Se da qualche anno - in merito alle Procedure di VIA degli Aeroporti - sostengo che ENAC non può essere il Controllore e il Controllato, quando su: "Il Fatto Quotidiano" leggo un articolo a titolo: "Aeroporti, l'Ue processa lo strapotere di Vito Riggio", con sopra titolo: "Procedura di Infrazione. Il governo italiano ha due mesi di tempo per spiegare come mai l'Enac decide tutto e vigila su se stesso. Mentre l'Authority Trasporti è senza poteri"... vuoi vedere che avevo ragione... io... me... medesimo?
Pochi minuti fa, via mail dal Comitato Aeroporto di Treviso e dal Coordinamento Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia, mi è stato inviato un file.pdf tratto da: "Il Fatto Quotidiano" e pertanto se leggo un articolo a titolo: "Aeroporti, l'Ue processa lo strapotere di Vito Riggio", con sopra titolo: "Procedura di Infrazione. Il governo italiano ha due mesi di tempo per spiegare come mai l'Enac decide tutto e vigila su se stesso. Mentre l'Authority Trasporti è senza poteri"... vuoi vedere che avevo ragione... io... me... medesimo, visto che è da qualche anno che - in merito alle Procedure di VIA degli Aeroporti - sostengo che ENAC non può essere il Controllore e il Controllato, perchè.... se è ENAC che presenta le procedure di VIA... ENAC non può essere anche l'Ente Pubblico che controlla se gli Aeroporti rispettano la Direttiva VIA.
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La lettera è arrivata
come una bomba
sulla scrivania del
ministro dei Trasporti
Graziano Delrio,
mettendolo in grandissimo
imbarazzo per i motivi che
vedremo. La Commissione
europea sta preparando una
procedura d'infrazione
contro l'Italia per la mancata
applicazione della direttiva
del 2009 (sei anni fa)
che regola le tariffe aeroportuali.
Questione apparentemente
molto tecnica
che però contiene una domanda
politica assai concreta:
chi comanda negli aeroporti
italiani? E soprattutto:
chi fissa le tariffe che
le compagnie aeree (e quindi
i passeggeri) devono pagare
per decolli e atterraggi
in infrastrutture che rappresentano
monopoli naturali?
IL RITRATTO del sistema italiano
vergato dai tecnici di
Bruxelles è impietoso. Un'analisi
molto complessa di
leggi, decreti, regolamenti e
commi può essere così riassunta.
La direttiva n. 12 del
2009 stabilisce che le tariffe
devono essere stabilite da
un'autorità indipendente,
oppure che, se stabilite dal
governo, siano impugnabili
dalle compagnie aeree davanti
all'Autorità indipendente.
L'Italia ha nominalmente
recepito la direttiva,
ma la sta violando platealmente.
Nello stesso 2009 infatti,
con un decreto legge,
ha stabilito che l'Enac (Ente
nazionale aviazione civile)
definisca con i concessionari
degli aeroporti i cosiddetti
Contratti di programma,
che fissano gli impegni del
gestore a investire su infrastrutture
e servizi e il relativo
quadro tariffario che
deve remunerare quegli investimenti.
La legge italiana
ha stabilito anche che le tariffe
fissate dall'Enac con
contratti di programma,
non sono impugnabili davanti
all'Authority dei Trasporti.
Una legge del 2012 aveva
anche stabilito che la competenza
sulle tariffe sarebbe
passata all'Authority indipendente
al momento della
sua entrata in funzione, che
risale ormai a gennaio 2014.
Ma in una lettera del maggio
scorso il governo italiano ha
comunicato a Bruxelles che
intende lasciare le tariffe subordinate
allo strapotere del
presidente dell'Enac, Vito
Riggio, fino alla scadenza
dei contratti di programma:
cioè fino al 2020 per gli aeroporti
di Milano (Linate,
Malpensa e Orio al Serio), fino
al 2021 per quelli romani
di Fiumicino e Ciampino.
Lo strapotere della satrapia
aeroportuale di Riggio è
da tempo nel mirino dei critici
ma gode di una protezione
politica blindata. Proprio
ieri una interrogazione del
senatore M5S Gianni Girotto
ha espresso preoccupazione
a Delrio per il fatto
"che lo stesso ente sia contemporaneamentecontrolloree controllato e quindi inevidente conflitto di interessi".
Tempo fa il capo di
Ryanair Michael O'Leary, uno
dei maggiori clienti degli
aeroporti italiani, ha criticato
il presidente dell'Enac in
modo più ruvido: "Riggio è
un'idiota. Cerca di proteggere
Alitalia bloccando Ryanair".
LA PROCEDURA d'infrazione
Ue getta sabbia negli ingranaggi
di un sistema di potere
finora oliatissimo. Riggio
è stato messo all'Enac nel
2003 dall'allora ministro dei
Trasporti Pietro Lunardi:
"Un amico", disse. Malatrasversalità
del vecchio democristiano
gli ha consentito di
passare indenne ogni passaggio
d'epoca. Compagno
di liceo a Palermo dell'ex
leader Cisl Sergio D'Antoni,
sindacalista lui stesso, consigliere
comunale, deputato,
sottosegretario. Un lungo
corso politico pendolando
tra Roma e la Sicilia, con
un alto senso di sè: ha raccontato
che nel 1992 "il giorno
dell'uccisione di Lima,
Falcone mi chiamò per dirmi
che mi voleva mettere
sotto scorta".
Dopo aver conquistato la
poltrona Enac se l'è vista
confermare dal governo
Prodi nel 2007, poi il governo
Monti l'ha nominato
commissario i nel 2013 il governo
Letta l'ha rinominato
presidente. È sempre piaciuto
a tutti.
Ma è con l'ascesa di Matteo
Renzi che Riggio ha fatto
tombola. Ha pilotato l'amico
argentino Eduardo Eurnekian
alla conquista
dell'aeroporto di Firenze,
caro al premier e presieduto
dall'amico Marco Carrai.
Ha ingaggiato un braccio di
ferro conlaregione Toscana
per l'allungamento della pista
di Peretola. Ma soprattutto
ha saputo incastonare
questo idem sentire con il giglio
magico nella sua ambizione
di non essere solo il
controllore della sicurezza -
vero ruolo dell'Enac - ma il
vero e proprio regista di un
settore decisivo dell'economia.
L'ULTIMA SORTITA è stata la
raccomandazione a Carrai
di annettere - dopo l'aeroporto
di Pisa - anche quello
di Bologna. Promuove fusioni,
propugna privatizzazioni
(di cui l'amico Eurnekian
è pronto ad approfittare), decide investimenti e tariffe.
Tutto contro la legge
europea. Adesso tocca a Delrio
dare spiegazioni a Bruxelles.
Sapendo che dare ragione
alla Commissione europea
equivarrebbe a un pugno
nello stomaco non solo a
Riggio ma anche a Carrai e ai
suoi amici stretti.
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E se questo sopra riprodotto è il file.pdf che mi è arrivato dal "Coordinamento Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia" ancora più "simpatico" è il file che mi è arrivato dal "Comitato Aeroporto di Treviso" perchè è stato tratto dalla Rassegna Stampa dell'ENAC.
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Evidenziato questo, per ora, ma solo per ora e per restare in argomento e per arrivare all'Aeroporto di verona, segnaliamo anche un articolo pubblicato sulla "Tribuna di Treviso" mercoledì 23 Ottobre 2015, con questo titolo: "La Commissione Ue su Tessera «Infrazione sulle nuove tariffe»" e questo testo:
VENEZIA.
C'è anche l'aeroporto Marco Polo di Venezia, insieme agli hub di Milano e Roma, tra gli scali per i quali la Commissione dell'Unione Europea ha deciso di aprire una procedura d'infrazione per «applicazione non corretta delle norme comunitarie che regolano la procedura di consultazione per la determinazione delle tariffe aeroportuali». La direttiva europea sui diritti aeroportuali stabilisce, infatti, un sistema di gestione degli aeroporti basato sul principio d'indipendenza tra operatori e regolatori. Bruxelles ha quindi deciso di aprire una procedura d'infrazione inviando all'Italia una lettera di messa in mora. L'aeroporto di Tessera, al pari di Malpensa e Fiumicino, dal 2013 – anno in cui è stato sottoscritto il contratto di programma con il ministero dei Trasporti e l'Enac – ha aumentato le la tassa di imbarco. In quell'occasione, alle critiche per gli aumenti tariffari il presidente di Save, Enrico Marchi, ribattè: «Si tratta di una polemica sbagliata. Le tariffe sono rimaste bloccate per quasi dieci anni: non possiamo fare gli scali nei tendoni, per non rimanere indietro rispetto all' Europa servono risorse», concluse. Anche con i nuovi contratti, certificano le statistiche, le tariffe italiane restano sotto la media di quelle praticate negli scali aeroportuali comunitaria». Save ha chiuso il 2014 a 150,6 milioni, con ricavi al +3,5%. A incidere c'è l'aumento di tariffe ed entrate non aeronautiche (+3,1%), ma anche dei passeggeri (+1,4%): 10,7 milioni in totale, di cui 8,5 solo a Venezia. A scendere ci sono solo i movimenti (-3,8%), causa «ottimizzazione dei vettori» e incremento del 3% del riempimento medio degli aeromobili. Nei primi nove mesi di quest'anno, nell'aeroporto Marco Polo sono transitati 6, 8 milioni di passeggeri con un aumento del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. Intanto sono a buon punto le trattative per arrivare a una remissione dei contenziosi pendenti tra le società di gestione degli aeroporti di Bergamo e Verona-Brescia (controllato da Save) sull'aeroporto di Brescia Montichiari. È quanto emerso dal confronto tra l'Enac e le società. Il presidente dell'Enac Vito Riggio e il direttore generale Alessio Quaranta hanno preso contatto con i vertici della società di gestione Sacbo dell'Aeroporto di Bergamo e della società Catullo, in qualità di gestore dell'Aeroporto di Verona e di Brescia, con l'obiettivo di dirimere le controversie legate all'Aeroporto di Brescia Montichiari
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