco al Presidente della Provincia, dal Direttore a qualsiasi gruppo sindacale, e che provino a dirmi che non è vero, perché se lo facessero sarebbe la conferma che mentono sapendo di mentire, e spiegherebbe in un istante in che mani siamo!
Prima di dire che siamo rompiscatole ignoranti, capaci solo di lamentarci, devono farsi un mese di lavoro con noi in pista e con gli stessi orari e turni sia d'estate che d'inverno, e fare le stesse cose nostre fianco a fianco, come fossero colleghi nostri... e non mettersi a bordo pista con la cravatta ed il cronometro in mano per vedere se una valigia la carichi in un secondo oppure in tre, e poi fare statistiche dove risulta che sei un lavativo e l'aeroporto quindi va male perché ci lavorano una massa di dementi. Che vengano a caricare stive a 40 gradi avendo saltato pure la pausa pranzo perché non c'è gente e non c'è tempo, o a 10 sotto zero alle 5 di mattina, che lavorino sotto la pioggia per 8 ore di fila, che si respirino tonnellate di vapori di Jeta1 al giorno, e che vivano con 1.000 euro al mese, e solo dopo potranno permettersi di aprire bocca e darci dei lavativi ignoranti. Solo dopo! Ciao colleghi.
Giovanni
Domenica 26 Giugno 2011 - 12:45 Ultimo aggiornamento: 12:46
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Credo che quanto descritto nell'articolo sia chiaro e ben comprensibile a tutti e... se sulla pista e sulle rampe di una aerostazione... la situazione è questa come descritta, credo che siamo ben lontani dal rispettare le leggi e le norme in vogore della salute pubblica, prima dei lavoratori e poi dei cittadini che vivono nell'intorno aeroportuale.
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Se le società di gestione aeroportuale iniziassero a rispettare le norme ambientali, probabilmente anche le condizioni dei lavoratori aeroportuali potrebbero cambiare come cambierebbe sicuramente anche la qualità di vita della popolazione residente nell'intorno aeroportuale.
E per oggi basta scrivere su http://www.vivicaselle.eu/ devo continuare a scrivere la lettera, che oggi voglio terminare... da spedire domani. Buona domenica a tutti.

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