Oggi vi evidenzio due articoli che - direttamente e/o indirettamente - hanno attinenza con l'Aeroporto Valerio Catullo, che ricordo, è l'unico Aeroporto Italiano mai sottoposto alla V.I.A. dove i "Catulliani" spendono soldi per incrementare il traffico (pagando Ryanair) e non spendono nulla per mitigare gli Impatti Ambientali.

Visto che oggi parliamo di Aeroporti, prima ricordo un "volantino" pubblicato dal "Comitato Aeroporto di Ciampino" che ha questo titolo: "SE VIVI VICINO AD UN AEROPORTO", con questo sottotitolo: "Bambini a rischio per menomazioni all'udito e deficit cognitivi" e con questo ulteriore messaggio: "CI FIDIAMO DEL FUTURO CHE NON VIENE CONDIVISO DALLA COMUNITA'?"
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Premesso questo, oggi vi evidenzio due articoli che - direttamente e/o indirettamente - hanno attinenza con l'Aeroporto Valerio Catullo, che ricordo, è l'unico Aeroporto Italiano mai sottoposto alla V.I.A. dove i "Catulliani" spendono soldi per incrementare il traffico (pagando Ryanair) e non spendono nulla per mitigare gli Impatti Ambientali.
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E visto che abbiamo citato la "Ryanair" partiamo da un articolo dell'Unione Sarda a titolo: "Alghero, niente contributi: Ryanair non programma i voli per il 2016" con questo testo:
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L'aeroporto di Alghero rischia di perdere la metà dei voli Ryanair. Da due anni senza contributi regionali, infatti, il vettore low cost ha tirato il freno a mano sul piano di voli per il 2016.
Addio a Stoccolma, Parigi e Dublino, mentre i gettonatissimi Roma, Girona e Madrid sono prenotabili solo fino marzo. Da quando la commissione europea ha punto i riflettori sui contribuiti di co-marketing erogati dalla Regione, immaginando di configurarli come aiuti di Stato, Cagliari ha chiuso la cassa.
"Stiamo studiando un nuovo sistema per gli incentivi ai vettori, che comunque sarà ad evidenza pubblica" avverte l'assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana. E se nel frattempo Ryanair saluta e se ne va? "Spero che il vettore - conclude l'assessore - comprenda l'importanza del mercato della Sardegna, anche senza contributi".
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E di questo articolo pubblichiamo anche i commenti:
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7 commenti
  • bugsrunner 21/11/2015 09:38:28
    Non capite nulla. Vi mancano le basi della Matematica!!! Ryanair può fare prezzi bassi solo perchè riceve contributi PUBBLICI. Quindi cmq la pagate con le vostre tasse!!!! Tant'è che appena gli enti locali chiudono i rubinetti ecco che Ryanair scappa via. Ma vi sembra il caso di dare così tanti contributi pubblici ad una compagnia irlandese che porta ricchezza in Irlanda solo perchè volete andare a Kaunas a 40 euro? Vi meritate la povertà e la crisi che ci attanagliano!!!
  • nocciolina 21/11/2015 09:31:23
    Ryanair fa viaggiare a basso costo, ma solo fino a un certo punto, visto che si paga molto per il bagaglio e altri servizi. Può fare questo perché parte del costo lo paga la Regione Sarda, cioè noi. Anche chi non viaggia mai contribuisce indirettamente a pagare il biglietto di chi usa Ryanair.
  • Maimone 21/11/2015 09:10:38
    Una cosa è certa, pur impegnandosi a fondo è difficile produrre gli stessi danni che sta causando l'Assessore ai trasporti della Regione Sardegna. Deve avere una grande autostima per non capire che evidentemente non è portato per ricoprire questo ruolo. Qualcuno potrebbe anche aiutarlo a capire.... Non deve neppure preoccuparsi di rimanere disoccupato.... il lavoro per ex trombati in Italia è sempre assicurato
  • Jenny 21/11/2015 07:34:37
    la sinistra ha avuto quello che si merita......
  • paolissimo 20/11/2015 23:36:03
    Se vanno via chiamate easyjet o altre low cost. Semplice.
  • numeronove 20/11/2015 23:19:48
    Ryanair è concretamente l'unica Compagnia aerea che ha contribuito con prezzi accessibili, a farci uscire dall'Isolanità;ma vedrete che i nostri politici riusciranno a rovinare il tutto.Sicuro....saludos.
  • Helios57 20/11/2015 23:06:58
    Maledetti politici ladri, state distruggendo tutto ciò che cè di buono.
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E dopo questo breve articolo, che ancora una volta evidenzia che se in qualche Aeroporto c'è Ryanair... qualcuno paga (spesso con Soldi Pubblici), ora riportiamo l'articolo de: "IL Fatto Quotidiano" a titolo: "Aeroporti: tra Bergamo e Verona è pace fatta. Ma perché affidare le concessioni senza gare?".
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Tra il Catullo di Verona e la Sacbo di Bergamo la pace è ora ufficiale. Senza vinti, né vincitori tra gli scali in lotta ma con due sicuri perdenti: i passeggeri e le compagnie aeree e vediamo il perché.
La società bergamasca che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio ha chiuso i contenziosi aperti contro l’affidamento quarantennale della concessione dello scalo di Brescia-Montichiari in capo ai veronesi. Va ricordato che lo scalo bresciano è costato 76 milioni di investimenti per la sua apertura e che ha accumulato 65 milioni di perdite di gestione, con un traffico da aeroclub di 10mila passeggeri l’anno. L’annosa battaglia giudiziaria sulla gestione di Brescia Montichiari, aeroporto a lungo conteso e oggetto del desiderio di Bergamo, che ne vedeva la valvola di sfogo per il traffico delle merci e di Verona che ha beneficiato della concessione per tenere lo scalo di Brescia in naftalina si è dunque conclusa.
La querelle si è risolta con una comunicato congiunto una settimana dopo l’incontro distensivo al Ministero dei Trasporti. Dove il ministro Graziano Delrio e l’Enac (cioè i regolatori pubblici) hanno convinto i contendenti a cessare la guerra giudiziaria. “Era una guerra che non giovava a nessuno e poteva creare danni a tutti” hanno affermato in coro i litiganti.
Ma quali possono essere i danni provocati da una gara? Fare, finalmente, le gare per l’affidamento delle concessioni, previste dalla normativa europea, negli aeroporti italiani perché dovrebbe essere un pericolo? Aprire una fase nuova di sviluppo nel settore aeroportuale che finora ha distrutto più ricchezza di quanto ne abbia creata non dovrebbe essere un danno. Basterebbe citare le deludenti prestazioni di Malpensa che nonostante l’enorme spesa pubblica sostenuta 5 mld di euro per il nuovo scalo è ancora sottoutilizzato, per capire che il sistema aeroportuale è malato. Per non parlare di Fiumicino messo in ginocchio per mesi da un cortocircuito di un condizionatore e dal fuoco di sterpaglie vicine al sedime aeroportuale. Oppure la proliferazione di tanti piccoli aeroporti sostenuti non dal mercato ma dagli Enti locali che hanno fatto delle società di gestione dei veri e propri centri di consenso elettorale.
Aeroporti-CDP
Infatti in Italia ci sono 112 scali operativi di cui 90 aperti al traffico civile 11 militari e civili, 11 solo militari e 46 commerciali. A dirlo è una recente indagine della Cassa depositi prestiti che ci ricorda che l’impatto economico della rete aeroportuale sul Pil è del 3,6% contro una media europea del 4,1%. I livelli di efficienza e competitività degli scali risultano con standard inferiori a quelli europei ed a nulla è valso il processo di privatizzazione iniziato negli anni ’90. Accelerato in questa fase a seguito della crisi economica che ha indotto alcuni Enti pubblici quali Comuni, Province e Regioni, con accresciuto fabbisogno di liquidità, a vendere le loro quote.
Il ricorso di Sacbo stava per diventare la testa d’ariete per scardinare (involontariamente) i vecchi ed inefficienti equilibri del sistema aeroportuale italiano. Da qui le pressioni “moral suasion” nei confronti di Bergamo per ritirare il ricorso. C’era il rischio che la Commissione Europa potesse mettere in discussione tutto l’assetto delle concessioni aeroportuali affidate senza competizione, dando il via libera alle gare europee. Ritirato il ricorso del Catullo al Consiglio di Stato, le società digestione aeroportuale sperano di interrompere automaticamente anche il procedimento in sede europea. “Fare sistema” per i gestori degli aeroporti italiani significa essere uniti per restare monopoli naturali privi di redditività e di caratteristiche industriali ma con grandi rendite garantite che tariffe elevate e scarsa efficienza assicurano.
Fino ad oggi si è gabellata per concorrenza l’apertura di uno scalo vicino ad un altro, ma molto poco si è intesa la concorrenza sia per l’affidamento della concessione attraverso una gara o all’interno di uno stesso scalo. Infatti fino a quando si è potuto il gestore coincideva anche con il gestore unico dei servizi di terra. E quando si è aperto minimamente il mercato per tenere in vita le goffe ed inefficienti società di handling, sempre in perdita per mantenere stipendi elevati ed organici gonfiati, si è ricorsi al ripiano dei disavanzi con le risorse del gestore. Cioè con veri e propri aiuti di Stato come nel caso di Sea che è stata multata per oltre 400 milioni di euro dalla Unione europea.
Non servirà il recente piano aeroportuale nazionale che in realtà è un piano di ripartizione dell’influenza degli scali (la domanda non ha confini amministrativi) ma sarebbe servito un piano di regolazione aeroportuale. Un piano capace di liberalizzare il mercato prima delle privatizzazioni e di nuovi pasticci e soprattutto prima delle fusioni aeroportuali in corso come quella veneta (Venezia Treviso Verona e Montichiari) e quella lombarda (Malpensa,Linate e Bergamo) veri e propri cartelli che giovano alle imprese e danneggiano gli utenti cosi come sono configurate.
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Per oggi non aggiungo altro, ma mi pongo la solita domanda: "Perchè all'Aeroporto Valerio Catullo è permesso di operare pur essendo mancante del Decreto di Compatibilità Ambientale?" 
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Un Aeroporto Catullo, tra l'altro, dove spendono soldi per incrementare i voli di Ryanair e non spendono nulla per mitigare gli Impatti Ambientali Aeroportuali e migliorare la Qualità della Vita delle persone che vivono nell'intorno del sedime aeroportuale?

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