Articolo dell'ARENA: ""Nel «piano aeroporti» c’è anche il Catullo L’aeroporto «Catullo» di Verona, con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui, rientra tra quelli di interesse nazionale che potranno essere oggetto di interventi infrastrutturali a carico dello Stato"" - Ma forse non è cosi ben chiaro che questi interventi a carico dello stato ci siano.

Ieri sera, leggendo l'ARENA "on line"... ho scoperto un articolo a titolo: "Nel «piano aeroporti» c’è anche il Catullo" che aveva questo sottotitolo: "L’aeroporto «Catullo» di Verona, con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui, rientra tra quelli di interesse nazionale che potranno essere oggetto di interventi infrastrutturali a carico dello Stato".
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Le parola "potranno essere oggetto", come scritte nel sottotitolo dell'articolo, evidenzia che forse qualche chiarimento è ancora necessario, prima di capire se il Catullo... "potrà" o... "sarà" oggetto di interventi a carico dello Stato.

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Premesso questo riportiamo per intero l'articolo pubblicato ieri dall'Arena "on line", mentre per gli articoli pubblicati questa mattina su tutti i quotidiani locali e nazionali, aspettiamo che qualcuno chiarisca meglio le posizioni.
.ROMA. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, ha emanato l’atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale. Il provvedimento, atteso da 26 anni, pone le basi per un riordino organico del settore aeroportuale sotto il profilo infrastrutturale, gestionale e della qualità dei servizi. L’atto - che recepisce gli orientamenti comunitari e gli indirizzi governativi e parlamentari - sarà ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal presidente della Repubblica. Nel nostro Paese sono attualmente operativi 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare. 

L’atto di indirizzo, al fine di ridurre la frammentazione esistente e favorire un processo di riorganizzazione ed efficientamento, formula una proposta di individuazione degli aeroporti d’interesse nazionale, che costituiranno l’ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni. Aeroporti inseriti nella core network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia. Aeroporti inseriti nella comprehensive network, con traffico superiore a 1 milione di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona. Con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell’ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. Indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa, Pantelleria. Aeroporti non facenti parte delle reti europee con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini. Destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno. 

Per questi scali è previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticità relative al rilascio della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante. Gli aeroporti di interesse nazionale potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacità, l’accessibilità, l’intermodalità, a partire da Roma Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell’accessibilità delle strutture e della interconnessione con l’alta velocità). Il potenziamento di diversi altri scali è previsto nel medio-lungo periodo. Gli aeroporti non di interesse nazionale dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d’uso e/o la possibilità di chiusura. L’atto di indirizzo, inoltre, non prevede la realizzazione di nuovi scali. Tale principio vale, ad esempio per Grazzanise e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino). 

Molti scali italiani, di qualunque tipologia, hanno una forte rappresentanza pubblica nella compagine societaria. Si reputa dunque opportuno procedere alla progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici e favorire l’ingresso di capitali privati. Dovranno inoltre essere messi a punto piani di riequilibrio per raggiungere entro breve termine adeguati livelli di patrimonializzazione, come previsto peraltro dalla normativa vigente. Sarà infine data grande attenzione alla verifica degli investimenti previsti dalle concessioni. Il provvedimento favorisce anche la costituzione delle cosiddette «reti aeroportuali», gestite da un unico soggetto, al fine di conseguire vantaggi sul fronte della differenziazione e specializzazione di ruolo nel servire lo stesso territorio con infrastrutture dedicate per tipologia di traffico e dell’ottimizzazione nell’acquisizione di servizi e beni da parte di fornitori terzi con economie di scala a beneficio di tutti gli aeroporti in rete. 

È prevista, da parte del ministero delle Infrastrutture e Trasporti in raccordo con gli altri enti competenti, una serie di razionalizzazioni: semplificazione procedurale per un’approvazione più celere dei contratti di programma. Servizi di navigazione aerea: revisione dell’orario di apertura degli aeroporti e/o degli orari di fornitura dei servizi, con possibile chiusura notturna degli aeroporti con traffico limitato o con criticità di impatto ambientale; modifica del servizio di controllo aereo passando da un servizio di torre ad un servizio di Afis (servizio informazioni di volo aeroportuali) negli aeroporti con scarso traffico commerciale; rimodulazione delle tariffe relative ai servizi di assistenza in fase di decollo e atterraggio. Servizi generali alla clientela: ridefinizione delle risorse umane e finanziarie destinate ai servizi antincendio, ai controlli di sicurezza e doganali e ad altre tipologie di servizi. 

La proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale sarà ora inviata all’attenzione della conferenza permanente Stato-Regioni e Province autonome. «Con l’Atto di indirizzo colmiamo una grave lacuna del nostro Paese che durava da 26 anni», ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera. «Il provvedimento è uno strumento importante per avviare il riordino di un settore per noi strategico, favorendone lo sviluppo e il recupero di efficienza. Attraverso la razionalizzazione dei servizi, un piano di infrastrutturazione a medio periodo, la costituzione di reti aeroportuali, l’Italia può davvero ambire ad avere un sistema all’avanguardia e competitivo a livello internazionale, evitando sprechi di risorse pubbliche. La collaborazione con le Regioni sarà fondamentale».
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E quanto sopra riportato... è l'articolo pubblicato sull'Arena, che ovviamente si è basato su un Comunicato Stampa emesso dal Ministero delle Infrastrutture, al quale è allegato anche un file con delle "diapositive" (vedi sotto) che descrivono quello che è un: "Atto di indirizzo per la definizione del Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale"... e quindi non siamo ancora al PIANO, ma solo agli INDIRIZZI e/o alle linee guida per poi arrivare al PIANO.
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Illustrato questo ora RICOPIAMO il Comunicato Stampa come emesso ieri dal Ministero delle Infrastrutture a titolo: "EMANATO ATTO DI INDIRIZZO DEL PIANO PER LO SVILUPPO AEROPORTUALE" con sottotitolo: "PROPOSTI GLI SCALI DI INTERESSE NAZIONALE. LA PAROLA ALLE REGIONI. Passera: “Poste le basi per una riforma del settore attesa da quasi 30 anni”.
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Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera ha emanato l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale. Il provvedimento, atteso da 26 anni, pone le basi per un riordino organico del settore aeroportuale sotto il profilo infrastrutturale, gestionale e della qualità dei servizi.
L’atto – che recepisce gli orientamenti comunitari e gli indirizzi governativi e parlamentari – sarà ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica.
Queste le principali linee guida dell’atto di indirizzo:
a) Individuazione degli aeroporti di interesse nazionale
Nel nostro Paese sono attualmente operativi 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare.
L’Atto di indirizzo, al fine di ridurre la frammentazione esistente e favorire un processo di riorganizzazione ed efficientamento, formula una proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, che costituiranno l’ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni:
  • Aeroporti inseriti nella Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
  • Aeroporti inseriti nella Comprehensive Network:
    o Con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona.
    o Con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell’ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste.
    o Indispensabili per la continuità territoriale: Lampedusa, Pantelleria.
  • Aeroporti non facenti parte delle reti europee:
    o Con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini.
    o Destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno.
Per questi scali è previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticità relative al rilascio della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante.
Gli aeroporti di interesse nazionale potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacità, l’accessibilità, l’intermodalità, a partire da Roma Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell’accessibilità delle strutture e della interconnessione con l’alta velocità). Il potenziamento di diversi altri scali è previsto nel medio-lungo periodo.
Gli aeroporti non di interesse nazionale dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d’uso e/o la possibilità di chiusura.
L’Atto di indirizzo, inoltre, non prevede la realizzazione di nuovi scali. Tale principio vale, ad esempio per Grazzanise (considerata la capacità di Napoli Capodichino di sostenere ulteriori aumenti di traffico e la possibilità di utilizzare lo scalo di Salerno) e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino).
b) Adozione di piani di riequilibrio economico-finanziario
Molti scali italiani, di qualunque tipologia, hanno una forte rappresentanza pubblica nella compagine societaria. Si reputa dunque opportuno procedere alla progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici e favorire l’ingresso di capitali privati.
Dovranno inoltre essere messi a punto piani di riequilibrio per raggiungere entro breve termine adeguati livelli di patrimonializzazione (condizione necessaria per il rilascio della concessione totale), come previsto peraltro dalla normativa vigente.
Sarà infine data grande attenzione alla verifica degli investimenti previsti dalle concessioni.
c) Incentivazione delle Reti Aeroportuali
Il provvedimento favorisce anche la costituzione delle cosiddette “reti aeroportuali”, gestite da un unico soggetto, al fine di conseguire vantaggi sul fronte della differenziazione e specializzazione di ruolo nel servire lo stesso territorio con infrastrutture dedicate per tipologia di traffico (es: low cost, cargo, charter, distribuzione stagionale del traffico) e dell’ottimizzazione nell’acquisizione di servizi e beni da parte di fornitori terzi con economie di scala a beneficio di tutti gli aeroporti in rete.
d) Razionalizzazione dei servizi di navigazione aerea e dei servizi generali alla clientela
E’ prevista, da parte del ministero delle Infrastrutture e Trasporti in raccordo con gli altri enti competenti, una serie di razionalizzazioni:
- Semplificazione procedurale per un’approvazione più celere dei contratti di programma.
- Servizi di navigazione aerea: revisione dell’orario di apertura degli aeroporti e/o degli orari di fornitura dei servizi, con possibile chiusura notturna degli aeroporti con traffico limitato o con criticità di impatto ambientale; modifica del servizio di controllo aereo passando da un servizio di torre ad un servizio di AFIS (Servizio Informazioni di Volo Aeroportuali) negli aeroporti con scarso traffico commerciale; rimodulazione delle tariffe relative ai servizi di assistenza in fase di decollo e atterraggio.
- Servizi generali alla clientela: ridefinizione delle risorse umane e finanziarie destinate ai servizi antincendio, ai controlli di sicurezza e doganali e ad altre tipologie di servizi.
La proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale sarà ora inviata all’attenzione della Conferenza Permanente Stato-Regioni e Province Autonome, mentre le proposte di razionalizzazione dei servizi saranno da subito oggetto di tavoli operativi tra il Mit e le altre amministrazioni competenti (Enac, Enav, altri ministeri, Regioni ed enti locali…).
Con l’Atto di indirizzo colmiamo una grave lacuna del nostro Paese che durava da 26 anni” ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. “Il provvedimento – ha proseguito – è uno strumento importante per avviare il riordino di un settore per noi strategico, favorendone lo sviluppo e il recupero di efficienza. Concentriamo sforzi e investimenti sugli aeroporti che rientrano nei piani infrastrutturali europei e, al tempo stesso, confermiamo il ruolo degli scali territoriali che servono importanti realtà locali. Attraverso la razionalizzazione dei servizi, un piano di infrastrutturazione a medio periodo, la costituzione di reti aeroportuali, l’Italia può davvero ambire ad avere un sistema all’avanguardia e competitivo a livello internazionale, evitando sprechi di risorse pubbliche. La collaborazione con le Regioni sarà fondamentale” ha concluso Passera.
“L’Atto che oggi inviamo alla Conferenza Stato-Regioni è un altro tassello importante della modernizzazione normativa che, nel corso di quest’anno, abbiamo portato avanti sul fronte infrastrutturale ” ha evidenziato il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Mario Ciaccia. “La proposta di Piano che abbiamo formulato da finalmente applicazione ai princìpi della normativa europea e nazionale di settore, proponendo un modello di sviluppo aeroportuale di grande respiro. Questo piano, che è dunque frutto di un lungo processo normativo, può essere un’opportunità importante per riformare e dare organicità al settore aeroportuale” ha concluso Ciaccia. 
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Per dovere di cronaca e per essere precisi... precisi, va detto che anche TGVerona, ha esagerato a scrivere che il Catullo è nella "serie A" degli aeroporti, visto quanto ieri hanno pubblicato in questo articolo: "Via al piano aeroporti: il Catullo entra nei top" con questo testo: "Lo scalo veronese è nella “serie A” degli aeroporti italiani (31 quelli ritenuti più strategici su 112 esistenti, di cui 11 militari). Il governo ha dato il via libera al piano nazionale per il riordino. L'atto di indirizzo è stato varato dal ministro Passera e sarà inviato ora alla conferenza Stato-Regioni per l'intesa finale. "Sono state poste le basi per una riforma attesa da 30 anni", ha detto Passera. Individuati trentuno aeroporti di interesse nazionale (tra cui appunto il Catullo di Verona) che saranno oggetto di interventi infrastrutturali a carico dello Stato. Stop invece alla realizzazione di nuovi scali ".
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Anche TGVerona ha forse commesso un errore di sopravalutazione visto che, l'Aeroporto di Verona... NON E' un Aeroporto di "Serie A", ma solo un Aeroporto di "Serie B"... v
isto che il Catullo è nella stessa classifica ed è assieme all'Aeroporto di Pisa e di Firenze... ed in merito a questi due aeroporti, questo è quello che scrivono i giornali toscani: "Bufera sugli aeroporti toscani Pisa e Firenze retrocessi in serie B. Non rientrano più tra i 10 big: gli scali con ruolo strategico".
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Io aspetterei ancora un pò per capire cosa sta succedendo con gli Aeroporti, non tanto per comprendere se un Aeroporto è in "serie A" o in "serie B"... visto che nel Comunicato Stampa c'è anche scritto questo:

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b) Adozione di piani di riequilibrio economico-finanziario
Molti scali italiani, di qualunque tipologia, hanno una forte rappresentanza pubblica nella compagine societaria. Si reputa dunque opportuno procedere alla progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici e favorire l’ingresso di capitali privati.
Dovranno inoltre essere messi a punto piani di riequilibrio per raggiungere entro breve termine adeguati livelli di patrimonializzazione (condizione necessaria per il rilascio della concessione totale), come previsto peraltro dalla normativa vigente.
Sarà infine data grande attenzione alla verifica degli investimenti previsti dalle concessioni.
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Prima di veder se siamo in "A" o in "B", aspetterei ancora un pò, sopratutto per capire se l'Aeroporto Catullo rimarrà aperto o verrà chiuso... per manifesta incapacità di sostenere i costi di gestione e/o per fallimento della Catullo SpA... visto che in 13 anni hanno... sperperato 160 milioni di euro nell'Aeroporto di Montichiari... Aeroporto che produce solo debiti.

Commenti

  1. Mi sembra che tutti dimenticano l'obbligatoria VAS.

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